Un grande viaggio alla scoperta di territori, di microclimi, di tipicità, dove il vino vive da grande protagonista. E' il viaggio di una famiglia legata alla terra da sette generazioni che percorre l'Italia intera, dal Veneto alla Sicilia, mossa dalla passione per il vigneto. Una passione che ha portato la famiglia Zonin a creare undici aziende vitivinicole modello, inserite nelle sette regioni italiane a maggiore vocazione enologica, oltre alla Tenuta di Barboursville Vineyards in Virginia (Usa). L'elemento distintivo di ogni singola tenuta sta proprio nella sua capacità di esaltare la qualità delle diverse varietà, sottolineando il legame con il territorio geografico ed il patrimonio storico, culturale, umano e sociale di ogni specifica regione. Ne scaturisce una gamma di vini al cui vertice stanno quelli ottenuti dai migliori vitigni autoctoni (Barbera d'Asti, Grignolino, Chianti Classico, Nero d'Avola, Inzolia, Refosco, Recioto di Gambellara, Vernaccia di San Gimignano), anche se non mancano certo i grandi vini internazionali (Merlot, Cabernet, Chardonnay, Sauvignon). Qui, di seguito, vi proponiamo un breve ritratto di ogni tenuta. Buon viaggio !
CASTELLO D’ALBOLA
(Radda in Chianti - Siena - Toscana)
La Fattoria del Castello d’Albola, nel cuore del Chianti Classico, rappresenta uno dei più prestigiosi insediamenti agricoli toscani. Queste terre infatti appartennero agli Acciaioli (da cui il nome di uno dei vini di maggior spicco dell’azienda, un uvaggio di Sangiovese e Cabernet Sauvignon) che, nel XII secolo, edificarono il cassero di Albola, attorno al quale si sviluppò il borgo medievale e la villa, dimora dei nobili Samminiati, dei Pazzi e, infine, dei principi Ginori Conti. Attualmente la tenuta è costituita da 9 poderi per una superficie vitata di 157 ettari. Castello d’Albola ha svolto un ruolo importante in Chianti anche nell’enoturismo, la chiave per educare alla cultura del vino: nel cuore della Tenuta (meta ogni anno di 15.000 turisti del vino), ha potenziato l’attività d’accoglienza, con tour dell’azienda (tre sono le guide enoturistiche), e di ospitalità (eventi e degustazioni, non solo di vino, ma degli altri prodotti della fattoria: Vin Santo del Chianti Classico, Grappa e Olio Extravergine di oliva, ricavato dalle 3.800 piante di olivo della Tenuta con le varietà: Frantoio, Leccino, Moraiolo).
CLIMA E SUOLO
L’azienda gode di un clima di tipo continentale, con temperature anche molto basse in inverno, fino ad arrivare a meno 2–3°C, ed estati siccitose che vedono la colonnina di mercurio superare non di rado i 30°C. Notevoli sono le escursioni termiche nell’arco della giornata . Le precipitazioni annue si attestano attorno agli 800-900 mm con una certa prevalenza nel tardo autunno e in primavera. Per le caratteristiche del terreno, Castello d’Albola ricade sulla formazione geologica dell’Alberese originatasi dai depositi marini del Pliocene. I suoli che ne sono derivati sono caratterizzati dalla tessitura argillosa, particolarmente adatta per la produzione di vini rossi, dal buon drenaggio interno dovuto alla presenza di scheletro - galestro - e dall’ottima capacità di trattenere e cedere gli elementi nutritivi.
VIGNETI
I vigneti si trovano ad una altitudine compresa fra i 250 e i 500 metri slm e il vitigno maggiormente utilizzato è, secondo la migliore tradizione chiantigiana, il Sangiovese (che occupa quasi il 90% della superficie), cui si affiancano vitigni nobili internazionali, quali il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay e il Pinot nero. Per quanto riguarda la forma di allevamento il classico doppio capovolto toscano è stato riconvertito negli ultimi anni nella spalliera con densità di 5.000 ceppi ad ettaro. L’adozione di tale sistema nasce dalla necessità di sfruttare appieno l’energia luminosa che investe le colline esposte a sud della fattoria, al fine di garantire una ottimale maturazione delle uve. L’età media degli impianti è intorno ai 20 anni, ma dal 1999 è partita una spinta fase di rinnovamento che coinvolge 10 ettari all’anno.
LA CURIOSITA’: LE STORICHE CANTINE ED UN CHIANTI
CLASSICO “LE ELLERE”, SANGIOVESE IN PUREZZA
La tenuta è dotata di storiche cantine di affinamento situate nel cuore del borgo medievale e di una moderna cantina, vero gioiello architettonico e tecnologico. La tenuta di Castello d’Albola rappresenta oggi uno dei maggiori responsabili della rinascita del Chianti Classico dopo la nota crisi degli anni ’80. E questo grazie a vini come il Chianti Classico “Le Ellere”, un Sangiovese in purezza di gran classe, prodotto secondo la migliore tradizione chiantigiana. Per non parlare del Chianti Classico Riserva, ottenuto dalla selezione delle migliori uve della tenuta e prodotto solo nelle annate considerate eccellenti.
TENUTA IL BOSCO
(Zenevredo - Pavia - Lombardia)
Con 140 ettari di vigneto, la Tenuta il Bosco è la seconda azienda vitivinicola dell’Oltrepò Pavese in termini di superficie. Zonin ha investito qui prevalentemente nei vitigni principe dell’Oltrepò come la Bonarda (50 ettari) e la Barbera (30 ettari). Ma notevole spazio incontra anche il Pinot nero (50 ettari), base per lo spumante metodo classico prodotto nella Tenuta. L’altra impronta autoctona - che esprime concretamente la volontà della famiglia Zonin di investire sempre maggiori risorse nei vitigni nazionali - della Tenuta Il Bosco è la presenza di due vitigni classici di questa zona, il Vespaiolo e l’Uva Rara. La famiglia Zonin ha quindi creato una cantina d’avanguardia nel cui sotterraneo maturano spumanti elaborati con il Metodo Classico che hanno conquistato importanti riconoscimenti a livello internazionale.
CLIMA E SUOLO
Il clima di tipo continentale è caratterizzato da inverni rigidi ed estati calde con una buona escursione termica fra il giorno e la notte, condizione questa che favorisce lo sviluppo di aromi fruttati e intensi nei vini. La differente esposizione dei versanti vitati, inoltre, permette la coltivazione delle diverse varietà nelle situazioni più vocate per ognuna di esse. La piovosità media è di 900 mm annui, pioggia che si concentra mediamente in 80-100 giorni all’anno. Il suolo presenta caratteristiche assai complesse evidenziabili da un’attenta analisi del terreno: si osserva infatti la presenza di uno strato superficiale argilloso di origine alluvionale (antiche alluvioni del Po) sovrastante uno strato marnoso profondo. La tessitura sabbioso-argillosa con strati frammisti a ghiaia garantisce alla vite condizioni ottimali in quanto le argille superficiali permettono di ottenere vini di struttura e complessità, mentre lo strato a tessitura più grossolana garantisce un ottimo drenaggio naturale delle acque.
VIGNETI
L’età media dei vigneti è di 15 anni, ma dal 1999 è iniziata una fase di forte rinnovamento (7-8 nuovi ettari all’anno) basata sul sistema ad impianto a Guyot a tralcio rinnovato per la Bonarda e a cordone speronato per le altre varietà. In entrambi i casi è stata scelta una maggiore densità di circa 4.500-5.000 piante/ettaro.
LA CURIOSITA’: UNA DOCG PER L’OLTREPO’ PAVESE
Per Bonarda (vino apprezzato e molto richiesto al punto tale che le sue uve sono diventate sempre più rare e ricercate), per la Barbera ed il Pinot Nero, Gianni Zonin ha chiesto recentemente il riconoscimento della docg che dovrebbe rappresentare il punto di partenza per la rinascita di questa che è riconosciuta da tempo come una delle aree vitivinicole più importanti del nostro Paese.
CASTELLO DEL POGGIO
(Portocomaro d’Asti e Costigliole d’Asti - Asti - Piemonte)
Nella splendida terra viticola del Monferrato artigiano, il Castello del Poggio, una casaforte medievale che apparteneva alla nobile casata dei Buneis, domina i 158 ettari di vigneto dell’azienda. Da qui il nome ad uno dei vini più apprezzati dell’azienda, la Barbera “Buneis” che, assieme all’altra Barbera d’Asti “Masarej” rappresenta uno degli esempi migliori di questo grande vino italiano, che, anche grazie a Zonin, sta riscoprendo un nuovo rinascimento. La Tenuta è suddivisa in due frazioni: quella del Poggio, caratterizzata soprattutto dai vitigni Barbera, Grignolino, Dolcetto e Brachetto, e quella del Briccone a Costigliole d’Asti, investita quasi prevalentemente a Moscato d’Asti.
CLIMA E SUOLO
L’azienda gode di un clima tipicamente continentale, con elevate escursioni termiche sia stagionali che giornaliere, influenzato dalla barriera opposta della Alpi Marittime e dall’Appennino Ligure. L’umidità relativa è notevole e la neve cade con una certa regolarità, così come i temporali estesi. La piovosità media è di 1.000 mm annui. I terreni, a tessitura franco-limosa-argillosa, profondi, si sono evoluti su formazioni litologiche più antiche riconducibili alle “Argille di Lugagnano” e alle “Sabbie di Asti”.
VIGNETI
L’età media degli impianti è di 25 anni, quindi molti si stanno avvicinando alla fine del loro ciclo. Per questa ragione, dai primi anni ’90, è iniziata una consistente fase di rinnovamento con una ulteriore accelerazione negli ultimi 5-6 anni. E quest’ultima è proprio l’età dei vigneti che danno frutto alla Barbera che in questa Tenuta, come già sottolineato, ha trovato un habitat eccellente. La forma di allevamento delle viti adottata nella Tenuta è la spalliera Guyot , con una densità di impianto di 4.000-4.500 piante/ettaro. Si tratta di una forma di allevamento che da sempre è adottata in tutte le zone viticole del Piemonte e si è dimostrata negli anni quella che meglio di altre si adatta alle caratteristiche dei prestigiosi vitigni piemontesi.
LA CURIOSITA’: L’ANFITEATRO DEI TEMPLARI
Il Castello del Poggio, che apparteneva alla nobile casata dei Buneis, vigilava sui confini della città di Asti, allora una delle più potenti d’Italia. La proprietà comprende un vasto anfiteatro, chiamato Val di Temp, perché in passato era di proprietà dei Templari, e già nel XVIII secolo era al centro di un possedimento agricolo nel quale soggiornava d’estate il Vescovo di Asti.
FATTORIA ABBAZIA MONTE OLIVETO
(San Gimignano - Siena - Toscana)
La Fattoria deve il suo nome alla suggestiva Abbazia di Monte Oliveto, eretta nel 1340 dai monaci olivetani, che domina tutta l’azienda. Dalla Fattoria, inoltre, si gode lo spettacolare paesaggio della vicina città di San Gimignano con le sue torri. La superficie vitata è di 30 ettari destinati completamente alla produzione della Vernaccia di San Gimignano, primo vino italiano a vedersi riconosciuta, nel 1966, la denominazione d’origine controllata (con l’aggiunta, poi, della “g” di garantita nel 1993). Si tratta di un vino storico del nostro Paese, essendo già famoso all’epoca del “sommo poeta” Dante Alighieri.
CLIMA E SUOLO
L’Abbazia gode di un clima di tipo continentale, con temperature anche molto basse d’inverno al di sotto di 4-5°C, ed estati siccitose che registrano non di rado livelli fino a 34°C. Discrete sono le escursioni termiche nell’arco della giornata. Per quanto riguarda le precipitazioni si attestano attorno ai 800-900 mm con una certa prevalenza nel tardo autunno e in primavera. I suoli della tenuta, di origine marina, sono composti da sabbie gialle e argille che ne determinano rispettivamente un buon drenaggio delle acque e un’ottima struttura.
VIGNETI
L’età media degli impianti è di 15 anni e il sistema di allevamento più utilizzato è il cordone speronato. Anche in questa Tenuta è da alcuni anni attivo un forte programma di rinnovamento degli impianti. Attualmente la produzione dell’azienda è orientata solo sulla Vernaccia di San Gimignano, denominata “La Gentilesca”, che è ottenuta da uve in purezza dal nobile vitigno già celebrato nel Medioevo.
LA CURIOSITA’: LA SPETTACOLARE VISIONE
DELLE TORRI DI SAN GIMIGNANO
I terreni della proprietà comprendono anche un oliveto coltivato con le più pregiate varietà della Toscana centrale (Frantoio, Moraiolo, Leccino): l’olio extravergine di oliva della Fattoria Abbazia di Monte Oliveto ha aromi intensi ed elegante gusto fruttato. Dalla tenuta, situata in posizione incantevole e particolarmente vocata alla coltivazione delle vite e dell’olivo, si gode la spettacolare visione delle torri di San Gimignano.
FATTORIA IL PALAGIO
(Castel San Gimignano - Siena - Toscana)
Un vigneto di 110 ettari, ad un’altitudine media di 350 metri slm, immerso in una vasta proprietà di 340 ettari: questa è la Fattoria Il Palagio. L’azienda si caratterizza anche per la presenza di un elegante edificio padronale, già proprietà dei Marchesi Mancinelli, che domina un tipico poggio toscano a Castel San Gimignano. Questo è un territorio in cui nascono un profumato olio extravergine d’oliva ed il Chianti Colli Senesi Docg, ma da quando la famiglia Zonin ne è diventata proprietaria sono allevate anche altre nobili varietà internazionali (Cabernet, Chardonnay, Sauvignon), che hanno anche innovato, con ottimi risultati, la tradizione toscana.
CLIMA E SUOLO
Il clima in quest’area si presenta continentale, con inverni talvolta rigidi ed estati calde e siccitose; la temperatura media annuale è di circa 15°C. Il suolo è a tessitura franca con una profondità esplorabile dalle radici di oltre 2 metri, di buona struttura, con una ottima capacità idrica soprattutto in estate quando il clima si fa siccitoso.
VIGNETI
Il vitigno maggiormente utilizzato è il Sangiovese, essendo l’azienda collocata in piena zona docg Chianti Colli Senesi. Altre varietà sono il Cabernet Sauvignon per i rossi, e lo Chardonnay e il Sauvignon tra i bianchi. L’età media degli impianti è intorno ai 15 anni e il sistema di allevamento maggiormente utilizzato, soprattutto nelle numerose nuove realizzazioni, è il cordone speronato basso.
TENUTA MARCHESE DI MONTEMASSI
(Roccastrada - Grosseto - Toscana)
La Tenuta Marchese di Montemassi è immersa nella Maremma grossetana: un’azienda di 350 ettari, di cui 90 a vigneto che raddoppieranno entro i prossimi 3 anni, a dimostrazione di come la famiglia Zonin sia tra le protagoniste della riscoperta della Maremma, considerata oggi una delle nuove frontiere della vitivinicoltura italiana. La Tenuta, che si trova a Pian dei Bichi, sotto la Rocca di Montemassi, nel comune di Roccastrada, è nel centro della doc Monteregio: il Sangiovese, per questa ragione, rappresenta il vitigno più utilizzato, al quale si aggiungono il Cabernet Sauvignon, il Merlot e lo Shiraz, per la produzione dei noti Supertuscans. Sui bianchi, la scelta è caduta sul Vermentino, un vitigno autoctono che in Maremma trova un ambiente ideale.
CLIMA E SUOLO
Per le caratteristiche pedologiche va sottolineato come dalle colline metallifere si sono originati suoli ricchi di minerali, a tessitura franco-argillosa con presenza di scheletro a volte abbondante. Questo permette un buon drenaggio delle acque, anche se le precipitazioni sono concentrate nella stagione invernale, mentre in primavera ed estate le piogge sono quanto mai rare. In estate il clima è mitigato dal vento di Libeccio che spira dal mare.
VIGNETI
Gli impianti sono datati 2000, entreranno quindi in produzione quest’anno. Come forma di allevamento è stato scelto il cordone speronato bilaterale con una densità di 5.000 piante/ettaro.
MASSERIA CONTE MARTINI-CARISSIMO
(Torre S.Susanna - Brindisi - Puglia)
Nel cuore della penisola Salentina, in Puglia, la Masseria Conte Martini-Carissimo di 265 ettari, è situata nell’Agro del territorio di Torre Santa Susanna e di Oria, dove si erge il suggestivo e famoso castello di Federico II. Attualmente, l’azienda è al centro di un totale rinnovamento che ha già visto in poco più di due anni la realizzazione di 68 nuovi ettari di vigneto.
CLIMA E SUOLO
La penisola Salentina, per quanto riguarda le caratteristiche climatiche, è caratterizzata da un clima temperato-marittimo, per effetto dei frequenti venti di nord-est e di tramontana che determinano condizioni particolari per un territorio posto a questa latitudine. La piovosità media si attesta attorno ai 400-450 mm annui, con precipitazioni concentrate soprattutto nei mesi invernali. I suoli, originatisi dalle calcareniti del Salento (Plio-Pleistocene) sono calcarei e moderatamente profondi, la tessitura franco-argillosa garantisce un ottimo substrato per la coltivazione della vite. In profondità vi sono blocchi calcarei che in dialetto pugliese vengono detti “scapatizze” in quanto emergono in superficie nel corso delle lavorazioni del suolo.
VIGNETI
Entro il 2003 la produzione dei primi 30 nuovi ettari realizzati a cordone speronato con la densità di impianto più elevata nelle aziende della famiglia Zonin: 5.500-6.000 piante/ettaro. Anche questa azienda rappresenta un esempio emblematico della fiducia di Zonin nei confronti dei vitigni autoctoni. I vitigni maggiormente utilizzati sono il Negroamaro e il Primitivo di Manduria. Le Masserie sorgono nel centro della Doc Primitivo di Manduria che può fregiarsi anche della Igt Salento.
TENUTA PRINCIPI DI BUTERA
(Butera - Caltanissetta - Sicilia)
E’ l’ultima arrivata in casa Zonin, inaugurata nel 2002. La Tenuta Principi di Butera - che fu dei Principi di Butera e, successivamente, dei Principi Lanza di Scalea - comprende le terre del Feudo Deliella ed è situata proprio nel cuore della Sicilia, senza dubbio la regione più interessante d’Italia per le grandi potenzialità che può esprimere soprattutto nella produzione di grandi vini rossi.
CLIMA E SUOLO
Le condizioni climatiche, nella zona di Riesi, dove è situata la Tenuta, sono caratterizzate da un clima caldo arido; le elevate temperature primaverili ed estive e la carenza di acqua nel periodo estivo garantiscono le condizioni ottimali per lo sviluppo della vite e la maturazione delle uve. Inoltre, la zona è soggetta all’influsso di venti caldi provenienti da sud (Scirocco) i cui effetti vengono qui mitigati dalla vicinanza del complesso del monte Dissueri e attraverso l’adozione dell’irrigazione di soccorso che permette di mantenere efficiente l’apparato fogliare delle viti. I suoli sono di origine marnoso - calcarei (trubi), ricchi di scheletro, di colore bianco che induce alla vite il corretto equilibrio vegeto-produttivo.
VIGNETI
La famiglia Zonin, in questa regione, ha compiuto un ambizioso investimento oggi rappresentato da 150 ettari di vigneto, che diventeranno 180 entro il 2004. Il vitigno principe della Tenuta è sicuramente il Nero d’Avola (attualmente 30 ettari) che, già alla prima vinificazione 2000, ha dato risultati straordinari, a testimonianza delle grandi potenzialità di questo vitigno autoctono. Il Deliella 2000 alla sua prima uscita si è aggiudicato infatti una tripla vittoria, conquistando i “Tre Bicchieri” della Guida Gambero Rosso/Slow Food, i “5 Grappoli” della Guida dell’Associazione Italiana Sommeliers ed il “Sole” della Guida di Veronelli. Le altre varietà presenti sono il Merlot e il Cabernet Sauvignon, tra i rossi, e l’Inzolia (altro importante autoctono) e lo Chardonnay tra i bianchi. Tra i vini, oltre al già citato Deliella, va sicuramente ricordato il San Rocco, un Cabernet Sauvignon in purezza, e il Calat, un Merlot morbido ed elegante. La vite è allevata a cordone speronato basso, con una densità di impianto di 5.000 piante/ettaro.
CA’ BOLANI
(Cervignano del Friuli - Udine - Friuli)
Situata nel cuore della doc Aquileia, la Tenuta Ca’ Bolani, comprensiva anche delle Tenute Molin del Ponte (acquistata nel ’98 dalla compagnia Lloyd Adriatico) e Ca’ Vescovo (già dominio dei Patriarchi di Aquileia, fu poi proprietà del Monastero delle suore Benedettine fino alla fine del Settecento, per poi passare nel periodo napoleonico, al Barone Economo di Trieste, cui si deve l’odierno complesso edilizio; alla famiglia Zonin passa nei primi anni Ottanta), con i suoi 550 ettari di vigneto, è l’azienda più vasta di casa Zonin e rappresenta il più importante vigneto del Friuli. Già proprietà della famiglia Bolani, il cui massimo esponente fu il conte Domenico Bolani, procuratore in Friuli della Repubblica di Venezia nella prima metà del ‘500, la Tenuta è stata acquistata nel 1970 dalla famiglia Zonin, che l’ha riportata all’antico splendore, riordinando i vigneti, restaurando il centro aziendale ed edificando una cantina dotata di tecnologie avanzate.
CLIMA E SUOLO
Posta a 12 chilometri dal mare i vigneti di Ca’ Bolani si avvantaggiano di un clima continentale, ma mitigato dalle correnti d’aria provenienti dalla laguna di Grado. Le medie e le sommatorie termiche sono le medesime riscontrate nelle più antiche zone viticole europee; Ca’ Bolani rientra, infatti, nella cosiddetta zona climatica Alpha, a cui appartengono anche Bordeaux e l’Alsazia. Il suolo, di origine alluvionale sabbioso-argilloso con presenza di venature ghiaiose, permette un adeguato drenaggio naturale delle acque. Inoltre, i ciottoli presenti in superficie consentono una migliore maturazione delle uve per effetto dell’irraggiamento della luce solare e della ritenzione di calore.
VIGNETI
L’età media dei vigneti è di 15-20 anni, ma da 4 anni è in atto una spinta riconversione dei sistemi di allevamento secondo i canoni della viticoltura internazionale. Negli ultimi anni sono stati rinnovati 150 ettari di vigneto, con densità di impianto di 5.000 ceppi ad ettaro, allevati a cordone speronato sia singolo che bilaterale. Complessivamente il cordone speronato è oggi utilizzato in circa 240 ettari di vigneto dell’azienda. Tale sistema di conduzione permette di rispettare l’equilibrio fisiologico della vite, ad una produzione di 1,5 kg di uva per ceppo corrisponde una superficie fogliare di 2,5 mq. I vitigni rossi più utilizzati sono il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon e il Refosco dal peduncolo rosso. Una nota particolare merita quest’ultimo vitigno autoctono che nella Tenuta Ca’ Bolani ha trovato un habitat ideale per esprimere al meglio tutte le sue straordinarie potenzialità: non è quindi un caso che circa 40 ettari dell’azienda siano investiti proprio con il Refosco. Sui vitigni bianchi, i più utilizzati sono il Sauvignon, il Pinot Grigio, il Pinot bianco, lo Chardonnay e il Traminer. Il Sauvignon Ca’ Bolani, in particolare, è il vino bianco dell’azienda che sta dando le maggiori soddisfazioni. Una nota a parte merita la Tenuta Molin di Ponte che viene utilizzata dai tecnici della famiglia Zonin anche per la sperimentazione di tutte le innovazioni viticole: è qui, infatti, che vengono selezionate le varietà, i vitigni, i cloni, i portainnesti e anche gli impianti ad alto numero di ceppi per ettaro e i più moderni sistemi di allevamento.
PODERE IL GIANGIO
(Gambellara - Vicenza - Veneto)
Sulle colline che sovrastano Gambellara, ad una altitudine di 250 metri slm, il Podere Il Giangio gode di una situazione climatica e di un terreno del tutto particolari, al punto che oggi viene considerato un autentico “premier cru” della viticoltura e l’ambiente ideale per l’esaltazione di un vitigno antico come la Garganega, che finalmente oggi viene riscoperto, anche grazie a Zonin, in tutta la sua potenzialità qualitativa.
CLIMA E SUOLO
Il Podere si avvantaggia di una situazione microclimatica eccellente grazie alla leggera brezza che spira costantemente dalla Val d’Oro che garantisce ogni anno una perfetta sanità delle uve, mentre l’esposizione a sud favorisce una ottimale maturazione. Dalla alterazione delle rocce vulcaniche hanno preso origine nel corso dei secoli questi terreni che si contraddistinguono per la leggera acidità, la tessitura franco-sabbiosa e la ricchezza di minerali. Inoltre, la ridotta fertilità permette di mantenere un naturale equilibrio vegeto-produttivo, necessario per ottenere vini di grande struttura e lunga tenuta.
VIGNETI
Il vigneto del podere attualmente è di 62 ettari, investiti con la tradizionale pergoletta veronese che progressivamente viene sostituita dalla spalliera con una densità di 5.000 ceppi/ettaro. Grazie all’ambiente così favorevole per l’espressione qualitativa della Garganega, il Podere Il Giangio esprime oggi due importanti vini: il Recioto di Gambellara e Il Giangio, una Garganega in purezza che dimostra le straordinarie potenzialità di questo nostro vitigno autoctono.
BARBOURSVILLE VINEYARDS
(Barboursville - Virginia - Usa)
E’ l’azienda “straniera” della famiglia Zonin. E’ situata nel cuore della Virginia, negli Usa, in una terra che Thomas Jefferson definì “Piedmont Region”. Non è infatti un caso che proprio in queste terre il Nebbiolo, il vitigno principe del Piemonte, ha trovato una collocazione ideale dove riesce ad esprimere al meglio tutte le sue potenzialità. Ed è sempre Jefferson che qui progettò e fece costruire un’imponente villa, in stile palladiano, destinata all’amico James Barbour, allora governatore dello Stato, i cui resti fanno ancora mostra di sé. Il successo della Zonin in Virginia, ha spinto molte altre aziende ad investire su vitigni nobili europei: negli anni ‘70 in Virginia, esistevano infatti 3 cantine che producevano vino da varietà ibride americane ed oggi sono 65, e per la maggior parte utilizzano i grandi vitigni europei. Insomma, nel cuore della Virginia, in un’area destinata dalla storia alla viticoltura, Gianni Zonin ha realizzato il sogno che appartenne a Thomas Jefferson, realizzando una grande tenuta viticola nell’East Coast.
VIGNETI
L’azienda è costituita da 80 ettari di vigneto rappresentati, oltre dal già citato Nebbiolo, dal Cabernet Franc, dal Cabernet Sauvignon, dalla Barbera e dal Pinot Nero. Tra i bianchi, invece, i principali vitigni utilizzati sono il Traminer, il Pinot Grigio e lo Chardonnay.
CLIMA E SUOLO
I terreni, di argilla rossa di Barboursville si estendono per oltre 500 ettari, di cui 80 a vigneto e, grazie a primavere precoci e lunghe estati, le uve giungono a perfetta maturazione, dando vita a vini di intensa personalità, profumati, corposi e longevi.
LA CURIOSITA’: DALLA TENUTA OTTOCENTESCA
DELL'EX PRESIDENTE USA THOMAS JEFFERSON,
ZONIN CREA GRANDI BOTTIGLIE
E SVILUPPA L'ENOTURISMO
Nasce nel cuore della Virginia, esattamente nella Tenuta di Barboursville, uno dei vini di punta di Zonin per gli States: il Cabernet Sauvignon. Un vino cult che i ristoranti più in di New York e di Chicago, annoverano nella loro carta (più volte premiato nel “Pacific Rim International Gold Medal”, il più prestigioso riconoscimento che ogni anno viene attribuito ad un vino americano dell’area del Pacifico). E per far apprezzare ai numerosi visitatori (50.000 all’anno) della Tenuta di Barboursville Vineyards lo spirito dell’accoglienza italiana Gianni Zonin ha aperto, proprio al centro dell’affascinante territorio aziendale, il ristorante Palladio (dal nome del famoso architetto veneto), un mix di storia e gusto.
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