Nato nel 2004, l’Istituto del vino italiano di Qualità “Grandi Marchi” è un’associazione tra produttori accomunati da una solida tradizione famigliare, da una lunga vocazione vitivinicola e da un riconosciuto prestigio internazionale. Sono 18 le firme che hanno deciso di percorrere insieme le strade del mondo per affermare ulteriormente la riconoscibilità del proprio nome e del territorio che esso rappresenta.
Dalle Alpi alla Sicilia: Alois Lageder, Gaja, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Masi, Jermann, Antinori, Biondi Santi, Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari, Tenuta San Guido, Umani Ronchi, Lungarotti, Mastroberardino, Rivera, Donnafugata e Tasca d’Almerita.
Queste famiglie, i “Grandi Marchi”, si propongono di dare più forza e maggiore incisività all’azione di valorizzazione del vino italiano di qualità sui mercati mondiali, sviluppando attività di formazione e di educazione finalizzate alla crescita della cultura del vino.
Comunicare il vino come espressione di un territorio, ma allo stesso tempo rivelare le capacità innovative e imprenditoriali che lo rendono anche ambasciatore del lavoro dell’uomo e di un Paese, come l’Italia, che da secoli è identificata come una delle culle della vite. Un obiettivo ambizioso ma che sta già dando i primi risultati di rilievo. Numerose e di successo infatti sono state le iniziative realizzate in Russia, in Estremo Oriente e negli Stati Uniti: a Mosca come a Shanghai, a Nuova Delhi come a Tokyo, o come a Miami. Seminari per giornalisti, workshop per ristoratori e operatori commerciali, serate di gala inoltre, per consumatori di alto profilo.
La seduzione del vino di qualità e dei suoi “Grandi Marchi” è già all’opera, dunque, e imminenti si annunciano altre azioni sui mercati mondiali del presente e del prossimo futuro: ancora la Russia, a San Pietroburgo e a Mosca, il 23 e il 24 maggio prossimi e, a novembre, a Seul, Shanghai e Tokyo. Questo programma ha ottenuto il sostegno dell’Unione Europea e del Ministero per le Politiche Agricole.
Un momento di presentazione importante dei “Grandi Marchi” avrà luogo il prossimo 14 settembre a Roma, nella storica sede di Palazzo Artieri, dove giornalisti e operatori internazionali saranno ospiti dell’Istituto per un approfondimento che vuole mettere a fuoco gli scopi, i valori e la vocazione internazionale dei “Grandi Marchi”. In ogni luogo, dunque, il clima di attesa e l’interesse riscontrato testimoniano della felice scelta fatta due anni fa da queste 18 “famiglie del vino”, messaggere di una qualità ricercata in vigneto e in cantina ma anche, e in senso più ampio, del bien vivre italiano a cui il mondo guarda con invidia.
L'intervento - I Grandi Marchi ... nelle parole di Piero Antinori
L’Istituto del vino italiano di qualità - Grandi Marchi è stato costituito nel febbraio del 2004 da 18 importanti aziende italiane che si identificano in Famiglie, in Marchi che caratterizzano la tradizione vitivinicola italiana, che rappresentano nel mondo l’identità e la riconoscibilità del vino italiano per qualità e stile. Nel suo insieme l’Istituto raggruppa un fatturato di oltre 300 milioni di euro, di cui più del 50% all’export, concentrato nelle fasce medio alte/alte di mercato ed è rappresentativo della più qualificata produzione italiana e delle sue espressioni regionali e territoriali. Le aziende che lo costituiscono, infatti, sono fortemente radicate e peculiari della Regione di appartenenza, sono contraddistinte da elevati standard di prodotto e immagine di Marchio a livello nazionale e internazionale.
Nel suo insieme l’Istituto incarna anche il modello strategico della tradizione vitivinicola europea incentrato sul solido legame tra territorio, vitigno, famiglia imprenditrice, produzione ed è rappresentativo dell’affermazione della viticoltura italiana ed europea in relazione al rapporto tra vino e cultura, vino e territorio, vino e qualità della vita.
Gli scopi che l’Istituto si prefigge sono, sinteticamente, quello di dare più forza e incisività all’azione di valorizzazione del vino italiano ed europeo di qualità sui mercati mondiali; di organizzare e sviluppare attività di formazione e di educazione contribuendo a promuovere la cultura del vino nel mondo. Per il raggiungimento di tali scopi l’Istituto ha operato e intende operare sia autonomamente sia come interlocutore e strumento delle Istituzioni, nazionali ed europee, preposte alla valorizzazione e promozione del settore. Sul fronte dei mercati l’Istituto si è proposto di concentrare la propria attenzione per i prossimi anni su alcune aree quali il Nord America, il Giappone, la Russia, l’India e la Cina.
Si tratta di mercati ovviamente molto difformi tra loro, a diverso stadio di sviluppo e a diverso approccio , ma tutti strategici. Il diverso grado di sviluppo dei mercati ha determinato e determina un diverso approccio delle attività dell’Istituto: da azioni tipicamente di promozione e valorizzazione delle produzioni presso ristoranti e consumatori sul mercato americano e giapponese, a seminari e corsi di formazione sui mercati cinese e indiano, ad azioni più mirate al trade e alla ristorazione sul mercato russo.
Nei suoi due anni di attività l’Istituto ha già realizzato numerose iniziative sui cinque mercati sia autonomamente sia in collaborazione con l'Istituto per il Commercio con l'Estero (Ice) e con Vinitaly. In particolare, nel 2004, l’Istituto è stato partner dell’Ice nel progetto di formazione di chef e sommelier degli Hotel della catena Shagri La in Cina fornendo personale docente per la parte didattica, nonché sommelier, materiale educazionale e prodotto nelle quattro settimane di promozione che hanno accompagnato la formazione.
Con Vinitaly è stato protagonista nel 2004 in Vinitaly Russia, con una presentazione e degustazione a Mosca; sempre nel 2004, in Cina ha organizzato una presentazione/degustazione a Pechino e Shanghai, per Vinitaly China; nel 2005, l’Istituto ha partecipato con proprie iniziative a Vinitaly Russia e Vinitaly China.
Nel 2005 l’Istituto ha ricevuto un finanziamento Ue/Agea a valere sui fondi del Reg. (CE) 2702/99 relativamente alla realizzazione di un progetto di informazione e comunicazione per i vini di qualità nei mercati esteri. I mercati sono quelli già indicati, le azioni previste dal programma riguardano la realizzazione di seminari di formazione ed educazionali, incoming di operatori, realizzazione di corner informativi, realizzazione di materiale di supporto sia tradizionale che informatico, realizzazione di un sito web. Il programma è distribuito su due annualità, di cui la prima si conclude proprio in questi giorni.
In questo ambito, da maggio 2005 ad oggi, l’Istituto ha già realizzato seminari informativi ed educazionali, workshop e degustazioni guidate, serate promozionali in Russia, Cina, Giappone, India e Stati Uniti. Queste iniziative, nel loro complesso, hanno coinvolto più di 3.400 contatti ripartiti tra giornalisti (non solo di settore), operatori commerciali, ristoratori e sommelier, consumatori finali di alto profilo e opinion makers.
Le città toccate da queste attività sono state Mosca, Shanghai, Tokyo, Mumbay, New Delhi, Miami, Los Angeles. Oltre a queste azioni sono stati realizzati, sempre nei cinque paesi, corner informativi presso ristoranti e hotel, punti presso i quali è stato distribuito materiale informativo ed educazionale relativo alla vitivinicoltura europea e alla sua specificità. Sono state, inoltre, realizzate alcune azioni di incoming di operatori e giornalisti, in particolare in occasione del Vinitaly 2006, per i quali sono stati organizzati appositi programmi educazionali, degustazioni e visite guidate.
In tutti i Paesi coinvolti le azioni organizzate dall’Istituto hanno riscontrato uno straordinario interesse ed hanno generato una partecipazione qualificata, molto attiva di tutte le categorie coinvolte. I programmi per il prossimo futuro riguardano la prosecuzione e conclusione del progetto finanziato dalla Ue con la realizzazione di ulteriori seminari a partire da San Pietroburgo e Mosca in maggio, per poi affrontare l’Asia, Cina e Giappone in autunno, l’India a inizio 2007, gli Stati Uniti tra febbraio e marzo 2007.
Un cenno particolare riguarda l’azione di incoming di operatori programmata per il settembre 2006 quando saranno invitati a Roma un gruppo di giornalisti di alto profilo, non tanto e non solo del settore vino, ma soprattutto del lifestyle. Per loro sarà organizzata una giornata di presentazione e di approfondimento dedicato al tema del vino da espressione del territorio a componente affascinate dello stile di vita e della qualità della vita. Seguirà un programma di visite alle varie realtà aziendali quale approfondimento dei temi trattati nel corso della giornata.
In conclusione è possibile affermare, senza presunzione, che i risultati del lavoro svolto in soli due anni dall’Istituto è sicuramente positivo e di ampia soddisfazione non solo e non tanto per le singole aziende associate, ma per tutto il comparto vitivinicolo italiano ed europeo. Infatti è stato possibile da un lato promuovere e valorizzare un modello produttivo, una cultura e un concetto di vino che è propria della tradizione italiana ed europea e non di altri nuovi paesi produttori (cosa molto importante sia sul mercato americano che sui mercati emergenti); dall’altro dimostrare che un gruppo di aziende importanti, a dispetto di una tradizionale frammentazione e personalizzazione, può lavorare insieme ad un progetto comune e attivare tutte quelle sinergie capaci di catturare l’attenzione sui mercati internazionali.
L’esperienza è sicuramente singolare nel panorama italiano , ma lo è ancor più per il sistema italiano in campo internazionale e questo rappresenta un vantaggio competitivo capace di trainare tutto il comparto. E’ proprio in forza di questa esperienza ormai acquisita che l’Istituto si pone anche a disposizione delle Istituzioni quale possibile risorsa per lo studio di politiche di valorizzazione nonché testimone e strumento per la realizzazione di azioni promozionali a favore del vino e, più in generale, del lifestyle italiano.
Piero Antinori
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