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ALLARME PER CAPODANNO: IL DIVIETO DI SERVIRE ALCOL DOPO LE 2 DI NOTTE CREA CAOS. FIPE-CONFCOMMERCIO E SILB CHIEDONO AL GOVERNO LA SOSPENSIONE TEMPORANEA DELLA LEGGE. PROPOSTA LA PRATICA DEL “GUIDATORE DESIGNATO” PER UN DIVERTIMENTO IN PIENA SICUREZZA

Italia
Divieto di servire alcolici per Capodanno

Allarme rosso per il Capodanno: un ultimo dell’anno che si profila di vero e proprio “caos” per 30.000 locali (tra discoteche, night ristoranti e alberghi con veglione) a causa di un articolo della nuova legge sulla sicurezza stradale che prevede la non somministrazione di alcolici dopo le 2 di notte. L’allarme-caos è stato lanciato oggi dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe-Confcommercio) e dall’Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e Spettacolo (Silb).
“Il timore - spiegano, presidente e direttore generale Fipe, Lino Enrico Stoppani ed Edi sommariva - è quello di vedere uscire dai locali i clienti per acquistare alcolici e superalcolici ai camion-bar, che non sono interessati dal provvedimento, e riversarsi sulle strade a bere senza controllo aumentando, quindi, il rischio di incidenti”. Ma ancora più grave potrebbe essere il rimedio escogitato dai festaioli di introdurre alcolici nei locali per continuare a bere anche dopo il divieto.
“Una situazione molto preoccupante - evidenzia Renato Giacchetto, presidente Silb - perché il locale, in questo caso, pur adeguandosi al divieto rischia di pagare una sanzione per una colpa non commessa”. Inoltre a Nord già si riscontra una drastica riduzione delle prenotazioni e in molti hanno già programmato “fughe all’estero” (più alte sul 2006), con la Spagna in testa ma anche in Paesi confinanti all’Italia (Slovenia, Croazia, Austria, Francia), dove non esiste, naturalmente, alcun divieto.
La Fipe e Silb hanno quindi inviato una lettera al Governo con la richiesta di sospendere temporaneamente il provvedimento (almeno in occasione delle prossime festività fino al Carnevale). In cambio “gli imprenditori della notte” si impegnano a introdurre, volontariamente e a loro spese, la pratica del “guidatore designato” così da garantire un divertimento in piena sicurezza.
In pratica chi sceglierà di trascorrere una serata “no alcol” usufruirà dell’ingresso gratuito e di due consumazioni non alcoliche omaggio. “A fine serata, prima di lasciare il locale , si sottoporrà all’alcol-test e se risulterà negativo - spiega Edi Sommariva, direttore generale della Fipe - potrà rimettersi alla guida, altrimenti verrà chiamato un taxi per lui ed eventuali amici”.
“La sospensione temporanea della legge - secondo Fipe e Silb - rappresenterebbe una pausa di riflessione “importante” per fare un bilancio oggettivo dell’applicazione della nuova normativa e, nello stesso tempo, consentirebbe di trovare i necessari correttivi per renderla più efficace e meno iniqua”.
Alfredo Franz

Il divieto di distribuzione di bevande alcoliche in alcuni Paesi europei
Austria - nessun divieto orario
Belgio - nessun divieto orario
Croazia - nessun divieto orario
Finlandia - divieto orario con deroghe per tipologia di locale
Francia - divieto di vendita per asporto dopo le 0,30, prolungabile dal Prefetto; nessun divieto di somministrazione
Germania - nessun divieto orario
Lettonia - divieto di vendita per asporto dalle 22 alle 8; nessun divieto di somministrazione
Malta - nessun divieto per pubblici esercizi (bar, ristoranti, pubs); restrizioni solo per esercizi commerciali
Olanda - nessun divieto orario
Norvegia - divieto di servire vino e birra dalle 03,00 alle 6.00 , liquori dalle 00,30 alle 13
Polonia - restrizioni agli orari di somministrazione stabilite dai comuni
Slovenia - nessun divieto orario
Spagna - nessun divieto orario
Svezia - divieto orario per le bevande alcoliche, con eccezione delle birre leggere e con deroghe per alcune tipologie di esercizi nei quali la somministrazione è consentita fino alle ore 5 del mattino.
Italia - divieto di somministrazione dalle ore 2 di notte, senza alcuna deroga
Fonte: elaborazioni su dati Hotrec, Bruxelles

Indagine Fipe sulle festività natalizie al ristorante
Natale

I ristoranti
A Natale saranno in attività 52.000 ristoranti (il 70,4% del totale), in leggera flessione rispetto all’anno scorso quando la quota di esercizi aperti era stata del 71,8%.
I clienti
Le aspettative dei ristoratori, alla luce del modesto livello di prenotazioni acquisite a pochi giorni dal Natale, non sono per nulla positive. Il 20% prevede un Natale sottotono rispetto al 2006, mentre per appena il 6,7% i risultati attesi sono di crescita. Qualche segnale incoraggiante viene attribuito ai comportamenti della clientela locale, mentre in calo è data la clientela turistica, sia nazionale che straniera. A livello aggregato è possibile stimare in poco meno di 5 milioni il numero delle persone che il giorno di Natale pranzerà al ristorante con una flessione sul 2006 del 10,2%.
Il pranzo
A Natale vince il menu tutto compreso, mentre in meno di due ristoranti su dieci i clienti potranno scegliere alla carta. Piatti e dolci della tradizione sono d’obbligo.
I prezzi
Qualche tensione sui prezzi era nell’aria per via del consistente aumento delle materie prime ma anche per il recente rinnovo del contratto di lavoro. Sebbene per la maggioranza delle imprese (il 57,7%) i prezzi 2007 saranno identici a quelli del 2006 non manca una buona fetta di ristoratori (38,5%) che ammette di aver rincarato il prezzo del pranzo di Natale. Risultato: pranzare al ristorante il giorno di Natale costerà in media poco meno di 49 euro.
La spesa complessiva
Al pranzo del 25 al ristorante saranno destinati 241 milioni di euro, il 2,1% in meno del 2006.
S.Silvestro
I ristoranti
La notte di S. Silvestro saranno in attività 59.000 ristoranti pari all’81% del totale. Rispetto all’anno scorso si verifica un leggerissimo aumento delle chiusure. Un dato che potrebbe spiegare da solo il segno delle aspettative degli operatori.
I clienti
Aspettative superiori a quelle di Natale, ma non troppo. Il 21,3% degli intervistati ritiene che i volumi di attività saranno inferiori a quelli del 2006. Si stima in 5,9 milioni il numero delle persone che consumerà il cenone di S. Silvestro al ristorante con una flessione sul 2006 del 7,1%.
Il cenone
Il pacchetto “cenone più veglione” è l’offerta prevista dal 26,8% dei ristoranti. Nel resto degli esercizi ci si concentrerà soltanto sul cenone, sia a la carte (36,6%) che tutto incluso (36,6%).
Spumante vs. champagne
Lo spumante accompagnerà la notte di S. Silvestro degli italiani al ristorante. Se ne prevede un consumo pari a 1,7 milioni di bottiglie. Molto più modesto il consumo di champagne (607.000 bottiglie).
I prezzi
I prezzi della notte di S. Silvestro sono sotto controllo. Per il 75,8% dei ristoratori sono allo stesso livello di un anno fa e la quota di coloro che dichiara di averli aumentati è pari a quella di chi, al contrario, li ha diminuiti. Il prezzo del pacchetto “cenone + veglione” sarà mediamente di 89,70 euro (+3,2% sul 2006). Per il solo cenone la spesa media è pari a 77,30 euro (+5,9%).
La spesa complessiva
La notte di S.Silvestro vale, al ristorante, 488 milioni di euro, il 4,1% in meno del 2006.

La cronaca - Allarme rosso per la notte di Capodanno degli italiani
Quella di Capodanno sarà la prima notte senza alcol degli italiani. Chi deciderà di uscire di casa per festeggiare in compagnia l’arrivo del nuovo anno, potrà brindare ad alcolici soltanto fino alle due di notte.
Una nuova legge approvata troppo frettolosamente dal Parlamento nello scorso mese di ottobre ha introdotto il divieto di somministrazione di alcolici dopo le due di notte nei locali pubblici dove si fa attività di trattenimento e spettacolo.
Il provvedimento “toccherà” discoteche, night, ristoranti ed alberghi con veglione (oltre 30.000 locali).
Dopo tre mesi di applicazione il nuovo proibizionismo non piace, né ai clienti, né agli esercenti.
Al Nord già si riscontra una drastica riduzione delle prenotazioni da parte di clienti giovani e meno giovani che se ne andranno festeggiare fuori Italia (la Spagna è la più gettonata ma stanno riscuotendo successo anche Paesi limitrofi quali Austria, Slovenia e Croazia), dove non esistono, naturalmente, divieti.
In altre parti d’Italia, soprattutto nel Centro, i giovani si stanno organizzando per raggiungere la discoteca forniti di scorte alcol da consumare anche dopo le due di notte, all’interno o all’esterno dei locali, con possibili riscontri indesiderati per gli esercenti (che rischiano la sanzione di chiusura dell’esercizio) e per la sicurezza sulle strade. Già ora è però possibile acquistare legalmente a qualsiasi ora una birra o altre bevande alcoliche nei camion bar posizionati “strategicamente” nei pressi dei locali di intrattenimento.
Insomma, oltre al danno anche le beffe per gli imprenditori che posseggono un locale: un caos.
Ci vorrebbe una pausa di riflessione per poter fare un bilancio oggettivo dell’applicazione della nuova legge e trovare poi i necessari correttivi per renderla efficace e meno iniqua.
Nel frattempo, Fipe e Silb hanno chiesto al Governo di sospendere temporaneamente il provvedimento, almeno in occasione delle prossimo festività fino al Carnevale. In cambio, gli “imprenditori della notte” si impegnano a per garantire un divertimento in piena sicurezza: introdurranno volontariamente e a loro spese la pratica del “guidatore designato”, fornendo servizi gratuiti e assistenza a coloro che desiderano trascorrere una serata “no alcol” prima di rimettersi alla guida e ritornare a casa con gli amici.
Come è nato il proibizionismo all’italiana
Nell’estate 2007 il Governo per dare un forte segnale sulla sicurezza stradale decide di anticipare con un decreto legge alcune misure originariamente contenute in un disegno di legge organico finalizzato ad attualizzare le disposizioni del codice della strada.
Viene così emanato il decreto legge 3 agosto 2007, n. 117 che , tra l’altro, aggrava le sanzioni per il superamento dei limiti di velocità, per l’utilizzo di telefonini durante la guida, per la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. All’interno del provvedimento vi sono anche specifiche “ Nuove norme volte a promuovere la consapevolezza del rischio di incidente stradale in caso di guida in stato di ebbrezza” (art. 6).
Nella fase di conversione in legge del D.L 117, il provvedimento veniva approvato dal Senato in prima lettura avvenuta nella seduta del 19 settembre 2007 nel corso della quale era stato respinto, su conforme parere del Governo, un emendamento volto a limitare gli orari di somministrazione di alcolici nelle ore notturne. Il provvedimento passava quindi all’esame della Camera.
Il 27 settembre , a pochissimi giorni dalla decadenza del provvedimento (il decreto legge deve essere convertito in legge entro 60 giorni, pena la sua decadenza) la Camera approvava a sua volta, ma introduceva alcune modifiche tra le quali l’emendamento presentato da alcuni deputati della minoranza all’articolo 6 che ha creato l’attuale situazione vietando la somministrazione dopo le due di notte nei locali dove si fa attività di trattenimento e spettacolo.
Il Senato alla terza lettura, per evitare la decadenza del provvedimento, era “costretto” ad approvarlo - seppure con recriminazioni del relatore e di molti suoi esponenti - in tutta fretta e senza poterlo correggere. Diventava così legge dello Stato 2 ottobre 2007, n.160.
Un articolo di legge mette in ginocchio il settore dell’intrattenimento
L’articolo 6 della nuova legge 160/07, imponendo il divieto di somministrazione nei locali dove sussiste la somministrazione unitamente all’intrattenimento, di fatto, ha posto una sensibile limitazione dell’attività dei locali da ballo e dei pubblici esercizi dove si organizzano intrattenimenti (concertini ...).
Tale disposizione ha:
da un lato
- inciso pesantemente nelle scelte della clientela facendo registrare una sensibile diminuzione delle presenze in questi locali;
- condotto ad una riduzione del personale di somministrazione in tali strutture;
dall’altro
- incrementato il consumo di bevande alcoliche negli altri luoghi di somministrazione e di vendita (bar, ambulanti, distribuzione commerciale ...);
- incrementato i circuiti illegali di somministrazione di bevande alcoliche (vendita abusiva);
- incrementato la frequentazione di luoghi dove si organizzano abusivamente trattenimenti (es. centri sociali rave-party …);
- incrementato l’abitudine già presente tra i giovani di rifornirsi di bevande alcoliche nei punti di distribuzione commerciale e di consumarle all’interno dei locali o nei loro parcheggi;
- portato a problemi connessi alla gestione dell’ordine pubblico nei pressi dei locali.
Un primato in Europa
L’Italia diventa così l’unico Paese europeo ad aver introdotto una norma che punisce:
- tutti coloro che vogliono assumere bevande alcoliche dopo le ore 2 di notte in locali pubblici, senza distinguere chi guida dagli accompagnatori;
- tutte quelle imprese di intrattenimento e svago che si vedono costrette di fatto ad anticipare la chiusura del locale per l’esodo della clientela a cui non va proprio di sostituire le bevande alcoliche con l’acqua minerale.
La problematica della sicurezza stradale è da tempo nell’agenda dei Paesi Ue, perché i costi sociali dell’incidentalità sono elevatissimi. Ciascun Paese infatti si è dato degli obiettivi di riduzione del numero di incidenti (soprattutto di quelli mortali) entro il 2010 e anche il nostro Paese.
Ma vediamo qual è la situazione.
In Italia vi sono all’anno oltre 238mila Incidenti stradali e oltre 5.000 decessi. Un confronto con alcuni Paesi europei evidenzia la pesantezza della nostra situazione: siamo secondi alla sola Spagna.
Ebbene, nessuno di tali Paesi ha fino ad oggi seguito la via del proibizionismo e dei divieti, ma ha privilegiato politiche attive di prevenzione ed educazione (sull’uso degli alcolici, alla guida sicura, alla manutenzione delle strade, ecc.)ed ha accentuato i controlli sulle strade (la Francia ne compie 5.000.000 l’anno, mentre l’Italia ne riesce a fare a stento 400.000). I risultati positivi di tali politiche sono evidenti.
Incidenti mortali per milione di abitanti in alcuni Paesi europei

Anni 1996,1998, 2000, 2002, 2004
Italia, 116, 110, 115, 117, 97
Spagna, 139, 150, 143, 129, 113
Francia, 147, 153, 138, 129, 93
Germania, 107, 95, 91, 83, 71
Gran Bretagna, 61, 60, 60, 60, 56
Finlandia, 79, 78, 77, 80, 72
Fonte: Ue “Care project data”, Road Safety Country Profile - October 2005
Il proibizionismo non paga
La via italiana, invece, sembra non fornire i risultati sperati, purtroppo.
Nei fatti l’obiettivo che si è posto il legislatore di limitare l’assunzione di bevande alcoliche per garantire una maggiore sicurezza stradale, non è stato assolutamente raggiunto.
Alcuni dati raccolti dalla Polizia stradale e dai Carabinieri nei mesi di novembre e di dicembre del corrente anno rispetto a corrispondenti fine settimana dell’anno precedente, evidenziano infatti andamenti del fenomeno così altalenanti e contrastanti che non consentono di attribuire all’applicazione delle nuove norme l’effetto sperato di riduzione degli incidenti stradali e dei relativi decessi.
Alla ricerca di nuove soluzioni
Per questo Fipe e Silb ritengono che per ridurre il fenomeno delle morti sulle strade le strategie debbano essere più articolate e debbano poter contare sul coinvolgimento di una molteplicità di soggetti, pubblici e privati.
In tale ottica e ben prima dell’approvazione della legge 160/07 avevano sottoscritto insieme alle principali organizzazioni di rappresentanza di imprese della cosiddetta “filiera dell’alcol” e alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Provincie Autonome, il Codice di autoregolazione per la sicurezza stradale proposto dai Ministeri dell’Interno e della Politiche Giovanili ed Attività Sportive, assumendo con piena convinzione il compito di promuovere tra le imprese associate comportamenti improntati alla responsabilità sociale.
Oggi, in presenza di norme vessatorie e inique che ledono la dignità di fare impresa nel nostro Paese, Fipe e Silb chiedono alla politica:
- una riflessione attenta per affrontare un problema sociale rilevante quale è quello della sicurezza stradale e degli effetti alcolcorrelati su di essa con strumenti diversi e più ponderati;
- la concessione di una sospensiva dell’applicabilità dell’art. 6 della legge 160/207 fino a che non si siano trovate soluzione idonee ed efficaci al problema sopra richiamato, rispettose dei diritti di cittadini e imprese.

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