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VINO & RICERCA: CON LE BOTTIGLIE “LIGHT” SI RISPARMIA IN SOLDI E CO2 ... PER RENDERE IL MONDO ENOLOGICO PIU’ ECO-SOSTENIBILE: IL PRIMO PASSO NEL FORUM ORGANIZZATO NEL REGNO UNITO DA WINE & SPIRIT TRADE ASSOCIATION E WASTE & RESOURCES ACTION PROGRAMME

Italia
Meno vetrio per le bottiglie di vino

“Ridurre il peso delle bottiglie di vino”. E’ l’obiettivo comune che i produttori e i fornitori di settore stanno cercando di raggiungere per rendere il mondo enologico più eco-sostenibile: il primo passo è stato compiuto nel forum organizzato nel Regno Unito da Wine & Spirit Trade Association (Wsta) e dal Waste & Resources Action Programme (Wrap), istituzione paragovernativa britannica per la riduzione di scarti e rifiuti anche nel settore alimentare. L’incontro è stato la prima occasione in cui l’industria del vino e la filiera ad essa legata hanno cercato di discutere del problema.
Un problema serio se si pensa che il comparto agroalimentare nel suo complesso, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, i quali, invece di diminuire, si moltiplicano spesso a causa di strategie di marketing sempre più aggressive. Un problema che l’industria delle bevande, e non solo del vino, sembra stia iniziando a prendere in seria considerazione anche perché, con la riduzione del peso del confezionamento si potrebbe risparmiare non solo in termini di impatto ambientale, ma anche in spiccioli termini economici. E così anche un colosso come la Coca-Cola, già da tempo impegnata nel campo del riciclo dei materiali, produrrà bottiglie in vetro più leggere del 20% rispetto alle attuali.
Curioso invece, per chi volesse farsi un’idea più precisa del risparmio, il “calcolatore” realizzato dal Wrap: sul sito internet http://winebottles.wrap.org.uk/ è possibile, inserendo il proprio Paese di origine e il numero di bottiglie spedite nel Regno Unito, avere un’idea delle variazioni dei costi a seconda che vengano utilizzate bottiglie da 500, 360 o 300 grammi.
Ma le strategie di riduzione di costi ambientali ed economici non finiscono qui: lo scorso anno, sempre il Wrap, aveva mostrato i risultati di uno studio secondo cui, trasportando il vino sfuso in container e non in bottiglie già confezionate, si sarebbe potuto ottenere un risparmio di Co2 dell’ordine del 30-40%. Un risparmio che potrebbe avere conseguenze significative anche per il nostro Paese. Negli ultimi anni il vino è diventato sempre più popolare nel mercato anglosassone, tradizionalmente legato alla birra e incapace di rispondere alla crescita della domanda con una produzione interna. La nuova cultura ecologista potrebbe quindi cambiare anche la fisionomia del nostro export, che negli ultimi anni ha raggiunto cifre da oltre mezzo miliardo di euro nel Regno Unito.
Non è tutto: oltre al vetro assottigliato, nei prossimi anni potremmo assistere all’introduzione di bottiglie di vino di plastica. Nonostante i più siano comprensibilmente scettici, dal Wrap sono giunti pareri positivi, anche se l’effettivo risparmio di Co2 con bottiglie in Pet non sarebbe particolarmente considerevole. Nonostante ciò, lo scorso agosto, la grande catena di supermercati britannica Sainsbury’s ha introdotto sui suoi scaffali del vino confezionato proprio in Pet.

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