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CAPODANNO & BOLLICINE - ZANELLA (FRANCIACORTA): “LA PAROLA SPUMANTE È MORTA, SERVE DISTINGUERE”. BRINDISI ASSOENOLOGI & COLDIRETTI (140 MILIONI DI BOTTIGLIE). VOLA LO SPUMANTE ITALIANO (IN PRIMIS TRENTODOC E FRANCIACORTA) ANCHE REGALO “LAST MINUTE”

Italia
Maurizio Zanella

Lo spumante “è una parola morta, non esiste più. Perché è banalizzante; non si può fare di tutta un’erba un fascio, con dentro il dolce Asti, il fresco Prosecco e il più complesso Franciacorta. Meglio parlare di denominazioni, che valorizzano le specifiche metodologie di produzione, le aziende vitivinicole, le aree a vocazione spumantistica. Un valore aggiunto e di fatto una marcia in più anche nelle vendite all’estero dove è evidente che il vino vada trattato per zone d’origine”. A sancire il de profundis dell’espressione “spumante” è il presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta Maurizio Zanella, in un appello-provocazione che trova già sponda nell’iniziativa “Brindo italiano”, promossa dal Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia.
Centinaia di magnum da tre litri, con il nome dell’iniziativa e il logo del MInistero impresso sull’etichetta, sono state prodotte e messe a disposizione dai consorzi, per la distribuzione alle principali trasmissioni televisive delle reti televisive nazionali e regionali per brindare in tv con bollicine Made in Italy. Con “Brindo italiano”, sottolinea Zanella, “si è sdoganato lo stop allo spumante, espressione che non compare nelle etichette dove invece si parla di denominazione. E si chiama finalmente per nome il prodotto, dando priorità all’identità, piuttosto che all’esigenza di fare massa critica”.
Tra Natale e la prossima Epifania, le bottiglie vendute di Franciacorta ammontano a 4,5 milioni, prevalentemente ordinate al ristorante e in enoteca o scelte per i pacchi-dono. Per il Franciacorta i consumi a fine anno sfiorano appena il 30%, mentre per altre denominazioni può rappresentare quasi metà fatturato. Mentre le vendite 2009, commenta ancora il presidente del Consorzio di Franciacorta, “sono soddisfacenti, in linea con l’anno precedente. E in tempi di crisi mantenere le quote di mercato (all’88% con vendite in Italia e 12% quota export) e i prezzi, che mediamente al pubblico si aggirano sui 16-17 euro, è un bene. Con le vendemmia appena conclusa la produzione si attesta sui 13 milioni di bottiglie che andranno in commercio nel 2011. Ma Franciacorta - conclude Zanella - ha capacità potenziale di superare i 20 milioni di esemplari, sperando di proseguire questo trend di crescita a due cifre. Il 2009 si chiude inoltre con la felice e importante esperienza di impiego stagionale offerto ai cassintegrati della zona, reso finalmente possibile dai voucher”.

Focus - Assoenologi: il brindisi delle festività di fine anno vale 800 milioni di euro per 140 milioni di bottiglie di spumante italiano
Valgono 800 milioni di euro gli acquisti che gli italiani spenderanno al supermercato, in enoteca e al ristorante per brindare durante le festività di fine anno. La stima è del Centro Studi di Assoenologi, secondo il quale tra il 20 dicembre ed il 10 gennaio si stapperanno 140 milioni di bottiglie di spumante italiano, il 40% dei 350 milioni che il nostro Paese ha prodotto nel 2009.
Al conto economico, osserva l’associazione diretta da Giuseppe Martelli, “occorre aggiungere una cifra di ulteriori 1.000 milioni di euro per gli altri vini italiani, tranquilli e frizzanti, regalati o bevuti in spensieratezza o sposati nel modo più opportuno ai piatti di pranzi, cene e cenoni. Il tutto porta ad ipotizzare un valore di 1.800 milioni di euro”.
Un altro aspetto da non sottovalutare, osserva il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli, è dato dall’incremento, in queste festività, delle vendite di confezioni di vini e spumanti che, nonostante il periodo di crisi, farà registrare un +5% sul 2008. Peraltro si tratta di una ulteriore riprova della preferenza che gli italiani stanno sempre di più dando ai propri spumanti, riconoscendo gli alti standard qualitativi che, a tutti i livelli, la produzione Made in Italy ha consolidato anche su diversi importanti mercati internazionali. Infatti gli ultimi dati sulle vendite di spumante italiano all’estero danno un incremento del 5,2% in quantità rispetto al 2008.
“Il dato interessante - commenta Martelli - è che abbiamo incrementato le nostre esportazioni di oltre il 15% in Francia. Il che vuol dire che il consumatore, sempre più attento e competente, sia per le bottiglie normali che per quelle di grido, sceglie basandosi sul rapporto qualità/prezzo per i prodotti di fascia media e qualità/prezzo/immagine per quelli di più alto livello”.
Sempre secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Assoenologi, l’Asti ed il Prosecco ancora una volta si confermano gli spumanti italiani più venduti. “Per il prezzo al consumo - conclude il direttore generale di Assoenologi - in Italia, mediamente nella grande distribuzione, una bottiglia di Asti sugli scaffali oscilla tra i 3 e gli 8 euro, a seconda dei conguagli e delle offerte e lo stesso vale per il Prosecco”.

Focus - Coldiretti: il brindisi di Capodanno a base di champagne decisamente in ribasso (-66%), è il minimo storico
Con un crollo del 66% nelle importazioni di champagne in Italia i brindisi di fine anno con le bollicine d’oltralpe raggiungono il minimo storico e sono appena un terzo di quelli dello scorso anno. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi del 2009 che confermano il momento di difficoltà per il prodotto francese che, durante nell’anno che si sta concludendo, ha dovuto contenere la produzione a 260 milioni di bottiglie, in forte calo rispetto ai 322 milioni del 2008.
Con la grave crisi dello champagne francese si consolida - sottolinea la Coldiretti - la leadership dello spumante in Italia dove il brindisi made in Italy stravince nel 98% dei casi, con 80 milioni di bottiglie stappate durante le festività sulle tavole degli italiani.
In Italia sono stati prodotti 345 milioni di bottiglie nel 2009 con un fatturato stimato in 2,5 miliardo di euro. L’Asti Docg è in testa - continua la Coldiretti - nella produzione nazionale con poco più di 80 milioni di bottiglie prodotte, seguito dal Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene con 50 milioni, anche se sono ben 160 milioni le bottiglie di Prosecco (Doc e non Doc) commercializzate. Il Veneto è la prima regione italiana per produzione davanti al Piemonte.
In Italia - sottolinea la Coldiretti - sono state prodotte oltre 300 milioni di bottiglie con il metodo Charmat e 45 milioni con il metodo classico Champenois che differisce perché la fermentazione non avviene in autoclave ma in bottiglia, e comporta una lavorazione che può durare anche diversi anni con un prezzo finale più elevato.
Il Made in Italy consolida il successo anche all’estero dove il maggior numero di brindisi italiani sono stati fatti - conclude la Coldiretti - in Germania e negli Stati Uniti, ma in forte crescita sono anche la Gran Bretagna e i paesi emergenti. Una conferma dell’alto gradimento che sta riscuotendo la produzione nazionale di spumante che erode quote importanti di mercato ai concorrenti francesi in molti Paesi.

Focus - Bollicine italiane, vola il regalo “last minute”. TrentoDoc e Franciacorta i più gettonati in tavola
Bollicine italiane augurali per un 2010 diverso e migliore. “Più della paura e della crisi dei consumi, poté il piacere, il gusto e la voglia di emozionarsi e di sperare”. Impennate dei consumi di bottiglie di bollicine “last minute”. Molti hanno deciso all’ultimo cosa regalare agli amici e cosa portare alle feste di fine anno: tutti con una bottiglia di spumante italiano,”meglio se magnum”, dicono gli esperti, “perché la qualità è superiore e il costo non raddoppia”.
Un’idea regalo che soddisfa anche i palati più esigenti e ricercati. Un mercato nazionale che si è impennato negli ultimi giorni: ad una stima prudente, fa riscontro un incremento di pacchi regalo e di acquisti di bottiglie di bollicine nella grande distribuzione. In testa - dicono gli addetti ai lavori e buyers - l’etichetta Imperiale Brut di Berlucchi, con 3 milioni di bottiglie vendute per il metodo classico, e il Pinot di Pinot di Gancia, con 6 milioni di bottiglie. Acquisti legati al consumo domestico e al regalo per le feste.
“Meglio una buona bottiglia con gli amici e in famiglia” sembra lo slogan più diffuso. In Italia molto meno Champagne. “Effetto ministro Zaia, ha fatto dichiarazioni molto dirette” dice qualcuno: si stimano 95 milioni di tappi in aria per le feste di fine anno con circa il 60% solo per brindare al primo giorno del 2010 pari ad una spesa di circa 720 milioni di euro di valore sul mercato. Prezzi contenuti e una offerta ricca e variegata, fanno crescere la domanda.
“Che non manchi una bottiglia di bollicine nazionali” si sentono dire gli enotecari e chi realizza i cesti come regali. Il calo di valore unitario è contingente alla situazione di crisi dei consumi: un orientamento ad andare incontro alle reali disponibilità del consumatore per favorire un consumo dedicato ai momenti di festa. Un consumatore molto più attento di anni fa, un indagine di Ismea ha dimostrato che ci vogliono da 2 a 5 minuti per scegliere una bottiglia al Supermercato: meno al prezzo,più attenzione alla identità e origine del prodotto. Si sceglie in base alle necessità personali e non per il costo e per il superato rapporto qualità/prezzo che non risponde alle esigenze moderne e alla capacità di scelta. Difesa dell’origine e del made in Italy in ogni caso, del consumo misurato e nelle occasioni di massima sicurezza, attacco ai prodotti imitati e falsi come sta facendo il Ministero delle Politiche Agricole. Negli ultimi giorni crescono nelle Coop e Iper, con una media di 2,5 bottiglie gli acquisti per volta, più al nord est e centro Italia che al sud e nelle isole. Più richieste le tipologie”dolci e aromatico” che rappresentano 6 bottiglie ogni 10 acquistate; solo 1 bottiglia ogni 22 è estera. Un andamento che presuppone la vendita di 58 milioni di bottiglie per le insegne Doc, pari a circa il 65% del totale. Ottimo l’andamento nei punti di confezionamento pacchi regalo: meno cesti, meno costosi e meno ricchi , ma sempre con almeno 1 bottiglia di spumante.
Una impennata anche per i doni ai dipendenti: meno cene aziendali, ma più bottiglie di spumanti e vini. Anche se la confezione più gettonata resta la mono o due bottiglie miste: una brut e una dolce. Media della spesa fra 15 e 28 euro per la confezione di bollicine. Resta un cult l’aperitivo con le bollicine: fra i cenoni fuori casa nessuno rinuncia alle bollicine come aperitivo e con il dolce, dal Prosecco Conegliano Valdobbiadene all’Asti. Per cena, il Franciacorta e il Trento doc sono i più richiesti. In ogni caso vince il prodotto di casa, ovvero quello di territorio: ogni provincia italiana ha il suo spumante e in zona va a ruba.
“Il mercato mondiale - dice Giampietro Comolli, economista dei vini con bollicine e curatore dal 1990 dell’Osservatorio Economico Mercati & Consumi - riconosce agli spumanti made in Italy un valore più alto del passato e il prezzo più equilibrato favorisce domanda e consumi. In Italia le bollicine si bevono in più occasioni e rispondono a esigenze più ampie per abitudini e costumi alimentari, meno alcolico, moderno, abbinabile con tutto e in ogni momento, crea allegria, è segno di convivialità e di frugalità”.

I dati - Capodanno: nel mondo prodotte 2 miliardi bottiglie di “bollicine”
Secondo le stime dell’Union Internationale des Oenologues, nel mondo, ogni anno si producono 2 miliardi di bottiglie di spumante, di cui 370 milioni in Francia (quasi tutte champagne, ossia metodo classico), 350 milioni in Italia (quasi tutto metodo Martinotti), 320 milioni in Spagna (90% Cava, ossia metodo classico), 300 milioni in Germania (quasi tutte metodo charmat), 250 milioni di bottiglie nella ex Unione Sovietica, 60 milioni negli Stati Uniti d’America ed in Ungheria, 20 milioni in Australia, 10 milioni di bottiglie in Canada e la rimanente parte nei diversi altri Paesi.
In Italia, secondo Coldiretti, sono stati prodotti 345 milioni di bottiglie nel 2009, con un fatturato stimato in 2,5 miliardi di euro. L’Asti Docg è in testa nella produzione nazionale, con poco più di 80 milioni di bottiglie prodotte, seguito dal Prosecco Doc Conegliano - Valdobbiadene con 50 milioni, anche se sono ben 160 milioni le bottiglie di Prosecco (Doc e non Doc) commercializzate.
Il Veneto è la prima regione italiana per produzione davanti al Piemonte. Sul territorio nazionale, precisa infine l’organizzazione agricola, sono state prodotte oltre 300 milioni di bottiglie, con il metodo Charmat, e 45 milioni, con il metodo classico Champenois, che differisce perchè la fermentazione non avviene in autoclave ma in bottiglia e comporta una lavorazione che può durare anche diversi anni con un prezzo finale più elevato.

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