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INDAGINE WINENEWS: LA VENDEMMIA 2010? PER ADESSO UN GROSSO PUNTO INTERROGATIVO MA NON MANCA L’OTTIMOSMO NELLE VOCI DEL MEGLIO DELL’ENOLOGIA ITALIANA: “SENATORI”, “CONFERME”, “EMERGENTI” ED “ENOLOGIA IN ROSA”

Italia
La vendemmia 2010 difficile da decifrare

Una vendemmia quella del 2010 di difficile decifrazione, soprattutto perché l’epoca di raccolta è posticipata di almeno una decina di giorni su quella della campagna 2009. Potrebbe esserci il margine per la grande annata, non forse per la grandissima, per definizione di numero assai ristretto (di solito, due/tre a decennio). Una probabilità che cresce giorno dopo giorno è, piuttosto, quella di ottenere dei vini non molto concentrati, dalle acidità vibranti e dal notevole potenziale aromatico. Insomma, forse più a misura delle nuove tendenze della critica enologica che a quelle delle preferenze degli enologi. Una vendemmia, probabilmente, più favorevole per i vitigni bianchi e dall’andamento della maturazione molto regolare per i vitigni a bacca rossa, sempre ammesso che le condizioni del tempo non virino decisamente al peggio. In generale, le riserve idriche accumulate nell’inverno e nella primavera di quest’anno, particolarmente importanti, e alimentate anche da piogge estive, hanno garantito alle viti una buona resistenza alle ondate di caldo, permettendo alle piante, praticamente, di non soffrire stress idrici e garantendo frutti di buona qualità, almeno nelle zone più vocate. Conduzione del vigneto nei momenti decisivi della stagione difficile, con conseguente dispiego di risorse che, forse, non tutti, saranno stati disposti a mettere in campo, viste lo stato di difficoltà del comparto.

Ecco, comunque, i pareri degli enologi consulenti più importanti d’Italia raccolti da WineNews e divisi in quattro categorie: “i senatori”, “le conferme”, “gli emergenti” e l’“enologia in rosa”.
Ma ad introdurci alle sensazioni e ai commenti degli uomini di cantina, spazio, prima di tutto, alla voce di un agronomo. Leonardo Valenti, professore di viticoltura dell’Università di Milano e consulente di aziende del calibro della franciacortina Berlucchi e dell’umbra Caprai, “la vendemmia 2010 arriverà generalmente in ritardo e sarà contraddistinta da problemi fitosanitari per i vigneti del centro-nord, che sono stati, talvolta, danneggiati anche da grandinate. Al centro Italia bene soprattutto le varietà precoci e al sud buona tendenza qualitativa con una vendemmia, anche in questo caso, relativamente in ritardo. Quest’anno, in generale, le uve hanno acidità elevate, grado di maturazione rallentato e ancora qualche caso di immaturità, con alti livelli di acido malico. Potenzialmente, se il tempo tiene ancora, potrebbero uscire cose interessanti, con qualche preoccupazione in più per i vitigni più tardivi. La 2010 sarà una vendemmia da gestire con pazienza - conclude Valenti - rischiando un po’ sul prodotto, aspettando il momento più propizio per la raccolta, ma sapendo di poter andare incontro ad attacchi di peronospora tardiva, che può abbassare notevolmente la capacità fotosintetica delle foglie”.
I “senatori”
Per l’enologo toscano Carlo Ferrini, consulente non solo per tante aziende toscane - dalle chiantigiane Castello di Fonterutoli e Barone Ricasoli, alle montalcinesi Casanova di Neri e Castello di Romitorio (Montalcino), alla Tenuta Poliziano (Montepulciano) e Fattoria di Petrolo (Arezzo), ma anche dell’abruzzese Valle Reale e della trentina San Leonardo e alla siciliana Tasca d’Almerita, “la situazione in tutta Italia è decisamente positiva, ma bisogna fare molta attenzione all’evoluzione metereologica. Il grande problema è settembre e se hanno ragione i “vecchi”, che ci ricordano che quando fa la luna nuova con la pioggia, vuol dire che piove per venti giorni di seguito, sono abbastanza preoccupato. A oggi le uve sono belle - conclude Ferrini - e sono molto contento”.
Sostanzialmente soddisfatto anche Riccardo Cotarella, consulente di tante aziende dalla molisana Di Majo Norante, dall’umbra Terre della Custodia alla campana Montevetrano, dalla Galardi a San Patrignano, dalla lombarda Castello della Cigognola all’abruzzese Villa Medoro, dalla pugliese De Castris alla Saiagricola, alla “sua” Falesco, di cui è proprietario, insieme al fratello Renzo Cotarella: “dai vitigni a bacca bianca, già raccolti o che stiamo raccogliendo, mi aspetto grandi cose. Per quanto riguarda i bianchi tardivi e i vitigni a bacca rossa, fino ad ora sono in grande forma. Le maturazioni sono state più lente ed equilibrate e se ancora per una ventina di giorni il tempo rimanesse stabile, potremmo davvero aspettarci grandi cose. Quantitativamente, in generale, non vedo grosse differenze con la precedente campagna, a parte in Sicilia dove c’è un po’ meno prodotto. Naturalmente, la conduzione del vigneto, quest’anno, è stata complicata - conclude Cotarella - e chi ha saputo essere più professionale, otterrà i risultati migliori”.
Per Vittorio Fiore, protagonista della rinascita enologica italiana e, attualmente, consulente per molte aziende soprattutto toscane la vendemmia 2010 sta arrivando con condizione “in generale molto soddisfacenti, soprattutto se le confrontiamo con quelle primaverili, molto piovose e umide, e che hanno portato violenti attacchi di peronospora e oidio, con perdite del prodotto anche nell’ordine del 30-40% e, a causa della grandine, fino al 50%. E’ un’annata dagli ottimi auspici, con un ritardo diffuso nei tempi di raccolta di circa 15 giorni rispetto all’anno scorso. Naturalmente se settembre non farà brutti scherzi metereologici. Vedo Merlot e Cabernet Sauvignon - conclude Fiore - soggetti a rischi minori, rispetto agli vitigni a bacca rossa”.
Le “conferme”
Lorenzo Landi, enologo consulente di cantine come Lungarotti in Umbria e Cottanera in Sicilia, spiega: “la 2010 è un’annata dalle temperature estive più basse del 2009, in cui le viti, praticamente in nessuna parte d’Italia, sono andate in stress idrico. Gli acini sono tendenzialmente ingrossati e dovrebbero produrre vini con alti tenori acidi, e buona freschezza aromatica. Il ritardo nella raccolta, una decina di giorni, naturalmente pone dei problemi in più. Per i vitigni bianchi precoci, che stanno per essere vendemmiati, potrebbe essere un’annata molto buona. Per i bianchi tardivi e per i rossi, compresi i precoci, bisogna che settembre non faccia grossi capricci metereologici. Fino ad adesso, la 2010 può essere considerata un’annata fresca, non particolarmente concentrata, difficile essere più precisi. E’, comunque, una vendemmia complicata”.
Per Attilio Pagli, enologo consulente a capo del gruppo Matura, la società di servizi per aziende vitivinicole con sede ad Empoli in Toscana, la vendemmia 2010 “è in ritardo di dieci giorni comodi e, quindi, si gioca tutta nelle prossime settimane settembrine. Non ci sono particolari problemi, ma il ritardo, evidentemente, porta con sé sempre qualche preoccupazione in più per noi enologi. Per adesso, i vitigni precoci sono molto interessanti, specialmente perché hanno avuto una maturità più graduale che in passato. Le piogge che hanno colpito specialmente il nord-est d’Italia - conclude Pagli - non mi sembra che abbiamo pregiudicato la qualità delle uve, se mai, forse un po’ la quantità”.
“Quello che mi sembra contraddistinguere la vendemmia 2010 - spiega Roberto Cipresso, noto flying wine maker ma anche scrittore di libri ad alto tasso enoico come “Il romanzo del vino”, “Vinosofia” e l’ultimo uscito “Vineide” - è un certo gigantismo degli acini, frutto di una primavera particolarmente umida. L’estate è stata abbastanza asciutta e se il tempo tiene ancora, in molti casi, potremmo avere un fenomeno che per noi enologi è una specie di miracolo: la maturità fenolica delle uve arriverà un po’ prima di quella zuccherina, con vini che arriveranno bene i 12 o i 13 gradi ma non oltre, caratterizzandosi per il grande equilibrio”.
“E’ una vendemmia difficile - afferma Federico Curtaz, formatosi a Barbaresco nelle cantine di Angelo Gaja e oggi consulente in molte importanti realtà italiane - decisamente con il punto interrogativo, che lascia aperto il campo a non poche perplessità. Per ora, vedo, in generale, un anticipo di raccolta nel sud e un ritardo al nord, tra i dieci e i quindici giorni. Mi sembra che ci sia una buona situazione in Puglia e in Sicilia, ma per il resto d’Italia vedo poche luci”.
Dalla Sicilia arrivano le parole dell’enologo consulente Salvo Foti, forse il più importante esperto di vendemmie etnee, che indica “ad ottobre l’inizio della vendemmia sulle pendici del vulcano. L’annata si presenta bene, con qualche preoccupazione per una sua tendenziale tardività. Non ci sono, per adesso, problematiche che possono indicare che la 2010 non sarà una buona vendemmia, ma bisogna aspettare. Anche per i Nero d’Avola migliori - conclude Foti - ancora non è arrivato il momento giusto per la raccolta”.
Per Fabrizio Moltard, enologo cresciuto nelle aziende toscana di Angelo Gaja e oggi consulente soprattutto in Toscana ed Emilia Romagna, siamo “nella classica fase in cui tutto dipende dai prossimi quindici giorni. Sulla costa toscana mi sembra che stia per arrivare una vendemmia molto buona, specialmente per i vitigni bianchi e questo è un elemento in qualche modo inusuale, con belle acidità e molta freschezza. Nell’interno, invece, gli acini sono un po’ troppo gonfi e l’incognita delle condizioni metereologiche è più incombete specie sulle varietà tardive. Mi pare che possa essere considerata una vendemmia tradizionale per la Toscana con la raccolta che comincia ad ottobre. Il ritardo è nell’ordine dei quindici giorni sulla raccolta dell’anno scorso, ma non possiamo parlare di un vero e proprio ritardo, perché in realtà abbiamo fatto una serie di vendemmie, nel recente passato, esageratamente precoci. Ma al di là di queste questioni ancora non definibili con precisioni mi preoccupa - conclude Moltard - la condizione di grande difficoltà di molte aziende, con i prezzi delle uve ancora in ribasso e con i vigneti che, per cercare di rientrare nei costi, non sempre sono stati condotti guardando alla qualità, come ormai ci eravamo abituati a vedere negli anni passati”.
Gli “emergenti”
Per Maurizio Alongi, enologo toscano fresco del prestigioso incarico come consulente al progetto siciliano di “Libera Terra”, “si tratta di una vendemmia tardiva, o meglio tradizionale, e quindi ci sono rischi maggiori accanto a possibili soddisfazioni maggiori. Salvo alcuni attacchi di peronospora e conseguenti difficoltà non da poco incontrate da chi coltiva i propri vigneti in regime biologico, in Toscana il quadro è molto buono dal punto di vista qualitativo e analogo a quello del 2009 da quello quantitativo. Decisivi i prossimi 20 giorni, ma comunque resto fiducioso. Per la zona del trapanese in Sicilia, c’è stata un’estate decisamente più fresca del solito e le uve bianche già raccolte sono aromaticamente interessanti. Per i rossi, ci sono da raccogliere ancora le partite migliori di Nero d’Avola, mentre abbiamo da poco cominciato la raccolta del Merlot, con risultati sostanzialmente più che apprezzabili. Per quanto riguarda la Campania, con particolare riferimento al casertano - conclude Alongi - l’estate è stata asciutta ma i vigneti non sono andati in stress idrico e, anche in questa zona, i vitigni più tardivi saranno raccolti con qualche ritardo rispetto all’anno scorso”.
“10 giorni di ritardo nella tempistica della raccolta, quantità leggermente superiore al 2009 di un 5-10%. Sostanzialmente in Irpinia manca - spiega Vincenzo Mercurio, enologo cresciuto nella cantina di Mastroberardino e oggi consulente di alcune aziende campane - ancora un bel po’ alla raccolta. Siamo in ritardo nei cicli di maturazione ma le escursioni termiche di fine agosto, davvero importanti, stanno concentrando molto bene gli aromi delle uve. Sulla costa, invece, l’uva comincia ad essere pronta, per esempio la Falanghina. Ancora molto presto per dare un giudizio sull’Aglianico, possiamo solo apprezzare la buona sanità delle uve che fa ben sperare, visto che probabilmente nelle zone più alte, per esempio a Montemarano, probabilmente raccoglieremo le uve a novembre. Le prime impressioni su Fiano e Greco sono buone, con quest’ultimo vitigno decisamente in ritardo rispetto all’anno scorso, ma siamo ancora ad un mese dalla raccolta”.
Per Emiliano Falsini, enologo con consulenze in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Sicilia, la vendemmia 2010 “ad oggi lascia trasparire un cauto ottimismo in termini quantitativi e qualitativi ma, in linea di massima, non si preannuncia una vendemmia semplice in tutte le zone italiane e per tutte le varietà coltivate. Le forti piogge invernali e primaverili, accompagnate da temperature fresche hanno determinato un leggero ritardo in tutte le fasi fenologiche cosa che si è tradotta in un certo ritardo nella maturazione, soprattutto in varietà precoci come Merlot e Syrah. Le precipitazioni primaverili hanno comportato, in alcuni vigneti, forti attacchi di peronospora che in mancanza di adeguati trattamenti e prevenzioni hanno determinato cali di produzione soprattutto nelle varietà più sensibili. Inoltre, la presenza di acqua nel suolo ha favorito un notevole accrescimento degli acini, per cui in alcune situazioni i grappoli si presentano con un peso sopra alla media degli ultimi anni. La sensazione generale - conclude Falsini - è che la qualità di questa annata sarà influenzata principalmente dal clima del mese di Settembre: se avremo giornate asciutte e calde avremo una ottima vendemmia anche per effetto delle temperature estive che non hanno mai superato punte critiche”.
L’enologia “in rosa”
Per l’enologa Gioia Cresti, consulente per una serie di aziende toscane e “braccio destro” di Carlo Ferrini, la vendemmia “in questo momento potrebbe essere rubricata come una vendemmia tradizionale, in ritardo e con le uve rosse, comprese le precoci, ancora indietro, ma con una gradualità di maturazione, come per esempio nel caso del Sangiovese, molto più regolare che negli anni scorsi. Sono abbastanza tranquilla per ora, ma da qui in avanti c’è da vedere cosa farà il tempo. Per ora - conclude Cresti - penso che sarà una vendemmia molto buona, certo, che fa seguito ad una conduzione del vigneto difficile e complicata. Ora non ci resta che attendere, incrociando le dita”.
“Tutto sommato mi pare di vedere un ritardo diffuso di circa una quindicina di giorni - spiega Barbara Tamburini, “braccio destro” di Vittorio Fiore e consulente per molte aziende toscane - ma in realtà è più un ritorno al passato, ad una vendemmia tradizionale. Evidentemente chi ha lavorato bene anche quest’anno avrà delle belle soddisfazioni. I vini bianchi avranno buone gradazioni ma anche una bella ricchezza aromatica. Per i rossi tutto si concentra nell’andamento climatico dei prossimi giorni, ma, dove le uve sono sane, anche se dovesse piovere si farà ugualmente una bella vendemmia. Registro - conclude Tamburini - un piccolo calo nelle quantità”.
“Potrebbe essere un’annata molto bella se il tempo non ci tradisce - afferma Graziana Grassini, enologa consulente di aziende toscane e pugliesi e titolare di un laboratorio in Maremma - per adesso mi sembra strepitosa per i bianchi con vini freschi ed equilibrati. Certo, per i rossi, la cui raccolta è in ritardo di una decina di giorni, le condizioni metereologiche saranno decisive, ma se dovessero restare così mi aspetto un’annata molto buone, con maturazioni regolari e vini molto eleganti”.

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