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APPEAL MADE IN ITALY: IL VINO ITALIANO ALLA CONQUISTA DI USA (IEM), GERMANIA (ISTITUTO VINI MARCHE), GIAPPONE E HONG KONG (PROSECCO, BRUNELLO, CHIANTI CLASSICO, NOBILE), L’ALTA CUCINA IN SVIZZERA E BUYER TEDESCHI IN ITALIA

Dal “Simply Italian US Tour”, la rassegna dei vini italiani di qualità promossa dalla Iem negli Usa che ha visto protagonisti l’istituto Grandi Marchi, Federdoc e Consorzio del Chianti insieme ad oltre 60 cantine italiane, al “Marche day” dell’Imt-Istituto Marchigiano di Tutela Vini che ha portato in Germania Verdicchio & Co, passando per il “The Italian Wine Masters” di scena in Giappone con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore insieme al Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano, le tre grandi denominazioni toscane protagoniste anche all’“International Wine & Spirit Faire” ad Hong Kong (da oggi al 6 novembre). E mentre anche l’alta cucina italiana con “Gusto in Scena” diventa internazionale e porta la sua formula, ideata dal giornalista Marcello Coronini, in Svizzera (13-14 marzo 2011), Confagricoltura ha portato in Italia importanti buyer tedeschi in visita alle aziende ortofrutticole. Dai grandi vini all’alta cucina, insieme alle eccelenze che il Belpaese è in grado di offrire, l’appeal del made in Italy agroalimentare, grazie anche ai tanti eventi che lo portano in giro per i mercati di ogni Paese, affascina e conquista buyer, giornalisti, operatori del settore e soprattutto gli amanti del wine & food di tutto il mondo.
“The Italian Quality Event”: così stampa ed operatori newyorkesi (da Bruce Sanderson di “Wine Spectator” ad Howard Golberg del “New York Times”, fino a John Troutman di “Cork’d”) hanno ribattezzato la prima tappa alla Public Library di New York del “Simply Italian US Tour” della Iem-International Exhibition Management, che con gli eventi di Chicago e Boston, ha riunito oltre 800 tra qualificati operatori trade, horeca, stampa e opinion leaders, che hanno incontrato più di 60 aziende italiane partecipanti, in un tour particolarmente apprezzato per alto livello e professionalità. Qui, se il seminario-tasting “The diversity of Italy” ha visto protagonista l’Istituto Grandi Marchi, composto dalle migliori firme dell’enologia italiana (Antinori, Biondi Santi, Chiarlo, Folonari, Pio Cesare, Tenuta San Guido, Ca’ del Bosco, Umani Ronchi, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Jermann, Donnafugata, Tasca d’Almerita ... ), in collaborazione con l’Institute of Masters of Wine, la conferenza promossa da Federdoc - che ha portato il Consorzio del Franciacorta con Ricci Curbastro, il Consorzio del Friuli Grave con Furlan e Piera Martellozzo, il Consorzio del Collio con Carlo di Pradis, Collavini, Grandisc’iutta, Keber Edi, Picech, Primosic, Ronco Blanchis, Sturm Oscar e Zuani, e il Consorzio Castel del Monte con Santa Lucia - così come il tasting guidato del Consorzio Chianti (da La Cignozza a Fattoria Uccelliera, da Tenuta Il Corno a Fattoria Sammontana, da Betti a Campochiarenti, Guerrini Samuele, Poggio Bonelli, Fattoria San Fabiano, Castelvecchio, Fattorie Giannozzi, Fattoria Fibbiano, Badia di Morrona, Le Chiantigiane e Cantina vini tipici dell’Aretino) hanno riscosso grande interesse da parte di appassionati ed esperti.
“I risultati raggiunti sono stati lusinghieri oltre ogni nostra aspettativa - racconta Marina Nedic, a capo, con Giancarlo Voglino, della Iem - International Exhibition Management, www.iem.it - tanto per la fiducia accordataci dalle aziende espositrici, che per la risposta positiva data dal mercato americano, che peraltro presidiamo da anni con una nostra filiale, a questa nuova iniziativa. Senza dubbio è questa la strada su cui intendiamo proseguire - aggiunge Nedic - il nostro impegno futuro sarà sempre quello di garantire gli stessi standard qualitativi a livello organizzativo. Riteniamo infatti che sia questa la formula migliore per ottimizzare la redemption delle aziende espositrici in termini di risultati comunicativi e commerciali, nonché contribuire in modo appropriato al consolidamento dell’immagine del vino italiano all’estero”. E tra le cantine italiane che hanno partecipato all’evento firmato Iem, alcune lo hanno fatto insieme, come Antonutti, Bidoli, Colutta, Dri, Foffani, Forchir, Lorenzon, Poggiobello, Venturini con la Camera di Commercio di Udine, e La Riva dei Frati e Don Tomasi con Onilfa, altre, invece, individualmente, come Tenuta Carretta (Piemonte), Tenuta Carlina e Cantina Pieve Vecchia (Toscana), Veronesi, Cantina Pizzolato e Valentina Cubi (Veneto), Zorzettig (Friuli) e Cantine Belisario (Marche).
Intanto, 200 buyers insieme ai giornalisti tedeschi hanno incontrato 26 aziende vitivinicole marchigiane - da Conti degli Azzoni a Giusti, da Badiali & Candelaresi a Cantine Belisario, da Monte Schiavo a Moroder, da Sartarelli a Tenute Rio Maggio, da Serenelli a Mancinelli, Brunori, Conti di Buscareto, Podere Santa Lucia, Finocchi, Colleluce, Lucarelli Roberto, Madonnabruna, Cantine Cignano, Terracruda, Lucchetti, Strologo Silvano, Fiorini, Mecella, Metauro Vini, Di Ruscio e Moncaro - al “Marche day” promosso dall’Istituto marchigiano di tutela vini, nella prestigiosa Künstlerhaus di Monaco di Baviera, per promuovere i vini marchigiani in uno dei mercati più importanti per l’offerta vitivinicola italiana. “un momento significativo - per Gianfranco Garofoli, presidente Imt - che va inquadrato in una strategia complessiva finalizzata a promuovere nel mondo, non solo i nostri vini, ma tutta la regione e le sue molteplici risorse”. Fitto il calendario di eventi, con la presentazione-degustazione riservata alla stampa, con la partecipazione di Adriano Chiodi Cianfarani, console generale d’Italia a Monaco di Baviera, e Steffen Maus, noto sommelier-giornalista tedesco, e numerosi workshop che hanno permesso alle aziende di avviare contatti con enotecari, ristoratori e distributori.
Ma il vino italiano dimostra anche che fare sistema è possibile: è il caso del “The Italian Wine Masters”, che al Mandarin Oriental Hotel di Tokyo, ha visto protagoniste tutte insieme, di fronte ad oltre 600 tra buyer, importatori, ristoratori e giornalisti e 200 consumatori selezionati tra i “wine expert”, oltre 80 aziende dei Consorzi di Tutela Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, alla sua prima missione, quest’ultimo, nell’“impero del Sol Levante”. ““The Italian Wine Masters” (progetto inaugurato negli Usa, ndr) dimostra di essere una formula ideale per promuovere il meglio dell’enologia italiana nel mondo - sottolinea il vice presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Elvira Bortolomiol - e dimostrare che il settore enologico sa anche fare sistema”. E la conferma che “il vino italiano è uno dei prodotti simbolo del nostro Paese ma necessita di un maggiore impegno di promozione” è arrivata dall’ambasciatore italiano a Tokyo Vincenzo Petrone, secondo il quale, “per conquistare la fiducia del Giappone sono necessari non solo l’alta qualità del prodotto ma anche la costanza negli investimenti”. Per questo i quattro Consorzi hanno deciso di realizzare un piano triennale che alternerà occasioni di incontro tra le aziende e il mercato, finalizzate a individuare nuovi canali commerciali, a momenti di formazione e didattica, attraverso seminari per spiegare le peculiarità dei quattro vini italiani e le garanzie offerte dal sistema della Denominazione di Origine Controllata e Garantita. In Giappone, mercato piccolo ma qualitativo, l’Italia è il secondo Paese fornitore di vino dopo la Francia (che nell’ultimo anno è arretrata del 5% a fronte della crescita del Belpaese del 5%): per crescere il vino italiano deve erodere quote ai competitor.
E il tour asiatico inaugurato a Tokyo, prosegue in Cina per le tre denominazioni toscane, approdate ad Hong Kong per l’edizione n. 3 dell’“International Wine & Spirit Faire” (da oggi al 6 novembre), una delle principali fiere di settore di tutto l’Oriente dove i “Tre Maestri Toscani” saranno presenti con uno stand collettivo per presentare non solo i vini ma anche il territorio di produzione famoso in tutto il mondo. Il mercato orientale del vino, e quello cinese in particolare, è in grande crescita e proprio negli ultimi anni anche l’Italia del vino ha investito molto su questa piazza, migliorando di volta in volta il proprio posizionamento. E tra i vini preferiti, ci sono proprio Brunello, Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano.
A guardare oltre confine è poi l’alta cucina italiana con “Gusto in Scena” (info: www.gustoinscena.it), che arriverà al Palazzo dei Congressi di Lugano per presentare un evento che farà incontrare in un’unica location tre mondi attraverso “Chef in Concerto”, il congresso di grandi cuochi, “I Magnifici Vini”, selezione di circa cento cantine d’Europa, e “Seduzioni di Gola”, la rassegna di sfizi gastronomici.“Primo obiettivo di “Gusto in Scena” - spiega Marcello Coronini - sarà presentare alla Svizzera il meglio dell’enogastronomia italiana. Il secondo offrire ai professionisti e ai consumatori italiani l’opportunità di scoprire l’affascinante città di Lugano ma anche l’enologia elvetica, sempre più interessante con la produzione di Merlot”. In forma ridotta, da tre a due giorni, per venire incontro alle esigenze dei produttori, l’evento sarà un vero e proprio viaggio nell’enogastronomia con approfondimenti riservati ai professionisti di settore, primi fra tutti gli chef.
E in un’ottica di internazionalizzazione delle imprese, mentre è iniziata la campagna di raccolta e vendita degli agrumi, Confagricoltura ha portato in Italia buyer esteri per metterli in contatto i produttori italiani nelle aziende ortofrutticole. “Abbiamo organizzato questa missione con particolare riferimento agli agrumi su richiesta delle nostre imprese italiane e delle ditte di importazione tedesche - spiega Confagricoltura - gli scambi commerciali del comparto con l’estero durante il 2010 sono in ripresa rispetto al 2009 e le importazioni, nel primo semestre dell’anno in corso, sono fortemente diminuite. Siamo quindi in un momento importantissimo per consolidare l’andamento positivo”. Otto operatori tedeschi delle più importanti e dinamiche ditte di importazione, che lavorano con gdo, vendita di prodotti di alta qualità, ristorazione e catering, hanno visitato quindici aziende produttrici e stabilimenti di lavorazione in Calabria e in Sicilia, nelle province di Siracusa e Catania. Aree in cui si ottiene oltre l’85% dell’intera produzione agrumicola nazionale.

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