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SVELATI, A NEW YORK, I 40 VITIGNI AUTOCTONI - 20 BIANCHI E 20 ROSSI - PER LE DUE BOTTIGLIE FIRMATE VINITALY PER I “150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA”, CON LA “BENEDIZIONE” DEL PRESIDENTE NAPOLITANO, LE UNICHE UFFICIALI PER I “150 DELL’UNITÀ D’ITALIA”

Sono 40 vitigni autoctoni italiani, 20 bianchi e 20 rossi, ognuno proveniente da una delle 20 regioni del Belpaese, e andranno a comporre il “Vino bianco d’Italia” e il “Vino rosso d’Italia” del progetto della bottiglia celebrativa dei 150 dell’Unità d’Italia, a cura di Veronafiere-Vinitaly, nata da un’idea del presidente di Veronafiere, Ettore Riello, e lanciata nel Vinitaly 2010 a Verona (nel 2011 di scena dal 7 all’11 aprile, www.vinitaly.it) per la storica visita del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, e subito accolta dal Quirinale con grande entusiasmo ed inserita tra gli eventi maggiormente significativi per l’anno delle celebrazioni.
I vitigni, selezionati ed assemblati da Assoenologi, l’organizzazione guidata da Giuseppe Martelli che rappresenta gli enologi e gli enotecnici italiani, sono stati svelati oggi a New York, nella colazione organizzata da Vinitaly Tour (www.vinitalytour.com) nell’Italian Wine Week - Vino 2011 (www.italianmade.com/vino2011) dell’Istituto per il Commercio con l’Estero (Ice), alla presenza di Francesco Talò, console generale d’Italia a New York, Monica Larner, giornalista enogastronomica americana, corrispondente dall’Italia per la rivista “Wine Enthusiast”, e Giovanni Mantovani, direttore generale della Fiera di Verona. E in attesa di conoscere forma ed etichetta delle bottiglie, le uniche ufficiali per le celebrazioni dei “150 dell’Unità d’Italia”, approvate dalla Presidenza della Repubblica e istituzionalizzate anche dal Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana, ecco i vitigni che andranno a comporle.

Focus - I 20 vitigni del “Rosso dell’Unità d’Italia”
Valle d’Aosta: Petit rouge
Piemonte: Barbera
Lombardia: Croatina
Liguria: Rossese di Dolceacqua
Veneto: Raboso
Trentino Alto Adige: Teroldego
Friuli Venezia Giulia: Refosco dal peduncolo rosso
Emilia Romagna: Sangiovese
Toscana: Sangiovese
Lazio: Cesanese di Affile
Umbria: Sagrantino
Marche: Lacrima
Abruzzo: Montepulciano
Molise: Tintilia
Puglia: Negroamaro
Campania: Aglianico
Basilicata: Aglianico del Vulture
Calabria: Gaglioppo
Sicilia: Nero d’Avola
Sardegna: Carignano

Focus - I 20 vitigni del “Bianco dell’Unità d’Italia
Valle d’Aosta: Priè blanc
Piemonte: Cortese
Liguria: Vermentino
Lombardia: Trebbiano di Lugana
Veneto: Garganega
Trentino Alto Adige: Weissburgunder
Friuli Venezia Giulia: Friulano
Emilia Romagna: Pignoletto
Toscana: Vernaccia di San Gimignano
Umbria: Grechetto
Lazio: Malvasia
Marche: Verdicchio
Abruzzo: Trebbiano
Molise: Falanghina
Puglia: Fiano
Campania: Fiano
Basilicata: Greco
Calabria: Greco bianco
Sicilia: Grillo
Sardegna: Vermentino

Focus - Ecco i ritratti degli autoctoni bianchi d’Italia
Bianchi
Regione Valle d’Aosta: Priè blanc
È un autoctono antichissimo valdostano che dà origine alla Doc “Blanc de Morgex et de La Salle”, che rientra nel melange della bottiglia di “Vino bianco d’Italia”. Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, floreale all’olfatto, minerale e pieno il sapore. 12° la gradazione alcolica.
Regione Piemonte: Cortese
Ha avuto origine nell’Alto Monferrato, in provincia di Alessandria, e costituisce la base per la Docg “Gavi o Cortese di Gavi”. Ha un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, un profumo delicato e persistente ed un gusto asciutto aromatico, gradevolmente amarognolo.
Regione Liguria: Vermentino
Il Vermentino rappresenta da secoli il principe della Liguria. Le sue prime citazioni risalgono al XIII secolo d.C. Dà origine a tutti i vini a Doc ed a Igt della regione. Nel “Vino bianco d’Italia” è presente con il vino a Doc “Colli di Luni Vermentino”, tipico della provincia di La Spezia.
Regione Lombardia: Trebbiano di Lugana
Diffuso nella parte orientale della regione dà origine al famoso vino Doc “Lugana”, che si sposa magnificamente con carni bianche ed antipasti. Di colore giallo paglierino, delicato e gradevolmente floreale all’olfatto, ha sapore asciutto con leggera vena asprigna. Costituisce uno dei vitigni e dei vini bianchi più qualificati e caratteristici della Lombardia.
Regione Veneto: Garganega
Trova la sua culla nell’antica omonima cittadina medioevale, circondata da antiche mura e sovrastata dal celebre castello. Dà origine al vino “Soave” nelle sue diverse tipologie. Leggermente acidulo, sapido e fruttato, manifesta un brillante colore giallo paglierino ed un profumo di fiori bianchi, di mela e di pesca.
Regione Trentino Alto Adige: Weissburgunder
Introdotto in Alto Adige nel 1840 dall’Arciduca Giovanni d’Asburgo, si è magnificamente adattato alle particolari locali condizioni pedo-climatiche fino a diventare il d’eccellenza della zona. Dà origine al vino Doc “Terlano” che ha nel sentore di mela Golden, pera e agrumi le sue più salienti caratteristiche olfattive.
Regione Friuli Venezia Giulia: Friulano
Fino a pochi anni fa il vino Friulano prendeva il nome di Tocai. Dal marzo del 2007 è stato vietato l’utilizzo del nome “Tocai” in quanto troppo simile a quello Doc ungherese. Il vino, caratterizzato da un colore giallo paglierino con tonalità verdognole, ha come caratteristica principale il gradito profumo e sapore di mandorla amara.
Regione Emilia Romagna: Pignoletto
Molti attribuiscono il nome ad un vino chiamato “Pino Lieto”, descritto da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C. Dal Pignoletto si ottiene un raffinato vino bianco dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, con un profumo fresco e con note di pera e con un sapore pieno ed armonico. Si abbina con antipasti in genere, pesce, carni bianche e formaggi freschi.
Regione Toscana: Vernaccia di San Gimignano
È un toscano autoctono per eccellenza. Si hanno riferimenti storici a partire dagli inizi del 1200. Il più famoso è certamente quello di Dante Alighieri che nella Divina Commedia manda il Papa Martino IV nel Purgatorio a scontare i peccati di gola, in particolare le anguille di Bolsena affogate nella Vernaccia.
Regione Umbria: Grechetto
Si ritiene che il Grechetto sia originario dalla Grecia. In Umbria la sua coltivazione è diffusa in diverse località della provincia di Perugia e di Terni. Rientra in diverse denominazioni di origine come uva base (“Assisi”, “Colli Martani”, ‘“Orvieto”). Da questo si ottiene un vino con delicati aromi fruttati e di moderata acidità.
Regione Lazio: Malvasia
Diffusa prevalentemente nella zona dei Castelli Romani, è stata descritta come Malvasia dal Mengarini nel 1888, ma potrebbe essere stata già individuata dall’Acerbi nel 1825. È conosciuta anche come Malvasia puntinata in quanto ogni acino presenta un puntino. In altri casi l’appellativo “gentile” deriva da quel suo sapore aromatico e fresco.
Regione Marche: Verdicchio
È un a bacca bianca coltivato quasi esclusivamente nelle Marche. Viene utilizzato per produrre, generalmente in purezza, sia vini freschi e di pronta beva, sia vini molto strutturati e capaci di notevole longevità. Il nome deriva dal colore dell’acino, che mantiene evidenti sfumature di verde anche a piena maturazione.
Regione Abruzzo: Trebbiano
Questo dà origine alla celebre Doc “Trebbiano d’Abruzzo” prodotta in tutte e quattro le province (L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo). Si ottiene un vino delicatamente profumato con un sapore asciutto, sapido e armonico. Si abbina ad antipasti di pesce, primi piatti a base di legumi, verdure alla griglia, secondi piatti di pesce di mare.
Regione Molise: Falanghina
Il vino Doc “Molise Falanghina” ottenuto da questo autoctono è di colore bianco paglierino con lievi sfumature verdoline. Presenta un bouquet intenso ed elegante, con un sentore di frutta fresca e delicate note speziate. Al palato rivela un’intensa consistenza ed una struttura acida fresca e piacevole.
Regione Puglia: Fiano
Le origini di questo risalgono ai Romani, tra i quali era apprezzato per le sue particolari caratteristiche. Il Fiano di Puglia differisce dal Fiano della Campania in quanto ha un acino più tondo e con note maggiormente aromatiche. Dà origine a diversi vini, quello rientrante nella bottiglia del “Vino bianco d’Italia” è il “Puglia Igt Fiano”.
Regione Campania: Fiano
È presenta in Campania dal 1200. Dà origine al vino Docg “Fiano di Avellino”, che all’aspetto si presenta brillante con un colore giallo paglierino più o meno intenso. Al profumo ha come principali descrittori la mela, la banana, il tiglio, la rosa, la menta, l’acacia e la mandorla. Secco ed armonico al sapore ha un retrogusto intenso e persistente.
Regione Basilicata: Greco
Le più antiche testimonianze della presenza di questo in Basilicata risalgono al VI secolo a.C. Oggi dà origine al vino Doc “Matera Greco”. Grazie anche alla sua contenuta alcolicità, si sposa magnificamente alla cucina di pesce tipica del territorio di produzione, ma anche alla zuppe con verdure di stagione.
Regione Calabria: Greco bianco
È uno dei vitigni base di tutti i bianchi secchi calabresi. Ha il ruolo più importante nelle Doc “Cirò Bianco” e “Greco di Lamezia”. Il vino presenta un colore giallo paglierino più o meno intenso, un profumo gradevole, un sapore delicato, armonico e caratteristico e una gradazione alcolica minima di 11°.
Regione Sicilia: Grillo
Il Grillo, introdotto in Sicilia verso la fine del XIX secolo, è presente oggi soprattutto nella parte occidentale dell’isola ed in particolare nel marsalese. Rientra come uva base di diverse Doc. Il suo vino ha un colore giallo paglierino carico, all’olfatto evidenzia sentori erbacei, floreali e note agrumate, mentre al sapore è sapido e dotato di buona acidità.
Regione Sardegna: Vermentino
Introdotto nell’Isola dalla Liguria è oggi una delle uve più caratteristiche della regione. Dà vita al vino Doc “Vermentino di Sardegna” caratterizzato da un colore giallo paglierino con luminosi riflessi verde-oro. La sua decisa alcolicità rimarca struttura e persistenza gustativa che si armonizza con il profumo complesso ed intenso caratterizzato da sfumature di mela, pesca ed agrumi.

Focus - Ecco i ritratti degli autoctoni rossi d’Italia
Regione Autonoma Valle d’Aosta: Petit rouge
È il autoctono a bacca rossa più diffuso e coltivato in Valle d’Aosta e base di numerosi vini rossi Doc regionali caratterizzati da un colore rosso violaceo carico da giovane, tendente al granato con l’evolvere della maturazione, da un profumo intenso con note vinose miste a marasca, lampone ed altri frutti di sottobosco e da un gusto morbido e vellutato.
Regione Piemonte: Barbera
Le notizie su questo autoctono profondamente piemontese risalgono al Medioevo. Ha una buona vigoria vegetativa e un grappolo a forma piramidale. Il prodotto che entra nel “Vino rosso d’Italia” è il “Barbera d’Asti” di colore rosso rubino tendente al granato. Il profumo è intenso ed etereo ed il gusto è asciutto, armonico e pieno.
Regione Lombardia: Croatina
È il autoctono storico simbolo dell’Oltrepò Pavese. Le sue prime ampie citazioni risalgono alla seconda metà dell’800. Dà origine alla Doc “Otrepò Pavese Bonarda”. Brillante all’aspetto, al profumo manifesta cadenze fruttate di marasca e more con pennellate di vaniglia. Al palato è rotondo ed asciutto, leggermente tannico.
Regione Liguria: Rossese di Dolceacqua
I primi cenni sul e sul vino Rossese risalgono agli antichi Greci e forse ancor prima agli Etruschi. Notizie più recenti dicono che Napoleone Buonaparte apprezzò molto il Rossese, ospite della Marchesa Doria alla fine del Settecento. Questo vino oggi “Rossese di Dolceacqua” a denominazione di origine controllata è il più tipico della Liguria.
Regione Veneto: Raboso
Il primo sicuro riferimento su questo autoctono del Veneto risale al 1679. È un molto vigoroso, con grappolo a forma di tronco di cono. La Doc che entra nel “Vino rosso d’Italia” è il “Raboso del Piave”, dal tipico profumo di marasca, prugna, frutta appassita e cuoio. Al sapore è austero, sapido, giustamente tannico, lungo al retrogusto.
Regione Trentino Alto Adige: Teroldego
Questo pare sia giunto in Trentino dalla vicina zona del lago di Garda, dove era conosciuto come Tirodola. Il vino presenta un colore rubino carico con riflessi porpora, un profumo vinoso con sentori di viola e lamponi, ma anche di ciliegie e mandorle, un gusto strutturato e poco tannico. Rientra nelle Doc “Casteller”, “Teroldego Rotaliano”, “Trentino” e “Valdadige”.
Regione Friuli Venezia Giulia: Refosco dal peduncolo rosso
Il Refosco è un autoctono del Friuli V. G. La sottovarietà più usata è il Refosco dal Peduncolo rosso, cosiddetta dal colore del suo peduncolo. Produce un vino rosso rubino intenso. All’olfatto propone tracce di susine mature e lampone, ma anche note di pepe nero e mandorle fresche. Leggermente tannico al gusto.
Regione Emilia Romagna: Sangiovese
Il ed il relativo vino erano già conosciuti dagli Etruschi. Plinio parlava di un ottimo vino rosso definito “Cesenate”, da Cesena, città della Romagna. Nel 1600 si ebbero altre fondamentali testimonianze. Oggi è un prodotto dalle diverse sfaccettature. Nel “Vino rosso d’Italia” è presente con il “Sangiovese di Romagna Doc”.
Regione Toscana: Sangiovese
Diverso dal Sangiovese di Romagna, plasmato dalle condizioni pedo climatiche della Toscana, è un autoctono la cui storia si perde nella notte dei tempi. Il dà vita alle principali Doc e Docg della Toscana. Nel “Vino rosso d’Italia” è presente con un prodotto che non ha bisogno di presentazioni: il “Brunello di Montalcino”.
Regione Lazio: Cesanese di Affile
Il primo trattato in cui si parla diffusamente di questo particolare autoctono tipico del Lazio risale al 1825. Dà origine all’omonimo vino a Doc il cui profumo è caratterizzato da sentori di frutta matura, aromi di viola, spezie e vaniglia. Il gusto è armonico, elegante, complesso, giustamente tannico.
Regione Umbria: Sagrantino
Vitigno importato in Umbria dai monaci bizantini nel Medioevo. Il prodotto che rientra nel “Vino rosso d’Italia” è il “Sagrantino di Montefalco Docg”, rinomato nel mondo, famoso per la sua grande intensità, concentrazione e capacità di invecchiamento grazie all’elevato contenuto polifenolico. Si sposa bene con arrosti di carni rosse, cacciagione e formaggi stagionati.
Regione Marche: Lacrima
È un autoctono tipico delle colline che circondano la città di Morro d’Alba nelle Marche. Viene chiamato Lacrima per via del succo che trasuda dagli acini quando sono maturi. Il vino che si ottiene ha una fragranza che oscilla dalle rose alle viole e un sapore morbido, di medio corpo e a volte con note di violetta molto cariche.
Regione Abruzzo: Montepulciano
È un autoctono tipico, tanto da costituire circa la metà della superficie vitata in Abruzzo ed è la base di quasi tutti i rossi a Doc della regione. Per questo la Doc “Montepulciano d’Abruzzo” rientra nel “Vino rosso d’Italia”. Il vino che se ne produce si evidenzia per struttura, eleganza e ampiezza delle sfumature olfattive.
Regione Molise: Tintilia
Da questo vitigno, tipico del Molise, si ottiene un vino di colore rubino vivo, corposo, pieno e suadente, di incredibile dinamicità al palato, con sensazioni che si mantengono a lungo nel persistente finale. Si accosta alla delicatezza di una zuppa di pesce, ma anche ai sapori decisi dei salumi, dei grandi formaggi stagionati e delle carni rosse.
Regione Puglia: Negroamaro
Vitigno a bacca nera introdotto dai Greci nella zona Ionica nel VII secolo a.C. Il suo nome deriva dal termine dialettale “niuru maru” per il caratteristico colore nero dell’acino ed il sapore tipicamente amarognolo del vino che se ne ricava Nel “Vino rosso d’Italia” è presente con la denominazione di origine “Salice Salentino”.
Regione Campania: Aglianico
Le prime indicazioni su questo autoctono della Campania e sul vino che da esso ne deriva risalgono al 1549 quando Sante Lancerio riferisce dei gusti enoici del Papa Farnese. Oggi l’Aglianico dà origine in purezza o in armonia con altri vitigni a diversi vini. Nel “Vino rosso d’Italia” è presente con il “Taurasi Docg”.
Regione Basilicata: Aglianico del Vulture
Ha le stesse caratteristiche del precedentemente descritto che trasmette al vino forte struttura ed eccellente carattere, che si esprimono in un colore rosso rubino tendente al granato, in un profumo intenso con note di frutti di bosco e di amarena per sfociare in un gusto fine, giustamente tannico.
Regione Calabria: Gaglioppo
È il più diffuso in Calabria, dove rientra in tutte le Doc dei vini rossi della regione. Arrivò sulla costa Jonica della Calabria con i primi coloni Greci. Il colore del vino rosso ottenuto è rubino intenso, con profumi vinosi, che col tempo si evolvono in un ricco bouquet. Al palato manifesta un buon corpo abbinato ad un tasso alcolico da medio ad alto.
Regione Sicilia: Nero d’Avola
È un autoctono della Sicilia, dove viene vinificato da solo o in assemblaggio con altri per ottenere prodotti di grande levatura. Il vino presenta un colore rosso rubino intenso. All’olfatto evidenzia note fresche, con sentori di nocciole e chiodi di garofano, mirtillo e bacche selvatiche. Al palato è morbido con sensazioni di frutta, di lampone e, a volte, di cioccolato amaro.
Regione Sardegna: Carignano
È presente in Sardegna da millenni. Nel “Vino rosso d’Italia” entra con il “Carignano del Sulcis”, un vino a denominazione di origine controllata, caratterizzato dal colore rosso rubino intenso, da profumo complesso con note di mirtilli, alloro, ginepro, tabacco e cioccolato. Il gusto è equilibrato, pieno con sfumature fruttate e speziate.

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