“Less but more”, la vendemmia 2012 del Gallo Nero, ovvero meno quantità (235.000 ettolitri prodotti, -16% sul 2011) ma grandissima qualità per il Chianti Classico 2012, di scena in anteprima alla “Chianti Classico Collection” a Firenze (con l’anteprima delle annate 2012, 2011 e della Riserva 2010 del Chianti Classico), nell’anno che sarà ricordato come quello della “Chianti Classico Revolution” (i cui punti cardine, ovvero la nuova tipologia “Gran Selezione”, regole nuove e più severe per la Riserva e per lo sfuso e il restyling del marchio del Gallo Nero, già raccontate da WineNews, sono spiegate a www.winenews.tv dal dg e dal presidente del Consorzio del Vino Chianti Classico, Giuseppe Liberatore e Sergio Zingarelli). Una vendemmia dall’andamento climatico difficile, come in tutta Italia e che, secondo il Consorzio del Vino Chianti Classico, ha valorizzato più che mai il vitigno principe del grande rosso toscano, il Sangiovese, che grazie alla sua maggiore adattabilità a condizioni termiche più difficili ha retto molto bene gli scompensi climatici. E ad essere ben superati sono stati anche gli scompensi sul mercato globale, visto che, per il terzo anno consecutivo le vendite sono cresciute: +10% nel 2012 sul 2011, con le crescita delle esportazioni (che rappresentano l’80% del mercato del Chianti Classico, Usa, Germania e Canada in testa) che compensa il calo del consumo in Italia (come avviene per il vino del Belpaese nel suo complesso). Numeri incoraggianti, per un distretto agricolo che può contare su numeri da “grande impresa”, con fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro, ed un valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni.
Info: www.chianticlassico.com
Focus - I numeri del Chianti Classico e la “Chianti Classico Revolution
Nel 2012 il Chianti Classico ha registrato un nuovo aumento delle vendite (l’80% all’estero) chiudendo l’anno con una crescita del 10% sul 2011. A “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle nuove annate, lo ha ribadito il presidente del Consorzio Sergio Zingarelli, insieme al direttore Giuseppe Liberatore. I risultati del 2012, hanno spiegato, “consolidano il trend positivo degli ultimi anni” e anche per il 2013 le aspettative sono buone tanto che prevediamo di arrivare a 4 annate consecutive di continua crescita”. Sul fronte dei mercati di sbocco gli Stati Uniti si confermano al primo posto (28%), consumando oltre una bottiglia su quattro. A seguire la Germania (12%), il Canada e l’Inghilterra, e la Svizzera (7%). Il mercato italiano assorbe invece il 20% della produzione. Secondo il consorzio continua poi il trend positivo della riduzione delle giacenze, inferiori al 5% sul dato del 2011 e quello del rialzo del prezzo dello sfuso, passato da luglio 2012 ad oggi dai 120-140 euro ai 150-175 euro a ettolitro. Lo scorso anno la produzione di vino Chianti Classico ha raggiunto i 235.000 ettolitri, registrando un -16% sul 2011 Nel complesso il Chianti Classico conta fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro, un valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni di euro, e un valore complessivo della produzione olivicola pari a 10 milioni di euro. Guardando più in dettaglio i mercati, gli Stati Uniti si confermano al primo posto (28% nel 2010, 2011 e 2012), seguiti dalla Germania, che si rivela un mercato in buona crescita (12% nel 2010, 13% nel 2011 e 12% nel 2012), dal Canada, altro mercato in tendenziale crescita e che si sostituisce in questa posizione all’Inghilterra (7% nel 2010, 8% nel 2011 e 9% nel 2012), dal Regno Unito (7% nel 2010, 2011 e 2012), dalla Svizzera (7% nel 2010, 2011 e 2012), dal Giappone (4% nel 2010, 2011 e 2012), dai Paesi Scandinavi (2% nel 2011 e 4% nel 2012), dal Benelux (3% nel 2012) e da tutti gli altri Paesi (3% nel 2010, 2011 e 2012), oltre alla Russia e alla Cina con una quota di mercato rispettivamente pari al 2% e all’1%. Dal quadro emerge un dato in linea con le tendenze complessive del settore enologico italiano in cui a tirare la volata della ripresa sono essenzialmente i mercati esteri. Segnali contrastanti provengono invece dal mercato italiano, dove le etichette a marchio Gallo Nero possiedono ancora una quota non secondaria (24% nel 2010, 22% nel 2011 e 20% nel 2012) ma, evidentemente la denominazione risente del rallentamento dei consumi interni (ormai ben al di sotto della soglia “psicologica” dei 40 litri procapite).
Ma la “Chianti Classico Collection” è stata l’occasione per presentare le novità introdotte dal Consorzio con il riassetto della denominazione, la “Chianti Classico Revolution”. La più “visibile” è il restyling del logo con un Gallo Nero, piu’ moderno e accattivante. Il nuovo marchio è stato realizzato dallo studio milanese specializzato in strategic design Robilant & Associati, e si è rinnovato a partire dagli elementi più identitari del Gallo che adesso ha la testa alta e il becco aperto, la coda piu’ folta di piume, e il petto piu’ prominente. L’altra grande novità è rappresentata dalla nascita della “Gran Selezione”, il nuovo top gamma dei vini del Chianti Classico. Altri interventi riguardano poi una serie di misure finalizzate a una maggiore valorizzazione della tipologia Riserva, che vale ad oggi il 40% del fatturato dell’intera denominazione, tra cui la regola per cui un vino Chianti Classico potrà diventare Riserva solo se il produttore dichiarerà la destinazione del prodotto al momento della richiesta di idoneità. Ultime, ma non per importanza, alcune importanti novità per la movimentazione del vino sfuso, che potrà essere commercializzato solo se certificato come Chianti Classico (ovvero soltanto dopo che la commissione d’assaggio lo avrà certificato come tale), diversamente da quanto avviene oggi con il cosiddetto “atto a divenire”.
Focus - La vendemmia 2012 nel Chianti Classico: cala la quantità mentre cresce l’ottimismo per la qualità di un millesimo all’insegna del Sangiovese
Il 2012 sarà ricordato nel territorio del Gallo Nero per la grande paura di fine estate, quando dopo mesi di siccità si temeva un’annata davvero difficile. Fortunatamente già a fine agosto, dopo una stagione povera di acqua e una delle estati più calde degli ultimi anni, in Chianti è tornata la pioggia, che ha fornito l’apporto idrico necessario a garantire anche per questa strana stagione una buona annata di Chianti Classico.
Certo, l’andamento climatico registrato fino alla fine di agosto ha inciso sulla quantità di uva che è stata portata in cantina. La produzione 2012 si attesta intorno ai 235.000 hl registrando un calo quantitativo di c.a. il 16% rispetto allo scorso anno, ma per quanto riguarda la qualità dell’annata l’ottimismo cresce con il passare dei mesi.
Andamento stagionale. Se l’inizio dell’anno ha presentato un andamento stagionale nella norma, con freddo e neve nei mesi di gennaio e febbraio e una primavera mite e piovosa soprattutto ad aprile, dopo le piogge di inizio maggio l’acqua è “sparita” non solo dal territorio del Gallo Nero ma da gran parte d’Italia, mentre contestualmente salivano le temperature. Luglio e agosto in questo senso sono stati teatro di diversi fenomeni che, al di là di nomi più o meno epici, hanno portato temperature molto elevate. Questi fenomeni, associati a scarse riserve idriche dei terreni, hanno in parte rallentato i processi di maturazione delle uve senza però mai arrivare a un arresto vero e proprio.
Le piogge di inizio settembre hanno fortunatamente permesso il riavvio dei fenomeni fisiologici all’interno dell’acino e, unitamente alla generale diminuzione delle temperature medie e alla maggiore escursione termica notturna che comunque in Chianti si è manifestata anche nei mesi più caldi, hanno garantito il recupero di una situazione che sembrava in un primo tempo molto difficile, soprattutto per le varietà più tardive come il Sangiovese.
Una vendemmia all’insegna del Sangiovese. Sarà proprio il vitigno principe del Chianti Classico a caratterizzare questo nuovo millesimo: il Sangiovese, infatti, grazie alla sua maggiore adattabilità a condizioni termiche più difficili ha retto molto bene gli scompensi climatici di questa stagione.
I benefici effetti del mese di settembre hanno garantito un ottimo decorso del processo di maturazione delle uve che sono state colte nei tempi ormai tradizionali del territorio del Chianti Classico, tra fine settembre e inizio ottobre.
Dal punto di vista sanitario le uve sono arrivate in cantina in condizioni perfette proprio grazie alla alte temperature e alla carenza di umidità, che hanno impedito l’insorgere delle tradizionali malattie della vite (peronospora, oidio, ecc).
Questo ha favorito un corretto e repentino decorso della fase fermentativa, che ha dato vita a un contenuto medio di alcool non esagerato (intorno ai 14 gradi nelle punte massime).
Il 2012 promette quindi vini equilibratissimi, con un ottimo bilanciamento tra alcol, acidità e polifenoli, che sembrano garantire prodotti morbidi, con un grande frutto e una buona ma non eccessiva componente alcolica.
Focus - Gli assaggi di WineNews (staff degustazione Franco Pallini e Antonio Boco)
Il Chianti Classico, alla prova del bicchiere, non delude e ribadisce la sua costante crescita qualitativa, grazie alle spiccate potenzialità del suo territorio di produzione, che ne fanno uno dei più vocati al mondo: nell’“Anteprima” dedicata all’assaggio delle nuove vendemmie in commercio, il “principe toscano”, ha saputo declinare in modo convincente due annate la 2011, più larga, solare e mediterranea, e la Riserva 2010, probabilmente il miglior millesimo dell’ultimo lustro, gustosa e intrigante.
Le annate sottoposte ad esame dallo staff di WineNews (Franco Pallini e Antonio Boco), nella “Chianti Classico Collection”, che quest’anno arriva alla sua edizione n. 20, hanno confermato la consistenza della denominazione del Gallo Nero e la sua capacità di “fare sentire” il territorio, declinando perfettamente due annate, per certi versi, opposte. L’annata 2011, tendenzialmente calda, promette molto, magari non in termini di profondità, mostrando però una propria cifra stilistica ben delineata e puntando tutto sulla piacevolezza. In generale, i Riserva 2010 sono godibili e di quelli che ad un sorso se ne cerca già un altro, sospinti da una vivezza acida che ne dovrebbe allungare la vita nel tempo a tutto vantaggio della bevibilità. Un’annata che rimanda alla tradizione più profonda di questo vino che trovava proprio nel “protagonismo” sulle tavole, la sua linfa principale.
Tra i Chianti Classico 2011, quello di Badia a Coltibuono, non è la prima volta che gli capita, è un piccolo capolavoro: i profumi sono pieni e ben a fuoco e la sua progressione gustativa saporita e polposa. Buono anche quello dell’azienda Bibbiano, un vino semplice, ma dotato di profumi tipici e gusto continuo e garbato. Tutto all’insegna di profumi floreali e di un gusto decisamente sapido il Chianti Classico 2011 di Carpineto. Dalle note olfattive mature e dalla bocca morbida e larga il Chianti Classico Fonterutoli del Castello di Fonterutoli. Veramente delizioso quello di Castellinuzza e Piuca, mentre si rivela solido e affidabile il Berardenga 2011 di Felsina. Colpisce nel profondo per tipicità e una straordinaria profondità gustativa il Chianti Classico 2011 di Isole e Olena, per certi versi “apparentato” con quello di Monteraponi, altrettanto ottimo. Altro vino decisamente delizioso il Chianti Classico del Podere Castellinuzza, tipico nei profumi e di bel ritmo gustativo. Profumi ben a fuoco e beva piacevole e rilassata per il Chianti Classico 2011 del Castello di San Sano.
Tra le Riserve 2010, trova un buon equilibrio stilistico, il Chianti Classico Montegiachi Riserva dei Viticoltori del Chianti Geografico. Buon ritmo e profondità gustativa per la Riserva 2010 di Borgo Casa al Vento. Eleganza e sapidità contraddistinguono quella di Castellare di Castellina, mentre il Chianti Classico Riserva di Antinori punta tutto sulla morbidezza e la lunghezza del sorso. Tannino in primo piano per la Riserva del Castello di Radda, ancora da farsi completamente, e grande futuro per il Chianti Classico Riserva 2010 di Cinciano, un vino davvero giovanissimo. Solida la Riserva di Famiglia di Cecchi, come altrettanto solida è Le Baroncole di San Giusto a Rentennano, solo forse non ancora con un po’ di legno in esubero. Trova una espressione di buona eleganza la Riserva di Tolaini, pur contraddistinguendosi per uno stile moderno, che trova il suo diretto confronto con la Riserva 2010 di Villa Pomona, dai tratti stilistici di grande tipicità e finezza.
Gli assaggi del Chianti Classico, all’insegna di una piacevolezza del sorso davvero con pochi eguali in Italia, insomma, non deludono e confermano le potenzialità del territorio di produzione, che ne fanno uno dei vocati al mondo.
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