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LA “NAPA VALLEY” MESSICANA È A RISCHIO: LA VALLE DI GUADALUPE, CUORE DELLA PRODUZIONE VITIVINICOLA DEL PAESE, RISCHIA DI FINIRE SOTTO I CINGOLI DELLE RUSPE, CON QUASI LA METÀ DEI VIGNETI CHE POTREBBERO DIVENTARE HOTEL, SPA E CAMPI DA GOLF DI LUSSO

Non sarà certo la Napa Valley o la Cote du Rhone, ma la valle del Guadalupe, nello stato messicano di Baja California, è il fiore all’occhiello della (modesta) produzione vitivinicola del Messico. Le condizioni climatiche, estremamente simili a quelle della Napa vera e propria, l’hanno resa il cuore pulsante della produzione del paese. Produzione che - ben lontano dai riflettori, per ora - è cresciuta del 12% ogni anno nel corso dell’ultimo decennio, raggiungendo circa il milione e mezzo di casse, (di cui l’ottanta per cento viene esportato verso l’Europa e gli Stati Uniti).
Ma secondo quanto riportato dallo “International Business Times”, questo piccolo gioiello enologico (nonché, a detta di molti, il luogo del Sudamerica dove la viticoltura è radicata da più tempo, ndr) è in pericolo, dato che il consiglio amministrativo locale di Ensenada sarebbe attualmente in trattativa con più aziende di costruzioni per una concessione edilizia che permetterebbe di costruire sul 48% dei vigneti, facendo spazio a un albergo di lusso, a una spa, a campi da golf e così via. Va da sé che i residenti non siano esattamente entusiasti dell’idea, e neanche gli operatori del settore possono esserlo, dato che dalla valle del Guadalupe arriva il 90% della produzione nazionale.

Il Sindaco di Ensenada si è subito trincerato dietro il fatto che la decisione era stata presa dall’amministrazione precedente, e il portavoce del progetto di costruzione ha minimizzato il tutto parlando di “infrastrutture volte a migliorare la qualità dello sviluppo nella valle”: resta da vedere se, e quanta, di questa “Napa messicana” finirà con l’essere ricoperta di cemento, saune o green.

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