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LA MISURA DEL SUCCESSO: AMATO IN CASA SULLE TAVOLE PIÙ SPECIALI, CAMPIONE NELL’EXPORT, CLICCATO SUL WEB, BRANDIZZATO PER DAR GLAMOUR A PRODOTTI DI OGNI TIPO, VITTIMA DI FALSI E IMITAZIONI. È IL “FENOMENO” AMARONE IN ANTEPRIMA A VERONA (25-26 GENNAIO)

Amato in casa e sempre più prediletto per le tavole più affollate e speciali, campione nell’export oltreconfine (tra i principali artefici del primato del Veneto nelle esportazioni del Belpaese: 1,146 miliardi di euro, 31,8% del totale italiano, nei primi 9 mesi 2013, a +11,7% sul 2012, secondo i dati di Veneto Agricoltura), con le quotazioni dei vigneti in crescita - tra i terroir top dell’Italia del vino, siamo sui 530-550.000 euro ad ettaro, in crescita del 5% su 5 anni fa, stando alle rilevazioni di Assoenologi - restando in tema di numeri, cliccatissimo sul web, brandizzato per prodotti lontani a prima vista dal suo mondo ma che ne utilizzano il nome per essere più glamour (ma c’è perfino un cavallo sui circuiti internazionali che si chiama così), vittima, purtroppo, di un proliferare di falsi ed imitazioni, andando oltre. Ecco la misura del successo del “fenomeno” Amarone, la Docg della Valpolicella la cui notorietà non conosce sosta, pronto ad un nuovo debutto con l’annata 2010, il 25 e 26 gennaio al Palazzo della Gran Guardia, a Verona, con “Anteprima Amarone” 2014, l’evento che dà il via alla stagione delle anteprime dei più importanti vini italiani (www.consorziovalpolicella.it).
Oggetto e vittima di una crescente fama internazionale, per l’Amarone della Valpolicella, il primo scotto è senza dubbio la contraffazione, come testimonia la costante battaglia portata avanti dal Consorzio di Tutela della Valpolicella di concerto con gli organismi competenti, a partire, per citare un caso, dalla rimozione dai relativi siti internet di alcuni dei kit per la fabbricazione “fai da te” di vini riconducibili alle denominazioni della Doc Valpolicella e all’Amarone in primis. La Camera di Commercio di Verona e la presidenza della Federdoc avevano segnalato la pubblicizzazione sulla rete kit per la produzione di vino contraddistinti dalla denominazione Amarone che facevano capo a tre diversi produttori canadesi e venivano commercializzati negli Usa e in Uk. Ma se è vero che internet può fare da specchietto delle allodole a quanti si illudono di potersi confezionare il vino da sé, dall’altra offre preziose indicazioni sull’indice di popolarità del famoso rosso.
I dati della piattaforma Google Trends testimoniano la crescente notorietà conquistata dall’Amarone. Prendendo in considerazione il termine “Amarone” infatti si nota che, nell’ultimo decennio, l’interesse degli internauti è cresciuto in particolare dal 2005, con dei picchi ricorrenti nei mesi tra dicembre e gennaio, in coincidenza cioè con la presentazione sul mercato delle varie annate. Guardando alle aree geografiche, il maggior numero di click che hanno come oggetto l’Amarone, provengono da Danimarca, Svezia, Svizzera, Norvegia, Italia. E le ricerche effettuate confermano il legame con il territorio, poiché ad Amarone si abbina nella maggior parte dei casi il termine Valpolicella. I navigatori del web che sulla tastiera hanno digitato “Amarone wine” provengono invece da Canada, Stati Uniti e Regno Unito.
Ma in debito conto va tenuto un altro fenomeno: l’utilizzo del nome in ossequio a un vino ormai sinonimo di eccellenza per conferire glamour a prodotti che, di primo acchito, col vino non sembrerebbero strettamente imparentati. È il caso della prima linea di bellezza for man all’Amarone: “après rasage”, crema per il viso, saponetta e crema fluida per il corpo, presentata in occasione di Vinitaly su iniziativa di Coldiretti. Sulla stessa scia, le sciarpe di morbidissima lana di pecora “Brogna” della Lessinia, un tempo considerata una delle migliori lane italiane, ora recuperata grazie ad un’originale iniziativa che coniuga artigianato e promozione territoriale. Lavata, pettinata e filata in matasse e rocche, viene proposta, come alternativa al color burro naturale, anche in una delicata sfumatura che varia dal rosa al lilla, conferitale dalla tintura naturale, evidentemente considerata di pregio, con l’Amarone della Valpolicella.

E c’è anche chi lo usa per dipingere, una nuova frontiera dell’arte che prende il nome di “Art’Enoica”. Maurizia Gentili ha utilizzato finora 200 tipologie di vino, impiegandone fino a 30 per uno stesso dipinto, ma per l’Amarone confessa di avere un debole. Stessa predilezione per l’artista salentina Arianna Greco che, con i suoi dipinti di figure femminili che potrebbero sembrare realizzate a sanguigna e invece sono il frutto di bottiglie usate come tubetti di colore, in più occasioni ha “inebriato” il pubblico con le sue tele. Su tutti, c’è perfino, un cavallo fuoriclasse che ne ha preso il nome, un Westfalian (razza tedesca) e che gravita nei circuiti internazionali delle più importanti gare di salto ostacoli sotto la sella di Thomas Sandgaard.

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