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DROSOPHILA SUZUKII IN VIGNETO: SORVEGLIATO SPECIALE. IL NUOVO PARASSITA, CHE PREOCCUPAZIONE HA DESTATO TRA VITICOLTORI, NON E’ AGGRESSIVO SULL’UVA, MA VA MONITORATO CON TRAPPOLE ALIMENTARI PER METTERSI AL RIPARO DA SORPRESE

Il moscerino arrivato in Italia nel 2009, che tanto allarme ha destato tra i viticoltori in diverse regioni, non risulta aggressivo sulla vite, ma va tenuto sotto controllo. Si tratta dunque di un “sorvegliato speciale”. Così dal convegno, organizzato da Fieragricola in collaborazione con il Consorzio per la tutela dei vini della Valpolicella, che si proponeva di fare il punto sulla sua pericolosità.
“Ci premeva particolarmente fare chiarezza su Drosophila suzukii - ha sottolineato Olga Bussinello, direttrice del Consorzio - perché siamo impegnati nel monitoraggio e nell’osservazione del nuovo parassita che nel nostro caso potrebbe assumere particolare importanza nell’appassimento delle uve in fruttaio. Qui, infatti, il completamento del ciclo all’insetto può determinare un notevole danno economico visto l’elevato prezzo delle uve per la produzione di Amarone”.
Il programma istituzionale del Consorzio per la tutela dei vini della Valpolicella da tre anni a questa parte mira a valorizzare il ruolo del vigneto e la sua cura nella filiera produttiva dei vini a denominazione Valpolicella e il monitoraggio e la ricerca sulla Drosophila suzukii si inquadrano in questa ottica a fronte di un potenziale pericolo per le produzioni.
“A rendere temibile il moscerino asiatico - spiega Alberto Grassi della Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Trento) - la capacità della femmina di bucare la buccia e deporre le uova all’interno dell’acino determinando microfessure, il ciclo di sviluppo molto breve, l’elevato numero di generazioni con il conseguente rapido incremento delle popolazioni. E se questo non bastasse, Drosophila suzukii ha una grande capacità di adattamento e crea problemi proprio a ridosso della vendemmia, quando la difesa risulta difficile per il rispetto dei tempi di carenza”.
“Dai primi anni di esperienza di monitoraggio della sua presenza in vigneto - rassicura Luisa Mattedi della Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Trento) - si può affermare che Drosophila suzukii non risulta aggressiva sull’uva. Attenzione, però, questo non vuol dire che si possa abbassare la guardia. Dobbiamo costantemente tenerla sotto controllo per essere tranquilli. L’altro aspetto importante - continua Mattedi - è che in presenza di attacchi in vendemmia non si riscontrano particolari problemi, se non nel caso di presenza contemporanea di ferite da grandine. Solo in questo caso si assiste al disfacimento tipico nei frutti di altre colture in seguito al suo attacco”. “I rilievi hanno dimostrato la presenza dell’insetto - riporta Renzo Caobelli, agronomo consulente del Consorzio per la tutela dei vini della Valpolicella. Tuttavia, anche in prossimità della vendemmia, a fronte di un discreto numero di adulti di entrambi i sessi non c’era corrispondenza nell’ovodeposizione sugli acini. Le esperienze condotte sulle trappole hanno dimostrato che a fare la differenza nell’efficacia è la presenza dell’esca alimentare e non il colore o la forma delle trappole. E’ irrilevante che la trappola sia rossa perché questo colore è indifferente a Drosophila suzukii. Circa la suscettibilità varietale, su cui ci premeva acquisire informazioni, non abbiamo evidenze significative vista l’esiguità degli attacchi rilevati”.
“Solo nei vigneti collocati nella fascia di alta collina - sottolinea Enrico Marchesini di Agrea-Centro Studi - la densità di popolazione è stata nettamente superiore a quella registrata nelle zone collinari e di fondovalle. Questo ci ha permesso di rilevare una certa preferenza varietale di Drosophila suzukii: nelle cultivar a bacca rossa e a maturazione medio-tardiva, le autoctone Corvina e Rondinella sono più colpite rispetto alle internazionali Merlot e Cabernet sauvignon. Esiste una stretta relazione tra attacco delle uve nei vigneti e successiva presenza di Drosophila suzukii nei fruttai - prosegue Marchesini. La temperatura dei locali di appassimento ha influenzato il numero di catture degli adulti e i tempi del loro sviluppo. Inoltre le femmine sono capaci di ovodeporre anche su acini in appassimento”.
Allargando lo sguardo alle esperienze su Drosophila suzukii fatte in Svizzera e in Europa si trovano alcune conferme rispetto alle esperienze italiane. Drosophila suzukii predilige vitigni a bacca rossa con buccia sottile, come in Svizzera Bondoletta e Gamay - dice Mauro Jermini di Agroscope Changins-Wädenswil, Acw Centro di Ricerca Cadenazzo in Svizzera. Seguono Pinot Noir e Divico rosse, con buccia meno sottile, e poi Müller-Thurgau e Chasselas a bacca bianca. Interessante è il fatto che quasi nessuna delle uova deposte all’inizio della maturazione delle uve ha generato lo sviluppo di adulti, quindi il tasso di sfarfallamento è rimasto molto basso. Inoltre, osservazioni in campo e prove preliminari di laboratorio hanno indicato che l’infestazione del grappolo non favorisce né lo sviluppo di altri moscerini, né marciumi all’interno dei grappoli”. In sostanza, nelle aree viticole svizzere, a fronte di deposizioni sui grappoli, Drosophila suzukii le larve non si sviluppano, quindi non si hanno incrementi di popolazione dell’insetto. Una situazione confortante rilevata anche in 14 altre regioni viticole (pari a circa il 10% della superficie vitata europea) da un’indagine svolta da Agroscope. La gestione dell’insetto è basata sulla prevenzione, pertanto Drosophila suzukii è attualmente considerata in Europa un parassita minore dell’uva.

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