Che la “questione giovanile”, in Italia, passi anche dall’agricoltura, è un dato di fatto. Lo dimostra il ritorno di tanti giovani, negli ultimi anni, al settore, magari in veste di imprenditori agricoli, più che di “contadini” tout court. Fatto sta che, secondo Coldiretti/Ixè, nel 2014 ben il 46% dei giovani andrebbe a lavorare se avesse la disponibilità di un terreno, e il 30% delle aziende agricole oggi in Italia, è nato negli ultimi 10 anni, con tutta una serie di professioni innovative: dall’agritata all’agriscultore, dal muratore ecologico all’erborista 2.0, dal tutor dell’orto in città al tintore naturale di tessuti anallergici, dall’affinatore di formaggi fino a chi ha recuperato la canapa in tutte le sue molteplici possibilità di impiego. Mestieri che ha raccontato, oggi, la Coldiretti, nell’assemblea che ha eletto la 25enne Maria Letizia Gardoni alla guida dei giovani dell’organizzazione, e presentato l’indagine “Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014”.
Presente anche il giovane Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che ha detto: “puntiamo a costruire un piano d’azione straordinario per i giovani nel settore agroalimentare, partendo da punti fermi come il collegato agricolo e da altri elementi che intendiamo individuare. Intorno alla questione giovanile possiamo costruire un punto vero di rilancio del Paese. Il “segno generazionale” dato dal Governo Renzi non è tutto, però è un segno che può dare molto, ora non ci sono più alibi, la nuova squadra di governo ha una grande responsabilità, Matteo non ci dorme e io pure”.
Focus - Coldiretti: dall’“agritata” al “muratore ecologico”, le nuove professioni agricole. Con un’impresa agricola su tre nata negli ultimi dieci anni
Dall’agritata all’agriscultore, dal muratore ecologico all’erborista 2.0, dal tutor dell’orto in città al tintore naturale di tessuti anallergici, dall’affinatore di formaggi fino a chi ha recuperato la canapa in tutte le sue molteplici possibilità di impiego, sono queste alcune delle nuove figure professionali che, in una drammatica situazione di crisi e disoccupazione record, sono nate e si sono affermate e che sono state presentate all’Assemblea elettiva dei Giovani Coldiretti nell’ambito dell’ Open Space su “Il lavoro possibile nel tempo della crisi” che evidenzia il grande spazio alla creatività che offre il settore agricolo dove nel 2014 ben il 46% dei giovani andrebbe a lavorare se avesse la disponibilità di un terreno secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
La possibilità di stare in campagna a contatto con la natura è la motivazione principale per il 33% ma - sottolinea la Coldiretti - c’è un rilevante 24% che vede nel settore una vera opportunità di business. In Italia vedono una prospettiva di lavoro futuro nell’agricoltura e nel cibo quasi uno studente su quattro con ben il 23% degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia, secondo una analisi della Coldiretti . Una tendenza che è confermata anche dai livelli superiori con le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari che hanno fatto registrare la crescita piu’ alta nel periodo considerato con un aumento del 45%, sulla base di una ricerca Datagiovani. Lo dimostra anche l’andamento nel settore primario dove, a testimonianza del processo di rinnovamento in atto, quasi un’impresa agricola italiana su 3 è nata negli ultimi 10 anni. Nell’agricoltura italiana il 7,2% dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 58.663 aziende. Di queste circa il 70% - continua la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.
“I giovani incarnano le potenzialità e la forza del nostro territorio - ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che per le sue caratteristiche rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee”.
C’è chi, come Sara Beccaria di Montelupo Albese in Piemonte, ha deciso di diventare un’agritata ed accogliere nella sua azienda bambini dai 3 mesi ai 3 anni , seguendo un progetto pedagogico specifico che porta alla riscoperta della natura, della stagionalità e delle eccellenze dell’agricoltura italiana. L’obiettivo dell’agritata - afferma la Coldiretti - è quello di offrire un servizio di alta qualità per le famiglie, valorizzando gli aspetti della ruralità, con l’accoglienza dei bambini nel contesto dell’azienda agricola. In azienda infatti i bambini possono trascorrere molto tempo all’aria aperta, scoprire come cambiano i colori e i profumi con l’alternarsi delle stagioni, familiarizzare con alcune semplici attività agricole come prendersi cura degli animali e delle piante, sempre in un’ottica educativa. I bambini sono affidati ad una specifica Agritata, scelta dagli stessi genitori con la quale si instaura un rapporto di completa fiducia. L’affidamento esclusivo ad un’unica agritata consente di offrire percorsi educativi personalizzati per ogni bimbo, nei modi e nei tempi più giusti. Ovviamente i genitori possono condividere con la Agritata il percorso di crescita del piccolo in maniera costante.
Mirko Raguso di Gravina in Puglia, invece, ha deciso di diventare un muratore ecologico sperimentando con successo la prima mattonella di paglia. Partendo dal riutilizzo di scarti dell’agricoltura, Mirko - sottolinea la Coldiretti - realizza un prodotto tecnologico e innovativo costituito da un sistema di coibentazione di ridotte dimensioni, che riescono a garantire le più elevate prestazioni energetiche previste dalle vigenti norme di legge. L’obiettivo del prodotto fiale è quello di raggiungere il miglioramento delle performance energetiche e ambientali degli agglomerati urbani, attraverso l’incremento delle prestazioni di efficienza energetica e la riduzione dei consumi delle risorse.
Ed ancora Luca Romiti di Pistoia è diventato un agricultore attraverso l’arte topiaria. Luca - sottolinea la Coldiretti - è un vero e proprio artista capace di trasformare la natura in scultura con la consapevolezza che tutto può essere riprodotto con estro dal genio e dalla natura. Con piccoli e semplici attrezzi del mestiere, il maestro topiario crea meravigliose sculture viventi. Dal primo seme all’ultima sforbiciata è tutto un intrecciarsi di rami e di foglie che si impersonificano. Nel lavoro nulla può sfuggire dalle mani del maestro. Sono passati ormai un bel po’ di anni dalle prime forme artigianali realizzate con l’anima di metallo, ma ancora oggi Luca è alla ricerca costante della perfezione. Dal primo innesto fino alla scultura ci si impiega circa tre anni, ma queste opere continuano a vivere e ad essere modellate, così come la sua impresa che non ha mai smesso di crescere. Anche se le sue opere hanno fatto il giro del mondo, in azienda è tutto made in Italy, Luca non si lascia affascinare dalle tentazioni di un mercato globalizzato e industriale.
Daniela Carofiglio di Casamassima in provincia di Bari, invece ha scelto di diventare un tintore naturale di tessuti anallergici, utilizzando al meglio i prodotti della sua azienda agricola: ortaggi, frutta e piante tintorie. La gamma dei suoi prodotti con cui colora in modo del tutto naturale i tessuti - sottolinea la Coldiretti - è estremamente variegata: dalla cipolla rossa e dorata, alla rapa rossa, dal cavolo viola ai carciofi, per non parlare dell’edera, dei mirtilli, delle bacche di sambuco, delle foglie di ulivo, del melograno, della camomilla, dell’ortica, della liquirizia, dell’ortica che donano delle sfumature di colore, uniche e originali, ad ogni tessuto anallergico.
Federica Ioanna di Biccari in provincia di Foggia ha deciso di abbandonare il suo lavoro da veterinario per diventare affinatrice di formaggi trasformandosi in un abile mastro casaro che concia il formaggio con spezie, aromi e gustosissime miscele per farlo diventare unico e straordinario. In particolare, Federica concia i sui formaggi, dopo averli fatti stagionare per alcuni mesi in tantissimi modi: con crusca di grano duro, in miscele di olio extravergine di oliva aromatizzato con alloro, rosmarino, erba cipollina, affogato in botti di legno colme di vino o avvolto in pregiate vinacce e molti altri ancora. Ogni suo formaggio quindi diventa un’opera d’arte richiestissima dai consumatori più attenti e ricercati.
Fabio Bizzarri in Toscana ha scelto invece di diventare un vero e proprio tutor dell’orto, collaudando con grande successo il suo primo kit, un po’ gioco, un po’ passatempo, che risulta davvero strepitoso per realizzare - sottolinea la Coldiretti - in poco spazio un piccolo orto fuori suolo adattabile a tutte le situazioni abitative, a casa come a scuola, anche in assenza di un giardino. L’obiettivo di Fabio è quello di avvicinare grandi e bambini ad uno stile di vita alimentare il più possibile salutare, corretto ed ecologico attraverso l’esperienza diretta, immediata e manuale della gestione quotidiana dell’orticello. Seminare, annaffiare, pulire e curare, giorno dopo giorno, l’orto sono infatti azioni necessarie per ottenere il risultato della “raccolta” dei frutti, e soprattutto per una crescita consapevole del consumatore del domani ed una migliore conoscenza di se stessi. Il kit è costituito da bancali in legno di misura standard 60cm per 40cm ed è fornito di terriccio certificato bio, humus per fertilizzare, telo anti alga, piantine o semi a seconda dell’occorrenza, ma anche di attrezzature e materiali necessari con le immancabili istruzioni per la coltivazione.
Salvatore Satanassi a Quarto di Sarsina in provincia di Forlì-Cesena, invece, è un bravissimo agrierborista. La sua azienda nasce nel 1992 per realizzare l’idea di coltivare, raccogliere e trasformare piante medicinali per il benessere, la salute e la bellezza lavorando in armonia con le leggi della natura. Oggi nella sua azienda Salvatore produce circa 250 specie di piante officinali e aromatiche con cui vengono preparati oltre 1000 manufatti erboristici di qualità. In contemporanea alle erbe officinali Salvatore pianta anche tanti alberi non solo validissimi per lenire e bonificare il paesaggio e l’ambiente, ma anche per utilizzare le gemme dei loro frutti per ottenere molti macerati glicerici.
E ancora Daniele Mandarello nel Lazio ha finalmente realizzato il proprio sogno rispolverando un antico mestiere che oggi sta ritornando prepotentemente di moda, quello del potatore. Un lavoro estremamente importante - sottolinea la Coldiretti - perchè un taglio sbagliato può portare l’albero all’inattività anche per un paio d’anni. Il compito del potatore, infatti quello di intervenire con particolari tagli sulla pianta per poter garantire le migliori condizioni per lo sviluppo vegetativo e la produzione, ma un aspetto importante risiede anche nella cura e nell’estetica delle piante, soprattutto quando al potatore viene affidata la cura e la gestione di parchi e giardini dove spesso occorre lavorare in base a criteri estetici. Un altro impegno che attende i potatori, soprattutto quelli con più anni di esperienza, all’interno delle aziende e dei parchi è quello dell’innestatura. Per svolgere la professione di potatore - afferma la Coldiretti - non è richiesto un titolo di studio specifico, occorre frequentare un corso di formazione professionale e affiancare un potatore esperto mentre lavora. E infine Pasquale Polosa in Basilicata ha deciso di intraprendere una nuova strada e di coltivare canapa a fini alimentari. Dalla spremitura a freddo del seme ricava olio e farina, dalla trasformazione della farina diversi prodotti, dai biscotti al pane, dalla pasta al cioccolato e altro ancora. Le proprietà benefiche e i benefici per la salute dell’uomo derivanti dalla canapa, dall’olio e dalla farina che se ne ricavano, del resto, sono state riconosciute dal Ministero della Salute, dall’OMS e da numerose ricerche che hanno dimostrato l’efficacia dell’impiego dell’olio di semi di canapa in funzione preventiva per la salute. Il seme di canapa e gli alimenti derivati contengono anche proteine che comprendono tutti gli aminoacidi essenziali, in proporzione ottimale e in forma facilmente digeribile. Si tratta - conclude la Coldiretti - solo di alcuni esempi dei nuovi lavori anticrisi che ridanno coraggio ed entusiasmo a tanti giovani che hanno il desiderio di non arrendersi, di farcela e tanta voglia di trasformare le loro passioni in vere attività imprenditoriali.
Focus - Come diventare agricoltori in 10 mosse
1) avere un’“idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto di sviluppo. Avere un’idea di impresa agricola significa individuare che tipo di “imprenditore agricolo” si vuole essere o diventare: imprenditore agricolo più “tradizionale” (produzione in un specifico comparto) o più “innovativo” e “diversificato” sfruttando, a 10 anni (18 maggio 2001/2011) dalla sua introduzione, le opportunità offerte dalla legge di orientamento in agricoltura. Inoltre, avere un’idea di impresa significa valutare quali leve strategiche si intendono attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio, qualità, agroenergie, agriturismo, fattoria didattica.
2) analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l’osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. Significa analizzare, servendosi di appositi consulenti le componenti di base per avviare l’impresa agricola, una volta esplicitata l’idea.
3) confrontarsi con gli altri che hanno già fatto esperienze simili in Italia o in Europa per cogliere le sfumature e focalizzare al meglio le idee.
5) ricerca della fonte di finanziamento. Sulla base dell’idea progettuale valutare la possibile fonte di finanziamento nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale (insediamento giovani, investimenti, qualità, pacchetto giovani). Per l’acquisto di terra verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nel ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina.
6) presentazione del progetto per il finanziamento pubblico. Si tratta di fare la domanda per l’accesso al finanziamento unitamente alla presentazione del Business Plan. Necessaria l’assistenza di un centro Caa e la consulenza di un professionista per la parte tecnica. Oggi questo è il punto su cui si incaglia il meccanismo di avvio di un’impresa agricola. Infatti le procedure per accedere alle risorse dei Piani di Sviluppo Rurali (Psr) specificatamente dedicate ai giovani prevedono in media 275 giorni tra l’approvazione del programma e l’uscita del bando; 248 giorni tra la fine della raccolta delle domande e i decreto di concessione del contributo (istruttoria); tra i 18 e i 24 mesi per l’erogazione del contributo.
7) presentazione del progetto per il finanziamento privato. Numerose banche offrono condizioni vantaggiose per i giovani anche grazie ad accordi con Creditagri Italia, il primo consorzio fidi nazionale, per la ricerca delle migliorie condizioni di accesso al credito e del prodotto finanziario più adatto. Particolare attenzione va riposta nella concessione della garanzie. Si tratta di un assaggio fondamentale per “non giocarsi” il capitale fisico appena costituito o i “risparmi” di papà.
8) una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale. Frequentarli è un modo per apprendere, ma anche per tessere una rete di rapporti con altri colleghi.
9) per avviare un impresa agricola non sono molti gli adempimenti necessari nè i relativi costi dal punto di vista burocratico. Infatti tre sono i passaggi fondamentali:
- apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
- iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio se si prevede di realizzare un fatturato superiore ai 7.000 euro/anno;
- Iscrizione e dichiarazione presso l’Inps.
10) la burocrazia è un peso non solo nell’avvio, ma anche nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. Il settore agricolo è ancora pieno di una pletora di adempimenti quotidiani (che si allungano ad elastico a seconda della branca di attività) che tolgono all’impresa agricola 2 giorni di lavoro a settimana da distrarre dall’attività di impresa vera e propria: 100 giorni l’anno.
Focus - Arriva la banca dati di aziende agricole che assumono
Arriva la banca dati di aziende agricole che assumono alla quale potrà accedere il 68% dei giovani italiani che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, nel 2014 vorrebbe lavorare in agricoltura, dalla vendemmia alla raccolta della frutta, perché ama la campagna o semplicemente per raggranellare un po’ di soldi, magari nella pausa scolastica. La presentazione è avvenuta nel corso dell’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti durante la quale è stato aperto il portale della Coldiretti “Lavoro in campagna” per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in corso di autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro.
Allo scopo è stato predisposto un sistema informatico che - sottolinea la Coldiretti - opera attraverso un apposito sito web nazionale nel quale verranno acquisite, archiviate e rese disponibili in forma pubblica tanto le richieste di manodopera delle imprese che i curricula e le disponibilità dei lavoratori. Il servizio peraltro non si limita comunque all’impresa, ma è rivolto anche al sistema della famiglia che potrà essere assistito nella ricerca di colf o badanti, al giovane che ricerchi la possibilità di effettuare uno stage aziendale, allo studente a caccia di un’occupazione durante il periodo delle vacanze estive o invernali attraverso un’offerta di lavoro occasionale accessorio (voucher) e al pensionato che voglia integrare il proprio reddito da pensione sempre tramite i buoni lavoro.
Lo strumento informatico sarà accessibile presso ogni sede e sportello territoriale della struttura Coldiretti con personale qualificato che provvede anche a rendere un vero e proprio servizio di accompagnamento ed assistenza a imprese e lavoratori, sia nel compito di caricamento e aggiornamento dei dati, sia soprattutto nella vera e propria fase di incontro tra domanda ed offerta di lavoro. È infatti previsto che tale fase di incontro tra impresa e lavoratori non sia gestita in automatico dal sistema, ma sia accompagnata e guidata dai servizi Coldiretti che provvederanno a segnalare all’impresa l’esistenza nell’archivio del sistema web di candidature compatibili con le necessità espresse provvedendo, se di interesse dell’impresa, ai necessari contatti con i candidati. “Si tratta di una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani (e non solo) che desidera fare una esperienza di lavoro in campagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “in agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione lontano dalla città”.
Con l’arrivo della bella stagione saranno almeno 200.000 i giovani impegnati nelle campagne ad iniziare dalla preparazione dei terreni e delle serre per gli ortaggi per continuare con la raccolta di frutta e verdura fino alla vendemmia, secondo una stima della Coldiretti. L’estate coincide - sottolinea la Coldiretti - con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne per le attività di raccolta di verdura e frutta come ciliegie, albicocche o pesche, fino a quella dell’uva che si concentra nel mese di settembre.
Per gli studenti - continua la Coldiretti - lavorare nei campi significa, oltre che prendere contatto con il mondo del lavoro, anche fare una esperienza diretta in simbiosi con la natura, i suoi prodotti e una cultura che ha fatto dell’Italia un Paese da primato a livello internazionale nell’offerta di alimenti e vini di qualità. Un’occasione per conoscere la genuinità e le caratteristiche dei veri prodotti del Made in Italy per imparare a distinguerli da quelli importatati spacciati come nazionali anche - precisa la Coldiretti - sugli scaffali dei mercati al momento di fare la spesa. Dal 1 giugno i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi - sottolinea la Coldiretti - possono essere remunerati con i voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. I voucher - conclude la Coldiretti - rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.
Focus - Maria Letizia Gardoni nuovo leader giovani di Coldiretti
E’ Maria Letizia Gardoni il nuovo leader dei giovani agricoltori di Coldiretti. Venticinque anni di Osimo (Ancona) dove coltiva ortaggi con metodo macrobiotico, è stata eletta dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa, composta da rappresentanti provenienti dalle campagne di tutte le Province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 40.000 giovani. La neodelegata, che ha ricevuto le congratulazioni “in diretta” dal nuovo Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, presente all’Assemblea, guiderà un esecutivo nazionale composto per il 50% da donne e per il 50% da uomini: Maria Serena Minunni, Erika Pedrini, Valentina Binno, Elena Tortoioli, Ignazio Gibiino, Paolo Giorgi, Daniele Perrone, Andrea Barbetta. Un esempio dei tanti ragazzi che hanno scelto la professione di agricoltori portando nel lavoro quel contributo di innovazione che rappresenta oggi la chiave del successo imprenditoriale. Maria Letizia Gardoni, che ha raccolto il testimone di Vittorio Sangiorgio, chiamato alla guida di Giovani Impresa il 24 marzo 2010 - informa la Coldiretti - ha iniziato la sua avventura nel 2008. I suoi genitori sono entrambi funzionari pubblici, ma fin da piccola aveva l’idea di fare l’imprenditrice agricola. A 19 anni ha coronato il sogno acquistando un terreno facendo un mutuo e aprendo la sua azienda, 9 ettari nelle campagne di Osimo. All’inizio - precisa la Coldiretti - ha provato a coltivare ortaggi per l’industria, ma si è resa conto che non era questa la sua “dimensione”, non tanto produttiva quanto mentale. La svolta è arrivata poco dopo, grazie a un’autentica folgorazione per la “Policoltura ma-pi”, dal nome di Mario Pianesi, l’uomo che ha portato il macrobiotico in Italia. Ha iniziato così a coltivare cavoli, insalata, carote, finocchi coi quali oggi rifornisce i punti macrobiotici della provincia di Ancona. Un mercato in crescita tanto che Maria Letizia sta aumentando la produzione. Nel frattempo si è laureata in Scienze e tecnologie agrarie all’Università Politecnica delle Marche, con una tesi sullo spopolamento degli alveari. Il suo prossimo obiettivo - conclude la Coldiretti - è aprire un centro agricolo di ippoterapia, sviluppando un progetto di agricoltura sociale.
Focus - Lavoro: la metà dei trentenni vive con la paghetta. 3 giovani su 4 a casa dai genitori. Fanno spesa e cucinano ma il 16% non rifà il letto
Più della metà dei trentenni italiani nel 2014 vive con la paghetta dei genitori (51%) o dei nonni e altri parenti (3%) che sono costretti ad aiutare i giovani fino ad età avanzata. Emerge dalla prima analisi Coldiretti/Ixè su “Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014”, presentata all’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti sui ragazzi di età compresa tra i 30 ed i 34 anni, dalla quale si evidenzia che il soccorso di genitori e parenti sale al 79% se si considerano tutti gli under 34. In una situazione come questa non stupisce il fatto che - sottolinea la Coldiretti - ben il 75% dei giovani italiani viva con i genitori in casa dove cerca però di rendersi utile, tanto che il 76% fa la spesa, il 73% cucina e il 60% fa piccole riparazioni anche se c’è uno zoccolo duro del 16% che non si rifà neanche il letto.
“La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini”. La famiglia deve tornare ad essere un punto di riferimento delle politiche di sviluppo perché se al suo interno ha le risorse per sopportare meglio la crisi dal punto di vista economico - ha continuato Moncalvo - è soprattutto in Italia un presidio di imprenditorialità diffusa che il Paese non può perdere. Questo vale anche nelle campagne e non per nulla - ha concluso Moncalvo - l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2014 “Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025