Se bastasse un vino a risolvere le controversie internazionali, la crisi ucraina rientrerebbe nel giro di qualche ora, e le divisioni che da decenni martoriano la Terra Santa, non avrebbero motivo di esistere. Purtroppo, i governanti spesso e volentieri si rivelano molto meno illuminati di tanti vigneron, capaci di far incontrare, tra i filari, culture e storie diverse, o di riavvicinare regioni che hanno condiviso secoli di storia, come l’Italia e la Slovenia, divise dalla storia, ma riunite nel Sinefinis, lo spumante “senza confini” nato dal pensiero comune di due giovani viticoltori, il friulano Robert Prinčič e lo sloveno Matiaž Četrtič, risultato delle migliori uve di Ribolla Gialla italiane e slovene.
Le due lande, Collio italiano e Brda sloveno, come si legge nel comunicato della Pellegrini Spa (www.pellegrinispa.net), che distribuirà lo spumante, sono portatrici di una medesima eredità: unite sotto i vari imperi, da Napoleone al Regno d’Italia, sono state scisse dal Trattato di Parigi del 1947 che ha diviso abitanti, famiglie e vigneti. Le recenti leggi europee, tuttavia, hanno colmato questa separazione classificando entrambi i territori come “zona C2” e permettendo una produzione che comprendesse l’utilizzo delle uve di entrambe le nazioni.
Robert Prinčič di Gradis’ciutta, storica azienda italiana che da sempre mantiene uno stretto legame con i vicini oltre confine, e Matiaž Četrtič di Ferdinand, rinomata realtà apprezzata a livello internazionale, hanno colto questa importante opportunità realizzando un progetto comune: unendo le loro forze e capacità tecniche hanno dato vita a uno spumante senza confini, il Sinefinis Rebolium. Frutto di pregiati vigneti (100% Ribolla Gialla) italiani e sloveni, l’emblematica bollicina è la traduzione di uno spirito e di un’ideologia comune, all’insegna dell’eccellenza e della valorizzazione del territorio.
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