Se in generale i risultati positivi di un grande gruppo indicano in filigrana anche il buon stato di salute del suo settore di appartenenza, questa regola non scritta vale a maggior ragione nel comparto vitivinicolo italiano, dove da qualche anno a questa parte il Gruppo Italiano Vini (Giv) detiene il primato assoluto in termini di fatturato.
Il positivo andamento di questo vero e proprio gigante (insieme al suo azionista Cantine Riunite/Civ) determina, quindi, non solo un percorso virtuoso del lavoro di questa realtà produttiva con cantine praticamente in tutta Italia, ma anche del comparto vino tricolore che, in effetti, soprattutto grazie all’export, si conferma una delle poche realtà in attivo dell’economia del Bel Paese.
Ecco, dunque, che, anche nel 2013, il Gruppo Italiano Vini (Giv) si rafforza ulteriormente, presentando un fatturato di 348 milioni di euro consolidato e confermandosi come la realtà produttiva più importante del panorama enoico tricolore. A parlare le cifre assolute, che, oltre a quelle relative al fatturato, mostrano un gruppo capace di produrre e commercializzare 92 milioni di bottiglie, prodotte da 15 cantine di proprietà, che contano in Italia su 1.340 ettari di vigneto e sul lavoro di 529 dipendenti. E le cifre salienti dell’esercizio 2013 mostrano un gruppo decisamente in salute, che cresce del 3,2% sul fatturato consolidato 2012, proseguendo la corsa all’internazionalizzazione, la cui quota del fatturato estero sul consolidato raggiunge il 73%.
Sul piano più strettamente economico-finanziario, nel 2013, il Gruppo Italiano Vini (Giv) registra un Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation & Amortization, vale a dire l’utile prima degli interessi passivi, imposte e ammortamenti su beni materiali e immateriali) consolidato pari a 23,9 milioni di euro e un risultato finale di bilancio consolidato pari a 2,3 milioni di euro. Il patrimonio netto è pari a 135 milioni di euro; la posizione finanziaria netta è inferiore del 3,7% su quella dello esercizio precedente e si mantiene ben al di sotto dei mezzi propri del gruppo. I due terzi dei debiti finanziari sono rappresentati da operazioni a medio-lungo termine ottenute a favorevoli condizioni di mercato.
A mostrare anche quest’anno un apprezzabile andamento positivo sono le dieci società estere controllate e/o partecipate dal Gruppo (che portano il totale dei dipendenti a 832): tra queste, la Frederick Wildman & Sons, storico importatore e distributore, con sede a New York che ha fatturato 111 milioni di dollari (+5,9%), e la Carniato Europe di Parigi, la più importante organizzazione di distribuzione di prodotti alimentari italiani in Francia, che chiude il 2013 con 59 milioni di euro di fatturato (+5,5%); nel 2013 Carniato Europe ha inaugurato un moderno e innovativo punto vendita nei Mercati Generali di Parigi, a Rungis. Importante anche il fatturato svolto (22 milioni di euro) dalla Giv Deutschland di Monaco di Baviera, che opera in tutti i canali distributivi; positivo l’andamento di Giv Cz a Praga e della Giv Uk a Londra; al secondo anno di attività, la Shanghai Giv in Cina, dove ha il compito di supportare e sviluppare i contatti commerciali ed il marketing dei vini del gruppo per i numerosi importatori attivati sul mercato cinese.
Cresce del 2,3%, sempre sul 2012, il fatturato della capogruppo, che si posiziona a 221 milioni di euro; migliorano i livelli di redditività del gruppo e quelli sul medio/lungo termine della posizione finanziaria netta, in virtù anche del passaggio diretto alla gestione della Capogruppo Cantine Riunite & Civ. L’Istituto per lo Sviluppo Agroalimentare (Isa), società controllata dal Ministero agricole resta, invece, nella compagine sociale, con una percentuale pari all’8% del capitale sociale, espressa attraverso la sottoscrizione di azioni privilegiate.
Il 2013, come l’anno precedente evidentemente, è stato contraddistinto da una difficile congiuntura a livello mondiale e da un ulteriore calo dei consumi di vino sul mercato interno, sia nel canale moderno (-6,5%) sia nel canale tradizionale: in questo difficile contesto Gruppo Italiano Vini (giv) ha saputo operare al meglio a livello nazionale rilevando un leggero calo di fatturato inferiore alla media, e ha rafforzato la sua presenza nell’export sia nei tradizionali Paesi importatori che sui nuovi Mercati; il gruppo complessivamente esporta in 85 Paesi.
Nella valutazione dei risultati raggiunti è necessario tenere presente l’importante aumento subito dai costi delle materie prime (uve e vini) che hanno registrato incrementi record nel 2012 e nel 2013, obbligando il gruppo ad operare adeguamenti nei listini di vendita accolti con difficoltà dal mercato.
Sul piano commerciale è proseguito il piano di sviluppo delle marche strategiche del gruppo: Bolla rimane al primo posto per fatturato, seguita da Cavicchioli, che si è ben integrata fra le marche del Gruppo, e da Folonari, forte principalmente sui mercati esteri. Positivo l’andamento dei vini delle Tre Venezie, trainati dalle forti richieste del Prosecco e dei prodotti del territorio veronese. In tenuta di fatturato, le marche del Centro Italia (Melini, Bigi, Fontana Candida) e del Sud (Rapitalà, Castello Monaci, Terre degli Svevi).
Andamento positivo per il settore delle bollicine: alla commercializzazione dei brand Cavicchioli e Carpenè Malvolti, nel 2013, si è aggiunta quella di Monogram (Franciacorta) e Bellei (Spumanti a metodo classico e Lambrusco ancestrale), che ben si integrano nel portafoglio dei prodotti del Gruppo.
Sul piano produttivo e dei costi di struttura è stata operata un’importante opera di messa a punto e razionalizzazione, che ha portato a positivi risultati sia a livello delle cantine di produzione che nelle aziende agricole dove Gruppo Italiano Vini (Giv) continua a condurre oltre 1.000 ettari di vigneti in 11 diverse regioni italiane.
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