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Usa: cantine in tutti i 50 Stati ... Cina: il gigante Changyu punta su e-commerce ... Georgia: cresce export in Russia ... Argentina: settore vinicolo in difficoltà ... Bulgaria: 133 milioni dalla Ue per viticoltura
di Andrea Gabbrielli

- Usa, ormai cantine in tutti i 50 Stati
L’industria del vino americano si sta espandendo sempre più. Se la California può vantare il maggior numero aziende vinicole in attività, ormai le cantine sono presenti in tutti i 50 Stati degli Usa. Con un totale di 319 aziende vinicole, New York ne ha più di qualsiasi altro stato ad est del Mississippi. Produce 20,4 milioni di casse di vino all’anno, di cui 17 milioni sono della Canandaigua Winery, una delle più grandi del Paese.
In febbraio, la New York Wine & Grape Foundation ha pubblicato i risultati di uno studio sull’impatto economico del settore utilizzando i dati del 2012: l’indagine ha dimostrato che attualmente ci sono circa 15.000 ettari di vigneto mentre il fatturato delle cantine è quasi di 553 milioni dollari e gli stipendi pagati, più di 1,14 miliardi dollari.
L’impatto economico del settore vitivinicolo dello Stato di New York è passato da 3,76 miliardi dollari nel 2008 a 4,8 miliardi dollari nel 2012. La Virginia ha il secondo maggior numero di cantine ad est del Mississippi e le 69 aziende del 2000 sono diventate 222 nel 2014. Nel febbraio 2011, l’allora Governatore Bob McDonnell annunciò i risultati di uno studio (2010) sull’impatto economico del settore che quantificava in 747 milioni di dollari il contributo annuale all’economia della Virginia. Attualmente nello Stato si producono 774.525 casse di vino all’anno. In Pennsylvania, il terzo stato più importante per la produzione di vino dell’Est, da 70 cantine del 2000 si è arrivati alle 174 di oggi dice Wines Vines Analytics.
Secondo uno studio pubblicato dalla Pennsylvania Wine Marketing Research Board nel 2009, l’industria del vino ha contribuito all’economia dello Stato, con oltre 870 milioni dollari. Visto che il dato è basato su un settore con solo 114 aziende vinicole, è ragionevole ipotizzare che l’impatto del settore è ben più di $ 1 miliardo. Inoltre, la Pennsylvania ha una grande industria del succo d’uva che aggiunge valore economico al settore. L’Ohio Department of Agriculture ha segnalato che, nel giugno 2011, l’industria del vino vale $ 580 milioni. Nel 2000 c’erano appena 60 cantine che oggi sono diventate 144. La Pennsylvania produce 755.365 casse all’anno sulle 759.980 dell’Ohio.
Fonte: www.winesandvines

- Cina, il gigante Changyu punta sull’e-commerce
Il gigante della produzione vinicola cinese Changyu ha annunciato, in China Food & Drinks Fair, il lancio di una piattaforma per la vendita on line, denominata “Pioneer Wine” (jiuxianfeng.com). L’iniziativa riflette il “boom di mercato delle vendite di vino on-line in Cina”, ha dichiarato Liu Shilu, general manager Electronic Commerce Company of Changyu Pioneer Wine Company.
Secondo Vinexpo, le vendite di vino on-line nel paese sono state pari a CNY ¥ 7,3 miliardi nel 2013 (€ 851.550.000 milioni), il doppio del 2012. “I giovani, per il momento, sono i principali nuovi consumatori di vino e sono la forza trainante dello shopping online”. Liu ha dichiarato a “DecanterChina.com” che “abbiamo testato, per diversi anni, i canali di vendita on-line su scala minore e hanno avuto successo. Ora con www.jiuxianfeng.com puntiamo a diventare una delle principali piattaforme di e-commerce del vino nei prossimi 3-5 anni. Tuttavia - ha aggiunto Liu - le vendite del gruppo sono ancora in gran parte affidate ai canali tradizionali”.
L’azienda vende, oltre ai propri prodotti, una serie di vini importati di fascia alta, tra cui Margaux, Mouton-Rothschild e Cheval Blanc, a prezzi da CNY ¥ 1,966 a 26,999. Zhou Hongjiang, direttore generale della società, ha sottolineato che “la forza di jiuxianfeng.com in un mercato dove già operano un enorme quantità di piattaforme di vendita di vino on line, risiede nella sua facilità di accesso ai canali di distribuzione di Changyu, che copre ogni provincia in tutta la Cina”.
Liu ha aggiunto che la società prevede di espandere i suoi depositi dagli attuali 200 a 1.000. Jiuxianfeng.com, a sua volta, fornirà un servizio “O2O” (online to offline) consentendo ai clienti di controllare i livelli di magazzino per poi acquistare offline di persona oppure di ordinare online con consegna nel negozio più vicino.
“Siamo molto fiduciosi sullo sviluppo a lungo termine della vendita dei vini con l’e-commerce - ha detto Liu - e sarà una delle strategie di sviluppo fondamentali della Changyu in futuro”.
Fonte: www.decanterchina.com

- Georgia, cresce l’export in Russia
Secondo il Servizio doganale della Russia, nel primo trimestre 2014, la Georgia è diventato il terzo importatore di vino in Russia. I vini georgiani sono stati il 14,1% del totale del vino importato, dietro la Francia e l’Italia, rispettivamente con il 19,3 e il 14,8 %, mentre il vino spagnolo ha raggiunto il 13,5 % del mercato. La classifica continua, per quantità, con Cile, Germania, Bulgaria, Abkhazia, Ukraina e Argentina.
L’attuale quota della Georgia è superiore a quella di prima l’embargo (2005) quando rappresentava il 9 % del mercato totale delle importazioni, vale a dire 36,4 milioni di litri pari a 52 milioni di bottiglie l’anno. È interessante notare che le importazioni di Georgia e Abkhazia insieme rappresentano il 18,8%, una percentuale che le farebbe balzare al primo posto. Mentre il Servizio doganale russo considera la Georgia e l’Abkhazia, due paesi distinti, la Georgia considera la separatista Abkhazia come parte del suo territorio sovrano. Nel 2006 il Federal Consumer Protection Service russo ha vietato le importazioni di vino georgiano, lamentando che non soddisfacevano gli standard di qualità russi. I critici hanno detto che era stata una risposta alla crescenti tensioni politiche tra gli ex alleati. 7,4 milioni di litri di vino georgiano sono stati importati in Russia tra gennaio e marzo 2014.
Secondo l’Agenzia Nazionale del Vino della Georgia sarebbero il 71% del totale esportato del paese. Quando lo scorso anno l’embargo ai vini georgiani è stato revocato, gli esperti erano scettici sulle sue prospettive di ritornare velocemente in auge nel mercato visto, che vini più economici provenienti da paesi come Spagna, Portogallo e America Latina avevano riempito l’assenza ma i consumatori russi, evidentemente, non avevano dimenticato il loro ex-favoriti, e la Georgia è subito volata nella top 10 degli importatori di vino.
Fonte: www.news.hvino.com

- Argentina, il settore vinicolo in difficoltà
Negli ultimi mesi, il peso, la divisa argentina, è scesa in valore del 30 % sul dollaro Usa. Il calo, insieme ai tassi di inflazione drammatici, sta creando notevoli problemi all’industria vinicola argentina.
“Abbiamo già sperimentato questi cicli prima”, ha detto Alejandro Gennari, un economista agricolo dell’Università Nazionale di Cuyo a Mendoza. “Ma se non finisce presto, potremmo avere una crisi molto grave.” Nel paese sono in attività 894 aziende vinicole, di cui 300 esportano vino. L’Argentina è il quinto produttore vinicolo del mondo e il settore ha un ruolo importante nell’economia nazionale. Più della metà delle esportazioni di vino vanno negli Stati Uniti. Il Paese negli ultimi decenni è stato colpito da numerose recessioni e da crisi economiche-politiche. Le aziende vinicole con l’aumento dei costi delle forniture di base (tappi, bottiglie, lievito ..) di oltre il 40 %, stanno erodendo i margini di profitto e alcune piccole cantine sono state costrette a vendere il loro vino sfuso pur di sopravvivere.
“Stiamo cercando di non aumentare i prezzi, nonostante l’inflazione elevata”, ha detto Osvaldo Domingo, titolare di Domingo Molina in Cafayate. “Vogliamo rimanere competitivi, ma la situazione è difficile. Tutte le cantine stanno lavorando duramente per incrementare la qualità e mantenere i loro mercati all’estero”.
Le cantine più grandi, come Trapiche, stanno cercando di tenere i prezzi stabili e di aumentare il volume delle esportazioni. Normalmente un peso debole significherebbe che vini argentini costano di meno ai consumatori americani e quindi potrebbe aiutare le vendite ma l’inflazione supera i guadagni. Gli uffici amministrativi delle aziende si devono destreggiare tra tassi di cambio con il peso, il dollaro e l’euro. “Siamo fiduciosi che la situazione cambierà presto”, ha detto Gennari.
“L’industria del vino in Argentina è cresciuta a un ritmo sano e l’esportazione di vino di alta qualità gode di prezzi interessanti. Un cambiamento sarebbe un peccat”. Un dato positivo è l’aumento del turismo del vino favorito dal peso debole. ”I turisti possono ottenere ottime offerte sul vino e il cibo”, ha detto Julia Zuccardi di Familia Zuccardi, situata appena fuori Mendoza. “Ora riceviamo più di 40.000 visitatori l’anno e ne vediamo molti di più dal Brasile e dagli Stati Uniti favoriti dal loro tasso di cambio favorevole”.
Fonte: www.winespectator.com

- Bulgaria, per la viticoltura arrivano 133 milioni di euro dalla Ue
La Bulgaria riceverà 133 milioni di Euro dalla Ue come sovvenzioni per la ristrutturazione del settore vitivinicolo. Krasimir Koev, capo dell’Agenzia della Vite e del Vino della Bulgaria, ha dichiarato che dopo aver ricevuto i fondi Ue, si impianteranno anche dei nuovi vigneti. Su 81.000 ettari di terreno vocato alla viticoltura, già 68.000 sono utilizzati per i vigneti. Koev, poi, ha descritto l’annata 2013 come “la migliore del decennio” per l’uva, in gran parte acquistata da aziende vinicole. 250.000 tonnellate di uva sono state trasformate in 175 mln di litri di vino dei quali 137 milioni sono stati esportati. Ciò ha significato il raddoppio delle esportazioni rispetto all’anno precedente. Attualmente operano nel paese 260 aziende vinicole, mentre 14 sono pronte ad iniziare i lavori entro la fine del 2014. La viticoltura e la produzione di vino-produzione sono tra i pochi settori che non sono stati colpiti dalla crisi europea.
Fonte: www.novinite.com

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