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Il mondo del vino allo scontro finale con l’Icann. Il tempo dei negoziati è finito, da luglio arrivano i siti “.vin” e “.wine”: Cnaoc e Efow pensano al boicottaggio e ad una campagna a tappeto che metta in guardia i consumatori

I rapporti tra mondo del vino e Icann, l’organo americano che gestisce i domini web, non sono mai stati così freddi. Dopo mesi e mesi di incontri, confronti e scontri a tutti i livelli, la rottura pare sempre più insanabile, con i primi siti “.vin” e “.wine” pronti ad andare online, e i produttori di vini a denominazione d’origine di tutta Europa adesso sono pronti ad andare in trincea, scegliendo il boicottaggio come extrema ratio. Il tempo dei negoziati è finito, l’ultimatum dell’Icann è scaduto il 3 giugno, da luglio, legalmente, i primi siti potranno essere online, nonostante i rilievi dei viticoltori, che sottolineano come così non si faccia altro che aumentare la confusione e dare nuovi sbocchi alla contraffazione. A meno di 3 giorni dalla prossima sessione dell’Icann, di scena a Londra dal 22 al 25 giugno, le speranze di trovare un accordo sono ridotte al lumicino, e Confédération Nationale des producteurs de vins (Cnaoc) e European Federation of Origin Wines (Efow) sono pronte ad impegnarsi in una vasta campagna di boicottaggio: oltre a non comprare i domini “.vin” o “.wine”, consorzi e produttori di tutto il mondo pensano ad una campagna d’informazione a tappeto, che spieghi come questi nuovi siti internet non abbiano alcun tipo di legame con i territori ed i vini.

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