Guai in vista per Treasury Wine Estates, il gigante del vino australiano, che oltre ad una situazione finanziaria preoccupante, adesso, si trova ad affrontare una class action dei propri investitori, dopo la svalutazione subita dal gruppo nel 2013, di ben 19 milioni di dollari australiani. Secondo l’Abc, la tv pubblica del Paese, a far deflagrare la “bomba”, è stata la distruzione di 6 milioni di bottiglie ferme nei depositi Usa: “Treasury Wine Estates - denuncia Maurice Blackburn, l’avvocato che rappresenta la class action, dalle pagine di “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) - ha fuorviato gli investitori e violato i suoi obblighi comunicativi in relazione all’impatto finanziario di un eccesso di approvvigionamento dei distributori Usa”.
Rebecca Gilsenan, a capo degli investitori che hanno promosso la class action, sottolinea come “la nostra azione è portata avanti da centinaia di azionisti, che hanno perso milioni quando l’azienda ha rivelato la reale portata del problema, nel luglio dello scorso anno. Presenteremo le prove che Treasury Wine Estates sapeva, o avrebbe dovuto sapere, sin dal 17 agosto 2012, l’inevitabilità di una svalutazione del genere del proprio valore sul mercato, senza però aver messo al corrente nessuno, aspettando, appunto, il luglio del 2013, in modo da far pagare, ingiustamente, un prezzo enorme agli azionisti”.
Un brutto colpo per il gigante australiano, che sta cercando di tornare in territorio positivo, dopo una fine di 2013 ed un inizio di 2014 pieni di guai per il creatore di brand come Penfolds e Wolf Blass, tra bilanci in profondo rosso, voci di cessione e danni per milioni di dollari. Finora, il rilancio passa per il taglio dei posti di lavoro, e l’inserimento di figure commerciali in diverse posizioni di rilievo, tra cui l’amministratore delegato e il responsabile di Asia, Europa, Medio Oriente e Africa.
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