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Francia: mercato falsi vale 700 miliardi ... Usa: i vini più falsificati ... Spagna: rosso è sempre in testa ad offerte ... Nz: accordo Ue su bio ... California: costi terremoto ... Argentina: nel 2014 produttore n. 5 mondo
di Andrea Gabbrielli

- Francia, il mercato dei falsi vale oltre $ 700 miliardi
Il Tax Free World Association (Tfwa) ha messo all’ordine del giorno della sua annuale World Exhibition & Conference (Cannes, 26-31 Ottobre) il tema delle merci contraffatte, tra cui i vini e i liquori. Secondo le stime dell’Ocse, il valore del mercato globale delle contraffazioni si aggira tra i 600 e i 700 miliardi di dollari.
“Sappiamo che il mercato dei beni contraffatti è un problema enorme per le marche premium, molti delle quali sono nostre associate”, ha detto Erik Juul-Mortensen, presidente della Tfwa “anche se siamo riusciti a garantire che le merci offerte nei punti vendita duty free vengano acquistati da fornitori controllati, la minaccia dei falsi è sempre presente ed è crescente come l’inventiva dei falsari”, ha poi proseguito Mortensen. Per in modo particolare il settore dei vini, il caso di Rudy Kurniawan negli Usa, ha permesso di squarciare il velo sulle contraffazioni e ora gli esperti sanno quali vini hanno più probabilità di essere falsificati.
Fonte: www.thedrinksbusiness.com

- Usa, l’elenco dei vini più falsificati
Secondo Maureen Downey, fondatrice di Chai Consulting, una delle più importanti società di expertise del settore, che ha testimoniato per il Governo, nel processo a Kurniawan, ha detto che “Rudy ha venduto $130 milioni di vino taroccato anche perché gli altri lo hanno voluto comprare” afferma Downey, che accusa rivenditori e case d’asta di non prendersi troppo cura dei loro acquisti “lui adesso è in cella e gli altri sono fuori e vivono bene. Mai i vini (contraffatti) sono ancora là fuori”.
Downey ha raccontato quest’anno è stata coinvolta nel tentativo di rompere un giro di falsari europei che invitavano gli appassionati alle degustazioni, previo pagamento di $ 10.000, che includevano molti vini falsi. Ha visto le foto su Internet postate dai partecipanti eccitati e ha osservato che la stessa bottiglia è stata, presumibilmente, svuotato già diversi mesi prima. In sostanza, dice “vendono le stesse bottiglie più e più volte”. Downey, per rassicurare, dice che, in definitiva, la lista dei vini che falsari amano taroccare, è molto limitata. Pur avendo visto contraffatti sia Screaming Eagle che Opus One, la “Top 16” dei vini contraffatti è tutta europea, con tre italiani in lista.
Ecco l’elenco stilato da Downey:
Domaine de la Romanée-Conti
Henri Jayer
Domaine Dujac
Château Cheval Blanc
Château Petrus
Château Lafite Rothschild
Château Latour
Château Mouton Rothschild
Château Lafleur
Château Le Pin
Château Latour à Pomerol
Château Rayas
Jaboulet La Chapelle Hermitage
Sassicaia
Soldera Brunello di Montalcino
Bruno Giacosa Barolo
L’esperta americana aggiunge che solo poche annate dell’elenco sono state contraffatte: per i falsari ci può essere un richiamo nel taroccare un Domaine de la Romanée-Conti di qualsiasi annata, ma non tanto per gli altri “Lafleur, al di fuori di un paio di annate, non vale la pena”, ha detto Downey. L’esperta ha detto che il miglior vino contraffatto che avesse mai assaggiato è stato un Lafite 1964, venduto come un 1961. Il falsario aveva semplicemente raschiato una parte dell’ultimo numero dell’annata cercando di farla passare come l’annata più prezioso. “Non era un 1961, ma era ancora un Lafite” ha commentato Downey.
Fonte: www.wine-searcher.com

- Spagna, per il portale Tiendeo il vino rosso è sempre in testa alle offerte
Secondo uno studio condotto dal portale www.tiendeo.com, in Spagna, per ogni 10 offerte di vino rosso pubblicate sugli opuscoli o i cataloghi della gdo, ci sono solo 3 bianchi e 1 rosato. Questa tendenza è molto simile in Italia, Francia e Portogallo, dove le offerte di vino bianco rappresentano solo una media di 4 ogni 10 offerte di vini rossi. Ciò vuol dire che la promozione riguarda principalmente il vino rosso rispetto ad altre tipologie ma anche che il rosso è uno dei prodotti migliori per attrarre i consumatori. In Spagna, il vino è presente nel 60% dei cataloghi delle offerte, secondo Tiendeo.
Lo stesso studio ha rilevato che in Italia, Francia e Portogallo, c’è una grande quantità di offerte di vino rispettivamente con il 63%, l’80% e il 50%. Un altro dato che emerge dallo studio è che gli europei preferiscono i vini del paese. Le marche più popolari nei cataloghi sono locali secondo 1800 cataloghi studiati dal Tiendeo nel mese di ottobre: in Spagna, Cune; in Italia, Tavernello; in Francia Château La Sauvageonne e in Portogallo, Alentejo Encostas Alqueva.
Per condurre l’indagine, Tiendeo ha analizzato più di 1.800 supermercati e relativi cataloghi raccolti durante il mese di ottobre sul loro sito web e sulle piattaforme Tiendeo Spagna, Italia, Francia e Portogallo. Lo scopo dello studio è di verificare le tendenze dei consumatori riguardo al vino rosso in alcuni dei principali paesi europei. Inoltre, sono state studiate le promozioni delle brochures pubblicitarie e le offerte di vino rosso rispetto al vino bianco per capire come i rivenditori cercano di attrarre e di soddisfare le domande dei consumatori.
Il portale Tiendeo è un geolocalizzatore di volantini e di cataloghi che permette agli utenti di consultare e confrontare gratuitamente le offerte, continuamente aggiornate, dei negozi o delle catene di supermercati della propria città, dando anche la possibilità di effettuare ricerche per generi merceologici oltre che per tipologia di esercizi. Inoltre offre alla grande distribuzione la possibilità di stabilire un canale di diffusione diretto, integrato con un sistema di analisi e statistiche, che misura l’interattività dell’utente con i cataloghi e le offerte.
Il portale Tiendeo inventato da tre ingegneri informatici, due di Barcellona e uno di Bruxelles, registra un trend di crescita impressionante ed è già presente in molti paesi dl mondo tra cui Mexico, Brasile, UK, Italia e nel resto di Europa e in Sudamerica.
Fonte: www.winebiz.com.au

- Nuova Zelanda, l’accordo con la Ue sui vini biologici
La Commissione Europea ha riconosciuto come equivalenti le pratiche di produzione del vino biologico della Nuova Zelanda. In base all’intesa raggiunta, i vini biologici neozelandesi potranno essere commercializzati nel mercato europeo e viceversa.
L’accordo è stato raggiunto dopo due anni di trattative tra la UE e il Ministry of Primary Industries della Nuova Zelanda e con la collaborazione dell’associazione dei New Zealand Winegrowers. Osservano questi ultimi che le organizzazioni dei produttori convinti dell’importanza del vino biologico per il futuro di Nuova Zelanda, hanno concertato l’azione per assicurare l’accesso al mercato europeo.
James Millton della Millton Vineyards & Organic Winegrowers ha raccontato che “in passato, per certificare un produttore biologico e biodinamico, nel mercato internazionale, ci voleva un sacco di tempo e alti costi di conformità che erodevano la marginalità aziendale tanto che in alcuni casi era meglio rimuovere qualsiasi menzione di certificazione biologica”; “l’intesa con la Ue permetterà di esportare con maggiore certezza e a costi meno onerosi per le aziende e allo stesso tempo apre il mercato neozelandese alle aziende vinicole biologiche europee”.

- California, i costi del terremoto
L’industria del vino della Napa Valley sta ancora calcolando i costi del sisma del 24 agosto 2014, quando la terra ha tremato con la forza di magnitudo 6.0. Il terremoto, secondo le prime stime, ha causato danni per oltre $ 80 milioni provocando danni ai serbatoi e alle botti, lesionando cantine ed edifici. La Silicon Valley Bank ha già avvertito che le stime sono prudenziali.
La divisione vino della banca, con sede a St. Helena, ha riferito che il 60 % delle cantine della contea erano state danneggiate e più del 25% aveva danni classificati tra moderati e gravi, con stime che andavano da $ 50.000 a $ 8 milioni. “Ho il sospetto che queste cifre dovranno salire”, ha affermato Rob McMillan, vice presidente esecutivo della divisione vino. Gli aiuti, fino ad ora, sono state solo gocce.
Il Governatore della California Jerry Brown ha dichiarato lo stato di emergenza nei giorni dopo il terremoto e l’11 settembre il Presidente Barack Obama ha dichiarato Napa una zona di disastro federale, aprendo i forzieri Washington per permettere ai governi locali di riparare strade, strutture pubbliche ...
Ma ci sono stati anche altri aiuti. Napa Valley Vintners, per esempio, ha donato $ 10 milioni per creare un fondo comune in caso di catastrofe. Aziende come Constellation Brands e E. & J. Gallo Winery hanno donato 100.000 dollari a testa e anche la squadra di calcio Oakland Raiders ha dato $ 50.000. Inizialmente questi soldi sono andati a organizzazioni come la Croce Rossa e l’Esercito della Salvezza per coprire i bisogni più urgenti. Sono molte le case e le imprese che rimangono inagibili e una rapida soluzione non è a portata di mano.
Le assicurazioni “terremoto” sono rare nella regione, perché le franchigie sono $ 50.000 o maggiori, e spesso sono ancora più elevato per le imprese, come le cantine. I danni maggiori sono stati rilevati nel sud e sud-ovest della Napa County, in particolare nelle regioni del vino come Carneros, Mt. Veeder, Yountville e Oak Knoll. Tra le cantine più colpite, Trefethen Vineyards e The Hess Collection.
A Trefethen, lo storico edificio della cantina McIntyre si è spostato e afflosciato: costruito nel 1886, è stato utilizzato come sala di degustazione e uffici, e dopo che è stato puntellato gli ingegneri sono entrati per valutare i danni. “Date le molte variabili in gioco, non abbiamo ancora un costo totale previsto per il restauro”, ha detto il presidente Trefethen Jon Ruel. E’ stata una storia diversa per The Collection Hess: sono 3.000 le botti collassate o cadute insieme come un domino; Dave Guffy, direttore di vinificazione, ha detto che c’è voluta più di una settimana per ripulire la barriccaia; anche la linea di imbottigliamento è stata danneggiata e un pavimento del museo ha ceduto. Peggio ancora i due serbatoi da 10.000 galloni si sono rotti, con una perdita di 15.000 casse di Cabernet Sauvignon 2013, nel prato circostante e nel cortile, oltre ad altri sei serbatoi danneggiati in modo irreparabile.
Molti viticoltori della zona hanno fatto posto nelle loro cantine per il vino delle cantine colpite. Nonostante tutto quello che hanno sofferto, enologi sanno che sarebbe potuta andare peggio soprattutto se il terremoto avesse colpito a metà della vendemmia. “Il lato positivo in tutto questo, è stato il clima fresco in agosto. La maggior parte delle uve fondamentalmente erano ancora sulla vit”, ha detto Cate Conniff, responsabile della comunicazione dei Napa Valley Vintners, che ha contribuito a mantenere il flusso di informazioni “se agosto fosse stato caldo, la maggior parte dei barili (caduti) sarebbero stati pieni di vino”.
Fonte: www.winespectator.com

- Argentina, nel 2014, sarà il quinto produttore del mondo
L’Argentina, nel 2014, sarà il quinto più grande produttore di vino del pianeta e il più grande del Sud del mondo: con 15,2 milioni di ettolitri e un aumento del 1% sul 2013 sale nella classifica, mentre il Cile con un calo della produzione del 22% (10 milioni di ettolitri) scende al nono posto nella classifica mondiale. Le cifre emergono dalle prime stime dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (Oiv), che ha presentato a Parigi le previsioni sulla produzione di vino 2014 e che vede una svolta sulla situazione del settore con una stima della produzione totale di vino nel mondo a 271 milioni di ettolitri, 16 milioni in meno sul 2013 (-6%).
L’Argentina ha lentamente consolidato la propria produzione con 0,2 milioni di ettolitri in più, rispetto al 2013 e rimane in prima linea tra i vini del “Nuovo Mondo”, mentre il Cile con un calo di 2,8 milioni di ettolitri, dopo due anni record, mantiene un livello superiore a 10 milioni di ettolitri. A completare la “Top 10” dei Paesi produttori, dopo Francia e Italia, rispettivamente primo e secondo paese in classifica, gli Usa (-4% a 22,5 milioni di ettolitri), Argentina, Australia (+ 2% a 12,5 milioni), la Cina (anche in assenza di stime attendibili), Sud Africa (+ 4% fino a 10,9 milioni), Cile e Germania (16% a 9,7 milioni).

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