Dopo il pesante calo del 2012, lo Champagne torna a crescere negli Usa e, nel 2014, mette a segno un incoraggiate +4,5%, a quota 1,3 milioni di casse (15,6 milioni di bottiglie). Così, dopo cinque anni di alti e bassi, il bilancio è comunque positivo, con un aumento delle spedizioni, tra il 2009 ed il 2014, pari a 140.000 casse (1,68 milioni di bottiglie), secondo gli ultimi dati Impact Databank (www.mshanken.com). A crescere è anche il prezzo medio, con una cassa di Champagne che oggi costa in media 251,67 euro, il 10% in più del 2010.
Protagoniste della ripresa, le etichette importate in Usa dal gruppo Moët Hennessy, a partire da Veuve Clicquot, che ha spedito ben 50.000 (600.000 bottiglie) casse in più del 2013, confermando, dopo il sorpasso del 2013, la propria leadership su Moët & Chandon, con un balzo dell’8% che porta ad un totale di più di 400.000 casse (4,8 milioni di bottiglie) spedite. Dopo i cali del 2012 e del 2013, però, anche Moët & Chandon torna a crescere (+4%), a quota 370.000 casse (4,44 milioni i bottiglie), e le due etichette, adesso, valgono per il 60% del mercato dello Champagne in Usa. In portafoglio, per Moët Hennessy, anche Dom Perignon, che ha toccato le 60.000 casse (720.000 bottiglie) nel 2014.
Dietro ai marchi del gruppo Moët Hennessy, guardano con fiducia ad una buona crescita potenziale, cercando magari nuovi partner commerciali, Perrier-Jouët (gruppo Pernod) e Nicolas Feuillatte (Michelle Wine Estates), entrambi stabili in termini di vendite nel 2014, impegnati più sulla crescita del prezzo medio che delle bottiglie vendute. Anche Piper-Heidsieck, Charles Heidsieck e Bollinger, per aumentare le vendite, starebbero penando di cambiare distributore, in una partita di giro che vedrebbe coinvolti Terlato Wines, Rémy Cointreau Usa e Vintus.
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