Se la via della falsificazione, tra etichette tracciabili e pene esemplari, è sempre più difficile da percorrere, quella del furto, quando si parla di grandi vini, è ancora quotatissima. Le cronache locali, in effetti, raccontano spesso di furti in aziende e supermercati, ma si tratta quasi sempre di bottiglie di scarso valore, o di quantità irrisorie. Ben diversa è la portata del colpo messo a segno qualche settimana fa al porto di Le Havre, uno dei più importanti di Francia, da cui sono sparite 31 casse, ossia 372 bottiglie, di Echezaux, Romenée-Conti ed altre etichette dell’annata 2012 di Domaine de la Romanée-Conti, lo Château più quotato del mondo enoico, pronte per essere spedite sul mercato canadese. Come ha raccontato il co-proprietario di Romanée-Conti, Aubert de Villaine, al magazine britannico “Decanter” (www.decanter.com), non è ancora stata fatta una stima del danno subito, ma per farsi un’idea basti pensare che sul mercato inglese una bottiglia di Romanée-Conti 2012 arriva allo scaffale ad un prezzo che va dalle 8.000 alle 9.000 sterline, mentre una di Echezeaux tocca le 500 sterline.
Il caso è deflagrato quando il container, partito dal porto di Le Havre, è arrivato in Canada: il Liquor Control Board of Ontario, cui era destinato, si è subito accorto della mancanza, e adesso le indagini della polizia francese sono tutte indirizzate verso il giro della ricettazione, specie online, dove qualche settimana dopo il colpo sono apparse due magnum di Romané-Conti 2012 a 48.000 euro. Che, inevitabilmente, hanno insospettito le autorità, tanto che in poco tempo due persone sono state arrestate a Parigi, con le indagini che portano verso Bordeaux. E ora, si cerca chi, tra i dipendenti del porto, ha materialmente reso possibile il furto, nella speranza di ritrovare, e “mettere in salvo”, tutte le bottiglie rubate.
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