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MADE IN ITALY

Già partita la raccolta delle olive italiane, buoni segnali per la qualità ma preoccupa la quantità

Coldiretti: la produzione di “oro verde” vedrà un calo del 22% causato principalmente da anomalie climatiche. Bene l’export. Evento: Evoo Trends

Non solo vendemmia tra le campagne italiane, perché è già tempo di raccolta delle olive e del primo olio nuovo 100% italiano. Paese tra i leader mondiali: se il Bacino Mediterraneo detiene il 95% della produzione mondiale di olio extravergine di oliva, l’Italia è il maggior paese per consumi al mondo e il secondo per produzione, e leader assoluto per olii a denominazioni certificati, 43 Dop e 4 Igp (ora anche grazie a Valoritalia, già realtà leader in Italia la certificazione del vino, che inizia una nuova avventura con la nuova certificazione dell'Olio Dop Chianti Classico, ndr). Ma la fine dell’attesa è accompagnata dall’allarme sui numeri della produzione, in netto ribasso (-22%), ulteriore tegola per un settore che ha dovuto fare i conti con il blocco della ristorazione, nonostante dall’export arrivino segnali incoraggianti. La raccolta delle olive arriva in anticipo rispetto al solito a causa delle alte temperature e dopo che l’emergenza coronavirus ha sconvolto produzione e mercati. Emerge da un’analisi di Coldiretti, Unaprol e Ismea nel via alla raccolta delle olive in Italia, con la prima spremitura della Penisola in Sicilia nel Frantoio Cutrera a Chiaramonte Gulfi (Ragusa), dove è stato presentato il rapporto “L’olio italiano al tempo del Coronavirus”, ed in vista di Evoo Trends, evento digitale in calendario dal 24 al 26 settembre, anteprima dell’ExpoForum Evoo Expo Roma (vero e proprio evento fieristico fisico, in programma a Fiera Roma, nel 2022, ndr)

Che anno sarà per l’olio extravergine di oliva italiano? Meno quantità ma buona qualità. Secondo le prime previsioni, la produzione di olio extravergine d’oliva in Italia vedrà un calo del 22% causato principalmente dalle anomalie climatiche, dal maltempo alla siccità, che hanno colpito soprattutto le regioni del sud, senza dimenticare gli effetti della Xylella che ha di fatto devastato gran parte degli uliveti del Salento. Il clima, che ha favorito una maturazione precoce delle olive al sud, le temperature e la pioggia potrebbero ovviamente influire sul prodotto finale. Ma intanto Coldiretti ha stimato una produzione nazionale di circa 287 milioni di chili e quindi in calo sui 366 milioni di chili della campagna precedente. A pesare sul risultato è il crollo dei raccolti nelle regioni del sud, Puglia in testa, dove si concentra circa la metà dell’intera produzione nazionale. Al contrario, nel centro-nord si registrano un po’ ovunque numeri in netto aumento. I numeri dell’olio italiano sono importanti sia dal punto economico che occupazionale: oltre 400.000 le aziende specializzate, l’oro verde del Belpaese vanta 43 Dop e 4 Igp, un dato che porta l’Italia ad avere, a livello europeo, il maggior numero di oli extravergine a denominazione. Un patrimonio che è anche paesaggistico con oltre 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, “il più vasto tesoro di biodiversità del mondo” ha ricordato Coldiretti.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, è legato alla salute: l’olio italiano è uno dei simboli più noti della dieta mediterranea che si è classificata nel 2020 come la migliore al mondo in un ranking che ha incluso 35 regimi alimentari presi in considerazione da U.S. News & World’s Report’s.
“A livello mondiale il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) - rileva Coldiretti - stima una produzione complessiva di poco più di 3 miliardi di chili, in leggero calo nel confronto con la campagna precedente. Ma se si guarda ai principali concorrenti dell’Italia, la situazione è variegata con la Spagna che dovrebbe produrre tra 1,4 e 1,5 miliardi di chili di olio d’oliva, in aumento rispetto agli 1,25 miliardi del 2019, mentre la Grecia si collocherebbe sui 200 milioni di chili, in calo sui 300 milioni di chili del 2019. In calo anche la produzione in Tunisia”. Preoccupa anche in Italia il ribasso produttivo dopo che il settore è stato frenato dalla chiusura del canale della ristorazione, sbocco importante soprattutto per gli oli di qualità. Ma la pandemia fa sentire i suoi effetti anche con la necessità di garantire una raccolta sicura con il rispetto rigoroso delle norme anti contagio.Ad incidere sulle imprese olivicole italiane è stato anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi che non si registravano dal 2014.
“Un trend causato - accusa Coldiretti - dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio “vecchio” spagnolo, spesso pronto a essere spacciato come italiano a causa della mancanza di trasparenza sul prodotto in commercio, nonostante sia obbligatorio indicare l’origine per legge in etichetta”. Coldiretti ha sottolineato anche i pericoli che arrivano a livello internazionale dalla diffusione di sistemi di etichettatura “fuorviante, discriminatori ed incompleti, dal traffic light inglese al nutriscore francese, che finiscono per mettere il bollino rosso ed escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea”.
Guardare l’etichetta e cercare prodotti Dop, Igp e realizzate con olive 100% italiane rimane la prima garanzia per il consumatore che ha dimostrato, soprattutto con l’emergenza coronavirus, di privilegiare le eccellenze del Made in Italy. Il presidente Coldiretti Ettore Prandini ha invocato “massicci investimenti” per sostenere la ripresa del settore “a partire da un piano straordinario di comunicazione sull’olio che rappresenta da sempre all’estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea”.

“Un intervento importante sarebbe - ha sottolineato il presidente Unaprol, David Granieri - anche l’estensione del pegno rotativo dai soli prodotti Dop e Igp a tutto l’olio extravergine d’oliva 100% italiano. Ma più in generale occorre promuovere la grande qualità dell’olio extravergine Made in Italy ed è in tale ottica che abbiamo promosso, assieme a Coldiretti, la Fondazione Evoo School, la prima scuola per diffondere la conoscenza e promuovere la cultura gastronomica dell’olio extravergine fra i consumatori e formare professionisti e imprese”.

“Il settore dell’olio d’oliva ha evidenziato una buona capacità di tenuta alla crisi sanitaria - ha dichiarato Raffaele Borriello, dg Ismea - alla maggior domanda da parte della gdo si è aggiunto un export piuttosto dinamico che ha parzialmente mitigato le perdite dovute al fermo della ristorazione. Nei primi 6 mesi 2020, la maggior domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%) e, caso raro per il settore, abbiamo avuto una bilancia commerciale in attivo. Le previsioni per la campagna appena avviata sono di una flessione produttiva accompagnata, però, da un buon livello qualitativo del prodotto. La minore disponibilità di prodotto nazionale e la contrazione delle scorte stimata dalla Ue, potrebbero aiutare un recupero dei prezzi, fortemente penalizzati per tutta la campagna 2019-2020. Una rivalutazione dei listini dei nostri extravergini passa anche attraverso una maggiore conoscenza e apprezzamento da parte del consumatore italiano del nostro patrimonio di oli di qualità. A questo scopo l’Ismea è impegnata in una campagna di comunicazione, promossa dal Ministero delle Politiche Agricole, e che vedrà proprio negli ultimi mesi 2020, un grande dispiegamento di azioni e risorse per valorizzare presso il grande pubblico questo prodotto simbolo del Made in Italy.”

Focus - Evoo Trends: la filiera dell’olio a raccolta per un grande evento digitale

Il re indiscusso della Dieta Mediterranea, elisir di gusto e salute, simbolo di un comparto di eccellenza e dell’eccellenza del made in Italy nel mondo, l’olio extravergine di oliva e la sua filiera produttiva sono i protagonisti assoluti di Evoo Trends, evento digitale in calendariodal 24 al 26 settembre. L’appuntamento, organizzato da Fiera Roma e Unaprol, in collaborazione con Fondazione Evoo School e Coldiretti Lazio e con il contributo di Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio, è la celebrazione di un comparto che attraverso numerose e specializzate figure professionali lavora alacremente per produrre l’olio extravergine d’oliva, vero oro verde per l’Italia e il mondo.
Anteprima dell’ExpoForum Evoo Expo Roma (vero e proprio evento fieristice fisico in programma a Fiera Roma nel 2022, ndr) è un inedito evento virtuale aperto a tutti, organizzato per coinvolgere l’intera filiera olivicolo-olearia in un simposio innovativo e di grande fruibilità, dedicato alla cultura dell’olio a 360 gradi. È una tre giorni digitale ad accesso completamente gratuito, il cui obiettivo è fare la conoscenza con questo prodotto così centrale per la nostra tradizione e tutto il lavoro che ha alle spalle per arrivare alle nostre tavole.
Il Bacino Mediterraneo detiene il 95% della produzione mondiale di olio extravergine di oliva, l’Italia è il maggior paese per consumi al mondo e il secondo per produzione e vanta un patrimonio di 500 cultivar differenti, 42 oli Dop, 5 Igp e 76 Presidi Slow Food. A fronte di questa grande ricchezza, gli ultimi dati dal mondo italiano dell’olio sono discreti, ma indicano una strada da percorrere ancora lunga. La produzione nazionale di olio di oliva della campagna 2019/2020 è stimata in 365.000 tonnellate (ultimi dati Ismea), ovvero più del doppio rispetto alla scarsissima annata precedente (175.000 tonnellate), ma parecchio inferiore alla produzione di oltre 400.000 tonnellate del 2015/16 e 2017/18. Gli incrementi produttivi registrati in quest'ultima campagna si concentrano nelle regioni del Sud, alcune delle quali - come Puglia e Calabria - hanno più che raddoppiato i volumi della campagna scorsa, ma è stato positivo anche il trend delle regioni del Centro Italia. In calo, invece, il Nord.
Tutti i protagonisti della filiera - frantoiani, olivicoltori, confezionatori, vivaisti, ma anche studenti di istituti superiori e studenti universitari - sono coinvolti in Evoo Trends in momenti di informazione e formazione sulle ultime innovazioni tecniche ed agronomiche, sulle migliori esperienze nazionali e internazionali, sulle soluzioni per un futuro di successo economico e di sostenibilità ambientale. E grazie alla coesistenza di seminari, incontri, tavole rotonde con diverso taglio e grado di approfondimento, l’evento si rivolge sia a una platea di operatori specializzati, che a un pubblico generalista, perché ciascuno può fruire degli appuntamenti di proprio interesse. Il tutto nell’ottica di accrescere la competenza dei professionisti del settore ed educare i consumatori ad una scelta consapevole e di qualità, promuovendo il rilancio dell’olivicoltura nazionale.
“Crediamo fortemente nei progetti finalizzati alla diffusione della cultura dell’Olio Evo e delle Olive da Tavola - dichiara il presidente Unaprol, David Granieri - soprattutto quando siano fondati sul coinvolgimento e sul confronto propositivo fra tutti gli attori della Filiera olivicolo-olearia, della Ricerca, delle Istituzioni. Il progetto sviluppato con Fiera Roma esprime esattamente questo approccio virtuoso e per questo lo sosteniamo con piena convinzione”. Il presidente Unaprol sottolinea come “per perseguire l’obiettivo primario del Consorzio Olivicolo Italiano, ovvero garantire la giusta remunerazione e la crescita delle aziende olivicole e dei frantoi, sia fondamentale e imprescindibile svolgere un’ampia e profonda azione culturale e formativa che coinvolga, accanto alle imprese, anche i consumatori, gli studenti e i professionisti. Per affrontare con successo un mercato sempre meno trasparente, dobbiamo far comprendere e riconoscere il valore di un olio di qualità, lavorando al tempo stesso - come già stiamo facendo - per rendere più stringenti le soglie di classificazione dell’Olio Extra Vergine di Oliva al fine di offrire maggiori garanzie ai consumatori e giustificare un prezzo di acquisto più equo”.
La manifestazione, strumento ideato per raggiungere questo stesso obiettivo, è interamente virtuale e si avvale di una innovativa piattaforma digitale che consente ai partecipanti di prendere parte all’evento in modo interattivo. “Con questa nuova modalità, che abbiamo deciso di adottare per via dell’emergenza Covid, ciascun partecipante potrà esplorare - spiega Pietro Piccinetti, dg Fiera Roma - molteplici aree e fruire dei vantaggi della multimedialità per vivere una nuova esperienza, tutta dedicata all’incontro, all’approfondimento, alla partecipazione, alla condivisione. Questo appuntamento virtuale, che mette i protagonisti dell’importante filiera dell’olio attorno allo stesso tavolo, è la presentazione della fiera vera e propria, che, nel 2022, aggregherà tutto questo mondo fisicamente in fiera. Il nostro migliore auspicio è che la manifestazione, dedicata a un simbolo potente del Made in Italy, possa segnare un punto simbolico di ripartenza del sistema Paese e della sua economia. E che questa rinascita parta proprio da Roma, vera capitale del Mediterraneo e del food mondiale, strategico bacino d’affari al centro dei flussi economici tra il Nord e il Sud, d’Italia e d’Europa, sede non a caso di tutte le tre agenzie dell’Onu che curano il settore, l’Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e il World Food Programme (Wfp)”.
La tre giorni è caratterizzata da un ricco programma di appuntamenti, pensati per fare cultura dell’olio a tutti i livelli, spaziando dai convegni istituzionali, ai seminari formativi dedicati agli addetti ai lavori, dai momenti di approfondimento e confronto rivolti a chi è addentro al mondo dell’olio, fino ai webinar, strutturati per coinvolgere il grande pubblico, offrendo informazioni, curiosità, notizie e suggerimenti sul tema olio. Il 24 settembre, il convegno, “L'olivicoltura che verrà: sfide e scenari del prossimo futuro”, è occasione per fare il punto sul settore con rappresentanti istituzionali e presentare in anteprima l’iniziativa Evoo Expo Roma. Seguirà ““…olea, quae prima omnium arborum est” L’olivo e il suo olio, fra coltura e cultura”, una tavola rotonda in cui i massimi esperti internazionali svelano tutti i segreti dell’olio, cardine del modello alimentare mediterraneo tra storia, cultura, tavola e medicina. Tra gli altri, coordinati dagli insigni studiosi della longevità in salute Giovanni Scapagnini e Eugenio Luigi Iorio, Apostolos Kyritsakis, chairman della Sezione Greca dell’Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo di Salonicco, Vincenzo Pizza, Neurologo dell’Ospedale di Vallo della Lucania, afferente al Progetto Ciao sulla longevità nella popolazione del Cilento e rappresentanti della Camera di Commercio Italiana a Tokyio. Sempre nella prima giornata, è previsto un momento didattico dedicato agli studenti delle Scuole Medie Superiori e un webinar per spiegare al consumatore come riconoscere un Olio Extra Vergine di Oliva di qualità. La manifestazione prosegue, il 25 settembre, con l’appuntamento “Strumenti e strategie per il futuro dell’olivicoltura italiana: Unaprol al servizio degli olivicoltori e dei frantoiani”, un momento di presentazioni ufficiali. Si illustrano ai partecipanti la Fondazione Evoo School Italia, uno strumento creato dalla Confederazione Nazionale Coldiretti e dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati, con il supporto operativo di Fondazione Campagna Amica e di Unaprol, per far progredire il settore olivicolo attraverso un progetto culturale che coinvolga partner nazionali ed internazionali, dal mondo dell’imprenditoria a quello della ricerca e delle istituzioni, con lo scopo di formare e qualificare i professionisti del settore, sostenere la conoscenza dell’olio extravergine d’oliva e della olivicoltura, supportare lo sviluppo della filiera. Segue un focus sulla Rete Italiana Frantoi, una realtà che nasce per creare comunicazione e confronto tra le imprese, nell’ottica di un aggiornamento costante per risultati sempre migliori. Nell’occasione è proposto anche il tema della prevenzione anti Covid-19 nel settore e quello su come rafforzare la propria identità online per contrastare la contrazione del mercato dovuta al virus. Poi è il momento dell’oleoturismo, importante strumento di crescita per i produttori olivicoli ed i frantoi: con un convegno dedicato, si fa il punto assieme alle Città dell’Olio, sul vasto campo del turismo dell’olio, tra opportunità e buone pratiche, a partire dalle novità introdotte dalla Legge di bilancio 2020. Nel corso del pomeriggio, in programma anche la tavola rotonda “Il settore agroindustriale ed enogastronomico alla ripartenza. Come fare?”, uno degli appuntamenti del seminario Food & Wine & Co., organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma “Tor Vergata” e quest’anno alla sua nona edizione, con il titolo “Food, Wine & Co. Verso la Sostenibilità”. Dopo gli otto successi precedenti, si è scelto di confermare anche il seminario 2020, che si inserisce, in versione completamente digitale, all’interno di Evoo Trends, il 25 e 26 settembre. “Quest’anno il focus di Food & Wine & Co. - afferma la professoressa Simonetta Pattuglia, ideatrice e curatrice dell’evento - è proprio su quali siano gli strumenti del marketing e della comunicazione adatti a far uscire i prodotti italiani dalla loro mera funzione materiale e farli diventare marche protette e rispettate in tutto il mondo, dense di valore e di valori e portatrici di una alta visione di vita”. Sempre il 25 settembre, coordinati dalla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Roma Tor Vergata, due momenti di approfondimento dedicati a sostenibilità e Pmi italiane e ai nuovi foodmakers; l’ultimo appuntamento è volto a spiegare ai consumatori perché è importante scegliere un olio Evo di qualità e come riuscire a farlo senza cadere in errore. Per concludere, l’ultimo webinar formativo, il 26 settembre, è incentrato sull’importanza di conoscere bene il proprio consumatore per posizionarsi meglio sul mercato. Il coordinamento è della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Roma Tor Vergata e di Unaprol.

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