Il cambio di data non è una mera formalità, ma una scelta precisa, che ridisegna un format capace, in 30 anni di storia, di dettare la linea a tutti i grandi territori del vino, di Toscana e d’Italia: il “Benvenuto Brunello” n. 30, prima grande “Anteprima” del vino, presenta il Brunello 2017, il Brunello Riserva 2016 e il Rosso di Montalcino 2020 (in commercio dal 1 gennaio 2022), da oggi al 29 novembre, nel Chiostro di Sant’Agostino, nel cuore della storica cittadina toscana, che ospita giornalisti da tutto il mondo, ristoratori e sommelier da ogni parte d’Italia, Masters of Wine e wine lovers, pronti a far ruotare le nuove annate nei “T-made 70”, i calici ufficiali del Consorzio del Brunello firmati Italesse. Oggi, intanto, Montalcino ha accolto la sua “vigna in città”, nel suo monumento-simbolo, l’antica Fortezza, che celebra simbolicamente la grande vocazione del territorio, con la messa a dimora delle prime barbatelle di un filare del vitigno “principe” sulla cui coltivazione e produzione si fondano la storia e l’economia di Montalcino, e che l’ha resa celebre nel mondo grazie alla produzione del Brunello: il Sangiovese, di cui oggi è la “patria” per eccellenza. Un progetto, chioaramente non produttivo ma ornamentale, voluto dal Comune di Montalcino e “battezzato” dal Consorzio del Vino Brunello, e che sarà gestito dagli studenti dell’Istituto Professionale Agrario di Montalcino, “residenza” distaccata, con l’Indirizzo Professionale dei Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, nel territorio del Brunello dell’Istituto di Istruzione Superiore “Bettino Ricasoli” di Siena.
“Per il Brunello di Montalcino, del resto, è un momento felice, fissato e ben rappresentato da pochi, semplici dati. Il primo - ha commentato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - riguarda la notorietà, perché secondo uno studio di “Wine Intelligence”, il Brunello di Montalcino tra i consumatori italiani è il vino più conosciuto del Paese, davanti a due colossi (almeno in termini numerici) come Prosecco e Chianti. Una popolarità che certo non scema all’estero, a partire dagli Stati Uniti, il nostro primo partner commerciale, dove esportiamo il 20% della nostra produzione, e dove torneremo, alla fine di gennaio 2022, per una edizione di “Benvenuto Brunello” a stelle e strisce, a New York”.
Ci sono, poi, i numeri delle bottiglie immesse sul mercato, “con il 53% dei contrassegni di Stato in più, nei primi 10 mesi 2021, della media degli ultimi 5 anni, ma anche il parallelo crollo delle giacenze e il boom dei prezzi dello sfuso, che cresce - continua Fabrizio Bindocci - annualmente a due cifre. Persino nella Gdo, che raramente premia il segmento premium, il Brunello è riuscito a crescere a valore del 47%, con un prezzo medio più alto del 30% dei suoi competitor. E poi, l’enoturismo, con i dati 2021, che hanno riportato Montalcino ai livelli del 2019. Guardando al futuro, bisogna prima di tutto preservare quanto fatto nel passato, e allora non è un caso che la superficie vitata atta a diventare Brunello sia la stessa dal 1997, così come il fatto che la vite rappresenti solo il 15% (contro il 50% di bosco) del nostro territorio, un ecosistema da conservare”.
La giornata clou, come da tradizione, sarà, però, quella di domani, che si apre con la valutazione della vendemmia 2021, raccontata dall’Agronomo Massimo Achilli e dall’enologo Maurizio Castelli, cui seguirà la valutazione meteo dell’andamento stagionale, a cura di Simone Orlandini dell’Università di Firenze, nel talk show guidato da Luciano Ferraro, caporedattore del quotidiano “Corriere della Sera”. E qui sta la novità più importante. Sulla formella - che sarà firmata da Carlo Cracco, chef stellato Michelin e da anni volto televisivo, autore domani sera anche della cena di gala nel trecentesco Convento di Sant’Agostino - non ci saranno le stelle, giudizio che fissa in maniera plastica, dal 1992, il rating dell’ultima vendemmia, “superato” dalla complessità e dalle tante peculiarità di un territorio e di una denominazione sempre più ricca di differenze e vette qualitative, capaci ognuna di declinare in modo originale ogni genere di annata. Di stelle, o meglio della classificazione della vendemmia 2021, si riparlerà, con ogni probabilità, nel 2022, se non nel 2023, quando “scadranno” i 24 mesi di affinamento obbligatorio in rovere, e la vendemmia 2021 saprà svelare già molto di sé e del suo potenziale.
La mattinata, domani, prosegue, quindi, con la consegna del Premio “Leccio d’Oro”, che seleziona e premia dal “Benvenuto Brunello” 1992, il ristorante e l’enoteca, nelle due categorie “Italia” ed “estero”, con la miglior carta o lista dei vini o comunque con una gamma ampia, ricercata e rappresentativa del Brunello e dei vini di Montalcino: la Trattoria Enrico Bartolini l’Andana, a Castiglione della Pescaia (Grosseto), è il “Ristorante in Italia”, il Caffè Dante Bistrot di Verona l’“Osteria in Italia”, il Casamatta di Oslo è il “Ristorante estero”, l’“Antico Vinaio” di Cernusco sul Naviglio (Milano) l’“Enoteca in Italia”, e “Vini e Capricci” a Malta è l’“Enoteca estero”. Ci sono poi i due Premi Speciali: il “Rosso di Montalcino” alla Salumeria Roscioli di Roma, e il “Brunello Lovers” a Il Calandrino di Rubano (Padova). Nel pomeriggio, poi, i lavori riprendono con il talk show sui “30 anni di Benvenuto Brunello”, con una ricerca firmata da WineNews e commissionata dal Consorzio del Brunello di Montalcino (che pubblicheremo, integralmente, domani pomeriggio), cui seguirà la presentazione dell’ultimo report di “Wine Intelligence” sul posizionamento del brand Brunello tra i consumatori di tutto il mondo.
Domenica 21 novembre, quindi, via agli appuntamenti dedicati ai wine lover e agli operatori del settore, a cui saranno riservate anche le giornate dal 25 al 29 novembre. Lunedì 22 novembre, invece, insieme ai sommelier ed ai patron dei ristoranti stellati, saranno protagonisti i Masters of Wine: Vanessa Conlin (Stati Uniti), Pedro Ballesteros Torres (Spagna), Christophe Heynen (Belgio), Jacqueline Cole Blisson (Canada), Jonas Röjerman (Svezia), Justin Knock, Sarah Abbot e Susan Hulme (Gran Bretagna), considerati (a ragione) tra i maggiori esperti di vino al mondo, tutti impegnati a vario titolo e ad altissimo livello nel mondo enoico. A fare gli onori di casa il primo e fin qui unico Master of Wine d’Italia, Gabriele Gorelli, che guiderà i suoi colleghi in un tour del territorio alla scoperta delle ricchezze culturali, artistiche e gastronomiche di Montalcino, oltre, ovviamente, ai suoi vini. Tra le sessioni dell’evento di presentazione delle nuove annate del Consorzio del Brunello di Montalcino, anche quella in versione social con 50 tra influencer ed enoblogger (23 novembre), e quella riservata ai produttori del Rosso principe dei vini toscani (24 novembre).
Focus - I numeri del Brunello di Montalcino sui mercati
Nuovo sprint per le vendite di Brunello di Montalcino a ottobre, con un record assoluto di contrassegni di Stato consegnati dal Consorzio per le bottiglie pronte a essere immesse sul mercato: secondo l’ente certificatore Valoritalia, sono 1,5 milioni le fascette distribuite nel mese, +106% sul pari periodo del 2020 e il 177% in più sulla media degli ultimi 13 anni. Si tratta della miglior performance mensile dal 2008 (primo anno di rilevazione dati), che proietta a un equivalente di 8,5 milioni le bottiglie (in larghissima maggioranza dell’annata 2016 e della Riserva 2015) immesse sul mercato nei primi 10 mesi 2021, il 53% in più rispetto alla media registrata nell’ultimo quinquennio (+52% sul 2020). La crescita del Brunello, nei primi 10 mesi 2021, è ora quadrupla rispetto al pur notevole incremento medio di tutte le denominazioni toscane sul periodo (+13,3%). In doppia cifra anche il risultato nei dieci mesi del Rosso di Montalcino (+14%), protagonista anch’esso di un ottobre da ricordare (+61% sul 2020).
“Il mercato - commenta il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - sembra voler premiare le nostre denominazioni e il 30° anniversario della nostra anteprima, la prima organizzata in Italia. Ci presentiamo a Benvenuto Brunello in ottima salute e lo facciamo per la prima volta nel mese di novembre, periodo che riteniamo essere migliore dal punto di vista commerciale. La nostra scelta è stata trasparente e condivisa dalla Regione, che ha perfettamente compreso. Ora ci aspettano 11 giorni importanti, in cui oltre alla stampa nazionale ed estera si alterneranno tutti i nostri stakeholder: dai Master of wine ai sommelier dell’alta ristorazione, dai blogger agli operatori professionali dell’horeca, fino ai winelover”.
L’analisi sulle fascette rileva come l’annata 2015, compresa la sua Riserva, sia già praticamente sold out con oltre 10 milioni di contrassegni rilasciati, mentre sono quasi 8,6 milioni le fascette relative alla 2016, già rilasciate nei primi 10 mesi dal suo esordio commerciale. Cartina tornasole al periodo d’oro del Brunello è poi, secondo l’analisi del Consorzio del Brunello, la netta contrazione delle giacenze dell’imbottigliato in cantina, con un -25% su 12 mesi fa. Buone notizie, infine, dal prezzo dello sfuso, segnalato in crescita (900-1050 euro/hl) di oltre il 15% sul pari periodo del 2020.
Focus - L’enoturismo a Montalcino nel 2021
Meno statunitensi, inglesi, brasiliani, canadesi, australiani; più europei - tedeschi, belgi, olandesi - e soprattutto più italiani. Cambiano i fattori ma non il prodotto: il turismo a Montalcino torna dopo solo un anno agli stessi livelli pre-covid, con oltre 100.000 presenze tra le aziende di vino della Val d’Orcia (patrimonio Unesco) nei 4 mesi estivi, ed una ripresa, sulle presenze 2020, che sfiora il +60%. Lo rileva il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che ha elaborato i dati provvisori del Servizio Regionale di Statistica sulle presenze giugno-settembre 2021. Nel complesso, in un’area enoturistica storicamente dominata dagli statunitensi (in media rappresentavano il 20% delle presenze) oltre a tedeschi, inglesi e brasiliani le presenze italiane sono cresciute dell’80% sul 2019. “Registriamo - ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - un effetto sostituzione che ci ha riportato esattamente in linea con il 2019. Oggi siamo riusciti a farci riscoprire dai turisti italiani e dagli europei più vicini, quelli che spesso danno per scontate le ricchezze che abbiamo nei territori rurali italiani; domani, quando torneranno anche dal resto del mondo, dovremo organizzarci per far posto a tutti, come è già successo prima della pandemia con i wine lover raddoppiati negli ultimi 10 anni”.
Focus - T-made 70, il calice ufficiale del Brunello di Montalcino by Italesse
Partendo dall’assunto che ogni vino è unico per le sue sensazioni organolettiche, figlie di uno specifico terroir, Italesse ha iniziato a creare calici che rispettino tale unicità, andando oltre le convenzioni, superando il concetto di bicchiere varietale. I calici vengono infatti realizzati e proposti sul mercato in base alle caratteristiche organolettiche dei vini e non semplicemente in base al vitigno.
Seguendo questa strada innovativa Italesse ha recentemente lanciato una nuova sfida tecnica introducendo il “laboratorio” T-made (Tailor made) - guidato da Paolo Lauria, Sommelier professionista Ais e Master in Wine Marketing & Management alla Inseec di Bordeaux - che si propone di realizzare calici appositamente progettati, con un approccio sartoriale, sulle specifiche caratteristiche di uno specifico vino o dei vini di un territorio. E questo è ciò che è stato fatto, grazie anche al prezioso supporto ricevuto dal Consorzio del Brunello di Montalcino, per il T-made 70, calice ufficiale del vino Brunello. La grandezza di questa sfida è chiara se pensiamo alle complesse caratteristiche di questo territorio unico e alle diverse scelte operate dalle Proprietà in vigna come in cantina, nel rispetto del disciplinare.
Per realizzare la versione definitiva del T-made 70 è stato necessario un anno di lavoro, con oltre 300 degustazioni di Brunello, provenienti da diverse zone di Montalcino e diverse annate, fondamentali per mettere alla prova prima dieci differenti calici test e poi, dopo una fase di analisi e progettazione, quattro prototipi. Il calice finale si caratterizza per un fondo piatto ed ampio, studiato per migliorare l’ossigenazione del vino, con un effetto diretto sulla percezione della morbidezza e del bouquet aromatico, pareti alte e avvolgenti in perfetto equilibrio con un bevante proporzionato, elementi pensati per mitigare l’impatto dell’alcool.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024