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ECCELLENZE

Champagne, vendemmia 2024: rese basse per la peronospora, ma la qualità resta elevata

E mentre a Reims le grandi Maison investono sull’enoturismo, il 20 e 21 ottobre Modena diventa la “capitale italiana” delle bollicine francesi

Rese basse, o addirittura bassissime in alcune zone, per colpa della peronospora, ma resta alta la qualità delle più blasonate bollicine del mondo: si sta concludendo la vendemmia nella regione della Champagne, e mentre gran parte della Francia si riprende da una delle stagioni più difficili degli ultimi anni, nel territorio si respira un tranquillo ottimismo. A parte l’Aube (zona colpita da gravi perdite), Reims e la valle della Marna, nel Nord, hanno ampiamente superato il meteo inclemente. E mentre a Reims, cuore della regione, le grandi maison investono sull’enoturismo, con Ruinart che inaugura un padiglione futuristico e Taittinger che apre un nuovo centro per i visitatori (con tre innovative esperienze di degustazione), in Italia si sta avvicinando uno dei momenti più interessanti per le bollicine made in France (il nostro Paese rappresenta, per lo Champagne, il quinto Paese importatore al mondo, con 9,9 milioni di bottiglie, dopo Usa, Regno Unito, Giappone e Germania): il 20 e 21 ottobre va in scena la “Champagne Experience”, due giorni di masterclass e degustazioni con oltre 900 etichette disponibili, in rappresentanza di 167 aziende. E lo Champagne torna anche sul podio della Formula 1, con Moët & Chandon, che sarà protagonista delle più importanti cerimonie di premiazione delle gare automobilistiche mondiali, a partire dal prossimo anno e fino al 2035, grazie all’accordo (del valore di 930 milioni di euro) siglato tra Bernard Arnault, ceo del gruppo di lusso Lvmh, con i rappresentanti dei proprietari della Formula 1. Bollinger, intanto, celebra i 60 anni di “Agente 007 - Missione Goldfinger”, uno dei film più noti della saga, con la release di una magnum contenuta in lussuoso box regalo in limited edition.
Nella Champagne, dopo l’abbondante vendemmia 2023, le rese sarebbero in ogni caso sembrate più basse quest’anno, ancora prima che le difficoltà del meteo prendessero il sopravvento. Il magazine inglese Decanter ha intervistato alcuni produttori:“quest’anno ci sono stati due o tre grappoli in meno per vite” ha detto il mastro cantiniere di Louis Roederer, Jean-Baptiste Lécaillon. Se la grandine ha colpito la valle della Marna (sede di gran parte del Meunier della Champagne) il 12 maggio, colpendo 500 ettari di vigneti, il flagello che ha unito tutti è quello della peronospora. “Non siamo stati colpiti così duramente dal gelo - ha dichiarato Hugo Drappier di Champagne Drappier - ma dalla peronospora”.  La peronospora è entrata nei fiori e nei giovani acini alla fine di giugno e fino a luglio: a differenza delle foglie, che la vite può sostituire o salvare parzialmente, questa è una conseguenza fatale per i grappoli colpiti. Sebbene ci siano state perdite nella valle della Marna, la peronospora è stata la peggiore nella memoria per molti nell’Aube, con possibili implicazioni per la regione nel suo complesso; gran parte del vino rosso della Champagne destinato alla produzione di rosé è prodotto a Les Riceys e quest'anno ce ne sarà molto meno in giro. Di solito, la peronospora è controllata con prodotti a base di rame, utilizzati dai produttori biologici e che richiedono continui ritrattamenti, o con fungicidi sistemici utilizzati dai produttori non biologici. Se la viticoltura biologica è vista come più impegnativa, la pressione eccessiva di quest’anno ha finito per far atterrare tutti sulla stessa barca. In effetti, la viticoltura biologica, come nel 2023, sembra cavarsela bene in mani esperte: “quest’anno le nostre prove biologiche sono andate bene, ma per chi ha saltato un solo trattamento nei vigneti, è finita!” ha affermato Émilien Boutillat, capo cantiniere di Piper-Heidsieck. Sorprendentemente, il Meunier nella valle della Marna non è stato la vittima principale delle piogge, come ha spiegato il capo cantiniere di Perrier-Jouët Séverine Frerson: “è migliore rispetto all’anno scorso, la caratteristica di quest’anno è la fruttuosità e la freschezza, potremmo avere un’annata molto buona”. Charles Philipponnat di Champagne Philipponnat ha convenuto che “è un anno più sano del 2023, perché mentre la peronospora può influenzare la resa, non influisce necessariamente sulla qualità”. In modo più prevedibile, la situazione dello Chardonnay, nonostante sia più tardivo a maturare, sembra positiva. “Sono fiducioso di avere un ottimo Chardonnay quest’anno", ha detto Vitalie Taittinger di Champagne Taittinger. Una passeggiata attraverso la Côte des Blancs ha rivelato danni limitati da muffa e rese moderate sullo Chardonnay, sebbene la maturazione sia estremamente eterogenea. I danni nell’Aube, insieme a rese complessivamente inferiori, avranno conseguenze che tarderanno a farsi strada. L’esclusivo sistema Interprofessionnelle Réserve della Champagne (in precedenza noto come Réserve Individuelle), in base al quale una certa quantità di vino può essere trattenuta dalla vendemmia precedente in caso di basse rese, bloccata dall’imbottigliamento come Champagne e mantenuta ad un massimo equivalente a 10 tonnellate per ettaro, sarà importante quest’anno. Coloro che hanno poca uva saranno costretti a utilizzare quasi tutte queste riserve per produrre i loro vini, il che significa che ci sarà poca riserva per l’anno prossimo. Coloro che mettono in riserva i loro vini “scadenti” del 2023, sperando di sostituirli con altri migliori quest’anno, dovranno fare una scelta difficile se usarli o accettare il colpo e rivenderli. Dopo la battuta d'arresto del 2023, tuttavia, l’umore nella maggior parte della Champagne rimane ottimista, anche se i viticoltori sperano che il 2025 renda loro una vita più facile.
Intanto, a Reims, le grandi maison puntano sull’enoturismo ad effetto “wow”: dopo tre anni di lavori, Ruinart, la più antica azienda della Champagne, nata nel 1729, svela il suo ultimo progetto: nella sede storica del brand, a Reims, sopra un labirinto di 8 chilometri di cantine, nasce un nuovo luogo dedicato agli incontri culturali e alle scoperte enologiche. Un’ambientazione audace, immaginata dall’architetto giapponese Sou Fujimoto, rivela la bellezza del luogo, quella di un tradizionale edificio storico di fronte ad una costruzione futuristica più contemplativa, il nuovissimo padiglione Nicolas Ruinart, circondato dal favoloso “Jardin des Artists”, progettato dal paesaggista Christophe Gautrand. Più di venti opere contemporanee saranno esposte in modo permanente, visibili liberamente e gratuitamente a tutti. Tra gli artisti, la tedesca Cornelia Konrads ha realizzato appositamente in loco “The Arch”, una scultura monumentale che rappresenta un gigantesco arco in metallo e legno, ricoperto di rampicanti. Rivisitando lo spazio, l’artista ha potuto creare, a partire da materiali trovati sul posto - vecchie viti conservate dalla casa Ruinart - una struttura metallica che rispecchia il disegno delle facciate classiche degli edifici storici. La visita al nuovo padiglione potrà essere effettuata al termine di un percorso alberato in un parco di 7.000 metri quadrati, di cui 5.000 di superficie boschiva, rigenerata da una selezione di specie adattate ai cambiamenti climatici. Il cortile principale, incorniciato dallo storico edificio ottocentesco, è concepito come un vasto salotto-giardino all'aperto. Ridisegnato, è attraversato da un pergolato tagliato secondo altezze modulate in modo da creare il movimento di una curva che riecheggia i dolci pendii delle colline della Champagne. Le gallerie sotterranee, che si snodano per oltre 8 chilometri, sono state scavate nelle antiche cave immacolate di gesso bianco. Fin dalla notte dei tempi partecipano al patrimonio vitivinicolo e identitario culturale dello Champagne. Visitandole, ad una profondità di quasi 40 metri, si potrà riscoprire una parte della storia e del know-how della casa Ruinart.
Anche Taittinger investe sul turismo, con un nuovo centro visitatori e tre nuove esperienze di degustazione. Le cantine Saint-Nicaise di Taittinger a Reims fanno parte del paesaggio culturale della Champagne, dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Sono costruite sul sito dell’Abbazia di Saint-Nicaise del 13° secolo - intitolata al santo patrono di Reims, ucciso dai barbari che invasero la città - le cui cripte, tunnel e cantine rimangono intatte. Oggi queste cantine di gesso greco-romane ospitano le prestigiose cuvée di Taittinger, Comtes de Champagne e Comtes de Champagne Rosé, sottoposte a un lungo invecchiamento. “Queste cantine sono il cuore della Maison, non solo perché sono belle, ma perché fanno parte del Patrimonio Unesco - ha spiegato Vitalie Taittinger, presidente di Champagne Taittinger -  ci costringono ad essere “umili” con quello che stiamo facendo qui”. I visitatori potranno scegliere tra tre nuovi tasting esclusivi, con Champagne diversi abbinati ad assaggi gourmet, tutti corredati da un un tour delle cantine, destinati a gruppi di massimo 12-14 persone. Ma Taittinger aprirà anche un nuovo ristorante nel 2025.
E Modena, il 20 e 21 ottobre, ospita la “Champagne Experience”, edizione n. 7, e diventa la “capitale italiana” delle bollicine francesi, con due giorni di degustazioni e masterclass di altissimo livello. Negli spazi di ModenaFiere, l’evento (organizzato da Excellence - Società Italiana Distributori e Importatori) offrirà agli operatori professionali e agli appassionati un’occasione unica per approfondire la conoscenza del mondo dello Champagne, grazie alla presenza di più di 900 etichette in degustazione, in rappresentanza di 167 realtà suddivise tra storiche Maison e piccoli vigneron.
Confermata la suddivisione espositiva dei vini in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne - Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Côte des Bar - oltre alle Maison “classiche” riunite in una specifica area. “La macchina organizzativa di “Champagne Experience” è pronta per accogliere tutti i professionisti, gli operatori e gli amanti dello Champagne che si sono già accreditati -  afferma Luca Cuzziol, presidente della Società Italiana Distributori e Importatori  - sono ormai quasi esauriti anche i posti a disposizione per le masterclass che, come ogni anno, rappresentano un fiore all’occhiello della manifestazione e consentono di approfondire temi specifici grazie alla presenza di ospiti esclusivi e relatori di grande professionalità”.
Saranno sei le masterclass, suddivise nei due giorni di manifestazione: si parte domenica 20 ottobre con quella dal titolo “Da Chouilly a Mesnil-Sur-Oger”, condotta da Alberto Lupetti, uno dei giornalisti e divulgatori più esperti di Champagne in Italia. Non un generico confronto sui Blanc de Blancs, ma un vero e proprio viaggio sensoriale che permetterà ai partecipanti di comprendere le piccole, ma decisive differenze, di due terroir molti vicini tra loro. Il sommelier Luca Boccoli condurrà il coinvolgente incontro “Il buio oltre il Perlage”, una master class dove i partecipanti assaggeranno 6 cuvée bendati, guidati da un grande degustatore non vedente. Quest’anno sarà inoltre presente Geoffrey Orban, direttore di Educavin, consulente e formatore che da oltre 20 anni si impegna e lavora per la divulgazione e la conoscenza della Champagne: unisce studi parcellari a degustazioni geo-sensoriali dei terreni, per far comprendere le interazioni tra suolo, vite e frutto. Saranno due gli incontri che lo vedranno protagonista, sempre domenica 20 ottobre: “Aube, Riceys e Montgueux” e “Qualità tra piccole e grandi Maison”. Lunedì 21 ottobre sono in programma “Da Bouzy ad Ay” e “Coteaux Champenois”, entrambe con Alberto Lupetti.  Quest’anno, infine, si rinnova la collaborazione tra Modena Champagne Experience e Champagne de Vignerons, associazione creata nel 2001 dal Syndicat Général des Vignerons de la Champagne con l’obiettivo di diffondere il lavoro svolto dai piccoli vignerons.
Lo Champagne sarà di nuovo protagonista assoluto del tradizionale rito di stappare e “spruzzare” una bottiglia sul podio in caso di vittoria: la Formula 1 festeggerà di nuovo con Moët & Chandon le cerimonie di premiazione, a partire dal prossimo anno. Bernard Arnault, ceo del gruppo di lusso Lvmh (di cui fa parte Moët & Chandon ), ha firmato un contratto di dieci anni, del valore di 930 milioni di euro, con i rappresentanti dei proprietari della Formula 1: in programma “azioni su misura, edizioni limitate e contenuti esclusivi”.
Termina così l’era dello spumante italiano Ferrari, che dal 2021 ha fornito le bottiglie per le celebrazioni sui podi dei vincitori. Moët & Chandon era già presente nel 1950 al primo Gran Premio di Francia a Reims, mentre lo “spruzzare” le bollicine è diventato un rito dal 1967.
Ma il momento d’oro dello Champagne continua con la release di un pezzo da collezione: per i 60 anni di “Agente 007 - Missione Goldfinger”, pellicola uscita nel 1964 con protagonista Sean Connery, considerato uno dei migliori film della saga, Bollinger (che, in Italia, è distribuito da Meregalli, ndr) lancia sul mercato una limited edition (solo 200 pezzi) per celebrare l’anniversario. La Cuvée Goldfinger 007 è una magnum contenuta in una lussuosa custodia di pelle con dettagli dorati: l’annata è ovviamente 2007, il prezzo 4.200 euro.
La curiosità: nel film e non viene citato Bollinger, ma un altro famoso Champagne. James Bond, interpretato da Connery, pronuncia infatti la frase: “mia cara ragazza, ci sono alcune cose che semplicemente non si fanno, come bere Dom Pérignon ’53 ad una temperatura di oltre 38 gradi”. Tuttavia, Victoria Carfantan, direttrice Champagne Bollinger Uk e Global Partnerships, ha dichiarato che questa nuova uscita “riguarda meno lo specifico Champagne di Bond nel film, ma più la celebrazione della partnership tra le due famiglie e l’eredità culturale complessiva”.
Del resto l’universo Champagne è da sempre avvezzo a illustri partnership con la cultura, l’arte e il design: le ultime due, in ordine di tempo, quelle di Dom Pérignon e Perrier-Jouët. La leggendaria Maison Dom Pérignon ha reso omaggio a Jean-Michel Basquiat, uno dei leader del neoespressionismo e del graffitismo americano, icona dell’arte internazionale, con un’edizione speciale di bottiglie e coffret, mentre Perrier-Jouët, che mantiene una continua collaborazione con i talenti dell’arte e del design contemporanei, ha presentato “Cohabitare”, un progetto concepito dallo studio di design milanese Formafantasma per il vigneto della Maison.

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