“Il vino è diventato un’arma possente nell’arsenale del “soft power” italiano negli Stati Uniti. Lo si vede anche dalla crescita del turismo “wine-tasting”. L’invasione dei visitatori americani in Italia nelle ultime stagioni turistiche è stata segnata anche da questo fenomeno: oltre alle nostre città d’arte, oltre al paesaggio naturale, oltre allo shopping, gli americani si mettono in coda per visitare vigneti, assaggiare vini, perfino seguire corsi da enologi”. Parole di uno che gli Stati Uniti li conosce bene, e ben oltre il vino, ovvero Federico Rampini, oggi editorialista, da New York, per il “Corriere della Sera”, ma corrispondente e firma, per oltre 20 anni, per altre testate nazionali di primo piano (“La Repubblica”, “Il Sole 24 Ore”, e non solo), nel suo interessante contenuto nella guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” del “Corriere della Sera”, edizione n. 11, firmata da Luciano Ferraro, vicedirettore del quotidiano di via Solferino, e da James Suckling, critico enologico tra i più noti e autorevoli al mondo e fondatore del sito JamesSuckling.com. Una guida presentata, nei giorni scorsi, a Milano, e ora in edicola, per due mesi, con il “Corriere della Sera” (a 12,90 euro, oltre al prezzo del quotidiano). E che, come WineNews ha anticipato, ha premiato con 100/100 sei grandi vini italiani: l’Amarone della Valpolicella Classico 2015 di Bertani, cantina storica del territorio del gruppo Angelini Wines & Estates; il Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 di Casanova di Neri, icona di Montalcino, ed il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Valdicava, tra le chicche del territorio; il Terlaner Primo Alto Adige 2021 di Terlano, cantina simbolo dei grandi vini bianchi longevi dell’Alto Adige; il Valdarno di Sopra Galatrona 2022 di Petrolo, azienda-faro della piccola denominazione toscana; e il Toscana Colore 2022 di Bibi Graetz, vino più celebre di uno dei produttori più creativi del panorama italiano. La guida ha come tema centrale quello del cambiamento climatico e di come i produttori italiani lo stanno affrontato, che è stato anche il leitmotiv dei premi speciali, “La sfida al clima”, andati a Giovanni Manetti e al Consorzio del Chianti Classico come “miglior Consorzio”, ad Alessandro Ceretto, della cantina Ceretto, tra i nomi più importanti del Barolo, come “miglior Enologo”, e Piero Mastroberardino, alla guida della cantina campana Mastroberardino, come “miglior Cantina”, ed a Marco Simonit (che con la Simonit & Sirch lavora tra le vigne di moltissime tra le più importanti cantine d’Italia e del mondo, e che per la guida del “Corriere” ha creato un’appendice dedicata ai dieci migliori vigneti italiani, per storia, resilienza e bellezza, ndr), come “miglior Tecnico”.
Ma, tornando alle parole di Federico Rampini, c’è anche il racconto del boom del Prosecco in Usa, a partire dai primi del 2000, quando da vino praticamente sconosciuto, nel giro di poco tempo è diventato un “must”, grazie ad “un’operazione del tipo “sbarco in Normandia” nella seconda guerra mondiale. Un’invasione in massa”, scrive Rampini, che aggiunge: “il genio, o più probabilmente la squadra di geni, che hanno orchestrato il marketing del Prosecco in America, dovrebbero insegnare in tutte le Business School italiane, formando generazioni di emuli”.
Focus - “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” (in ordine di classifica, che non tiene conto solo del voto in qualità; in neretto, i 100/100)
100 Bertani - Amarone della Valpolicella Classico 2015
100 Petrolo Valdarno di Sopra Galatrona 2022
100 Bibi Graetz - Toscana Colore 2022
100 Cantina Terlan - Alto Adige Terlaner Primo 2021
100 Valdicava - Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019
99 Tenuta delle Terre Nere - Etna Rosso Calderara Sottana 2022
99 Castello di Ama - Chianti Classico Gran Selezione San Lorenzo 2021
99 Tenuta Sette Ponti - Toscana Oreno 2022
99 Isole e Olena - Toscana Cepparello 2021
98 Travaglini - Gattinara Riserva 2019
99 Pio Cesare - Barolo Mosconi 2020
99 Siro Pacenti - Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2019
99 Giodo - Brunello di Montalcino 2019
99 Vietti - Barolo Monvigliero 2020
98 Cerbaia - Brunello di Montalcino 2019
99 Ornellaia - Bolgheri Superiore 2021
100 Casanova di Neri - Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019
99 Tua Rita - Syrah Toscana Per Sempre 2022
98 Marchesi Antinori - Umbria Cervaro della Sala 2022
98 Schiopetto - Friulano Collio Mario Schiopetto M
98 Monte dall’Ora - Amarone della Valpolicella Classico Stropa 2015
99 Roberto Voerzio - Barolo Fossati 2020
98 Argiano - Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2019
99 Ipsus - Chianti Classico Gran Selezione 2020
99 Montevertine - Toscana Le Pergole Torte 2021
99 Gaja - Barbaresco Sorì San Lorenzo 2021
98 Girolamo Russo - Etna Bianco San Lorenzo 2023
98 Eredi Fuligni - Brunello di Montalcino 2019
97 La Serena - Brunello di Montalcino 2019
98 Il Borro - Syrah Toscana Alessandro dal Borro 2018
98 Barone Pizzini - Franciacorta Bagnadore Rosé Riserva 2011
98 Tenuta Luce - Brunello di Montalcino 2019
97 Manincor - Sauvignon Blanc Alto Adige Tannenberg 2022
97 M. Marengo - Barolo Bricco delle Viole 2020
97 Galardi - Campania Terra di Lavoro 2021
97 Castello di Bossi - Toscana DiMarco 2021
98 Duemani - Cabernet Franc Costa Toscana 2021
98 San Leonardo - Vigneti delle Dolomiti 2019
98 Damilano - Barolo Cannubi Riserva 1752 2017
98 Tenuta San Guido - Bolgheri Sassicaia Sassicaia 2021
98 G.B. Burlotto - Barolo Monvigliero 2020
98 Poderi Aldo Conterno - Barolo Colonnello 2020 194
98 Romano Dal Forno - Amarone della Valpolicella Monte Lodoletta 2016
97 Corte Pavone - Brunello di Montalcino Fior di Meliloto 2019
97 Ca’Viola - Barolo Sottocastello di Novello 2020
97 Mazzei - Chianti Classico Gran Selezione Castello Fonterutoli Vicoregio 36 2021
97 Caparzo - Brunello di Montalcino Vigna La Casa 2019
97 Tedeschi - Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi Riserva 2017
98 Poggio di Sotto - Brunello di Montalcino Riserva 2018
97 Fontodi - Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbo 2021
97 Conterno-Fantino - Barolo Ginestra Vigna Sorì Ginestra 2020
97 Castiglion del Bosco - Brunello di Montalcino Campo del Drago 2019
97 Brancaia - Toscana Il Blu 2021 200
97 Brigaldara - Amarone della Valpolicella Riserva 2015
97 Barone Ricasoli - Chianti Classico Gran Selezione Castello di Brolio 2021
97 Grattamacco - Bolgheri Superiore 2021
97 I Vigneri - Etna Rosso Viti Centenarie del Vinupetra 2021
97 Cordero di Montezemolo - Barolo Enrico VI 2020 202
97 Boscarelli - Vino Nobile di Montepulciano Il Nocio 2020
97 Nals Margreid - Chardonnay Alto Adige Nama 2020
98 Tenuta del Nicchio - Toscana Lodovico 2020
97 Ca’ del Bosco - Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi Rosé Riserva 2015
97 Stefano Amerighi - Syrah Cortona Apice 2020
97 Passopisciaro - Terre Siciliane Contrada R 2022
97 Bulichella - Syrah Costa Toscana Hide 2021
97 San Polino - Brunello di Montalcino Helichrysum 2019
97 Paolo Scavino - Barolo Rocche di Castiglione 2020
97 Altesino - Brunello di Montalcino Montosoli 2019
97 Pira (Chiara Boschis) - Barolo Mosconi 2020
97 Argiolas - Isola dei Nuraghi Turriga 2020
98 Masseto - Toscana 2021
97 Sesta di Sopra - Brunello di Montalcino Magistra 2019
97 Monteverro - Toscana 2021
97 Corte Sant’Alda - Amarone della Valpolicella Mithas 2015
97 Valentini - Trebbiano d’Abruzzo 2020
97 Sandrone - Barolo Aleste 2020
97 La Spinetta - Barbaresco Vürsù Starderi 2021
97 San Polo - Brunello di Montalcino Riserva 2018
97 Tenuta di Biserno - Toscana Biserno 2021
97 Ceretto - Barolo Bricco Rocche 2020
97 Pietradolce Etna Rosso Vigna Barbagalli 2020
96 Castello Bonomi - Franciacorta Millesimato Bio Brut Rosé 2020
97 Pieve Santa Restituta - Brunello di Montalcino Sugarille 2019
96 Fattoria Montellori - Vino Spumante Metodo Classico Blanc de Blancs Pas Dosè 2020
96 Foradori - Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti Fuoripista 2022
96 Pieropan - Soave Classico La Rocca 2022
96 Balgera - Valtellina Superiore Vigneto Pizaméi Riserva 2016
96 Neri - Etna Rosso Contrada Arrigo 2021
96 Tasca d’Almerita - Etna Bianco Tascante Contrada Sciaranuova 2022
96 Tenuta di Trinoro - Toscana Rosso Palazzi 2022
97 Bruno Giacosa - Falletto Barolo Falletto 2020
96 Inama - Soave Classico Vintage Selection 2016
97 Gianni Gagliardo - Barolo Serra dei Turchi 2020
96 Elena Walch - Alto Adige Beyond the Clouds 2021
96 Cantina Andrian - Chardonnay Alto Adige Doran Riserva 2021
96 Blue Zone - Isola dei Nuraghi Vigneti Centenari 2021
96 Cogno - Barolo Cascina Nuova 2020
96 Jermann - Venezia-Giulia Vintage Tunina 2022
96 Rocca delle Macie Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2020
96 Castello di Monsanto - Chianti Classico Gran Selezione Vigneto Il Poggio 2019
Focus - I premi speciali di “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia”
Piero Mastroberardino - La sfida al clima, miglior cantina
Quando si iniziava a parlare ancora con cautela degli effetti del cambiamento climatico sulla viticoltura, Piero Mastroberardino ha ospitato nella sua azienda un forum internazionale sul tema. Era il 2018. Professore di Business management all’università di Foggia e presidente dell’Istituto Grandi Marchi, che riunisce le più importanti cantine nazionali, Piero Mastroberardino ha anche partecipato con la sua azienda al V.I.S.C.A. (Vineyards Integrated Smart Climate Application), un progetto di ricerca e sviluppo finanziato dal programma europeo Horizon 2020. Unico partner italiano dell’iniziativa, ha testato un servizio collegato a un sistema di supporto alle decisioni che integra studio del clima, previsioni meteo, viticoltura di precisione, rilievi e monitoraggio per definire strategie di adatta- mento al cambiamento climatico di medio e lungo termine. Solo tre le cantine europee coinvolte nella sperimentazione.
Giovanni Manetti, Consorzio del Chianti Classico - La sfida al clima, miglior Consorzio
Giovanni Manetti è il produttore di Fontodi, ma è anche il presidente, al secondo mandato, del Consorzio del Chianti Classico. Un Consorzio di 500 aziende che nel 2024 ha celebrato i suoi primi cento anni con un manifesto di sostenibilità. Manetti, protagonista anche del progetto delle Uga (Unità Geografiche Aggiuntive) del Chianti Classico, è riuscito a mettere a punto una serie di regole che le cantine adotteranno gradualmente. Un impegno forte per la tutela del territorio che si traduce in un baluardo contro il cambiamento climatico. L’idea è di ridurre l’impatto ambientale, tramite una gestione del territorio, delle superfici produttive e dei boschi, per preservarne il paesaggio e la biodiversità. Eccone alcune: no ai diserbanti chimici e alle macchine agricole impattanti. Le aziende sono invitate a mantenere almeno il 20% sul totale della superficie agricola con biodiversità (olivo, seminativi, non coltivate, boschive), salvaguardare le api riservando il 5% della superficie vita- ta a colture adatte, mantenere le siepi, investire per raccogliere l’acqua.
Alessandro Ceretto - La sfida al clima, miglior enologo
Quando è arrivato in azienda è partita la svolta biodinamica. Ora tutti i 170 ettari dell’azienda resa grande da Bruno e Marcello Ceretto sono certificati bio. E Alessandro Ceretto, 48 anni, è l’enologo della famiglia di Alba. Controlla i vigneti tra Langhe e Roero e ha visto come sono cambiati a causa del clima. Negli ultimi trent’anni il grado alcolico è salito da 12,5 a 14 gradi. È convinto che il cambiamento climatico sarà il fattore che inciderà maggiormente sul futuro dei nostri figli. Non solo per le famiglie dei vignaioli. Per questo sta sperimentando nuove modalità di produzione per ridurre la concentrazione dei vini. Per affrontare le annate sempre più siccitose, alle Brunate di La Morra è stato avviato il progetto per un sistema di raccolta delle acque. Ha lanciato un appello perché prevalga un’azione comune e collettiva dei produttori “senza aspettare che arrivi il disastro”.
Marco Simonit - La sfida al clima, miglior tecnico
Marco Simonit, 58 anni, non è solo uno dei maggiori esperti al mondo di potatura. Inventore di un nuovo metodo che salvaguarda e rafforza le piante (mantenere la corretta ramificazione per garantire la viabilità linfatica), fondatore di Simonit & Sirch, brillante comunicatore che ha trasformato una pratica agricola in una fonte di divulgazione, Simonit è anche un attento osservatore di quello che accade nel mondo agricolo. Con un’attenzione speciale per il clima, che lo ha portato nel 2024 sul palco dell’Università di Harvard, a Boston, per parlare delle sfide del cambiamento climatico. Il nuovo impegno è favorire la resilienza delle piante alle variabili climatiche, anche attraverso le tecniche di potatura. Pensando a vigneti sempre più in alta quota e con densità di impianto inferiori.
Focus - Federico Rampini ne “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia”
“Traslocai a San Francisco con tutta la famiglia nell’anno 2000. Ci trasferimmo da Milano e avevamo le abitudini di consumo tipiche del nostro paese. Molta roba italiana si trovava già nei supermercati della California, zona ricca e salutista. Il Prosecco no. Impossibile farsi un aperitivo con le bollicine, a meno di volersi rovinare con una costosissima flûte di champagne francese, o francese-californiano. Sì, la California aveva scoperto la cultura del vino già da qualche decennio, aveva produttori locali di alta qualità e di fama mondiale. Erano arrivati i francesi, e avevano investito alla grande, comprando terreni e vigneti dalla Napa Valley a Sonoma County. Si era insediato Moët & Chandon che, oltre a esportare lì lo champagne di casa, ne produceva uno locale, sempre dal prezzo elevato. Passarono due anni della nostra vita sulla West Coast. E, di colpo, il Prosecco sbarcò a San Francisco. Ma non in punta di piedi. Fu un’operazione del tipo “sbarco in Normandia” nella seconda guerra mondiale. Un’invasione in massa. Per me, semplice consumatore, l’impressione fu che dalla sera alla mattina ogni bar, ogni ristorante, si era arreso di fronte all’invasore. Una guerra lampo. All’improvviso, quei baristi che fino a poco tempo prima non capivano di cosa parlassi, erano diventati degli esperti delle varie marche di Prosecco e mi offrivano anche una varietà di cocktail a base dello stesso vino. Era ubiquo nelle liste dei vini di tutti i ristoranti, quelli di lusso e quelli popolari. I sommelier imparavano a memoria nomi di piccole località venete e friulane. Conegliano e Valdobbiadene erano famosi quanto Venezia e Firenze. Lo champagne era stato cacciato in una nicchia di consumi da straricchi, un po’ esibizionisti. La maggioranza dei consumatori - e, lo ripeto, i californiani di vino se ne intendono - avevano abbracciato con entusiasmo le bollicine italiane, democratiche e a buon mercato. Da allora la colonizzazione dell’America da parte del Prosecco è andata avanti. Sulle due coste, nelle città cosmopolite - da New York a Washington, da Miami a Boston, da San Diego a Los Angeles -, l’operazione Prosecco è stata replicata più di recente con lo Spritz Aperol e una varietà di cocktail sempre a base di bollicine italiane. Ma il Prosecco “semplice” ormai me lo vedo offrire anche in Texas e in Louisiana, o addirittura nelle catene di hotel Marriott della provincia profonda, nonostante che i fratelli Marriott (fondatori e tuttora proprietari) siano dei mormoni rigorosamente astemi. Il genio, o più probabilmente la squadra di geni, che hanno orchestrato il marketing del Prosecco in America, dovrebbero insegnare in tutte le Business School italiane, formando generazioni di emuli. Il vino è diventato un’arma possente nell’arsenale del “soft power” italiano negli Stati Uniti. Lo si vede anche dalla crescita del turismo “wine-tasting”. L’invasione dei visitatori americani in Italia nelle ultime stagioni turistiche è stata segnata anche da questo fenomeno: oltre alle nostre città d’arte, oltre al paesaggio naturale, oltre allo shopping, gli americani si mettono in coda per visitare vigneti, assaggiare vini, perfino seguire corsi da enologi”.
Federico Rampini
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