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“BENVENUTO BRUNELLO” 2024

Brunello di Montalcino 2020 nel calice: vini intriganti, caratterizzati da finezza e bevibilità

Nei migliori assaggi di WineNews, l’anteprima di un’annata confortante per il territorio. Il Consorzio: “Brunello al top in Usa tra i vini di lusso”

Il Brunello di Montalcino è uno dei vini top del Belpaese, che vede il suo successo sancito soprattutto dall’export, con il mercato a stelle e strisce a recitare il ruolo di traino principale. E in un contesto generale di contrazione delle vendite di vino - le performance globali a volume e valore mostrano segni negativi rispettivamente a -8% e -7% - il Brunello chiude i primi nove mesi 2024 con un tendenziale in crescita del 5% a volume e dell’1% a valore (dati Osservatorio Uiv su base SipSource, vedi focus). In questa situazione, soggetta evidentemente ad un necessario e continuo monitoraggio, anche rispetto all’incidenza molto forte di fattori extra-economici, arriva la presentazione del Brunello di Montalcino 2020: anteprima che, nonostante l’attuale contesto incerto e il ricordo indelebile dell’“annata del Covid”, disegna in qualche misura uno scenario confortante. Almeno a giudicare dal risultato nel bicchiere.
Se l’andamento climatico del 2020 resta, infatti, inserito in un contesto generale di costante riscaldamento atmosferico - il 2020, pur con piovosità nella media, è stato il quinto anno più caldo dal 1955, con un’anomalia della temperatura media di +0,8 gradi centigradi sul 1981-2010 (dati Consorzio Lamma) - il millesimo in questione ha presentato, dal punto di vista vitivinicolo, caratteristiche apprezzabili nei mesi decisivi per la vendemmia (giugno-ottobre). Piovosità abbondante e temperature sotto la media del periodo a giugno, con i mesi di luglio ed agosto dalle temperature massime spesso sopra i 30 gradi centigradi, ma con pochi giorni in cui hanno superato i valori critici oltre i 35, mentre le piogge si sono concentrate in pochi eventi di forte intensità. Il mese di settembre ha, invece, avuto due fasi: una prima caratterizzata da belle giornate soleggiate e asciutte con temperature sopra la media e una seconda segnata da precipitazioni abbondanti e da un drastico abbassamento delle temperature, con il mese di ottobre dalle temperature inizialmente sopra la media e poi sotto nel resto del mese, con eventi piovosi tendenzialmente frequenti. Un andamento climatico altalenante, dunque, dalla gestione senz’altro insidiosa (per esempio nella scelta del momento della raccolta), ma che - se ben condotto - ha potuto regalare vini decisamente intriganti, anche grazie alle caratteristiche del Sangiovese, in difficoltà con una calura continua, ma assai reattivo nel trasformare al meglio ogni elemento climatico all’insegna della freschezza (pioggia e temperature più basse) nel suo percorso di maturazione.
E questo è quanto sembra essere accaduto, in generale, per i Brunello 2020, che rivelano anche un altro elemento significativo: quello del cambiamento stilistico, che si fa sempre più omogeneo e diffuso tra le aziende, almeno tra le più sensibili. In un percorso di alleggerimento complessivo dei vini alla ricerca di equilibrio e finezza - verrebbe da dire raccogliendo l’eredità stilistica di Franco Biondi Santi (“custode intransigente” della tradizione del Brunello, inventato, a fine Ottocento, dalla sua famiglia, alla Tenuta Greppo, ndr) lontano sideralmente dall’espressione dei Brunello della prima decade del Nuovo Millennio - e che lascia fuori dalla porta della cantina sovra-estrazioni e apporto surdimensionato del rovere. Un cambio di prospettiva evidente che determina, al contempo, in modo sempre più netto, anche le differenze dei vini ottenuti al Nord o al Sud della denominazione. Il risultato sono vini dai profumi sfaccettati e ariosi e dalle progressioni gustative fragranti e dinamiche, pur non mancando un certo calore. Magari più pronti, ma senz’altro più godibili e dalla beva più rilassata.
Come ad esempio, guardando ai migliori assaggi dello staff WineNews, tra i vini presenti a “Benvenuto Brunello” 2024, il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2020 di Canalicchio di Sopra, che ha la stoffa del grande vino, con i suoi profumi definiti che incrociano terra, piccoli frutti rossi, lampi balsamici e speziati; in bocca il sorso è dinamico e dal bel contrasto sapido-dolce, terminando in un finale arioso e profondo. Il Brunello di Montalcino La Casa 2020 di Caparzo, ha buona definizione aromatica che passa dal frutto rosso alle erbe aromatiche su fondo speziato, accompagnando un sorso fine e equilibrato. Il Brunello di Montalcino AD 1441 di Castello Tricerchi profuma di fiori appena appassiti, terra ed erbe aromatiche; in bocca il sorso è affusolato e dinamico, terminando profondo e contrastato. Il Brunello di Montalcino Poggiarelli 2020 di Cortonesi, ancora, possiede bagaglio aromatico dal timbro classico sul frutto appena maturo e sul sottobosco, restituendo una bocca saporita, continua e lunga. Il Brunello di Montalcino Vigna Poggio Molino al Vento 2020 di Corte Pavone, dal canto suo, possiede aromi ben scanditi e bocca solida e molto gustosa. Ma da segnalare anche il Brunello di Montalcino 2020 di Fattoi, che profuma di viola e agrumi, con lampi terrosi e affumicati; in bocca il sorso è schietto, gustoso e intenso. Il Brunello di Montalcino 2020 di Gianni Brunelli, invece, è vino raffinato, sia nei suoi tratti aromatici floreali e speziati sia nella sua progressione gustativa profonda, ariosa e bilanciata. Il Brunello di Montalcino 2020 di Giodo propone un approccio stilistico impeccabile, dagli aromi leggiadri e definiti e dalla progressione gustativa fine e delicata, dalle suggestioni quasi borgognone. Il Brunello 2020 di Gorelli, ancora, è vino di grande energia gustativa nel classico gioco dolce-acido dei vini di Montalcino, aggiungendo un profilo aromatico dai rimandi ai fiori e alla pietra focaia su base affumicata. Il Brunello di Montalcino 2020 de Le Chiuse, inizialmente timido nello svelare i suoi profumi di terra, frutta rossa e toni affumicati, trova nella bocca il suo punto di forza con un sorso sapido, ficcante ed arioso. Il Brunello di Montalcino Veltha 2020 di Maté, che passa dai rimandi aromatici di frutta rossa matura a quelli più fragranti di arancia ed erbe aromatiche, aggiungendo un sorso fine e ben profilato. Il Brunello di Montalcino Casanovina Montosoli 2020 de Le Ragnaie possiede un incrocio aromatico raffinato tra fiori spezie e richiami ferrosi; in bocca, il sorso non perde mai di vivacità, concludendosi con un finale dai rimandi ai frutti chiari. Bel frutto rosso e toni ematici e di sottobosco per il naso del Brunello di Montalcino Vigna I Poggi 2020 di Poggio Antico, che in bocca possiede energia, articolazione e grande sapidità. Il Brunello di Montalcino 2020 di Salvioni, ancora, ha frutto maturo e polposo a segnare i suoi aromi rifiniti da lampi affumicati e speziati; in bocca, il sorso è deciso, generoso e continuo. Raffinato il Brunello di Montalcino Costa di Monte 2020 di Tenuta di Sesta, dai profumi fruttati appena sussurrati su rimandi ai fiori bianchi e lampi balsamici e affumicati; in bocca, il sorso è agile, profondo e ben proporzionato.
Ma a “Benvenuto Brunello” 2024 sono di scena anche i Brunello di Montalcino Riserva 2019. Un’annata più potente e solare, dai tratti caldi e dalle strutture molto articolate, non sempre centrate. Che, comunque, ha trovato interpretazioni interessanti, come nel caso del Brunello di Montalcino Poggio all’Oro Riserva 2019 di Banfi, un vino impeccabile nella sua pulizia aromatica e ben profilato al palato, dove il sorso possiede una progressione netta e sapida. Anche il Brunello Gualto Riserva 2019 di Camigliano è ben realizzato, restituendo profumi intensi sul frutto rosso e i rimandi alla terra e alle spezie, accompagnati da un sorso saporito e lungo. Da segnalare il Brunello di Montalcino Vigna Fontelontano Riserva 2019 di Collemattoni, che sfodera aromi di rosa appena appassita e piccoli frutti rossi su fondo lievemente speziato, ad anticipare un sorso molto sapido e ben profilato. Buono anche il Brunello di Montalcino Riserva 2019 di Poggio di Sotto, dai profumi fruttati rigogliosi e intensi su sfondo balsamico e bocca succosa ed articolata. E infine il Brunello di Montalcino Mercatale Riserva 2019 di Ridolfi dagli aromi di erbe aromatiche frutta rossa matura e sottobosco che in bocca si muove continuo e polposo.
Nell’edizione n. 33 della presentazione delle nuove annate del Brunello di Montalcino, la quarta che si tiene nel mese di novembre, interrompendo il giudizio sul millesimo espresso dal numero di stelle, fa il suo esordio anche un progetto di valutazione dell’annata affidata alla lettura delle caratteristiche del Brunello da parte di un team esterno di esperti, che sarà presentato, domani, 16 novembre.

Focus - Il Consorzio: “Brunello al top in Usa tra i vini di lusso”
Gli Usa hanno un legame particolare, da anni, con il vino italiano. Un legame che resta forte, anche in un momento complicato del mercato enoico generale, e con la grande incertezza e preoccupazione per il futuro, legata anche ai dazi su tanti prodotti europei minacciati dal Presidente eletto, Donald Trump, che nel suo primo mandato salvò il vino italiano, che ad oggi, però, come tutti gli altri, non ha certezze. Intanto, però, per i vini del Belpaese, soprattutto nella fascia alta di prezzo e per i grandi vini rossi, come già emerso a Vinitaly Usa, a Chicago, poco meno di un mese fa, dai dati dell’Osservatorio Vinitaly & Unione Italiana Vini (Uiv), le etichette rossiste made in Italy dai 50 dollari in su (prezzo alla distribuzione), tra gennaio ed agosto, sono cresciute del 3% a valore, a fronte di una performance generale dei prodotti luxury a -7%, con i francesi a -16% e gli americani in linea con la media di mercato.
In questo contesto spicca la performance del Brunello di Montalcino, secondo i dati diffusi a “Benvenuto Brunello” 2024. “Pur nel contesto generale di un mercato del vino in fase depressiva - le performance globali a volume e valore mostrano segni negativi rispettivamente a -8% e -7% - il Brunello chiude i primi nove mesi 2024 con un tendenziale in crescita del 5% a volume e dell’1% a valore”. Una sovraperformance, rileva l’Osservatorio Uiv su base SipSource nell’analisi di mercato realizzata per il Consorzio del Brunello di Montalcino, ancora più evidente se misurata con la macrocategoria di appartenenza, i vini rossi fermi: a valore, gli italiani segnano -6%, ma ancora peggio fanno i francesi (-8%) e i padroni di casa, a -9%. Bene anche il posizionamento luxury: il principe dei vini toscani è primo nei consumi di rossi italiani con prezzo alla distribuzione di oltre 50 dollari a bottiglia, con uno share del 32% sul totale.
A trainare una crescita dei consumi di Brunello che prosegue da circa un biennio è - secondo le elaborazioni Uiv sul database SipSource-WSWA che misura le depletion dei distributori verso il mercato - il canale dell’off- trade con un +10% a valore, “che copre con gli interessi il calo nell’on-trade (-6%). Tra i canali, alla fine del terzo trimestre dell’anno si distinguono in particolare il segmento dei liquor store (negozi specializzati), che si conferma primo sbocco del retail con il 63% di share e un +5% di variazione annua, e il secondo canale di sbocco, i club/wholesale (+76%), dove vengono annoverate importanti catene come CostCo in cui si riforniscono anche i ristoranti. Lato horeca, al gap della ristorazione (-10%) risponde la performance degli alberghi (+20%, con share dell’8% sul totale valore) e delle recreation, +14%, trainate soprattutto dalle vendite in casinò (in particolare in Nevada) e club sportivi”.
“Il 2024 è stato probabilmente l’anno più difficile - commenta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - a causa di un contesto internazionale di grande incertezza; la speranza è che dopo le elezioni americane si possa avviare un processo di normalizzazione, sia in chiave economica che geopolitica. Il Brunello si è difeso sostanzialmente bene e le imprese di Montalcino confidano di poter riprendere quota anche sul canale core della ristorazione: l’horeca è da sempre lo sbocco primario del nostro vino di punta e prova ne sia il fatto che rappresenti il 54% del valore delle vendite, a fronte di una quota italiana al 31% che scende al 29% per i rossi francesi”.
Buone notizie, nonostante la congiuntura, anche sul fronte della struttura dei prezzi, che rimane inalterata, secondo l’Osservatorio Uiv. “Sia nell’off-premise che nell’on-premise il valore maggiore viene infatti generato dalle fasce di prezzo più importanti - sopra i 50 dollari la bottiglia alla distribuzione - con un peso del 71% a volume che sale fino all’84% sul fronte del valore. Messo, infine, a paragone con i competitor diretti, il Brunello in questo scorcio d’anno risulta meglio performante al confronto con i diretti competitor esteri. Rispetto ai francesi, tolte performance positive per Bordeaux Superieur (+4%) e il Saint-Émilion (+6%), il +1% del Brunello acquista maggior valore se comparato ai -30% e oltre di Beaune, Châteauneuf du Pape, il -23% di Margaux o il -15/18% di Bourgogne e Pomerol. Male anche i grandi vini americani, con perdite di valore comprese tra -6/8% di Oregon e Sonoma e i -20-27% di Oakville e Howell Mountain, fino al 40% di perdita registrato dal campione dei vini californiani, l’Atlas Peak”.

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