
Celebrare il meglio della food (e della wine) photography da tutto il mondo: è la mission dei “World Food Photography Awards” 2025, che hanno premiato le più belle foto dedicate al mondo del cibo in 25 diverse categorie, nei giorni scorsi, in una cerimonia condotta dal famoso chef, ristoratore e scrittore gastronomico israeliano Yotam Ottolenghi, che ha riunito star dell’enogastronomia e dell’arte alle Mall Galleries di Londra. Al primo posto assoluto, lo scatto vincitrice della categoria “Food for the Family” in collaborazione con The Felix Project, la più grande organizzazione benefica di Londra per la ridistribuzione alimentare del cibo in eccedenza ad oltre 1.200 organizzazioni comunitarie: “The Elderly Having Delicious Food” del cinese Xiaoling Li, il “Food Photographer of the Year” 2025, nel quale il concetto di famiglia è inteso nel suo senso più ampio, includendo tutte le persone e gli animali con cui si condivide la vita quotidiana; i protagonisti, infatti, sono cinque anziani che siedono insieme mangiando allegramente il famoso spuntino del Sichuan, gli involtini primavera, e che “stanno disponendo la formazione della Porta del Drago, un’espressione usata in Cina per riferirsi agli amici di quartiere che si riuniscono per chiacchierare, spettegolare e condividere storie”, spiega l’autore, sottolineando che “il cibo rende queste persone felici e fa sì che godano di una vita bella e gioiosa”.
È la prima volta per la categoria del “Bimi Prize”, che ha premiato “Buddhist Offerings”, scatto del fotografo statunitense Ryan Kost, che ritrae i monaci di un tempio di Angkor Wat, in Cambogia, intenti nella preparazione delle tradizionali offerte buddiste, dove “l’intricata disposizione di fiori e frutti enfatizza l’attenzione ed il rispetto”, secondo l’autore. Un’altra prima volta è quella della categoria “World of Drinks”, conquistata dalla fotografa italiana Alessandra Bartoloni con il suo scatto “Sunshine Gin”: “sole, ghiaccio ed un gin tonic. Con la condensa che gocciola, il tavolo in disordine ed il caldo pomeridiano che sta vincendo la battaglia. Ma chi se ne importa? È freddo, forte ed è esattamente ciò di cui questa giornata aveva bisogno - scrive la fotografa nella descrizione dell’immagine - un brindisi ai piaceri semplici”.
Una semplicità che viene catturata anche nella categoria dedicata allo street food, al cibo dalle preparazioni veloci e quotidiane nel mondo, che non vuole certo dire, però, banalità o assenza di spettacolarità: “subito dopo mezzogiorno, enormi forni vengono accesi e vengono preparate gigantesche parantha per l’iftar. Non solo i musulmani, ma persone di tutte le comunità, si accalcano intorno alle bancarelle di cibo, rendendolo un paradiso culinario”, è l’immagine “Ramadan Special Parantha Halwa”, immortalata dall’obiettivo dell’indiano Debdatta Chakraborty a Calcutta, durante il Ramadan. La foto vincitrice nella categoria “Fortnum & Mason Food at the Table”, dedicata agli scatti di commensali e cibo sulle tavole dei locali della ristorazione, invece, è “The Last Supper of Ana”, scattata dal fotografo francese Frank Tremblay (vincitore anche della sottocategoria “Produce” del Wine Photographer of the Year, ndr) che raffigura i dodici piatti che la signora Ana ha preparato per festeggiare il Revol (la festa che celebra la fine del raccolto nella regione del Beaujolais, in Francia) al Domaine Louis-Claude Desvignes.
Il ruolo fondamentale del cibo nella vita quotidiana di ogni uomo in ogni nazione del globo, è testimoniata anche dallo scatto vincitore nella categoria “unearthed Food for Sale” dedicato alle migliori fotografie sul cibo comprato e venduto in ogni angolo del mondo. Ad aggiudicarsi il primo posto, il fotografo bengalese Kazi Mushfiq Hossain con la sua “Double Decker Street Tea Stall”, che mostra un negozio di tè unico nel suo genere: in uno stretto vicolo di Calcutta, in India, la tradizione incontra l’ingegno attraverso un piccolo negozio a due piani dove, in basso, lavora il maestro del chai, mentre in alto, si adopera il venditore di foglie di betel. Celebra, invece, la cultura alimentare americana, il “James Beard Foundation Photography Award” andato all’immagine del fotografo statunitense Luke Copping, che ritrae “Tom Moriarty - Moriarty Meats, Buffalo Ny” che, insieme alla moglie gestisce anche il ristorante adiacente, la Moriarty Meats di Buffalo, una macelleria che utilizza l’intero animale, che acquista carni locali e si ispira alle tradizionali macellerie europee.
Ma ci sono anche le fotografie che raccontano le storie dietro alle filiere dei prodotti, dalla loro produzione, al loro trasporto, fino a quando non diventano veri e propri piatti. Dall’immagine vincitrice di “Food in the Field”, “Hogging the Limelight”, scattata dalla britannica Susan Lang, che ritrae una cucciolata di maialini Large Black (una razza suina rara e l’unica completamente nera in Gran Bretagna, caratterizzata dalle orecchie cadenti che ne coprono gli occhi) allevati all’aperto, alla prima classificata nella categoria “Bring Home the Harvest”, ovvero “Net Fish in Water Fields” del fotografo cinese Chang Jiangbin che ha catturato due bambini che, dopo scuola, si recano insieme nelle risaie a pescare, dalla categoria “Cream of the Crop”, dedicata agli scatti sulle materie prime, che vede sul gradino più alto del podio la fotografa olandese Dorien Paymans con “Flour Swirl”, che ha per soggetto una cascata di farina che scende da un setaccio, a quella che premia le migliori foto dei processi di preparazione del cibo, “The Philip Harben Award for Food in Action supported by International Salon Culinaire”, in memoria di Philip Harben, primo chef televisivo del Regno Unito, vinta dal fotografo italiano Diego Marinelli con “La Matassa. A Real Work of Craftsmanship” che immortala la lavorazione della pasta fresca, simbolo che rappresenta la ricchezza culturale del territorio italiano, e che diventa un mezzo per raccontare storia, tradizioni e passioni secolari (in questo caso il formato lavorato è la Matassa, prodotta tipicamente in Irpinia). Arrivando alle categorie che si concentrano sui prodotti finiti, come “Marks & Spencer Food Portraiture”, vinta dallo scatto “Crispy Kale” del francese Simon Détraz, che immortala una foglia di cavolo verde con un goccio di olio d’oliva e cotta in forno a 180 gradi per 10 minuti con sale e pepe, e il “Tiptree Cake Award” che premia le più incredibili ed evocative immagini di torte, conquistata dalla canadese Audrey Laferrière con un’immagine di una Pavlova, intitolata “Pavlova’s Arabesque”; ma anche la categoria “Production Paradise Previously Published”, che raccoglie lavori fotografici già pubblicati, e nella quale ha trionfato Max Jowitt, con una foto senza titolo che offre un fermo immagine della salsa che esce dal suo contenitore durante la farcitura di un hot dog; tra le immagini già pubblicate sui media, invece, c’è la vincitrice della categoria “Food Influencer”, vinta dal fotografo britannico Paul Hughes con un primo piano di Fergus Henderson, “chef, rivoluzionario culinario, mentore e, oserei dire - spiega l’autore - icona”.
Ma il cibo è anche “aestethic” e a premiare l’attenzione al design ed all’innovazione dei contenuti fotografici, sono le categorie “Hotel Art Group Food Stylist Award”, vinta dalla serie di fotografie “Spaghetti” di Costas Millas della “Food Photography & Food Styling by Costas Millas” dal Regno Unito, e il “Mpb Award for Innovation” vinto dalla foto “Laundry Day” del belga Pieter D’Hoop, che racconta come “a volte mi vengono in mente idee strane, casuali. Ho avuto l’idea di mettere un polpo in una lavatrice o asciugatrice. Questo è il risultato”.
Ma non mancano le categorie dedicate agli aspetti più umanitari del cibo, tra cui spicca sicuramente il “World Food Programme Food for Life”, in collaborazione con il World Food Programme delle Nazioni Unite, conquistato dallo scatto del fotografo bengalese Md Rashid Un Nabi “Last Drink”, che raffigura il dramma di un figlio che si prende cura del padre gravemente malato facendolo bere ma che, come sottolinea l’autore dello scatto, “potrebbe essere il suo ultimo sorso”, e “Politics of Food”, che raccoglie le immagini foto-giornalistiche che più mostrano la realtà delle questioni politiche legate al cibo nel mondo: a vincere è stato Jo Kearney, dal Regno Unito, con “Afghan Refugee Women Wait for Free Bread”, immagine nella quale viene testimoniato come “le donne afghane siedono e aspettano del pane gratis per carità al mercato, poiché, per loro, è molto difficile guadagnare denaro”.
Infine, il “Claire Aho Award for Women Photographers” dedicato alle donne e vinto dallo scatto di Lizzie Mayson, fotografa britannica, “Delfina, a Pasta Granny” immortalata nella sua casa del Lazio, in Italia, mentre osserva sorridente la grande quantità di fieno di Canepina che ha preparato, riposto nelle cassette della frutta che ha posizionato sul suo letto, e “la parte migliore - spiega Mayson - è che poi la consegnerà alla chiesa locale, dove verrà cucinata e distribuita ai senzatetto”. Dedicato ai giovanissimi in collaborazione con uno dei più grandi chef al mondo, è il “The Jamie Oliver Youth Prize”, che si divide a sua volta nelle sottocategorie “12 and under” che va a Maja Kowalczyk, con la sua “Family” che racconta come, da quando i genitori hanno cominciato a curare un orto nella nuova casa dove si sono trasferiti, “le carote sono quelle che mi piace più raccogliere, perché non si sa mai quale dimensione e forma si nasconda sottoterra; e “13 - 17” conquistata dallo scatto di Indigo Larmour, dall’India, che ritrae i puri, “un piatto tipico per la colazione nei tortuosi vicoli dell’Antica Delhi, spesso cucinati in enormi pentole di olio bollente agli angoli delle strade e serviti con chole, un piatto a base di ceci”, dal titolo “Early Morning Puris, Delhi, India”. Nella categoria che premia gli studenti che frequentano un corso, “Student Food Photographer of the Year”, con il supporto della Royal Photographic Society, ente benefico britannico per rendere la fotografia accessibile a tutti, vince la studentessa spagnola Eva Maté Fernández e dalla sua fotografia “Strawberry Juice” in cui delle fragole, lasciate cadere in contenitori riempiti di acqua limpida, creano un momento di giochi di luce e movimento. E last but not least, la categoria per gli appassionati di fotografia che non possono permettersi un’attrezzatura professionale, “On the Phone”, vinta dalla foto “Squash Blossom” di Linda Repasky dagli States, che ritrae il primo piano di un fiore di zucca con i suoi “viticci ricci”.
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