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VINO E TERRITORIO

“Sos Marzemino”: produttori della Vallagarina e istituzioni del territorio fanno quadrato

Nasce un’associazione per salvare uno dei “vitigno bandiera” del Trentino, cantato da Mozart nel “Don Giovanni”, e capace di dare vini contemporanei

Se è vero che esistono vitigni che identificano specifici territori e territori che attorno all’unicità del legame con uno o più vitigni in essi coltivati costruiscono un racconto avvincente e una comunicazione efficace, il Marzemino della Vallagarina, in Trentino, ne è un esempio. Tant’è che questo territorio, da quasi un quarto di secolo, celebra ogni anno il suo “vitigno bandiera” - e tra le varietà simbolo della viticoltura trentina - con “La Vigna Eccellente”, il premio al miglior vigneto di Marzemino di Isera, in un ricco calendario di eventi tra degustazione ed esperienze diffuse per promuoverne la conoscenza e l’apprezzamento. Tuttavia, il rosso decantato nel “Don Giovanni” di Mozart grazie al librettista Lorenzo Da Ponte, non sta vivendo un periodo particolarmente felice, tanto che, per garantire il suo futuro, i produttori della Vallagarina e le istituzioni del territorio si riuniranno in un’associazione entro fine 2025 per rilanciarlo e sottrarlo all’oblio.
“Sono lontani gli Anni Novanta in cui il Marzemino era il primo vino rosso trentino per vendite, grazie all’allineamento qualitativo avviato con la nascita nel 1982 del Consorzio volontario di tutela - ha spiegato, a Winenews, Mauro Baldessari, promotore della costituenda associazione, vice-presidente di Casa del Vino della Vallagarina e presidente Vivallis - poi c’è stato il declino quantitativo che lo ha portato a rappresentare solo il 2% della produzione della Provincia di Trento. Ma nei tre Comuni di Nogaredo, Isera e Volano in Vallagarina, zona classica della sua coltivazione, conta fino al 40% della superficie aziendale e mediamente oltre il 25% dell’ettarato viticolo. Approfondendo l’analisi con Marco Tonini, vignaiolo e presidente della Casa del Vino della Vallagarina, ci siamo resi conto che quasi il 90% del Marzemino viene prodotto da aziende socie della Casa del Vino di Isera (che riunisce 35 aziende e anche soci istituzionali come 8 comuni e l’Apt Rovereto e Vallagarina). Siamo quindi partiti da un piccolo nucleo per poi convogliare su obiettivi e oneri, grazie a riunioni pubbliche in Casa del Vino, la ventina di produttori che lo producono, e, in particolare, i quattro principali player, e la Provincia di Trento attraverso Trentino Marketing e il Consorzio Vini, che si sono detti disponibili a finanziare progetti che abbiano una buona consistenza”. Quattro player importanti che sono Cavit, il più grande imbottigliatore, con 7-800.000 bottiglie di Marzemino su un totale di 2 milioni; e ancora Vivallis, Cantina di Isera, e Cantina di Trento (con Concilio).
“Il principale obiettivo dell’associazione - ha concluso Baldessari - sarà costruire una comunicazione adeguata a questi tempi mutati e che sappia rivolgersi ai giovani. Una comunicazione che collochi il Marzemino nel posto che gli spetta tra i vini da vitigni locali trentini, con grandi potenzialità nel mercato odierno, che richiede rossi profumati, poco tannici e di grande bevibilità. In vigneto e in cantina siamo abbastanza bravi, anche se tecnicamente si può sempre migliorare, ma per comunicare bisogna affidarsi a chi lo sa fare”.
Segno dei tempi, l’edizione 2025 de “La Vigna Eccellente” - fermi restando i momenti ludici e la sospensione per questa annata al premio al miglior vigneto - è quindi divenuta un laboratorio di idee per progettare il futuro della Vallagarina puntando sulla formazione professionale - con due corsi per “Ambasciatore del Marzemino” - e sulla discussione di temi di grande attualità. L’analisi approfondita e attuale del tema della sostenibilità, in tutte le sue sfaccettature, compresa quella sociale, è stata al centro della trattazione di Ada Balzan, ceo Arb Sb Sustainability Consulting: sotto la lente, le opportunità e le criticità per la concretizzazione di una reale sostenibilità nel settore vitivinicolo e la sua comunicazione. L’appassionata relazione di Alessandro De Bertolini della Fondazione Museo Storico del Trentino, sul ruolo dell’agricoltore come disegnatore e custode di paesaggi sull’arco alpino, ha visto anche un intervento del professor Annibale Salsa, antropologo del paesaggio. I produttori Albino Armani ed Elisabetta Foradori e il sindaco di Brentonico, Mauro Tonolli, hanno dibattuto sullo sviluppo della viticoltura in quota nei territori fragili del Monte Baldo e sulle attività che il Comune di Brentonico sta portando avanti per coinvolgere, in un confronto proattivo e operativo, tutti gli stakeholder in un piano di sviluppo vitivinicolo, popolazione compresa. Infine, un approfondimento di Mariano Murru, viticoltore, enologo della cantina sarda Argiolas e presidente Assoenologi Sardegna, e Silvano Ceolin, presidente del Comitato per la Tutela del Piede Franco, ha trattato, da un lato, l’opportunità di tutelare e proteggere dall’estirpazione i vecchi ceppi franchi, ancora reperibili in tutta Italia, per preservare la biodiversità e i patrimoni genetici di cui sono portatori, e, dall’altro, la necessità di una normativa chiara per i nuovi impianti franchi di piede.

Clementina Palese

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