Non è un vero e proprio Oscar della comunicazione del vino, ma basta leggere l’albo d’oro di chi se l’è aggiudicato negli anni passati per rendersi conto che il “Louis Roederer International Wine Writers’ Awards” (www.theroedererawards.com) è il premio che più ci si avvicina, almeno nel fondamentale panorama britannico. Un prestigio che si rinnova nell’edizione n. 11, di scena oggi a Londra, che ha visto spiccare tra i premiati, nella categoria “International Wine Book of the Year”, Ian D’Agata, tra i più grandi conoscitori e comunicatori del vino italiano che, con il suo “Native Grapes of Italy”, ha avuto la meglio su una concorrenza di assoluto livello, da “Barolo & Barbaresco” della firma di “Wine Enthusiast”, Kerin O’Keefe, a “Natural Wine” della Master of Wine Isabelle Legeron, passando per “The Essence of Wine: Celebrating the Delights of the Palate”, firmato dall’anima del blog Usa “Vinography”.
Nella categoria dedicata all’abilità artistica nel raccontare il vino, l’“Artistry of Wine Award”, si è invece imposto Andrew Barrow, wine writer, fotografo ed animatore del sito web “Spittoon” (www.spittoon.biz), dedicato al wine & food. Tra le promesse del futuro della comunicazione enoica, si è aggiudicato l’“Emerging Wine Writer Award” il giovane wine writer inglese Dan Keeling che, insieme a Mark Andrew, nel 2013, ha dato vita al magazine enoico indipendente “Noble Rot” (che in italiano vuol dire “botrite” ...).
Il “Food & Wine Writer of the Year” è andato, invece, a Francis Percival, firma di punta del magazine britannico “The World of Fine Wine” (www.worldoffinewine.com). E ancora, la migliore tra gli “Online Communicator” è Victoria Moore che, grazie al suo blog “How to Drink” (www.howtodrink.co.uk), nel 2010 è diventata anche corrispondente per il quotidiano britannico “The Telegraph”, lavoro grazie al quale è riuscita ad imporsi anche nella categoria “International Wine Columnist of the Year Award”, battendo la concorrenza del Master of Wine Tim Atkin, che la spunta invece tra gli “International Feature Writer of the Year”, e sale così ad un totale di 3 premi conquistati, secondo solo ad Andrew Jefford, a quota 4.
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