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AMARONE DELLA VALPOLICELLA, STORIA DI UN VINO E DI UN TERRITORIO DI SUCCESSO. AD “ANTEPRIMA AMARONE” (CON L’ANNATA 2009): L’80% ALL’EXPORT, LA CRESCITA DELLE IMPRESE SUL TERRITORIO. IL MINISTRO CATANIA: “IN ARRIVO L’ERGA OMNES PER IL CONSORZIO”

Italia
Amarone della Valpolicella

Un vino potente e complesso, ma allo stesso tempo piacevole, rotondo e apprezzabile anche da palati meno esperti: ecco il segreto del successo dell’Amarone della Valpolicella, vino che ha conosciuto un successo impressionante negli ultimi anni, soprattutto all’estero, dove ormai finisce l’80% della produzione complessiva. Un territorio che ha visto “gli ettari vitati passare dai 5.200 del 2000 ai 7.000 del 2012 - ha spiegato ad Anteprima Amarone, per la presentazione dell’annata 2009, il presidente del Consorzio dei Vini della Valpolicella, Christian Marchesini - per una realtà produttiva che con l’Amarone, il Recioto, il Ripasso e il Valpolicella rappresenta il 10% della produzione a denominazione di una Regione importante come il Veneto”.
Una crescita che si ripercuote sul tessuto imprenditoriale, come ha spiegato il presidente della Camera di Commercio di Verona, Alessandro Bianchi: “dal 2003 al 2012 le aziende sono cresciute di 150 unità, arrivando a 567. E guardando ai dati delle società di capitale, anche se non sono molte, emerge che dal 2009 al 2011 il fatturato è cresciuto del 20%, ed è un dato in continua crescita, che fa guardare al futuro del territorio con grande ottimismo”. E se il valore di produzione stimabile sul valore delle bottiglie “franco cantina”, come ha spiegato a WineNews il direttore del Consorzio Olga Bussinello, è di 350 milioni di euro all’anno, il giro d’affari per il territorio, secondo la Camera di Commercio, supera i 700 milioni di euro. Grazie soprattutto all’export, dove finisce l’80% dell’Amarone. Un successo, quello del vino più importante del territorio nel mondo, “certificato” anche dai dati raccolti da VeronaFiere e Vinitaly, in un sondaggio tra più di 400 operatore (importatori, agenti, sommelier, gestori di wine bar e responsabili Horeca) da 116 Paesi. “Emerge che per il 68% delle risposte l’Amarone è molto o abbastanza conosciuto nei Paesi di riferimento - spiega il direttore di VeronaFiere, Giovanni Mantovani - e che per il 79,6% dei consumatori è un vino importante, da occasioni speciali. Il dato più sorprendente arriva invece dai canali di vendita indicati come più adatti all’amarone all’estero: il 53,3% del campione ha indicato i piccoli negozi, seguito interne, con il 34,9%. Un dato quest’ultimo che sembra privilegiare il rapporto diretto tra chi compra e produttori o siti specializzati capaci di veicolare meglio le caratteristiche di questo vino adatto al consumatore evoluto”.
Un successo, quello dell’Amarone, che richiede anche un grosso sforzo di tutela internazionale: “dal 2004 - spiega ancora Bianchi, alla guida della Camera di Commercio di Verona - abbiamo provveduto a registrare i marchi “Amarone”, “Amarone della Valpolicella”, “Recioto” e “Valpolicella Ripasso”. Lo abbiamo fatto in 36 Paesi nel mondo, e continuiamo in questo lavoro anche in altri dove ancora l’obiettivo non è stato centrato, come la Cina. Un investimento importante, che in 7 anni ha visto impegnati 450.000 euro, ma importante e redditizio in termini di tutela del prodotto, come dimostra il recente caso di un vino venduto come “Primarone” in Danimarca, che abbiamo fatto prontamente ritirare dal mercato in collaborazione con le istituzioni danesi”.
Dalla tutela internazionale a quella del territorio, in termini di impatto ambientale. “Sotto lo slogan “Riduci Risparmia Rispetta”, abbiamo già 130 ettari certificati ad agricoltura biologica, altri 70 in conversione. Anche perché nel territorio tanti abitanti vivono quotidianamente nel tessuto vitivinicolo, e migliorare le pratiche nel senso del rispetto dell’ambiente è interesse generale. E in questo senso abbiamo messo in campo tante iniziative per ridurre i trattamenti e i principi attivi: ad esempio gli ettari dove si usa la “confusione sessuale” contro i parassiti, sono passati da poche decine nel 2010 a oltre 400 nel 2012 (e saranno più di 1.000 nel 2013), anche con momenti di formazione su pratiche e riforme normative sui fitosanitari”.
E per il Consorzio, che rappresenta “uno strumento importante e fondamentale per il governo del territorio - ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, presente ad Anteprima Amarone - siamo alla fase finale della procedura revisione dello Statuto affinché diventi effettiva l’erga omnes”. Una possibilità votata all’unanimità dal Consorzio, nei mesi scorsi, e introdotta dal decreto legislativo 61 del 2010 del Ministero delle Politiche Agricole, che dà ai Consorzi, a patto che abbiano una rappresentatività almeno pari a 40% dei viticoltori che rivendicano la denominazione e del 66% della produzione certificata - e quello dei Vini della Valpolicella rientra a pieno titolo nella categoria - la facoltà di richiedere un contributo economico per le attività di promozione e di tutela anche ai non soci che producono i vini a denominazione.
Info: www.consorziovalpolicella.it

Focus - I numeri dell’Amarone della Valpolicella
La produzione di uva 2012 supera gli 820 mila quintali totali, dei quali 300.000 avviati all’appassimento per la produzione di Amarone e Recioto della Valpolicella. Gli ettari vitati attuali sono quasi 7.000, ma dall’agosto 2010 è in vigore il divieto di nuovi impianti, i cui effetti si vedranno nei prossimi anni, permettendo così di mantenere la remuneratività della produzione. Il valore fondiario del terreno a vigneto Valpolicella nelle zone più vocate di collina ha raggiunto i 50 euro/mq e le aziende viticole del comprensorio sono 4.000, per la maggior parte a conduzione familiare. Circa il 30% dei produttori di uva conferisce a privati, mentre il 40% è socia delle 7 cooperative esistenti sul territorio. Le cooperative trasformano il 50% delle uve; il 25% viene trasformato dalle aziende che le producono, il resto viene venduto sul mercato. Le imprese imbottigliatrici sono 272. I fruttai sono circa 400. Il Consorzio Valpolicella rappresenta circa l’80% della filiera. La denominazione produce in totale circa 60 milioni di bottiglie, di queste circa un quarto sono di Amarone della Valpolicella. L’export rappresenta per l’Amarone circa l’80% delle vendite. I principali Paesi importatori sono quelli del Nord Europa e del Nord America, Germania e Svizzera, ma si stanno aprendo Russia, Cina, Singapore e altri Paesi dell’Estremo Oriente.

Focus - Il profilo enologico dell’Amarone 2009 (enologo Daniele Accordini, vicepresidente Consorzio dei Vini della Valpolicella)
La vendemmia 2009 è caratterizzata da un clima piuttosto bizzarro, freddo nella prima parte e estremamente caldo al momento della raccolta. Il periodo autunno-invernale infatti è stato caratterizzato, da temperature piuttosto rigide e da abbondanti precipitazioni che hanno ricostituito le riserve idriche depauperate nelle precedenti annate. La neve è caduta abbondantemente come non si vedeva da anni in Valpolicella. Questa situazione ha determinato una ripresa vegetativa ritardata di circa una settimana rispetto alla media pluriennale. Dopo un ottimo germogliamento, grazie alle alte temperature del mese di maggio, con il termometro che ha superato i 30°C il ritardo è stato riassorbito tanto che la fioritura e l’allegagione sono avvenute mediamente in anticipo di 10 giorni rispetto ai normali periodi, anticipo che si è mantenuto, ed in alcuni casi è cresciuto, fino alla vendemmia. Nella prima settimana di luglio la valpolicella è stata investita da abbondanti precipitazioni con una grandinata leggera che ha investito solo una piccola parte del territorio senza creare però danni significativi. Il mese di agosto ha ricordato quello del 2003 (il più caldo degli ultimi decenni) facendo registrare temperature torride , vicine ai 40°C percepiti. Il mese di settembre ha invece fatto la differenza in quanto si sono registrate delle ottime escursioni termiche fra giorno e notte con clima fresco e ventilato garantendo un accumulo ottimale delle sostanze zuccherine , polifenoliche ed aromatiche . La quantità raccolta al termine della vendemmia è scesa del 10 % rispetto al 2008 ma la qualità è risultata ottima.
La vendemmia
La raccolta è iniziata per le uve da Amarone il 9 di settembre in anticipo di 13 giorni rispetto alla vendemmia 2008. La vendemmia è durata circa 35 giorni ed è stata disturbata da solo giorno di pioggia consentendo un inserimento in fruttaio delle uve agevole ed in condizioni di tempo asciutto. La scarsa quantità ottenuta ,ed il caldo di agosto hanno consentito un accumulo zuccherino più elevato del 2008 ben sopra la media storica. Anche l’acidità totale si è sintetizzata di conseguenza all’andamento termico arrivando con valori ben sotto la media storica e simili al 2007 ed al 2003. Il valore del Ph è risultato più alto rispetto alla media conferendo ai vini maggiori note da frutta matura e di speziato . Anche nella vendemmia 2009 si è evidenziato un miglior adattamento della Corvina rispetto alla Rondinella che ha invece evidenziato problemi di maturazione nella fase finale.
L’appassimento delle uve
Il periodo di appassimento delle uve è risultato essere l’elemento discriminante di questa vendemmia in quanto le condizioni meteo dei primi 15 giorni sono rimaste ottimali , ma dalla seconda metà di ottobre a tutto novembre e dicembre sono iniziate piogge copiose e di conseguenza si è alzata molto l’umidità atmosferica. Si è reso quindi necessario un intervento dei fruttai assistiti riportando l’umidità atmosferica nei locali di appassimento alle condizioni ottimali .L’anticipo stagionale di circa 13 giorni ha fatto si che il periodo di appassimento terminasse con il 1 dicembre con le uve che hanno avuto un calo di peso di circa il 35 % riportandosi a concentrazioni zuccherine di 270-280 grammi litro.
La buccia di buona struttura compositiva ha permesso un’ottima difesa dalla malattie fungine che hanno avuto un limitato attacco nella forma di muffa nobile garantendo così un bilanciato accumulo di sostanze aromatiche e la conservazione di tutta la componente fenolica a disposizione.
Pigiatura e fermentazione delle uve e affinamento dell’Amarone
La pigiatura delle uve per Amarone è iniziata mediamente dal 1 Dicembre ,mentre per l’ottenimento del Recioto le uve si sono appassite sino a gennaio inoltrato. Le fermentazioni si sono condotte in circa 30 giorni grazie ad una buona sanità finale delle uve ed alla dotazione azotata sufficiente; L’estrazione della componente antocianina e fenolica è avvenuta con velocità grazie ad una buona estraibilità degli antociani ed alla maturità dei tannini dei vinaccioli . Le fermentazioni si sono completate con un residuo zuccherino nella norma degli ultime come pure il contenuto di acidi volatili. L’Amarone 2009 al termine della fermentazione alcolica , grazie ad un ph più elevato ha reso possibile al 98 % dei vini il completamento della fermentazione malolattica conferendo maggiori note di rotondità ed eleganza gustativa. L’affinamento in legno, condotto dalle varie aziende sia in botti che in barrique, ha messo in risalto sempre più l’intenzione dei produttori di evidenziare sempre più le note di frutta rossa fresca e frutta nera matura, riducendo ed impiegando con a maggiore parsimonia ed attenzione questo strumento di grande importanza.
Quadro analitico e organolettico
Come per la vendemmia precedente gli Amarone della vendemmia 2009 sono stati analizzati e degustati da un panel di enologi allo scopo di caratterizzare le peculiarità che ogni vallata può esprimere. Anche quest’anno la commissione si è trovata di fronte a un quadro analitico molto variegato, espressione anche dei diversi stili che le varie aziende vogliono imprimere al proprio vino attraverso differenti scelte nelle percentuali di uve impiegate, nei gradi di appassimento, nelle modalità di fermentazione e di maturazione in legno. Rispetto all’annata 2008, gli Amaroni 2009 sembrano evidenziare una minor variabilità fra areali di provenienza ma con un livellamento qualitativo verso l’alto dove a dominare sono al naso le note di frutta molto matura e confettura, di spezie e di rinfrescanti effluvi balsamici mentre in bocca l’esuberanza della struttura e l’avvolgente impressione di morbidezza risultano ben controbilanciate dalla reattività dei tannini e dalle sensazioni sapide. Un annata, quella del 2009, che pur caratterizzandosi sensorialmente per potenza gustativa e ricchezza aromatica non perde nulla, anzi in molti casi guadagna, in eleganza, energia e dinamicità confermando ancora una volta la vocazione dei vari territori della Valpolicella nell’originare vini dalla personalità unica e riconoscibile.

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