Con le consultazioni che si succedono a pieno ritmo, tutti hanno qualcosa da dire a Matteo Renzi. E anche dal mondo del vino c’è chi vuol dire la sua al nuovo premier: sono le Città del Vino, l’associazione dei Comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia, che alla nuova guida del Governo italiano hanno inviato una lettera aperta indicando molti punti all’ordine del giorno, dal sostenere le imprese agricole che tutelano il territorio allo snellimento della “soffocante” burocrazia in agricoltura, dal fermare il consumo di suolo agricolo al sostenere le candidature Unesco dei territori del vino italiani. E, su tutti, l’assenza, ancora, di una “governance” unica che riunisca e guidi settori importanti per il Belpaese, specialmente, numeri alla mano, a livello economico, come l’agricoltura, la viticoltura e il loro indotto, a partire dal turismo (anche in vista di un evento importante come l’Expo 2015 …), e le difficoltà dei Comuni italiani, che sempre più arrancano a far quadrare i loro bilanci per la mancanza ed i continui tagli di risorse, di continuare a rivestire il ruolo, importante, di custodi di quel territorio che rende unica l’Italia.
1. Fermare il consumo di suolo agricolo a fini cementificatori; 2. Favorire il recupero abitativo e per l’accoglienza turistica dei borghi rurali; 3. Dotare i territori rurali di adeguate infrastrutture web; 4. Sostenere le imprese agricole che tutelano il territorio; 5. Sostenere le candidature Unesco dei territori vitati italiani; 6. Snellire la burocrazia che in agricoltura (e non solo) è soffocante; 7. Riscrivere e rifinanziare la legge nazionale sulle Strade del Vino (268/99); 8. Tutelare i vitigni antichi e autoctoni, ribadre il no agli Ogm, sostenere la cultura della dieta mediterranea; 9. Sostenere azioni di comunicazione e formazione contro gli abusi dell’alcol: il vino è cultura; 10. Lotta dura alla contraffazione dei prodotti agro alimentari italiani; 11. Favorire l’integrazione delle popolazioni immigrate che trovano nel comparto agricolo occasioni di lavoro e di cittadinanza, combattendo lo sfruttamento e il lavoro nero; 12. Maggiore intreccio delle politiche ambientali, culturali, agricole e turistiche; 13. Sostenere la formazione e la ricerca, gli istituti agrari e le scuole alberghiere; 14. Supportare il sistema dei finanziamenti europei per favorire la partecipazione ai bandi di enti pubblici e imprese visto che le banche non svolgono più questo ruolo come invece dovrebbero; 15. Riconoscere il ruolo delle associazioni di Città di Identità titolate (Città del Vino, Città dell’Olio) quali strumenti di promozione del territori rurali. Sono queste le tematiche più importanti ed urgenti che ruotano attorno al mondo dell’agricoltura e del vino a cui prestare attenzione e metter mano, che le Città del Vino segnalano al nuovo premier Matteo Renzi.
In un Paese come l’Italia, spiegano le Città del Vino, il territorio e la bellezza sono le armi per uscire alla crisi: ne consegue che dobbiamo difenderli entrambi. Di conseguenza, l’attenzione sull’importanza del territorio rurale, sul ruolo dei Comuni, sul rapporto tra agricoltura e turismo, sulla funzione della cultura e la debolezza dimostrata dalla politica nei confronti di questi temi sono al centro di questa lettera aperta che le Città del Vino (500 Comuni associati in tutta Italia) hanno inviato a Matteo Renzi, ponendo alla sua attenzione alcune riflessioni e richieste per la futura azione di governo. “Nonostante la crisi, l’agricoltura, e la viticoltura in particolare, hanno assunto un ruolo sempre più importante per la nostra economia - sottolineano le Città del Vino - attivando un ampio movimento socio economico caratterizzato dallo sviluppo di numerose attività indotte: basti pensare al turismo del vino, con i quasi 5 milioni ed oltre di enoturisti che viaggiano per l’Italia e gli oltre 3 miliardi di euro di fatturato, le 170 Strade del Vino e dei Sapori, l’enogastronomia e le diffuse forme di ricettività turistica sui territori. Questo positivo fermento - aggiungono le Città del Vino - non ha avuto, da anni, una efficace “governance”! Troppi Ministri per le Politiche Agricole si sono succeduti nel giro di pochi anni, mortificando le politiche verso un settore che invece deve essere consideralo strategico, ancor più in vista dell’appuntamento di Expo 2015 a Milano”.
“L’intreccio tra agricoltura di qualità, ambiente e paesaggio, storia e cultura rappresentano i fattori attrattivi del nostro Paese - proseguono le Città del Vino - se questo è un dato di fatto, questi temi devono trovare nell’ambito del Ministero per le Politiche Agricole e del Governo una sintesi operativa. I Comuni e le loro reti, come Città del Vino o dell’Olio, hanno intessuto azioni di promozione innovative negli anni passati, spesso intuendo e anticipando tendenze e attivando buone pratiche nella gestione dei territori. Ma oggi i Comuni italiani stanno attraversando un periodo di forte crisi, soprattutto di carattere finanziario, che impedisce di svolgere il loro ruolo di custodi del territorio. La qualità della vita nei territori dipende molto, infatti - concludono le Città del Vino - dai servizi che gli enti locali sono in grado di erogare ai cittadini e alle imprese, servizi messi a rischio da politiche governative di tagli e di imposizioni fiscali. E Renzi, che è un sindaco, tutto questo lo sa bene”.
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