Anche se le autorità francesi non hanno ancora annunciato con certezza i responsabili del vero e proprio fiume di vino che ha invaso ieri notte la Avenue Maréchal-Juin, la strada principale del porto di Sète, è facile ipotizzare che questo sia solo il più recente degli atti al limite del terroristico compiuti dal Comité d’Action Viticole (o Crav), il gruppo di ignoti che, nel nome di una sorta di stralunata autarchia enoica, compie atti del genere dagli anni ’70.
Ad essere colpito, dopo l’effrazione vandalica ai danni degli uffici della cooperativa Vinadeis del mese scorso, è stato stavolta il magazzino di un commerciante all’ingrosso di vino, i cui serbatoi sono stati svuotati nottetempo riversando circa 60.000 litri di vino per le strade della città - e creando non pochi disagi alla circolazione. Quest’ultima “bravata”, sebbene possa far sorridere, assume altri connotati se messa in fila con le altre prodezze del Crav: in passato, il gruppo non si è fatto problemi a far saltare in aria supermercati e uffici governativi, o a dirottare autocisterne contenenti vino straniero.
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