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“ANTEPRIME” DI TOSCANA AL VIA NEL SEGNO DELL’EXPORT E DELL’OTTIMISMO … DAL CHIANTI CLASSICO AL BRUNELLO DI MONTALCINO AL NOBILE DI MONTEPULCIANO, SEGNALI POSITIVI DAI MERCATI PER IL 2010, E QUALITA’ NELLE ANNATE CHE STANNO PER ENTRARE IN COMMERCIO

Italia
Una vignetta sulla Toscana del vino

Tra il nettare di bacco e discendenti di Dante è vero amore, e forse per un gioco del destino è proprio San Valentino, il 14 febbraio, a celebrare il via delle “Anteprime” dei grandi vini di Toscana.
E se il colore dell’amore è il rosa, un po’ più rosee sembrano anche le prospettive per il 2010 un po’ per tutte le denominazioni del vecchio Granducato, soprattutto in prospettiva export, che incide tantissimo sul mercato complessivo: il Chianti Classico vede volare oltre confine il 74% della produzione, il Nobile di Montepulciano, il 68%, e il Brunello di Montalcino, il 60%.
E oltre al mercato, che fa registrare, seppure leggera, una inversione di tendenza in positivo dopo il travagliato 2009, è anche la qualità delle produzioni, che, in attesa dei vari rating, si annuncia tra molto buona e ottima per tutte le denominazioni.
Ad aprire le danze sarà il Nobile di Montepulciano, il 14, 15 e 18 febbraio nella città del Poliziano. Poi toccherà al Gallo Nero, con “Chianti Classico Collection”, il 16 e 17 febbraio, alla Stazione Leopolda a Firenze, e, in chiusura, a Montalcino, con “Benvenuto Brunello”, dal 19 al 22 febbraio. E, per gli appassionati di bianchi, non va dimenticata la Vernaccia di San Gimignano, lo storico vino citato da Dante Alighieri nella “Divina Commedia”, che esporta il 30% dei 5 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, che vedrà debuttare le nuove annate il 15 febbraio.

Focus - “Anteprima Nobile”
E’ l’export a rappresentare la percentuale più alta del Nobile di Montepulciano nel 2009, con il 68% delle bottiglie vendute; il restante 32% sono destinate al mercato nazionale con Toscana (40%) e Lombardia (15%) in testa. In particolare le esportazioni si rivolgono ai Paesi europei (70%), con Germania (28%) e Svizzera (26%) come principali mercati, ma crescono le quote destinate a Gran Bretagna (5% nel 2008) e Paesi nordici. In forte crescita anche il mercato Usa, che nel 2009 ha assorbito il 18% delle esportazioni, con un +8% sul 2008, e continua la conquista per i mercati emergenti (15%), in particolare i Paesi asiatici (10%). Il pregiato rosso Docg si prepara così alla sua “Anteprima”, in Piazza Grande a Montepulciano, con la degustazione dell’annata 2007, pronta ad essere immessa sul mercato dopo i due anni di evoluzione imposti dal disciplinare di produzione, e della Riserva 2006, entrambe a 5 stelle, in attesa della valutazione della vendemmia 2009. Grandi protagoniste, le 29 cantine: da Avignonesi a Bindella, da Boscarelli a Canneto, da Carpineto a Casa Vinicola Triacca, da Contucci a Croce di Febo, fino a Dei, Fassati, Fattoria del Cerro, Gattavecchi, Godiolo, Icario, I Poderi di Poggialgallo, La Braccesca, La Ciarliana, Le Bèrne, Lodola Nuova, Nottola, Poliziano, Salcheto, Tenimenti Angelini, Tenuta di Gracciano della Seta, Tenuta Il Faggeto, Tenuta Valdipiatta, Terra Antica, Vecchia Cantina, Villa S.Anna. Sono oltre 10,5 milioni le bottiglie tra Nobile e Rosso di Montepulciano immesse sul mercato nel 2009, con un valore patrimoniale dei vigneti stimato sui 200 milioni di euro e un valore della produzione che si aggira sui 60 milioni di euro all’anno. Il vino a Montepulciano muove una forza lavoro importante, con circa 1.000 addetti del settore, a cui si aggiungono gli stagionali e l’indotto (si parla del 70% dell’economia mossa dal settore vitivinicolo).
Info: www.consorziovinonobile.it

Focus - “Chianti Classico Collection”
Oltre all’anteprima dell’annata 2009, 2008 e 2007 Riserva, la “Chianti Classico Colletion”, di scena il 17 e 18 febbraio alla Stazione Leopolda di Firenze, sarà l’occasione per festeggiare una svolta attesa per 78 anni: in una sorta di “divorzio alla chiantigiana”, nei terreni del Chianti Classico si potrà produrre solo il vino del Gallo Nero, e non più anche gli altri Chianti. “Una soluzione che effettivamente separa il Chianti Classico dal Chianti - spiega Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico - rompendo definitivamente un cordone ombelicale tra due vini distinti senza battaglie legali o soluzioni non unanimemente condivise, ma con la consapevolezza reciproca delle proprie differenze e delle proprie originalità. Un fatto che può essere definito decisamente come storico”. Un provvedimento che formalizza, senza se e senza ma, il riconoscimento esclusivo secondo il quale i vini provenienti dal territorio del Chianti Classico sono distinti dagli altri Chianti prodotti un po’ in tutta la Toscana. E, intanto, l’annata 2009 si annuncia “di un livello generale elevatissimo, con punte di vera e propria eccellenza - spiega il presidente del Consorzio, Marco Pallanti - che corona un trend che dura almeno dal 2004, con annate che sono sempre state molto buone o ottime, e che non si era visto neanche negli anni ‘80”. C’è di che essere ottimisti, dunque, e non solo per la qualità del prodotto: anche sul mercato il peggio sembra essere passato, e gli ultimi mesi del 2009 hanno fatto registrare un’inversione di tendenza in positivo sul periodo precedente. Per il vino del Gallo Nero la vocazione all’export rimane fondamentale: restano gli Stati Uniti (28% della produzione), seguiti dall’Italia (26%), che registrano cali dell’1% sul 2008. Al terzo posto la Germania, che passa dal 10% al 12%, poi Gran Bretagna, Svizzera, Canada, Giappone e Russia. “L’apprezzamento che gli Usa e i consumatori di tutto il mondo ci esprimono ogniqualvolta entrano in contatto con il carattere unico dei nostri vini sono la garanzia contro qualsiasi tempesta economica”, aggiunge Pallanti. E nonostante una contrazione delle vendite complessiva del 15% e una diminuzioni dei prezzi del 30%, il “distretto” agroalimentare del Chianti Classico contiene i danni e guarda la futuro forte di una riconosciuta qualità di prodotto e di numeri da “grande impresa”: fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro, valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni di euro, valore complessivo della produzione olivicola pari a 10 milioni di euro, valore delle altre produzioni agricole stimabile in 90 milioni di euro, fatturato medio degli agriturismi 75 milioni di euro; 70.000 ettari, di cui 7.200 vitati a Chianti Classico e 10.000 coltivati ad oliveto.
Info: www.chianticlassico.com

Focus - “Benvenuto Brunello”
A chiudere le “Anteprime” di Toscana sarà Montalcino, dal 19 al 22 febbraio, quando verranno svelati il Brunello 2005, la Riserva 2004 e il Rosso 2008: 10,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno (6,5 di Brunello e 4 di Rosso) che, per il 60%, vanno su scaffali stranieri, per un giro d’affari di 140 milioni di euro. In attesa di conoscere le “stelle” della vendemmia 2009, che si annuncia, comunque, di altissima qualità.
Info:
www.consorziobrunellodimontalcino.it

Focus - Come va il mercato ? Risponde Enrico Viglierchio, dg Castello Banfi
Anche dalla terra del Brunello arrivano segnali positivi per il 2010, come spiega Enrico Viglierchio, direttore generale della Castello Banfi, l’azienda che portato negli scaffali di tutto il mondo il Brunello di Montalcino e ha, di fatto, creato il distretto economico del Brunello. Dopo un 2009 obbiettivamente difficile, i mercati si sono assestati e il fenomeno della ricostituzione delle scorte ha interessato in misura rilevante tutte le maggiori piazze internazionali, anche se, evidentemente la situazione mostra ancora delle incertezze.
“Abbiamo a che fare ancora con un quadro fatto di luci e di ombre - spiega Enrico Viglierchio, direttore generale di Castello Banfi - ma quello che sembra un dato abbastanza certo è che il marchio Montalcino esce dal difficile 2009 in modo egregio. Il Territorio ha affrontato per la prima volta nella sua giovane storia una crisi economica internazionale, dovendo fare i conti non con poche centinaia di migliaia di bottiglie da vendere, ma con alcuni milioni. Tuttavia, al di là delle tensioni sui prezzi e qualche problematica di eccedenza, i trade internazionali hanno continuato a richiedere il Brunello e il marchio sembra aver mantenuto il suo appeal anche considerando le criticità incontrate prima dell’arrivo della crisi”.
L’azienda leader del territorio di Montalcino, ma di proprietà americana (della famiglia Mariani), i cui mercati di riferimento sono gli Stati Uniti (35%) e l’Italia (30%), registra un inizio d’anno sostanzialmente calmo con “una certa sofferenza nei mercati europei, Italia inclusa, interessati dagli effetti della crisi con un certo ritardo - commenta Viglierchio - mentre segnali di ripresa arrivano dai mercati asiatici, dove la fase di riallineamento delle scorte sembra ormai superata e si sta passando ai riordini. In America il mercato resta abbastanza teso, con una buona performance dei vini sotto i 30 dollari, mentre quelli sopra i 50 fanno ancora fatica. A complicare il quadro - puntualizza il direttore generale di Castello Banfi - un cambio che ci sfavorisce e politiche commerciali molto aggressive da parte dei competitors del Nuovo Mondo”.
Dal punto di vista delle previsioni il direttore generale di Castello Banfi mantiene una giusta dose di prudenza: “il 2010 è un anno di difficile decifrazione e costruire scenari a medio-lungo termine è assolutamente complicato. Una cosa è certa - continua Viglierchio - l’anno appena iniziato dovrà servire a rafforzare il nostro marchio e a lavorare in sinergia con quello territoriale di Montalcino, ma anche a capire bene la crisi del 2009 e ridisegnare meglio le dinamiche di mercato, attuando strategie nuove e capaci di costruire basi solide per il futuro”.

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