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MADE IN ITALY 

Appassionato di vino e denominazioni top, in Costa Smeralda il turista del lusso sceglie “local”

WineNews ne traccia un identikit, tra bollicine, vini autoctoni, prodotti e cucina del territorio, al centro del “Porto Cervo Wine & Food Festival”

Abituati a viaggiare in tutto il mondo, grandi appassionati di vino ed esperti delle più importanti denominazioni internazionali, avvezzi ad ordinare da wine list altisonanti: ma quando vengono in Sardegna amano scoprire ed assaggiare le etichette italiane e del territorio, abbinate alla tipica cucina locale: sono i turisti del lusso della Costa Smeralda, località-icona della Sardegna, da sempre meta del jet set internazionale, un territorio in cui ogni anno i più prestigiosi hotel, ristoranti e bar servono più di 500.000 coperti a clienti provenienti da tutto il pianeta. WineNews ha tracciato, con sommelier e produttori, l’identikit del viaggiatore high-spending e gourmet e delle sue preferenze in vacanza, amante di quelle eccellenze enogastronomiche sarde e nazionali al centro del “Porto Cervo Wine & Food Festival” (8-11 maggio), edizione n. 14, evento-boutique della Costa Smeralda. A partire dalle bollicine made in Italy, perfette per un brindisi su uno yacht o sulla terrazza di una villa esclusiva al tramonto; ma anche dei vini bianchi da abbinare al pesce, ideali a cena in un ristorante stellato o con i piatti preparati da un personal chef; in grande ascesa le etichette autoctone, quei vini sardi che negli ultimi anni hanno conosciuto una grande evoluzione qualitativa e sono sempre più conosciuti ed amati; poi gli ingredienti locali, dal pesce fresco alla bottarga, dalla fregola ai formaggi, magari da scoprire ed assaggiare nei piccoli ristoranti che portano avanti la tradizione gastronomica dell’isola.
“Il vino rappresenta il protagonista di un percorso completo che riguarda l’ambiente, sia umano sia paesaggistico, e la cucina tipica - spiega Mauro Murgia, head sommelier dell’Hotel Cala di Volpe, tra i più iconici e famosi della Costa Smeralda - il nostro è un ospite internazionale esperto di viticoltura mondiale, difatti abbiamo una vasta carta dei vini che abbraccia i principali Paesi. Spesso ci chiede un consiglio sulle etichette locali, perché vuole conoscere e capire lo spirito vitivinicolo della Sardegna: noi cerchiamo di capire il suo gusto e proviamo ad intercettarlo con proposte del territorio, che possono essere per lui una conferma oppure una scoperta. L’ospite internazionale è infatti molto aperto alle etichette sarde. Io lo “intervisto” per capire i suoi gusti personali: per esempio se c’è chi mi dice di amare lo Chardonnay californiano, boisé e strutturato, posso proporgli un vino sardo che, seppur di tipologia differente, si sposi con questa descrizione. Oppure, per chi adora i bordolesi, posso suggerire vitigni autoctoni con tagli bordolesi”.
“La Costa Smeralda è il posto più turistico della Sardegna, con un target molto variegato, che parte dal milionario ed arriva al cliente comune - spiega Massimo Cappai, head sommelier del Cervo Hotel, dei ristoranti Novikov, Quattropassi al Pescatore e Pomodoro e dei bar Il Portico e Nuna al Sole - chiunque venga qui vuole provare qualcosa di autoctono, a partire dai grandi classici. Vermentino e Cannonau sono le nostre “flagship grape”, che ormai nel 2025 vengono vinificate in tutti i modi. Ma negli ultimi anni si stanno riscoprendo anche vitigni indigeni, come il Monica, il Bovale o il Semidano. In generale abbiamo a che fare con clienti abituati a viaggiare in tutto il mondo, che qui cercano qualcosa di particolare e diverso”.
“Il turismo è cambiato negli anni, e per quanto in Costa Smeralda rimanga di livello medio-alto, il target è diventato più variegato, con fasce di età e dunque gusti differenti - dichiara Attilia Medda, sommelier Ais e delegata per la Gallura - questo ha portato anche i produttori locali a seguire le tendenze, con innovazioni che riguardano in particolare la piacevolezza del prodotto. I vini sardi hanno un grande successo, in particolare il Vermentino, ma anche autoctoni come il Bovale, il Cannonau, il Cagnulari o il Torbato. C’è una grande attenzione verso il mondo delle bollicine, sul quale si sta specializzando la produzione sarda, offrendo una grande scelta. Ma questo è anche il momento dei rosati, una tipologia in cui le cantine del territorio stanno dando prodotti eccellenti. Va registrata inoltre la ricerca di un prodotto meno strutturato rispetto a quelli tradizionali: per esempio il Cannonau, che rimane una delle eccellenze dell’isola, viene declinato in moltissime versioni, con diverse possibilità di abbinamento. Oggi il turista è molto più attento, soprattutto ad alti livelli: per questo è importante, da parte del personale, non solo intercettare le richieste, ma anche saper proporre le etichette”.
Al “Porto Cervo Wine & Food Festival”, il primo, grande evento della stagione che lancia ufficialmente l’estate, sono presenti 60 espositori di vino & spirits e oltre 20 del food, tra aziende storiche e new entry di prestigio. L’evento, organizzato da Marriott International (che gestisce per conto di Smeralda Holding l’Hotel Cala di Volpe, il Cervo Hotel, il Pevero Golf Club e una ricca collezione di bar e ristoranti), unisce appuntamenti glamour, grandi marchi, Dj set, serate a tema, convivialità e un concetto di evento diffuso, oltre ad un palcoscenico in cui gli esperti si confrontano sulle tendenze future e le recenti scoperte scientifiche del mondo del vino.
Tra i produttori presenti Stefano Bottega di Bottega Spa, brand-icona del Prosecco: “la Costa Smeralda per noi è un mercato importante, con una clientela internazionale molto attenta al made in Italy, nel nostro caso ai prodotti di Conegliano e Valdobbiadene, con il Prosecco in testa. La bollicina italiana è infatti il vino che sta crescendo in assoluto di più. Oggi il cliente che arriva in Sardegna conosce già il Prosecco e lo cerca, privilegiando prodotti di alta gamma anche dal punto di vista del packaging”.
“Il consumatore che si approccia alla Costa Smearalda è molto attento e preparato - spiega Riccardo Polegato della cantina friulana La Viarte - qui i nostri vini riscontrano un grande successo, dallo Schioppettino al Sauvignon, e in particolare il Friulano che è un “cugino” del Vermentino - quindi vini minerali, con una bella acidità - che si sposa perfettamente con la cucina di questa terra straordinaria, sia di mare che di terra”.
“In Costa Smeralda riscontriamo un profilo di consumatore medio-alto, sempre più curioso e alto spendente - afferma Mark Hartmann di Saraja, tra le cantine emergenti della Sardegna - che conosce il territorio (la Sardegna è molto apprezzata sui mercati esteri) e dunque arriva già con preparazione e interesse. La Gallura, con il Vermentino, vive un momento magico: noi produttori abbiamo l’onere di alzare sempre più l’asticella qualitativa. Naturalmente ci sono varie tipologie, da quelli di beva più immediata, e quindi adatti ad un consumo “by the glass”, a quelli più strutturati e dunque gastronomici. La cucina territoriale ha infatti un grande valore e le etichette più strutturate si sposano perfettamente anche con carni locali e selvaggina”.
“Dal Covid in poi è cambiato l’assetto del turismo mondiale del lusso, anche in Costa Smeralda: abbiamo perso i turisti dell’Est Europa, sostituiti soprattutto da americani e canadesi - spiega Valentina Argiolas di Argiolas, griffe-simbolo della Sardegna enologica - ma il viaggiatore che viene qua ha sempre tanta voglia di conoscere prodotti e brand locali, soprattutto per quanto riguarda i vini bianchi, che oggi rappresentano la tipologia più consumata; poi la Sardegna è sempre stata la migliore espressione dei Vermentini italiani, dunque qua il turista trova un portafoglio di prodotti anche molto diversi tra loro, ma sempre caratterizzati da grande identità e da un gusto moderno, che risponde ai palati internazionali”.
“Il turista che oggi frequenta la Sardegna, e in particolare la Costa Smeralda, ha una profonda conoscenza dei vini mondiali, tuttavia conserva la voglia e la curiosità di scoprire la nostra territorialità e i nostri prodotti - afferma Giovanni Pinna, direttore Tenute Sella & Mosca (Terra Moretti), tra le più importanti realtà dell’isola - in particolare i nostri capisaldi, come il Vermentino, e tra i rossi il Cannonau. Anche perché questi ricalcano perfettamente le esigenze dei consumatori: per il Vermentino grande espressione territoriale, freschezza e bevibilità, accompagnate sempre da una forte salinità, che lo rende perfetto per i nostri piatti di pesce; il Cannonau, vitigno percepito da anni come particolarmente strutturato, oggi nelle sue espressioni più moderne si presenta molto delicato ed elegante, con facilità di beva. Ideale per questo non solo con la carne, ma anche con il pesce. Dunque in Sardegna il turista alto-spendente può trovare non solo territorialità, ma anche eleganza e finezza”.
Ma il turista del lusso ama anche partire alla scoperta delle cantine dell’isola: “la clientela della Costa Smeralda è una élite mondiale che arriva qui ogni stagione non solo con gli aerei, ma anche con il turismo nautico e i grandi yacht - spiega Anna Columbano, hospitality manager della storica cantina Capichera - una clientela alto-spendente che vuole conoscere la realtà territoriale ed imparare qualcosa di vero. Nella nostra tenuta il tour inizia con un percorso sensoriale delle vigne, connesso alla storia locale della Gallura e alla natura, contraddistinta dalla macchia mediterranea. Poi l’ospite viene portato in una terrazza panoramica in esclusiva, dove gli facciamo assaggiare i nostri vini, dal rosato ai Vermentini, sempre abbinati ad assaggi di prodotti selezionati del territorio, dalla salsiccia di pecora al caprino con crosta fiorita”.
É arrivato in Sardegna dalla Francia cinque anni fa Jean-Paul Tréguer, proprietario con la moglie Isabelle della cantina So Chic!: “la Costa Smeralda è meta di turisti internazionali che amano i vini rosati e sono abituati a bere i Rosé di Provence, diffusi ovunque nel mondo. Dunque arrivano in estate, con il caldo e il sole, in un luogo stupendo, e vogliono bere il loro vino preferito, fresco e magari con il ghiaccio. Per questo abbiamo avuto l’idea di creare un rosato di Sardegna, ma con i codici del rosé provenzale, grazie al Cannonau, che è il più antico vitigno del Mediterraneo, nonché antenato del Grenache, alla base di tutti i più grandi rosati del mondo”.

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