
Celebrare 100 anni pensando ai prossimi 100, tra vino e arte, non con un vino speciale, come è consuetudine, ma con libro-manifesto, che racconta il processo creativo dietro alla nascita un’etichetta che diventa icona, così come di un’opera d’arte, e traccia la rotta per il domani: è “Ode al futuro”, il libro voluto da Pasqua Vini - cantina veneta tra le più importanti d’Italia, guidata dalla famiglia Pasqua, che, nel 2025, festeggia il suo primo secolo di vita - ed edito da Rizzoli (che, già con Pasqua, ha realizzato una serie di collaborazioni a New York; il libro è disponibile sullo shop online della casa editrice), che, in cinque capitoli, con cinque approcci diversi, descrivono i protagonisti, ovvero cinque progetti vitivinicoli che Pasqua ritiene siano la massima espressione della sua visione. I cinque vini iconici, Famiglia Pasqua, Mai Dire Mai, 11 Minutes, Hey French, Terre di Cariano Cecilia Beretta, scelti dalla cantina per essere l’ossatura di tutto il programma celebrativo, con la loro personalità e il loro stile rappresentano la sua storia, il suo presente e il suo futuro, la cui interpretazione creativa è stata affidata alla direzione di Marco Cisaria (Foll.ia) e ai testi dello scrittore, sceneggiatore e regista Filippo Bologna, mentre la parte visiva vede il coinvolgimento di altrettanti artisti provenienti da tutto il mondo: Michael Mapes (Usa), Sofia Crespo (Portogallo), Gaia Alari, Enzo e Giuseppe Ragazzini (Italia). Il libro, presentato al Pac - Padiglione di Arte Contemporanea, a Milano, oggi, è solo una delle tante iniziative che legheranno vino e arte nel centenario di Pasqua, che, in questo filone di mecenatismo, dal 2018 ad oggi, ha già investito 6 milioni di euro, con progetti nazionali ed internazionale di grande rilievo, e che da seguito ad un anno, il 2024, che, per la cantina veneta, guidata dalla famiglia Pasqua, si è chiuso in forte crescita (63,5 milioni di euro, +6% sul 2023), con una quota export salita al 90,2%, con vini che arrivano i 71 mercati del mondo.
“Produrre vino è una sfida bellissima, che raccogliamo ogni giorno dal 1925. Catturare l’anima e l’identità di una terra o di un vitigno, trasformandole in un’opera d’arte qual è il vino - spiega Riccardo Pasqua, amministratore delegato Pasqua Vini - è una grande opportunità che viene offerta alla nostra azienda tutti i giorni ed è nostra responsabilità coglierla. Siamo sempre stati convinti che tra vino e arte esista una connessione profonda, perché i processi creativi alla loro base sono simili tra loro. Ecco perché Pasqua prosegue nel far dialogare i suoi vini con gli interpreti delle nuove forme espressive, attraverso il progetto “Ode al Futuro”: per continuare a trovare ispirazioni che aprano nuovi capitoli nella storia della nostra cantina e per portare il messaggio di ogni nostro vino nel mondo, con un linguaggio accessibile a tutti”.
““Ode al futuro” è un libro a testa-coda, concepito per essere letto da entrambi i versi, rispecchiando la visione del vino - spiega una nota - e del concetto di creatività secondo Pasqua Vini: un dialogo aperto, che può essere affrontato da più prospettive. Nel capitolo “L’eredità del domani”, dedicato a Famiglia Pasqua, partendo da un’epopea familiare, Bologna descrive non solo l’evoluzione della dinastia Pasqua, ma anche le trasformazioni della società italiana nel corso di un secolo. A raccontare, con la propria sensibilità artistica, Famiglia Pasqua è Enzo Ragazzini, pioniere della fotografia, che per primo esplorò l’elaborazione parametrica delle immagini: a lui il compito di creare un ponte tra passato e presente, rielaborando scatti storici della famiglia Pasqua e dei momenti di produzione. In “Aspettati l’inatteso”, protagonista è Mai Dire Mai, l’interpretazione più radicale dell’Amarone della Valpolicella firmato Pasqua: l’intrigante e rocambolesca genesi del vino si prestava a un racconto dal sapore cinematografico, che Bologna ha tradotto in una sceneggiatura. Giuseppe Ragazzini è l’artista che firma la rilettura di Mai Dire Mai: con la sua capacità di unire pittura, collage e tecnologia per creare movimento, l’opera che concepisce è un dipinto digitale incentrato sul tema della convivialità e delle relazioni umane, proiettato su tela fisica, per creare dialogo tra staticità e dinamismo. A 11 Minutes è dedicato “Desiderio Liquido”, capitolo incentrato sul rapporto con il tempo, indagato attraverso la profondità di istanti fugaci ma carichi di senso, come gli 11 minuti di skin contact che definiscono l’identità del vino. Michael Mapes è un artista americano le cui opere frammentate nascono dal recupero e dall’assemblaggio di piccoli pezzi, creando nuove immagini. Per 11 Minutes, crea un mosaico dove foto, campioni di terreno e impronte digitali si fondono per restituire un’altra visione. Avvicinandosi, lo spettatore scopre ogni singolo dettaglio che compone l’iconografia complessiva. In “Non a caso”, Filippo Bologna adotta un approccio metaforico per raccontare quanto l’arte dell’assemblaggio di diverse annate, che in Hey French è caratteristica distintiva, richieda equilibrio e raffinatezza. A raccontare per immagini il primo bianco fermo multi-vintage italiano,la portoghese Sofia Crespo, specializzata nella descrizione delle relazioni e connessioni intime che legano uomini e tecnologia. Per Hey French crea un modello di Intelligenza Artificiale partendo da un dataset di 1.000 immagini scattate nel vigneto durante la dormienza post-vendemmia. “Con affetto tua”, infine prende vita attraverso un epistolario immaginario, un testo apocrifo che restituisce voce a un personaggio affascinante e senza tempo come Cecilia Beretta. A dare corpo a Terre di Cariano Amarone della Valpolicella, l’artista italiana Gaia Alari, le cui opere valorizzano la narrazione preservando la tecnica dell’animazione tradizionale. Ispirata a un tableau vivant, l’opera parte del colore nero intenso della bottiglia, con l’etichetta che si trasforma in fiume, foresta, città, culminando in una figura femminile ornata di simboli, incarnazione di Cecilia Beretta. L’animazione esplora così i concetti di radici, territorio e identità femminile.
“Pasqua crede che ogni vino rappresenti l’incontro tra presente, passato e futuro, frutto di impegno quotidiano ma anche di un saper fare tramandato di generazione in generazione, unito alla visione innovativa della cantina. In Pasqua Vini la genesi di un nuovo progetto vitivinicolo nasce principalmente da un’intuizione, una visione e un’urgenza di muoversi verso un sentiero inesplorato, che innesca il processo creativo e che trova la sua messa a terra nello studio, nella ricerca, nella pratica. Lo stesso sentire lo vive l’artista quando inizia a creare la sua opera. Un percorso che, per molti aspetti, accomuna il mondo del vino a quello dell’arte: in entrambi i contesti il desiderio è quello di mettere al centro emozioni, connessioni e visioni, dove la creatività diventa la chiave dell’unicità. È questa comunione di intenti il punto di contatto tra Pasqua Vini e gli interpreti a cui, nel corso degli anni, la cantina ha dato sostegno e voce. Pasqua, attraverso “Ode al futuro”, non vuole raccontare solo la sua storia ma soprattutto il suo futuro, descrivendo la traiettoria a venire, indagando l’intersezione tra creatività, arte e vino”, spiega ancora la cantina.
Ma “Ode al futuro” sarà anche una mostra immersiva, in Vinitaly 2025 (6-9 aprile, Verona), con tanti appuntamenti in fiera e in città. Un percorso museale site specific, accolto nella preziosa cornice di Giardino Giusti ed articolato in più sale espositive, accompagnerà il visitatore attraverso la storia, presente e futuro, di Pasqua. Esclusivamente per i media, è previsto un vernissage venerdì 4 aprile (ore 12), quando l’intero complesso museale sarà chiuso e accessibile solo ai giornalisti. L’esposizione artistica, realizzata dal collettivo Foll.ia, si snoda in un percorso che coinvolge tutta l’ala sud del Palazzo Giusti. In due sale verrà allestito uno spazio espositivo dedicato ai cinque vini protagonisti di “Ode al futuro”, mentre nella terza sala i visitatori vivranno un’esperienza immersiva attraverso un’installazione digitale ad alta tecnologia, in una Infinity Room site specific. Prendendo spunto dal gioco del caleidoscopio, la struttura interna sarà ricoperta di specchi, sui cui verranno proiettate le opere dei diversi artisti, creando una sensazione di totale immersione dovuta alla moltiplicazione delle immagini sulle superfici. Umberto Pasqua, presidente Pasqua Vino, e Riccardo Pasqua, aggiungono: “sentiamo la responsabilità della custodia del nostro passato e l’urgenza di entrare con forza e da protagonisti nel futuro, gettando oggi le basi degli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere nel medio e lungo termine. La nostra azienda ha sempre spinto il proprio sguardo oltre le convenzioni, e le celebrazioni che abbiamo in programma per questo secolo di vita ne sono la testimonianza. Il progetto “Ode al futuro” rappresenta un ponte ideale tra il nostro ieri - le cui radici affondano in saperi artigianali e conoscenza profonda del terroir - e il nostro domani, in cui vogliamo continuare a essere un laboratorio di sperimentazione dove immaginare e creare. È nel nostro Dna”.
Un centenario da festeggiare e celebrare, dunque, anche con la forza dei numeri di un 2024 che ha visto Pasqua Vini toccare un fatturato consolidato di 63,5 milioni di euro (in crescita del 6% sul 2023), e aumentare la propria quota di export (che passa dall’87,6% al 90,2% rispetto all’anno precedente), presidiando 71 mercati nel mondo. “Era il 2014 quando, sotto l’impulso di una nuova governance e l’ingresso in azienda della terza generazione Pasqua - spiega una nota - la cantina avviava un profondo rinnovamento. Sostenuta da importanti investimenti dentro e fuori il vigneto, la crescita del fatturato degli ultimi 10 anni è stata spinta dal successo dei progetti vitivinicoli innovativi, con cui l’azienda si è imposta sul mercato con una nuova voce. Il rinnovato slancio dell’azienda - concentrato sul consolidamento del know how acquisito e la premiumizzazione delle linee in portafoglio, culminata nella nascita delle Icons che oggi rappresentano la spinta innovatrice di Pasqua - è premiato dalla critica e dal mercato. Grazie alla focalizzazione in ricerca e sviluppo, alla capacità di interpretare il territorio con codici stilistici nuovi e all’impegno di adattare il proprio business ai singoli mercati attraverso strategie mirate e verticali, in dieci anni il fatturato della cantina è raddoppiato”. In particolare, spiega ancora Pasqua Vini, “le brillanti performance dell’azienda nel mercato statunitense registrano una crescita di quasi il 40%, grazie anche a nuove partnership commerciali. Il dato è in controtendenza rispetto al sensibile calo dei consumi delle bevande alcoliche oltreoceano (con il vino a -7,2% in volume e -6,3% in valore), dovuto a un maggiore orientamento verso la moderazione e la crescita del comparto no alcol. Considerando i risultati raggiunti dal settore enologico italiano nel mercato americano (+5,4% a valore sul 20232), le robuste performance di crescita Pasqua negli States sono migliori dei dati medi del settore. I vini rossi e bianchi fermi (che rappresentano i driver di penetrazione principale di Pasqua, spiega ancora la cantina) sono la scelta preferita dai frequent users più maturi e, se nel nostro Paese il terroir e la denominazione orientano la scelta d’acquisto, negli Usa a spingere le vendite è soprattutto l’identità dell’azienda e il vitigno. Il profilo del consumatore americano vede i Millenials (40% del totale) sempre più attenti ai vini premium, degustati principalmente fuori dalle mura domestiche, mentre Baby Boomers e Gen X preferiscono il consumo at home. Pasqua ha orientato la propria strategia nel mercato Americas in maniera mirata, andando a individuare, Stato per Stato, le collezioni di vini che meglio si sposavano con le scelte del target”. “Festeggiare il Centenario con i risultati brillanti del Nord America ci rende particolarmente orgogliosi - spiega Alessandro Pasqua, presidente Pasqua Americas - stiamo lavorando per costruire un posizionamento unico e distintivo nel panorama enologico mondiale, grazie alla capacità non solo di proporre visioni nuove ma sempre fedeli alla nostra storia, ma anche di intercettare i cambiamenti dei trend di consumo. Conoscere le esigenze del mercato e i desideri dei consumatori, senza intermediari e attraverso il nostro team presente sui mercati, ci ha premiato ed è un elemento determinante del successo della nostra strategia commerciale”.
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