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Champagne non teme Prosecco. Ma i supermercati inglesi fanno offerte di bollicine francesi a prezzi stracciati (7,5 sterline a bottiglia a Pasqua) e i consumatori (36%, sondaggio “Wine Spectator) considerano il Prosecco “l’alternativa conveniente”

Italia
Champagne, in Uk corsa allo sconto, Prosecco sempre più visto come alternativa conveniente

Fanno notizia non di rado, in Italia, vini di grandi denominazioni in offerta nei supermercati a prezzi stracciati, purtroppo, con nomi come Barolo, Brunello di Montalcino, ma anche Franciacorta e altri, intorno ai 10 euro a bottiglia. Ma non è un fenomeno solo italiano. Ha fatto scalpore, per esempio, la svendita che le più grandi catene gdo in Uk, nei giorni di Pasqua, come riporta “The Drink Business”, hanno praticato sullo Champagne, con bottiglie allo scaffale a prezzi anche di 7,5 sterline. Un dato clamoroso, tanto più in un mercato ricco, come quello del Regno Unito, dove vanno considerate le 2 sterline di tasse che se ne vanno per una bottiglia di spumante. Con il re degli spumanti mondiali che, dunque, in uno dei mercati più importanti per le bollicine, viene venduto (anche se per periodi limitati, ovviamente) al prezzo (o anche a meno) del più economico Prosecco, per esempio. E che questa corsa al ribasso sia dovuta proprio al boom dello spumante italiano di maggior successo nel mondo, nonostante sia un prodotto diversissimo dallo Champagne, viene da chiederselo, nonostante gli champagnisti abbiano sostenuto per anni, e continuino a sostenere, di non temere la concorrenza.
Anche perché dal consumatore, il Prosecco, Doc e Docg che sia, viene percepito ancora proprio come alternativa più economica allo stesso Champagne, come racconta un recente sondaggio della testata enoica più diffusa la mondo, “Wine Spectator”, che ha chiesto ai propri lettori una opinione sul Prosecco. Ebbene, il 36% lo considera una buona alternativa economica allo Champagne, il 30% dice che dipende dal produttore e dall’etichetta, mentre un 15% lo definisce lo sparkling wine preferito in assoluto, su un 11% che non lo beve affatto (e un 7% che sostiene che sia “meglio con il succo di arancia”).
Certo, difficile fare un parallelo tra prodotti realizzati in zone e con metodi completamente diversi e che hanno prezzi, nella media, nemmeno comparabili, visto che gli ultimi dati di Wine Monitor (2015) in materia parlano di 25,3 euro al litro nel caso della Champagne, e di 3,59 per il Prosecco, e di un valore delle esportazioni che è stato di 2,7 miliardi di euro per lo Champagne, e di 990 milioni di euro per il totale degli spumanti italiani (una buona metà imputabili proprio al Prosecco). Eppure qualche cosa si muove, e qualche preoccupazione tra le maison francesi inizia a serpeggiare, come confermano le parole di Julie Campos, managing director del Centre Vinicole Champagne Nicolas Feuillatte, il terzo più grande produttore di Champagne, che ha definito “un suicidio” la vendita sottocosto nei supermercati inglesi.

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