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Coltivare quei segnali di ripresa che il 2015, dopo qualche incertezza, sembra aver portato, con la consapevolezza che, in Cina, si può fare di Più: l’Italia del Vino, a Chengdu, con “Vinitaly China”, nell’International Wine & Spirits Show

Coltivare quei segnali di ripresa che il 2015, dopo qualche incertezza, sembra aver portato, con la consapevolezza, come ha ricordato l’ambasciatore italiano Ettore Sequi, che “l’Italia è leader mondiale nella produzione ed esportazione del vino, ma in Cina possiamo fare di più”: con questo obiettivo in questi giorni (20-23 marzo) a Chengdu è di scena “Vinitaly China” (www.vinitalyinternational.com), con le aziende del Belpaese protagoniste, con 582 etichette e 131 brand, dell’International Wine & Spirits Show, fuorisalone del China Food & Drink Fair di Chengdu, il più importante evento vitivinicolo in Cina dove sono attesi più di 30.000, presentato nell’“Italian Wine & the Chinese Market. How to unlock more opportunities”, organizzato da Vinitaly International in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Pechino e il Consolato italiano a Chongqing.
“Il mercato cinese offre ancora delle opportunità inesplorate - ha continuato Sequi - invito quindi tutti gli operatori del settore ad unirsi per affrontare le sfide che esso pone. Come dimostrato in altri campi, le dimensioni medio-piccole delle imprese non costituiscono sempre un limite. Se ben organizzate, le nostre aziende possono affermarsi anche su un mercato dalle dimensioni continentali come quello cinese”. Ed è stata l’occasione per presentare anche in Cina l’edizione n. 50 di Vinitaly (10-13 aprile, Verona, www.vinitaly.com), che prevede la visita del massime istituzioni italiane (dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a quello del Consiglio Matteo Renzi) e di qualificati imprenditori cinesi, primo tra tutti il fondatore del colosso Alibabà, Jack Ma.
“Il 50° Vinitaly - ha sottolineato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - sarà l’edizione record, con più di 4.100 espositori e una superficie espositiva di oltre 100.000 metri quadrati netti, alla quale per la prima volta prenderanno parte aziende vinicole cinesi. È interessante che il settore produttivo in Cina cresca e Vinitaly possa essere anche casa loro. Vinitaly 2016 sarà inoltre un’edizione speciale perché inaugurata, per la prima volta nella sua storia, dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e avrà l’onore della visita del nostro premier, Matteo Renzi, che incontrerà nei giorni della fiera Jack Ma, fondatore di Alibaba. Un insieme di iniziative che rinsalderanno i già ottimi rapporti con la Cina, un grande paese nel quale siamo presenti da più di vent’anni e nel quale continueremo a portare la conoscenza e la cultura dei nostri vitigni e territori”.
L’export di vino italiano in Cina, seppur in crescita, non ha espresso ancora tutte le sue potenzialità, come ha ricordato l’Ambasciatore Sequi. Secondo i dati Istat, nel 2015 l’Italia ha esportato vino in Cina per un controvalore sui 90 milioni di euro, con una crescita del 18% rispetto sul 2014. Dal punto di vista quantitativo, nel 2015 l’Italia ha esportato in Cina 27 milioni di litri di vino con una crescita del 5,5%. I prezzi medi hanno registrato un aumento da 2,96 a 3,30 euro/litro. Tuttavia, l’attuale posizionamento del vino italiano in Cina (soprattutto per quote di mercato occupate) non è ancora adeguato al ruolo che l’Italia ricopre nel panorama enologico mondiale quale primo paese produttore e secondo maggior esportatore. L’Ambasciatore ha concluso ricordando che l’Ambasciata e i Consolati italiani in Cina, così come gli uffici dell’Italian Trade Agency-Ita “sono a fianco delle nostre aziende nella battaglia per l’affermazione e la diffusione del vino italiano sul mercato cinese: è un impegno a vantaggio del nostro business ma anche della nostra cultura e della nostra identità”.

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