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CONVEGNO E.ON ENERGIA-VINITALY: ECOSOSTENIBILITÀ, PRESENTE E FUTURO DEL VINO ITALIANO. LO DICONO PRODUTTORI, CONSUMATORI E RICERCATORI. MA PER UNIRE ECOLOGIA ED ECONOMIA SERVONO PROGETTI E REALIZZAZIONI CONCRETE

Italia
Ecologia e innovazione

Ecosostenibilità, il futuro passa da qui, anche per il mondo del vino. Anzi, nel mondo del vino è già presente, visto che l’enologia del Belpaese già da tempo investe nella riduzione dell’uso delle energie, dell’acqua, dei fitofarmaci, e nella tutela dell’ambiente e del territorio. Per motivi etici, sicuramente, ma anche per motivi economici. Un processo che è incominciato, ma che deve continuare nel segno della progettualità e dell’applicazione concreta di soluzioni eco-friendly in tutta la filiera, dalla produzione al packaging. Anche perché è un consumatore mondiale, sempre più attivo e informato che lo chiede, e soprattutto i giovani consumatori di domani. Ma anche le nuove normative dell’Unione Europea, sempre più attente all’ambiente. Ecco il messaggio del convegno di E.On Energia - Vinitaly, di scena oggi a VeronaFiere, che ha chiamato in causa casi eccellenti della ricerca e della produzione del vino italiano.

Un pensiero che mette d’accordo il mondo accademico, come ha spiegato il professor Attilio Scienza, secondo cui la comunicazione deve aiutare il consumatore a non avere più paura dell’innovazione e della tecnologia, anche perché la tanto decantata “naturalità” è un concetto inesatto, quasi “esoterico”, perché “il vino naturale non esiste come non è naturale tanta di quella eccellenza che ogni giorno mangiamo, frutto dell’intervento dell’uomo”; ma anche quello delle istituzioni, come la Fondazione per le Qualità Italiane Symbola, secondo il cui segretario Fabio Renzi, il vino è il miglior terreno di sperimentazione in tema di ecologia applicata all’economia. Ma anche quello della comunicazione, che ha un ruolo fondamentale, come ha spiegato Giacomo Mojoli del Politecnico di Milano, secondo cui parlare di “ecosostenibilità” non deve rimanere un esercizio di stile, ma tradursi in qualcosa di concreto, in progettualità e realizzazione, anche guardando all’Expo 2015 di Milano (che ha come tema proprio “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita) come occasione per mostrare al mondo quanto fatto dalle cantine del Belpaese. Anche perché questa esigenza di ecologia in termini etici ed economici è condivisa dalle cantine italiane, come raccontano le case history: da Planeta, che con il protocollo “Planeta Terra” ha realizzato la “cantina invisibile”, Buonivini a Noto, riducendo al minimo l’impatto paesaggistico ed energetico, ad Antinori, che ha investito in energie da fonti rinnovabili e guarda a nuovi imballaggi e packaging. O ancora Caprai, che ha dedicato parte dei suoi vigneti alla ricerca sugli effetti del riscaldamento del pianeta sulla viticoltura, punta alla riduzione delle emissioni di carbonio e ha coinvolto realtà importanti del territorio umbro nel progetto “Montefalco 2015, the new green revolution” per la diffusione di buone pratiche, o Berlucchi, che in Franciacorta, con il progetto Ita.Ca, guarda alla riduzione dei gas serra e della chimica, e all’utilizzo di fonti di energia alternativa, o come Santa Margherita, che con fotovoltaico, biomasse e altre tecnologie punta all’autonomia energetica delle sue cantine. O ancora Sella & Mosca, che cerca di ridurre l’impatto ambientale con la lotta integrata, irrigazione localizzata e macchine ad alta tecnologia per ottimizzare le risorse, o ancora Salcheto, che sta realizzando la prima cantina “off-grid” dalla rete energetica e investendo sul packaging per ridurre la “Carbon Footprint”, ovvero l’impatto di ogni bottiglia di vino.

Di modelli ce ne sono tanti, dai progetti avviati all’estero già da anni, dalla Germania agli Usa, dalla Francia all’Australia, gli strumenti tecnologici e scientifici anche, ma serve la volontà delle aziende, come quelle che hanno partecipato al progetto Magis, promosso da Bayer Crop Science, che mettendo in relazione diversi dati su produzione, ambiente e consumo punta a calcolare e ridurre il Quoziente di impatto ambientale. Un investimento, dunque, che, oltre ad attrarre i consumatori, può essere interessante anche per l’industria dell’energia, come testimonia il caso di E.On Energia, una delle aziende leader in Italia nel campo delle rinnovabili, che vede proprio nelle cantine italiane eco-friendly una delle maggiori possibilità di sviluppo e di sinergia, da realizzare con un etichetta “100% energia pulita E.On” da mettere sulle bottiglie delle cantine che aderiranno al protocollo di E.On, certificato Recs a livello internazionale.

Focus - Le comunicazioni della svolta verde delle cantine italiane

Enrico Morandi, Direttore Sales Large Clients E.ON Energia

“E.ON Energia propone alle cantine una fornitura di energia con la label “100% energia pulita E.ON” certificata RECS, il sistema internazionale che incentiva la produzione da fonti rinnovabili e che consente di attestare l’impegno per la tutela dell’ambiente. Oltre alla semplice fornitura di energia elettrica e gas E.ON Energia, inoltre, si presenta al mercato come vero e proprio provider di soluzioni energetiche che offre consulenza specialistica e progetti ritagliati su misura in grado di conseguire significativi benefici in termini di consumi e risparmi, proponendo interventi di efficienza energetica e di generazione distribuita, quali ad esempio la realizzazione d’impianti fotovoltaici a tetto che, grazie anche al Conto Energia, assicurano ritorni economici interessanti”.

Fabio Renzi, Segretario generale della “Fondazione Symbola”

“Il mondo del vino ha tutte le opportunità e potenzialità per proporsi come terreno avanzato di sperimentazione e innovazione, dalle quali ricavarne un nuovo vantaggio competitivo. Già da tempo è fortemente diminuito l’impiego della chimica così come sono diminuiti i consumi d’acqua destinati all’irrigazione dei vigneti. E si segnalano esperienze come quella della Società Agricola di Salcheto, che nel rispetto dell’identità qualitativa del Sangiovese di Montepulciano sta realizzando la prima cantina “off-grid”, applicando lo stesso approccio al packaging e continuando la sperimentazione avviata con il calcolo della prima Carbon Footprint europea di una bottiglia di vino (1,83 Kg per 750 ml confezionati in vetro)”.

Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura Università di Milano

“La viticoltura sostenibile è oggi alla base della nuova normativa comunitaria che regolerà nei prossimi anni l’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura. La viticoltura italiana dovrà ristrutturare la sua filiera, e il percorso è già avviato, coniugando sostenibilità ambientale ed economica con la qualità del vino. Con l’applicazione di tecniche di valutazione dello stato del vigneto di tipo prossimale e quindi poco costose, è possibile ridurre l’impiego di antiparassitari e di fertilizzanti fino al 50%, ottenendo nel contempo, attraverso un riequilibrio vegeto-produttivo della vite, un miglioramento della qualità dei vini”.

Giacomo Mojoli, docente al Politecnico di Milano e fondatore di “Slow Food”

“L’impegno ambientale rappresenta una grande opportunità per il Mondo del vino che può consentire di anticipare in positivo l’evoluzione normativa in atto a livello Comunitario. Non solo, investire strategicamente in questa direzione, rappresenta per le aziende vitivinicole la possibilità di manifestare con evidenza un segnale costruttivo e di qualità nei confronti di una crescente esigenza dei consumatori, dei coproduttori, in tema di rispetto verso l’ambiente, di sicurezza-trasparenza dei processi globali di produzione”.

Focus - Le case history delle cantine italiane: Caprai, Antinori, Planeta, Berlucchi, Santa Margherita, Sella & Mosca

Arnaldo Caprai

“Abbiamo realizzato diversi interventi ambientali negli ultimi anni: 30 ettari di vigneto sono dedicati a sperimentazione e ricerca; dal 2004 è in atto una ricerca mirata a valutare gli effetti sul vigneto e sulla maturazione a seguito del surriscaldamento del pianeta; dal 2008 stiamo raccogliendo dati per valutare le emissioni di carbonio nella produzione odierna con l’intento di contenere e ridurre tutte le emissioni non indispensabili. Inoltre, siamo partiti col progetto “Montefalco 2015, the new green revolution” che coinvolge otto importanti realtà produttive nel comprensorio umbro ed ha come obiettivo quello di diffondere pratiche di produzione innovative e ambientalmente sostenibili. Per esempio, sostituiamo progressivamente le macchine tradizionali a basso volume per la lotta fitopatologia con macchine a recupero di prodotti riducendo i consumi ed aumentando i risparmi”.

Marchesi Antinori

“Nel campo delle fonti energetiche abbiamo deciso di adottare forniture di energia provenienti da fonti rinnovabili, abbiamo un progetto di produzione e vendita e uno di autoconsumo nel fotovoltaico, sperimentazioni in corso per produzione di energia da biomasse, utilizzo di biodiesel per tutte le nostre macchine agricole, ma aree di attenzione per il futuro sono anche l’attenzione al peso del packaging, all’uso e la tipologia degli imballaggi, l’ottimizzazione nell’uso dei trasporti. Oltre a ciò c’è l’impegno a mantenere la morfologia del territorio dei vigneti, l’impiego di cantine interrate, di sistemi di irrigazione sotterranea per minimizzare l’utilizzo di acqua, sonde geotermiche per il raffreddamento naturale dell’acqua.

Planeta

“L’azienda ha adottato il protocollo “Planeta Terra” per la tutela dell’ambiente. Nell’azienda Buonivini, a Noto in Sicilia, abbiamo realizzato la “Cantina Invisibile” che limita al massimo l’impatto paesaggistico e decine di pali di linee elettriche ormai in disuso sono stati dismessi, mentre nella zona di Menfi le linee nuove sono state direttamente interrate. Sempre a Menfi sono in funzione 300 metri quadri di pannelli fotovoltaici destinati alla produzione di energia elettrica per le cantine. La grande produzione di biomassa che risulta dalla potatura dei vigneti viene in buona parte avviata alla trasformazione. Le vinacce vengono riutilizzate come ammendante organico nei vigneti. Stiamo drasticamente diminuendo l’impiego dei cosiddetti tappi in silicone, tornando ai tappi naturali”.

Berlucchi

“Le nostre cantine in Franciacorta aderiscono al Progetto Ita.Ca per il monitoraggio delle emissioni di gas serra, praticano da anni la lotta integrata riducendo il ricorso alla chimica, riutilizzano le vinacce come sostanze organiche nei campi. Inoltre abbiamo installato nella cantina di Borgonato un impianto fotovoltaico costituito da 846 moduli fotovoltaici da 200 watt di potenza, che occupano una superficie di oltre mille metri quadri con una produzione energetica annua di 195.426 KWh, pari al 15% del fabbisogno aziendale”.

Santa Margherita

“E’ operativo a Fossalta di Portogruaro un impianto fotovoltaico di 2mila metri quadrati, sul tetto dell’azienda, da 200 kilowatt di potenza, che “copre” l’11% del fabbisogno energetico. Abbiamo adottato sistemi per il recupero di calorie e frigorie nei processi di stabilizzazione. Abbiamo poi aderito al progetto ‘Zignago Power’ che sta realizzando a una centrale elettrica da biomasse di circa 15 megawatt di potenza che coprirà interamente il fabbisogno della nostra cantina, più quello di due stabilimenti industriali”.

Sella & Mosca

“Oltre alla lotta integrata, che ci consente di ridurre l’impiego di fitofarmaci, stiamo introducendo macchine per il trattamento con recupero, che ci permettono di trattare il vigneto con macchine multifila che garantiscono un risparmio medio del 50%di principio attivo, minor consumo di acqua, carburante, maggiore velocità di trattamento e minore dispersione nell’ambiente di fitofarmaci. Siamo anche impegnati nella progressiva riduzione dei consumi idrici e del fabbisogno di acqua delle viti grazie a sistemi d’irrigazione localizzata e a tecniche agronomiche per ridurre il fabbisogno d’acqua. Infine, stiamo progettando l’utilizzo energetico delle biomasse del vigneto”.

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