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CRESCE IL CONSUMO DI VINO DI QUALITÀ IN ROMANIA, CON L’ITALIA CHE RAPPRESENTA IL 40% DELLE IMPORTAZIONI NEL PAESE. E CHE ORA PUÒ CONTARE ANCHE SU MARINELA VASILICA ARDELEAN, MIGLIOR SOMMELIER DI ROMANIA 2014, CHE, DA 15 ANNI, LAVORA ANCHE IN ITALIA

Italia
Marinela Vasilica Ardelean

Tra i Paesi dell’Est-Europa che posso rappresentare un potenziale mercato per il vino italiano, ce n’è uno di cui si parla poco: la Romania. Che non solo è una terra che vanta una certa storia produttiva, ma che sta vedendo, negli ultimi anni, una crescita, lenta ma costante, del consumo di vini di qualità. E, di pari passo, si impenna l’importazione di etichette italiane, che pesano per il 40% sul totale. Ed ora il Belpaese enoico, a Bucarest e dintorni, ha una freccia in più al suo arco: si tratta di Marinela Vasilica Ardelean, rumena di nascita ma con doppia cittadinanza da 15 anni e professionalmente attiva in Italia, che ha vinto il titolo di “miglior sommelier” di Romania 2014, organizzato sotto l’egida dell’Asi (Associazione Internazionale Sommelier, www.sommellerie-internationale.com).
“Una bella soddisfazione personale - sottolinea Marinela Vasilica Ardelean - ma anche la conferma del fatto che il vino, in Romania, parla sempre più spesso italiano. Certo, non ci troviamo ancora di fronte numeri importanti, l’import del settore si attesta intorno ai 13 milioni di euro l’anno e quindi il business per le aziende italiane si aggira sui 5-6 milioni di euro. Ma i dati e gli studi parlano di un trend in forte crescita e quindi quello rumeno può diventare, per le cantine italiane, un importante punto di riferimento”.
L’impatto globale della Romania nel mercato del vino è, in effetti ,di 300 milioni di euro l’anno, con un consumo pro capite di circa 25 litri. Numeri che pongono il Paese nella “top ten” mondiale nel consumo di vino (dati Oiv, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino). “Ovviamente stiamo parlando di un mercato ancora giovanissimo - spiega la Ardelean - basti pensare che nel periodo comunista l’attenzione era puntata unicamente sulla quantità. E da circa 20 anni che si è deciso di puntare sulla qualità, sia in termini di produzione che di consumo, e i risultati iniziano a vedersi. Tante enoteche, ristoranti con carte dei vini importanti, negozi gourmet. E, come filo conduttore, un’attenzione sempre viva nei confronti di tutto ciò che è Made in Italy”.
In questa sorta di “Rinascimento del vino”, un ruolo fondamentale è quello ricoperto proprio dai sommelier. “Dal 2003 - racconta Marinela Vasilica Ardelean - la figura professionale del sommelier è stata introdotta nel “Codice Romeno delle Occupazioni”, e oggi sono centinaia i miei colleghi che svolgono una fondamentale attività divulgativa e promozionale, decisiva per la commercializzazione del prodotto. Il tutto a un livello altissimo, se si pensa che nei vari challenge i sommelier rumeni si aggiudicano sempre i premi più importanti: quinto posto ai Mondiali di Tokyo, terzo posto agli Europei a San Remo. E sono tutti innamorati dei grandi vini italiani: Barolo, Brunello, Prosecco Superiore ma anche Chianti, Lambrusco, Greco di Tufo, Amarone e tanti altri”.

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