Numeri da record per il Salone del Vino, a Torino, dal 22 al 25 novembre. Sono 1.175 le cantine (+ 25%, e una su cinque è al debutto) che faranno sfilare le loro etichette sulla passerella di Lingotto Fiere. E ci saranno sia griffe di successo dell'enologia che terroir emergenti. Sarà quindi un'edizione di grandi numeri: 35.000 visitatori professionali, 600 giornalisti accreditati e, grazie ad un'intensa e mirata opera di promozione, anche in collaborazione con l'Ice, arriveranno buyers, chef, ristoratori, gestori di enoteche e wine-bar, importatori e critici internazionali.
Eventi - Oltre 30 gli appuntamenti - convegni, workshop, degustazioni - mirati ad approfondire tre grandi temi: vino&finanza, vino&gusto, vino&tendenze.
Vino & finanza - E' questo il tema del convegno che vedrà dibattere banchieri, operatori finanziari e i principali imprenditori vitivinicoli sul fenomeno del "merger & acquisition" che sta attraversando il settore. E' in calendario venerdì 22 novembre (ore 11), partecipano i produttori Gianni Zonin, Vittorio Moretti (Terra Moretti Spa), Bruno Muratori (azienda agricola Fratelli Muratori), Emilio Pedron (amministratore delegato del Gruppo Italiano Vini), Giovanni Geddes da Filicaja (amministratore delegato della Marchesi de' Frescobaldi); allo stesso tavolo, siederanno i rappresentanti del mondo economico, i banchieri e i finanzieri: Pierdomenico Gallo (presidente Meliorbanca), Renato Preti (amministratore delegato Fondo Opera), Alberto Gennarini (Vitale&Associati, già advisor nell'acquisizione della Corvo di Salaparuta), Stefano Romiti (executive vice president Advisory service Deloitte&Touche). Una testimonianza del valore delle etichette italiane si ha domenica 24 novembre: il Salone del Vino ospita il collegamento diretto, in anteprima assoluta, con l'Asta di Barolo & Barbaresco, che si tiene nel Castello di Grinzane Cavour (40 lotti delle migliori griffe saranno battute da Christie's; ricavato sarà devoluto in beneficenza. Quindi il convegno promosso dal Ministero delle Politiche Agricole sul tema dell'organizzazione delle enoteche pubbliche e regionali venerdì 22 novembre. Sarà poi la volta lunedì 25 novembre di "Metereologia & Vino", organizzato da Lingotto Fiere e dall'Unione Italiana Vini, per un confronto sull'impatto che le mutazioni del clima hanno sulla resa dei vigneti e qualità del vino, che vede, tra gli altri, la partecipazione dei meteorologi Giampiero Maracchi e Marco Bindi dell'Università di Firenze, l'enologo della famiglia Zonin, Franco Giacosa, del professor Attilio Scienza dell'Università di Milano, uno dei più autorevoli esperti di genetica della vite, il direttore dei Vivai Rauscedo Eugenio Sartori ed il presidente dell'Unione Italiana Vini Ezio Rivella, per un confronto sull'impatto che le mutazioni del clima hanno sulla resa dei vigneti e sulla qualità del vino.
Vino & Gusto - Evento unico sabato 23 novembre (ore 11,00): per la prima volta, si incontrano insieme in Italia i due cuochi del secolo, Fredy Girardet e Joel Robuchon. Con Charlie Trotter, ritenuto da molte guide il migliore chef d'America, Girardet, considerato il padre della cucina moderna (tutti lo chiamano il "Maestro"), e Robuchon parleranno nel seminario "C'è futuro senza passato in cucina? Fusion is confusion", delle tendenze della cucina. Sui nuovi orizzonti dell'abbinamento del vino con il cibo si discuterà nel forum "Processo al gusto internazionale del vino" lunedì 25 novembre. A fargli il processo alcuni produttori italiani: Bartolo Mascarello, Lapo Mazzei, Sebastiano Castiglioni, Maurizio Zanella, Marco Caprai, con la partecipazione di enologi del calibro di Riccardo Cotarella e Franco Giacosa. Come testimone internazionale: Piero Selvaggio, patron del "Valentino" a Los Angeles, che possiede una delle più prestigiose cantine del mondo.
Vino & Tendenze - Cardine di questo tema è la presentazione dell'ultima indagine dal titolo "Gli italiani ed il vino nel 2002" (venerdi 22 novembre) dell'Osservatorio del Salone del Vino, l'istituto di ricerca no profit che da un anno monitora mensilmente le tendenze del mercato del vino diventando un punto di riferimento fondamentale per le aziende. Si parlerà poi anche di vino&donne attraverso un convegno dedicato alla sommelier in rosa, di turismo del vino nei workshop di formazione organizzati dal Movimento Turismo del Vino, di vino&cultura con la presenza di diverse "strade del vino".
Vino & Media - Attenzione anche alla critica e cronaca enoica, a Torino, sei iniziative editoriali di scena: saranno presentate le guide di Luigi Veronelli (sabato 23 novembre), la guida Spumanti d'Italia 2003 del Gambero Rosso (venerdì 22 novembre), quella di Luca Maroni (sabato 23 novembre), di Hugh Johnson sui vini del mondo (domenica 24 novembre) ed il libro del giornalista de "Il Sole 24 Ore" Nicola Dante Basile "Profumo di Vino, storie di uomini, di imprese, di mercati" (sabato 23 novembre), dedicato a cantine e produttori italiani (parterre d'eccezione per la presentazione: Gianfranco Fabi, vicedirettore de "Il Sole 24 Ore", Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere, Luigi Rossi di Montelera, presidente Federalimentare, Ezio Rivella, presidente dell'Unione Italiana Vini, Albert Mimouni, direttore generale di Sopexa Italia, Ugo Calzoni, direttore generale Ice). Ci sarà inoltre la presentazione di due cd-rom ("Sulle strade del vino lungo le vie Consolari" voluto dalla Coop e dal Movimento Turismo del Vino realizzato da De Agostini, e quello de "L'Italia dei vini", curato dall'Enoteca Italiana e dal Touring Club Italiano), che sono guide per la scoperta dei territori del vino. Anche quest'anno ci sarà il Gambero Rosso Channel che, dopo la presentazione della sua guida, brinderà all'apertura del Salone, con i 90 spumenti da Oscar.
Degustazioni & Eventi - Sono uno dei "piatti forti" del Salone del Vino che per accentuare la sua caratteristica di Salone esclusivamente professionale affida al tasting il compito di illustrare l'universo vino. Ci sarà una degustazione delle 100 migliori etichette italiane (dalla a alla z), organizzata da Bibenda/Sommelier, una verticale di vini di Bordeaux, una degustazione dei vini dolci e passiti, i cosiddetti "vini da meditazione" e una passerella di champagne. Ad arricchire questo ricco panorama, ci sono poi le degustazioni organizzate dalle singole aziende, dai pool di produttori e dai Consorzi. Alcune di queste sono delle anteprime mondiali assolute. Ed ancora altri eventi che mettono in primo piano i principali produttori italiani, oltre al consueto appuntamento dell'happy hour riservato ad espositori e visitatori.
Cazzola, presidente Lingotto Fiere - "E' per noi motivo di soddisfazione - spiega Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere - constatare che in due anni il Salone del Vino si è accreditato come appuntamento autorevole e fondamentale per gli operatori del settore. Quest'anno il Salone assume un ruolo strategico: servirà a misurare sia le tendenze del mercato che la valenza delle produzioni e darà alle cantine italiane una fondamentale occasione di sollecitazione e di promozione della domanda, soprattutto estera".
L'intervista
Cultura & affari in un Salone al servizio del vino italiano. A tu per tu con Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere: "Le cantine hanno premiato la nostra scelta di offrire professionalità, opportunità di business, analisi e tendenze di mercato"
Sfoglia il catalogo del Salone del Vino edizione n. 2 e commenta: "bella cantina!". Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere, è "conquistato" dalle bottiglie. Forse perché, anche se la vendemmia ha avuto più ombre che luci, per la rassegna del Lingotto sarà un'ottima annata, con incrementi record nel numero degli espositori e della superficie occupata. Lingotto Fiere è diventato insomma un punto fermo ed autorevole per le aziende vitivinicole italiane".
Contano quindi i numeri … ?
"I numeri contano, ma i nostri numeri sono il riflesso, la testimonianza del successo delle cantine italiane. E' la leadership che i nostri imprenditori, i tecnici, gli enologi, gli agronomi, gli operatori di questo settore hanno conquistato nel mondo in forza della qualità e della riconoscibilità dei vini italiani che determinano positivi risultati anche per il Salone del Vino. Di nostro abbiamo messo una struttura adeguata ad ospitare al meglio un prodotto così di pregio e che ha necessità di essere "ascoltato". La formula del Salone del Vino, esclusivamente professionale, ed i contenuti della rassegna, la grande attenzione che abbiamo posto nell'interpretare le necessità di aziende che sono agricole, produttive e commerciali insieme, offrono sicuramente agli espositori un contesto ideale per valorizzare i loro prodotti. E, infine, credo che sia stata compresa la nostra filosofia: quella di dare a tutti pari opportunità d'incontro con il mercato. Questo ha consentito al Salone del Vino di dare ancora maggiore visibilità alle cantine affermate e di fornire un utile strumento di promozione ai produttori e ai territori emergenti".
Constatata la crescita del Salone, può indicare quali sono il ruolo e gli obiettivi della rassegna organizzata da Lingotto Fiere?
"Il Salone del Vino è un servizio alle imprese per la valorizzazione del loro ruolo e del loro prodotto. Ma è anche un'occasione di approfondimento di temi e problematiche professionali e soprattutto un fondamentale momento d'incontro tra domanda ed offerta. E' per questo che abbiamo soffermato l'attenzione sugli operatori stranieri che saranno presenti in numero notevole e qualificato; è per questo che abbiamo invitato migliaia e migliaia di ristoratori, enoteche, wine bar, manager del "food & beverage" della grande distribuzione. Perché vogliamo veramente creare un "ponte" tra domanda ed offerta e, possibilmente, qualificare entrambe. Gli obiettivi del Salone sono anche quelli di diffondere cultura del vino e cultura d'impresa, di indicare le tendenze e le prospettive del mercato. Il ruolo è di essere una struttura al servizio del vino italiano".
Si è sussurrato che il successo del Salone del Gusto e quello annunciato del Salone del Vino possono essere risposte alla difficile congiuntura economica che Torino vive a causa della crisi Fiat. Le pare un'alternativa credibile?
"Il Salone del Gusto è stato un grande successo, quello del Vino segna una forte crescita nelle dimensioni e nell'interesse. Ma non perdiamo il senso delle proporzioni: la Fiat è per Torino, ma per l'Italia intera, di gran lunga la prima industria. Il comparto automobilistico è uno dei volani più importanti, se non il principale della nostra economia industriale. Pensare di sostituirlo con l'enogastronomia mi pare francamente azzardato e forse anche un po' utopistico. Detto questo c'è però da notare che Torino si è candidata, prima con l'iniziativa di Slow Food e oggi con il nostro Salone del Vino, ad essere una delle capitali europee, e dunque mondiali, dell'enogastronomia. Forte di due argomenti: dalla spinta che gli viene dall'eccellenza delle produzioni del suo territorio, ma anche dalle competenze economiche, manageriali e delle risorse diffuse che Torino possiede. Questa città e questa regione hanno un'economia complessa e composita e strutture di servizio (come le fiere) e settori a forte valore aggiunto immateriale (come l'enogastronomia) che qui trovano un ambiente favorevole per il loro sviluppo: vedo quindi, questi comparti non come "sostitutivi" ma come "alternativi e complementari" ai settori industriali tradizionali. E ciò che vale per Torino, vale a livello nazionale: penso al fenomeno Toscana, un must mondiale, penso alle enormi potenzialità di sviluppo del Sud, di cui la Sicilia, con il boom di qualità e d'interesse delle sue produzioni, è il primo e maggiore testimonial, attraverso l'enogastronomia di qualità e le attività turistiche ad essa collegate".
Un'ultima domanda, presidente Cazzola: si è detto che il Salone del Vino voleva fare concorrenza a Vinitaly. Sulla rassegna di Verona si sono avute quest'anno forti critiche anche da produttori e territori di grande pregio. E' davvero una sfida?
"Non voglio e non ho intenzione di sollevare polemiche. Verona è un appuntamento importantissimo che ha costituito per anni un momento fondamentale per le aziende vinicole italiane. Detto questo devo notare che ci sono forti diversità tra Vinitaly e Salone del Vino: diversità d'impostazione, di struttura, di obiettivi e fortissime differenze tra gli organizzatori. Facendo un'estrema sintesi diciamo che Vinitaly è una sorta di campionaria del vino, il Salone del Vino è un workshop esclusivamente professionale, teso alla valorizzazione del prodotto e dei produttori. La concorrenza, se così la vogliamo chiamare, è solo indotta dal fatto che entrambe le rassegne operano sul medesimo settore".
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