Sanno destreggiarsi perfettamente tra Reel e SEO, studiano ogni giorno per accrescere la loro cultura enologica, viaggiano per cantine, sono colte e preparate: le wine influencer, ognuna con la propria voce, stile e storytelling, sono figure sempre più autorevoli nel panorama del vino made in Italy. Winenews, in vista dell’8 marzo, Festa della Donna, ha stilato una classifica delle più note basandosi sul numero dei followers su Instagram, che in questo momento è indubbiamente il social in grado di generare il maggior engagement sulla rete. La figura dell’influencer è ormai entrata a pieno titolo nel mondo della comunicazione: l’antesignana è stata Chiara Ferragni, che ha di fatto inventato un mestiere che prima non esisteva. Oggi le influencer sono ricercate e corteggiate dalle aziende di ogni settore, dalla moda al design, dall’editoria al food, perché grazie alle loro attività on line e al loro lifestyle sono in grado di influenzare i gusti e soprattutto i comportamenti di acquisto dei propri followers. E l’importanza dei social, anche nel mondo del vino, ha subito un’ulteriore, forte accelerazione durante il lockdown, quando è aumentato esponenzialmente il tempo trascorso su Facebook, Instagram & Co. Le wine influencer si rivolgono ad un pubblico di appassionati, 25-40enni, perlopiù Millennials e Generazione Z, con buone capacità di spesa, curiosi di provare grandi etichette ma anche di scoprire piccole realtà nascoste. Un target indubbiamente prezioso per i produttori, tanto che - insieme a giornalisti, sommelier e buyers - le influencer vengono ormai abitualmente coinvolte in eventi, invitate a wine tasting, sponsorizzate con campagne di advertising e considerate interlocutori di riferimento.
Ma chi sono in questo momento le più importanti wine influencer italiane su Instagram? In vetta alla classifica c’è Wineteller con 182.000 followers (@wineteller): Anais Cancino è laureata in economia, ha conseguito un Mba e scrive esclusivamente in inglese. “Tutto è iniziato nel 2016 - racconta Anais a Winenews - ero al Vinitaly e volevo condividere la mia esperienza di appassionata di vino, così ho aperto un account Instagram: certo non avrei mai pensato di raggiungere questo risultato. Il fatto di essere stata una delle prime mi ha dato sicuramente un grande vantaggio, del resto nei social il timing è fondamentale”.
Ogni post di Wineteller racconta la storia che c’è dietro alla bottiglia presentata: la cantina, la famiglia, le vigne ed i procedimenti produttivi. Il volto di Anais si intravede appena, e questo approccio (sicuramente controcorrente in un mondo in cui il successo di molte influencer si basa anche sull’aspetto fisico) è frutto di una scelta ben precisa: “non volevo utilizzare la mia immagine per promuovere il mio lavoro. Ritengo che basarsi esclusivamente sui contenuti conferisca a chi scrive, in particolare se è una donna, una maggiore autorevolezza. Questo approccio evidentemente è piaciuto ed è stata una delle ragioni del mio successo. Il protagonista dei miei post è sempre il vino: la parte visual è molto importante, perché cattura l’attenzione dei follower, ma la caption, ovvero la parte di testo, deve essere comunque dettagliata ed esaustiva”. Anais scrive solo in inglese: “è fondamentale per raggiungere un pubblico internazionale, e naturalmente rappresenta un plus anche per le cantine che presento, che possono così raggiungere potenziali clienti di tutto il mondo”. Oggi Anais ha fatto della sua passione un vero e proprio mestiere: collabora con varie importanti aziende e ricopre anche il ruolo di social media manager per alcuni brand.
Francesca Negri, alias Geisha Gourmet, 116.000 followers (@geishagourmet), è una giornalista e scrittrice che ha cominciato a scrivere di cibo, vino ed economia per l’edizione trentina del Corriere della Sera, e da allora non si è più fermata. Ha un blog, nato nel 2008, che conta circa 250.000 visitatori all’anno, ed ha firmato molti libri. La sua cifra stilistica è un linguaggio leggero e divertente, ma allo stesso tempo fondato su conoscenze approfondite e maturate in anni di studio: “Parlare semplice - spiega Francesca - è in realtà molto difficile. Prima di scrivere di qualunque cosa mi documento all’inverosimile. Il fatto di essere giornalista mi impone un codice deontologico che è anche una garanzia per chi legge”. Il segreto del suo successo sui social è sicuramente la spontaneità: lei, racconta, è così anche nella vita. Vulcanica, fashion victim e grande appassionata di Carrie Bradshaw (non per niente uno dei suoi romanzi si intitola “Sex & the Wine”), tratta da sempre del rapporto tra vino e seduzione. “Ho iniziato a scriverne molti anni fa - racconta Francesca - quando ancora nessuno ne parlava, oggi invece questi temi sono addirittura oggetto di corsi di comunicazione. E naturalmente c’è chi cerca di copiarmi … Il mio approccio a IG è molto spontaneo: non ho un piano editoriale troppo dettagliato, se non per alcune eccezioni decido al momento cosa postare. Mi piace molto fare stories, sia basate sulle bottiglie che bevo, sia sulla mia vita quotidiana”. Come ha fatto a conquistare tanti follower? “Molti sono arrivati grazie alle mie attività fuori dai social: a parte i libri, ho fatto la wine tutor per il programma Rai “Detto fatto” con Caterina Balivo - e questo mi ha portato una grande notorietà - e una serie, “Wine Passport”, per una tv americana” conclude Francesca.
Enozioni di Eleonora Galimberti, che conta 103.000 followers (@enozioni), si distingue per un approccio visual curatissimo e raffinato: le sue immagini e i suoi video sono perfettamente studiati in ogni dettaglio, e il grande lavoro di styling è evidente. “Questo dipende sicuramente - racconta Eleonora - dall’imprinting derivante dal mio percorso accademico e professionale: ho studiato Comunicazione d’Impresa, poi ho lavorato per molti anni nel mondo dell’alta moda. Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di seguire la grande passione per il mondo dell’enogastronomia, così ho fatto un master in Food & Beverage Management in Bocconi e ho conseguito il diploma di sommelier AIS. Dopo un’esperienza in una famosa maison di Champagne ho deciso di creare la mia agenzia: mi piace chiamarla boutique agency, perché seguiamo progetti mirati di digital marketing per aziende non solo di vino, ma anche di altri settori che al vino sono legati da particolari affinità elettive, quali la ristorazione, la moda e il design”. Una grande attenzione all’estetica e alla qualità delle immagini contraddistingue il profilo di Enozioni: “Su Instagram - aggiunge Eleonora - la scelta della foto è fondamentale, ed è basata su un linguaggio emotivo. Oltre a creare traffico ed engagement, è una strategia per differenziarsi nel mare magnum dei milioni di foto che vengono postate ogni giorno. Anche scrivere in inglese è frutto di una scelta di marketing ben precisa, che ci consente di arrivare ad una platea internazionale”.
Dietro ai sorrisi e ai tacchi alti sfoderati dalle Wine Angels, con oltre 76.000 followers (@_wineangels_) ci sono sette donne sommelier: Elisa Fiore Gubellini, Sara Grosso, Laura Sanna, Veronica Accossato, Amanda De Mar, Agnieszka Winiarska e Flora Manzo. Elisa, che ha anche un suo profilo personale (@elisafioregubellini) che conta 32mila followers, racconta: “ho dato il via al progetto Wine Angels perché mi sono resa conto che il mondo del vino è ancora piuttosto maschilista, quindi ho deciso di lavorare solo ed esclusivamente con donne. Siamo tutte sommelier certificate, ognuna di noi fa un post alla settimana e ha la libertà di scegliere cantine ed etichette. In generale preferiamo orientarci su bottiglie importanti e su un approccio edonista: ci piace il bello ed il buono”. Il richiamo alla seduzione è indubbiamente una componente importante nel loro profilo, che si affianca però alla cura dei contenuti, esclusivamente in italiano. Il loro pubblico, spiega Elisa, è al 75% composto da uomini.
Anche Giulia Sattin, ovvero Winegirlfriend (@giulia_sattin), 72.000 followers, scrive principalmente in italiano. Dopo aver conseguito il diploma di sommelier è approdata su Instagram per condividere la sua passione. “Mi rivolgo a tutti, sia esperti, sia semplici appassionati - spiega Giulia - Il mio scopo è stimolare la conoscenza e la curiosità verso questo mondo: in particolare mi piace affrontare il tema dell’abbinamento cibo-vino, che esalta a vicenda le caratteristiche di entrambi”. Giulia affianca l’attività di wine blogger a quella di architetto, e collabora con varie cantine. “Per me è comunque importante mantenere autonomia e indipendenza: non potrei mai raccomandare un vino che non mi piace” conclude.
Una delle caratteristiche che accomuna le wine influencer è l’aver scardinato i codici canonici della comunicazione del vino - quella tecnicistica che arriva dall’alto e intimorisce neofiti e meno esperti - rendendola più accessibile. Come per Laura Donadoni di The Italian Wine Girl, oltre 51.000 followers (@theitalianwinegirl), che ha trasformato la sua passione per il vino in lavoro dopo essersi trasferita negli Stati Uniti. Un passato da giornalista radiofonica, autrice del libro “Come il vino ti cambia la vita” (e un secondo titolo top secret in arrivo in autunno), la sua narrazione su Instagram è semplice e spontanea, senza troppa prosopopea. L’alter ego dell’appassionato non professionista è suo marito, che le fa da spalla e si lancia senza paura negli assaggi. “La mia missione - racconta Laura - è proprio togliere il vino dal piedistallo. Soprattutto qui negli Stati Uniti le persone hanno un atteggiamento di soggezione verso esperti e sommelier, invece il vino deve essere accessibile a tutti, senza timori. Anche per questo non mi piace essere definita influencer: ho un approccio giornalistico, mi piace informare e incuriosire chi mi segue, anche perché non percepisco compensi e non accetto sponsorizzazioni. Per me Instagram è uno strumento per “accendere una lampadina” e anche per catalizzare interesse intorno agli altri miei progetti, dal blog ai podcast”. Il pubblico di Laura è per un terzo americano, e in buona parte internazionale, quindi la scelta dell’inglese è obbligatoria: “Credo che - aggiunge - comunicare in inglese sia imprescindibile per chiunque oggi lavori nel mondo del vino”.
Ancora, Simona Geri è una bravissima sommelier (@simonagsommelier) che conta 42.000 follower: sempre in primo piano nelle foto, scrive in italiano descrivendo con approfondite note tecniche i suoi tasting. Giulia Salmaso di Julie Selecter (@julie.selecter), con oltre 31.000 follower, parla non solo di vino, ma anche di food, musica e riflessioni personali. Olga Sofia Schiaffino di Wine Lovers Italy (@wineloversitaly), 28.000 followers, è una sommelier ligure che regala storie di bottiglie e cantine. Adua Villa, personaggio molto noto al pubblico televisivo, è su Instagram con Globe Trotter Gourmet (@globetrottergourmet), 27.000 follower: un progetto a 360 gradi in cui il vino è raccontato con web serie, video e interviste.
Chiara Bassi, anche lei sommelier, con il suo profilo Perlage Suite (@perlagesuite), 23.500 follower, fornisce suggerimenti su bottiglie e ricette, mentre Camilla Rocca (@roccacamilla), 22.300 follower, ama fornire indicazioni sull’abbinamento cibo-vino, sui suoi viaggi e ristoranti preferiti.
Originale e divertente l’approccio di Maria Elena Boggio di La Seconda Adolescenza (@lasecondadolescenza), oltre 22.000 followers, che si definisce “pagina deparkerizzata” e si concentra sui vini naturali.
Precise e puntuali le recensioni della piemontese Sara Piovano (@sarapiovano__), 22.000 followers, mentre Alexandra Adamek di Select Tasting (@selecttasting), 19.700 followers, fa base a Montalcino concentrandosi esclusivamente sui grandi brand e sui piccoli produttori di Brunello (e attraverso il wine club seleziona e vende etichette ad enoappassionati di tutto il mondo).
Arianna Franciacorta di Arianna Vianelli (@ariannafranciacorta), 19.600 followers, si distingue per un approccio solare e informale, mentre la giovanissima Camilla Beretta (@cami.beretta) 19.400 followers, è una grande appassionata di Champagne. Infine Chiara Giannotti di Vino Tv (@vino.tv), 17.700 followers, fa dei video uno dei suoi punti di forza.
E gli uomini? Non stanno certo a guardare. Sono molti gli influencer che negli ultimi anni si sono saputi costruire un pubblico di migliaia di seguaci su Instagram. Come Simone Roveda con @winerylovers (206.000 followers), Enrico e Diletta con @enrico.onthewine (114.000), @cantinasocial (99.000), Emanuele Trono con @enoblogger (98.600), @italian_wines dell’enologo Stefano Quaglierini (94.800) e @italianwinelover di Francesco Saverio Russo (73.900).
Non possiamo evitare, nel panorama social italiano, di citare noi stessi: nel 2020 Winenews ha visto segnare dati da record, con 2,8 milioni di utenti (+151% sul 2019) connessi al sito ed un boom di follower su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Dopo 20 anni dalla messa on line di www.winenews.it - sito di riferimento per l’informazione sul mondo del vino, dell’agricoltura, dell’enoturismo e della ristorazione in Italia - lo sbarco sui social ha originato un immediato ed enorme successo, proprio grazie al grande numero di utenti fidelizzati. Ad aprile 2018 l’iscrizione su Facebook, dove oggi si sono raggiunti 59.420 follower, seguita a luglio 2019 dall’apertura del profilo Instagram, che conta 33.900 follower. Un universo social completato da Twitter con i suoi 21.925 follower, e dal canale video su YouTube.
Focus - Vino & social: lo stato dell’arte del digital wine marketing in Italia
Qual’è lo stato dell’arte del digital wine marketing nel 2021? Ne abbiamo parlato con Susana Alonso, autrice di “Digital Wine Marketing”, manuale appena uscito per Hoepli. “Fermo restando - spiega Susana - che il sito internet deve essere il perno centrale della comunicazione aziendale per qualsiasi cantina (anche perchè, rispetto ai social, è l’unico strumento che veramente appartiene all’imprenditore) i canali da presidiare nel mondo del vino sono sicuramente Instagram, Facebook, Twitter e LinkedIn. Prima di approdare sui social - continua Susana - è comunque fondamentale definire l’identità del brand e la propria voce, che va mantenuta nel tempo. Occorre capire chi è il nostro target e come possiamo raggiungerlo: è chiaro che la strategia di comunicazione di una cantina-boutique che fa 4.000 bottiglie sarà completamente diversa da una che ne produce milioni”. Instagram si conferma ad oggi il canale principale: “Mentre all’inizio tutto era basato sulla componente visual - afferma Susana Alonso - adesso anche su Instagram si dà molta più importanza al contenuto testuale, che alla fine è ciò che ci contraddistingue. Questo vale per le aziende, ma anche per le wine influencer. Chi possiede una conoscenza approfondita ed una cultura enologica si vede. Non c’è dubbio che una bella presenza aiuta, ma puntare troppo sulla fisicità senza portare contenuti alla lunga può risultare fastidioso”.
Per quanto riguarda Facebook il suo ruolo continua ad essere importante: “i consumatori - dice Susana - lo utilizzano per cercare i brand e reperire informazioni. Attraverso Facebook le aziende costruiscono la propria community e possono fare sponsorizzazioni mirate. Twitter è fondamentale, in particolare per il mercato estero: è infatti molto usato da personaggi noti, influencer internazionali ed importatori, e permette di stabilire conversazioni e acquisire autorevolezza. Un canale da non trascurare è LinkedIn, anche se viene usato più in termini di presenza istituzionale che di comunicazione. Ancora poco utilizzato dalle aziende di vino Tik Tok, perlomeno in Italia: è un social nato per un giovani e giovanissimi, e ancora sconta questa immagine. All’estero si comincia ad usarlo anche per un target adulto, per esempio spopola nell’universo mixology” afferma Susana.
Infine c’è Clubhouse, nato da pochi mesi ma già sulla bocca di tutti: basato esclusivamente sull’audio, consente di creare e partecipare a room tematiche in cui ci si confronta in conversazioni e scambi di opinione su precisi argomenti. Le cantine e le influencer, italiane e internazionali, stanno già piantando qui loro paletti. Secondo Susana Alonso, si tratta di un social con un grande potenziale: “si torna a dare importanza ai contenuti, in questo caso attraverso la voce, bypassando completamente l’immagine. Forse a dimostrazione che le persone hanno bisogno di un radicale cambio di rotta…”.
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