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Dopo il Giudizio di Parigi del 1976, la Capitale francese è testimone di un’altra débacle in salsa enoica: le bollicine inglesi, in una degustazione alla cieca, organizzata da Wine & Spirit Trade Association britannica, surclassano lo Champagne

Modello per tutti, e termine di paragone per chiunque si affacci nel mondo dei grandi vini, la Francia, a volte, esce sconfitta dai confronti più arditi. Era successo il 24 maggio 1976, quando nell’ormai storico Giudizio di Parigi, la degustazione alla cieca organizzata dal wine merchant britannico Steve Spurrier, i vini di Bordeaux furono superati da quelli della California, ed è successo di nuovo, ancora nella Capitale francese, appena qualche giorno fa. Questa volta, però, nei bicchieri di alcuni dei nasi più preparati del Paese, grazie all’organizzazione dell’inglese Wine and Spirit Trade Association, sono finite le bollicine inglesi, fiore all’occhiello di una produzione, quella britannica, ancora agli albori, in un confronto con gli Champagne, diviso in tre categorie. E, sorpresa, ad avere la meglio sono stati proprio gli spumanti Uk, vincitori in due categorie, pareggiando nella terza.

Come racconta il magazine Uk “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), il Nyetimber 2009, prodotto in West Sussex, che va allo scaffale ad un prezzo di 40 sterline a bottiglia, ha superato nelle preferenze (9 contro 5) il Billecart-Salmon Grand Cru, uno champagne da 65 sterline a bottiglia sul mercato Uk. Allo stesso modo, il Gusborne Rosé 2011 ha “battutto” l’Ayala Rosé Majeur, con la metà dei degustatori che hanno scambiato le bollicine inglesi per bollicine di Champagne.
Da mero fenomeno di nicchia, insomma, lo spumante britannico si sta imponendo come realtà con cui fare i conti, ed a dimostrarlo ci sono anche i 170 acri di terreni acquistati un anno fa da Taittinger e la crescita del 40% delle superfici vitate nello stesso periodo. Ciò nonostante, il vino inglese pesa ancora appena per l’1% delle vendite complessive, con 5 milioni di bottiglie prodotte nel 2015, pronte a diventare 10 milioni nell’arco dei prossimi 4 anni.

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