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Germania: a “Mundus Vini Spring Edition” è l’anno dell’Italia ... Francia: sgominata banda dei grandi cru ... India: vino ricco di contraddizioni ... Australia: valore della ricerca ... Ue: la viticoltura arriva in Scozia
di Andrea Gabbrielli

- Germania, a “Mundus Vini Spring Edition”, è l’anno dell’Italia
Ha fatto il pieno portando a casa 276 medaglie, di cui 3 Gran Gold (GG), 121 Gold (G) e 152 Silver, salendo sul gradino più alto del podio, nel Concorso internazionale “Mundus Vini Spring Edition” 2014, l’Italia. Infatti, per numero di riconoscimenti ottenuti, il vino italiano è al primo posto tra i 30 paesi partecipanti. Ad essere premiati con le GG, il Barolo Terra dei Celti “Pezzole” 2010 dell’Azienda agricola Roberto Sarotto di Aurora Cavallotto, il Primitivo di Manduria 2010 Marinotti delle Cantine San Marzano e il Primitivo di Manduria Zolla 2013 dei Vigneti del Salento. Complessivamente erano in concorso 600 vini “made in Italy”. A vincere la Gold Medal, molti Barolo tra cui quello di Giovanni Sordo, di Roberto Sarotto, di Terre di Barolo; e poi, il Barbaresco della Tenuta Carretta; i Brunello di Montalcino di Caparzo, Il Poggione, Tenuta di Sesta, Silvio Nardi, San Felice …; il Secco Bertani Original Vintage Editions di Bertani Domains. Ottima la performance di Cantina Settesoli, con l’oro ai vini Timperosse, Seligo Bianco, Palmento Casale Burgio Grecanico, Isoletta Chardonnay; premiati molti Amarone della Valpolicella: Collina dei Ciliegi, Cantine di Soave, Sartori, Zonin, Terre di Verona Agricola, Santa Sofia, Falezze ...; il Montefalco Sagrantino di Lungarotti, il Castello di Meleto Chianti Classico, il Chianti Petriolo, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Terre Cortesi Moncaro; il Salento Primitivo di Rubino e tanti altri ancora (elenco completo https://www.meiningers-weinsuche.com/en/mundus-vini-2014).
Il concorso “Mundus Vini Spring Edition” 2014 si è svolto, come di consueto, a Neustadt an der Weinstraße e ha preceduto “ProWein”, dove i vini premiati sono stati presentati: il giudizio è scaturito dopo due giorni di degustazioni alla cieca che hanno coinvolto 135 giurati, dei quali 77 tedeschi, 9 italiani, 8 francesi e altri 41 di 23 paesi sia europei che extraeuropei. Per i risultati degli altri Paesi, la Spagna si è aggiudicata 4 GG, 105 Gold e 105 Silver e un totale di 214 medaglie, segue la Germania con 3 GG, 84 Gold, 109 Silver (196); Francia con 2GG, 54 Gold e 74 Silver (130); Portogallo con 4 GG, 57 Gold e 47 Silver (108). Hanno conquistato GG anche Australia, Cile, Austria, Nuova Zelanda e Israele. La seconda sessione di Mundus Vini si svolgerà a fine agosto.
Fonte: http://www.mundusvini.com

- Francia: sgominata la banda dei grandi cru di Bordeaux
E’ stata denominata Cassevins, l’operazione che in febbraio 2014 ha permesso alla Gendarmeria francese di arrestare una banda di una ventina di persone specializzata nel furto di grandi cru di Bordeaux. Più di 300 agenti armati di tutto punto sono intervenuti nei dipartimenti della Gironde, Pyrénées-Atlantiques e nella regione parigina, per arrestare una banda di ladri e di ricettatori che ha provocato danni per oltre 1,36 milioni di euro. Finora la notizia dei furti alle cantine era rimasta riservata ma riguarderebbe ben 13 château e 2 magazzini di stoccaggio. Al momento le autorità non hanno fornito i nomi delle aziende colpite. Gli arrestati sarebbero tutti cittadini francesi, di cui 15 della zona di Bordeaux.
La Gendarmeria ha, inoltre, sequestrato decine di migliaia di euro in contanti, diverse centinaia di bottiglie di vino oltre ad auto e pistole e fucili. Secondo il Colonnello Ghislain Réty della Gendarmeria, il modus operandi della banda era sempre simile.
I criminali prima rubavano un Suv, costringendo il proprietario a consegnare le chiavi, quindi andavano nello château, superando i sistemi di sicurezza, e dopo aver caricato le casse di vino - di solito pronto per essere spedito - si davano alla fuga. Subito dopo ripulivano l’auto con la candeggina e poi la incendiavano, rendendo impossibile rilevare qualsiasi traccia. La merce rubata veniva rivenduta a ristoranti, privati e ai rivenditori. Comunque tra le refurtiva non c’erano solo grandi vini di Bordeaux, gli investigatori hanno anche trovato grandi Champagne e molti altri vini altrettanto preziosi.
Fonte: www.sudouest.fr

- India, un vino ricco di contraddizioni
Secondo un rapporto dell’Assocham (Associated Chambers of Commerce & Industry of India), il mercato interno del vino è destinato a crescere dagli attuali 21 milioni di litri a 28milioni litri, entro il 2015. L’incremento viene attribuito ad una serie di fattori quali “una maggiore esposizione alla cultura occidentale”, “l’aumento dei redditi” ed una “popolazione brulicante” di 800 milioni di persone sotto i 25 anni, che dovrebbero guidare il cambiamento verso il consumo di vino.
La relazione, inoltre, rileva la tendenza di molti stati indiani alla riduzione dei dazi sul vino, nel limitare le restrizioni alla distribuzione per consentire al vino di essere presente sugli scaffali dei supermercati e fornire incentivi alle aziende vinicole per costruire nuovi impianti.
Tuttavia, questa situazione risulta contraddittoria alla luce di quanto recentemente ha scritto il Times of India nel quale si afferma che “delle 75 cantine in Maharashtra - lo Stato indiano a maggior concentrazione di aziende - 50 sono sull’orlo della chiusura”.
Secondo Shivaji Aher, presidente dell’All India Wine Producers Association, il calo sarebbe principalmente dovuto alla “mancanza di fondi per il marketing.” Il rapporto Assocham comprende anche una raccomandazione per il Governo di sostenere l’industria del vino in India e tra le altre cose di “migliorare i metodi di promozione delle vendite,” ma il suo messaggio principale per i produttori era di “concentrarsi su una minore produzione di uve ma di qualità superiore”.
La domanda di vino in India è concentrata nelle principali città come Mumbai, New Delhi, Bangalore, Chennai, Kolkata, Pune, Goa e Punjab che insieme rappresentano “quasi l’85%” del totale dei consumi di vino in India. Il 63% delle vendite di vino proviene dal settore Horeca, principalmente alberghi a cinque stelle, pub e bar-ristoranti.

- Australia, il valore della ricerca
Ogni dollaro investito in ricerca per migliorare le prestazioni dei lieviti nel vino, genera un ritorno 7,40 dollari ai produttori. La stima è il risultato di uno studio indipendente commissionato dal Grape & Wine Research & Development Corporation (GWRDC), l’ente che dirige la ricerca e lo sviluppo della filiera vitivinicola australiana.
Il rapporto ha condotto un’analisi dei costi-benefici sulla ricerca del GWRDC per sviluppare nuovi ceppi di lievito e l’elaborazione di nuove tecniche per gestire i lieviti durante la fermentazione. I lieviti svolgono un ruolo essenziale nella produzione del vino che va ben oltre la fermentazione alcolica, in quanto a loro si deve il carattere, l’aroma e il sapore del vino.
Secondo il Ministro dell’Agricoltura, Barnaby Joyce “I sette progetti (in corso presso GWRDC) coseranno 15 milioni dollari in sette anni. Prevediamo di fornire un valore netto di oltre 475 milioni dollari nei prossimi 30 anni per coloro che adotteranno queste tecnologie”. L’analisi dei costi-benefici ha riguardato i progetti finanziati tra cui alcuni riguardano l’allevamento di nuovi ceppi di lievito per consentire agli enologi di migliorare gli aromi fruttati o la sapidità nei vini oppure di gestire meglio le fermentazioni difficili. Le principali aree di investimento del GWRDC includono ricerche sulla vite e l’allevamento di lieviti, la biosicurezza, la redditività del vigneto, l’efficienza dei processi produttivi e le richieste dei consumatori.
Fonte: www.maff.gov.au/

- Europa, la viticoltura arriva in Scozia
In Europa, la viticoltura si sta spostando sempre più a nord. Se i viticoltori spagnoli e italiani lasciano le pianure preferendo le collina più alte o le pendici delle montagne, in Germania la maturazione delle uve è migliore mentre in Francia la gradazione alcolica dei vini si sta elevando cambiando i sapori di Bordeaux e Borgogna. Ora è la volta dei vigneti in Polonia e in Svezia e del vino in Scozia. La Vitis vinifera è una pianta delicata che per prosperare ha bisogno di una temperatura media annuale tra i 10 gradi e 20 gradi Celsius. Siccità, grandine o troppa pioggia possono danneggiare o persino distruggere un raccolto.
“Il vino reagisce fortemente ai fattori ambientali”, dice Karl Storchmann, economista alla New York University e caporedattore della rivista Journal of Wine Economics. “Questo è particolarmente vero per i vini pregiati, quando da una vendemmi all’altra le condizioni climatiche possono influire sulla variazione dei prezzi anche del 1000%.”. Secondo il World Wine Atlas uno è già stato registrato aumento “significativo” delle aree coltivate verso i poli. Anzi si stima che il 73 % delle regioni viticole più importanti di oggi, non saranno più ottimali nel 2050, secondo uno studio condotto da Lee Hannah, uno scienziato del Conservation International di Arlington, in Virginia. In Europa le diverse varietà di uva, si sono adattate alle condizioni climatiche locali da più di mille anni. Con l’aumento delle temperature, l’enologo deve salire a maggiori altitudini o sui pendii esposti a nord. Alla Francia, che insieme all’Italia e alla Spagna, è tra i migliori produttori di vino, il riscaldamento globale garantisce già un elevato contenuto di zucchero nelle uve. Ciò significa più alcol, meno acidi e tannini che influiscono sul carattere del vino nel caso della freschezza di un Riesling o della complessità di un Bordeaux invecchiato. Oltre alle conseguenze per la qualità, il riscaldamento ha un impatto sulla longevità. Nella regione di Bordeaux, nel sud-ovest del paese, la gradazione alcolica è aumentata tra il 13 e al 14% , rispetto all’11% di 15 anni fa, ha dichiarato Christian Seely, amministratore delegato e proprietario della cantina Axa Millesimes durante un convegno sulla riduzione della gradazione alcolica del vino.
“Il Bordeaux che beviamo oggi non sarà il Bordeaux che berremo tra 20 anni”, dice Antonio Busalacchi, climatologo dell’Università del Maryland a College Park. Secondo gli studi, in base alle ricerche dello storico francese Emmanuel Le Roy Ladurie sulle vendemmia, ad un aumento di 1°C. della temperatura media nel periodo vegetativo, corrisponde una vendemmia anticipata di 10 giorni. Oggi, in Borgogna, la media è 1,4 gradi più calda rispetto al 1970 e la raccolta inizia circa due settimane prima, secondo Benjamin Bois, un ricercatore del clima presso l’Università di Borgogna a Digione. Ai piedi dei Carpazi polacchi, il numero di aziende vinicole è aumentat, secondo l’associazione dell’industria locale, da 40 a 100 nell’arco di 10 anni. In Germania la quota di Pinot Noir è passata dal 3,8 per cento del 1980 all’11% di oggi. Uno studio condotto dall’Unione Europea nel mese di gennaio prevede più siccità del sud Europa e un calo del tasso minimo di piovosità in Spagna, Portogallo e Francia meridionale fino al 40 %. Bordeaux, Borgogna e Vouvray nella Valle della Loira, l’anno scorso hanno sofferto per le grandinate in estate che hanno distrutto interi vigneti. Tra il 1989 e il 2009 l’intensità delle grandinate in Francia è aumentato del 70%, anche se la frequenza non è aumentata significativamente. Ma non è l’unico timore. Temperature superiori ai 35 gradi danneggiano la vite e questi livelli di calore rischiano di essere raggiunti più spesso nelle regioni più calde nel corso di questo secolo. Quindi ben al di sopra della temperatura ideale compresa tra i 10 e i 20 gradi. Non a caso non ha nulla da temere Christopher Trotter, che nel Fife in Scozia orientale ha piantato un piccolo vigneto con le uve Solaris a maturazione precoce. Una stazione meteo a circa 20 chilometri a nord della sua vigna, nel luglio 2013 ha registrato una temperatura media giornaliera di 21,4 °C., il secondo livello più alto della serie di misurazioni. Se la prima vendemmia andrà bene, Trotter vuole ampliare il vigneto. L’unica sua preoccupazione non è il freddo ma piuttosto i cervi che mangiano i germogli.
Fonti varie: www.bloombergview.com - www.welt.de ...

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