- Germania, i risultati di “Mundus Vini Summer Tasting” 2014
Continua la serie positiva del vino italiano al “Concorso internazionale Mundus Vini Summer Edition”, che si è svolto, come di consueto, a Neustadt an der Weinstraße , a fine Agosto 2014. Complessivamente, Mundus Vini ha assegnato 33 Grandi Medaglie d’oro, 935 Oro e 1004 Argento. In questo ambito, l’Italia ha conquistato 445 medaglie, di cui 9 GG, 216 Oro e 220 d’argento, seguita dalla Germania con 398, la Spagna con 323, la Francia con 163 e il Portogallo con 122. La giuria era composta da 164 giurati, provenienti da 42 Paesi del mondo.
I vini italiani premiati con la Grande Medaglia d’Oro sono 2009 Barolo Docg Ravera dell’Azienda Agricola Cagliero; 2011 Baglio Gibellina Assurdo Rosso Pinot Nero - Nero d’Avola Igt Sicilia dell’azienda Baglio Gibellina; 2013 Langhe Arneis Doc Sarotto dell’Azienda agricola Roberto Sarotto di Cavallotto Aurora; 2010 Barbaresco Riserva Docg dell’Azienda agricola Roberto Sarotto di Cavallotto Aurora; 2009 Barolo Docg Ravera Fratelli Martini Secondo Luigi; 2008 Barolo Riserva Docg dell’Az. Agr. Fratelli Monchiero; 2011 Valpolicella Superiore Ripasso Bosan di Gerardo Cesari; 2006 Amarone della Valpolicella Classico Riserva Bosan di Gerardo Cesari; 2013 Südtiroler Weiß Doc Stoan della Kellerei Tramin; 2009 Amarone della Valpolicella Doc Classico Diamond della Mabis.
Tra le 216 Medaglie d’Oro, molti nomi prestigiosi del vino italiano, dal siciliano Spadafora, al friulano Primosic, dalla Masottina di Conegliano alla Cant Produttori di Canicattì, da Rocca delle Macie, alla Cantina di Soave, da Castello del Terriccio a Santa Sofia e ancora Caiarossa a Brunelli a Berlucchi, Banfi, Val di Suga, Biondi- Santi, Pico Macario, Feudo Antico, Cantina Tollo; Cantine San Marzano a Zonin.
Tra i premi speciali “Miglior Importatore” è risultato il rivenditore specializzato in vini italiani Ges Sorrentino, con 62 vini partecipanti che hanno avuto 20 Oro e 13 medaglie d’argento. I vini, che hanno ottenuto i punteggi più elevati nella loro categoria, hanno ricevuto un riconoscimento come “Miglior Pinot Noir tedesco” per la cantina Hex von Dasenstein a Baden, il “Miglior Vino Bianco sudafricano” per Simonsig Wine Estate a Stellenbosch o il “Miglior Champagne” quello della Maison Krug.
Tra le novità, da segnalare - visto che solitamente ai marchi di alta gamma non piace competere in questi concorsi - la partecipazione, nella tipologia spumante, di molte prestigiose Maison tra cui Champagne Krug 2003 Brut, Champagne Veuve Clicquot Ponsardin 2004 La Grande Dame Brut, Champagne Ruinart 2004 Dom Ruinart Blanc de Blancs Brut e Champagne Piper-Heidsieck Rare Millésimé 2002 Brut, tutte medagliate con GG o Oro.
Nel 2014, nelle due tornate di degustazione (Spring Edition e Summer Edition), hanno partecipato a Mundus Vini 7.304 vini. Una selezione dei vini vincitori sarà presentato a ProWine Cina a Shanghai (12-14 novembre) e Forum Vini a Monaco di Baviera (14-16 novembre).
Per i risultati: www.meiningersweinsuche.com/de/search/site/?f[0]=im_field_tasting%3A371609
- Uruguay, la carta d’identità del vino
Se si prende in esame l’ubicazione e il clima dell’Uruguay, si spiega anche perché sia una eccellente posto per la vitivinicoltura. Il Paese, infatti, si trova sulla stessa latitudine del Sud Africa e di Adelaide in Australia. Il clima uruguaiano, molto favorevole, è prevalentemente marittimo con 1.000 millimetri di pioggia all’anno. L’elevata piovosità è forse il più grande ostacolo climatico, ma gli uruguaiani hanno imparato ad adattarsi. I vigneti sono coltivati con il 72% di uve rosse, delle quali il Tannat rappresenta il 43%.
In una terra dove la carne di manzo la fa da padrona, è facile comprendere perché i vini rossi siano così popolari e soprattutto perché la maggior parte della produzione viene consumata all’interno del paese. Le altre principali uve rosse sono il 21% Merlot, 13% Cabernet Sauvignon, e il 7% Cabernet Franc. Inoltre, sono presenti uve come Arinarnoa, Marselan, Tempranillo, Syrah, Zinfandel, Petit Verdot, Sangiovese, Pinot Nero e Nebbiolo. La presenza di queste varietà è dovuta all’influenza in viticoltura di immigrati italiani, baschi e spagnoli.
Per le uve bianche, il 27% è rappresentato dallo Chardonnay, 22% Sauvignon Blanc, 8% Sémillon, e il 5% dal Viognier. Inoltre, ci sono piccole presenze di uve come Albarino, Petit Manseng e Roussanne. Molte cantine, però, hanno dei vigneti sperimentali dove stanno facendo ricerche su uve diverse. La presenza più importante è però il Tannat, piantato su 7.200 ettari, e ciò fa dell’Uruguay il primo paese del mondo per estensione di questa varietà. A seguire, in questa classifica, la Francia anche se quest’uva è diffusa in tutto il mondo, dall’Australia al Sud Africa. Negli Stati Uniti, il Tannat si trova in California, Maryland e Virginia mentre in Sud America il Tannat si trova anche in Argentina, Bolivia, Perù e Brasile. Facile da coltivare, matura tardi e ha una buccia spessa che fornisce una certa resistenza ad oidio e botrite. Produce vini robusti con tannini forti, sapori di frutta scuri e note speziate. Così come i Malbec in Argentina sono molto diversi dai Malbec di Cahors in Francia, i vini Tannat dell’Uruguay sono molto diversi dai vini Tannat di Madiran in Francia. Infatti, in Uruguay, tendono ad essere più morbidi e meno tannici a quelli francesi. Oltre a singoli varietali di Tannat questa uva entra in numerosi blend con Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Zinfandel, Syrah e Viognier, attenuando la forza dei tannini.
I vigneti seppur coltivati in gran parte dell’Uruguay, sono concentrati in quattro regioni: Canelones, Montevideo, Colonia, e Maldonado. Canelones, che ha il 60% dei vigneti di Uruguay, è noto per i suoi terreni calcarei e ricchi di argilla, mentre Montevideo è più conosciuta per le argilla. Colonia è caratterizzata da terreni alluvionali sassosi, mentre Maldonado ha terreni ricchi di roccia vulcanica disgregata. La maggior parte delle cantine sono piccole, con poche grandi imprese, e un discreto numero di donne produttrici. Dal 1987, l’Istituto Nazionale per Vitivinicoltura (INAVI) ha istituito la classificazione dei vini basta sui Vinos de Calidad Preferente (VCP) e il Vino Común (VC). I VCP devono soddisfare una serie di standard di qualità tra cui essere ottenuti solo da uve di vitis vinifera, venduti in bottiglie da 750ml dopo essere stati analizzati e approvati da INAVI.
Negli altri casi devono essere etichettati come VC. Se sull’etichetta viene fatto riferimento ad un vitigno, il vino deve contenere almeno l’85% di quello dell’uva. Inoltre, se viene menzionata un’area geografica tutte le uve devono provenire da quella regione. Esistono 200 cantine, e la metà ha una produzione inferiore a 100.000 bottiglie. Complessivamente l’Uruguay ha 22.250 ettari vitati, e una produzione annua totale di 10 milioni di casse delle quali solo il 5% viene esportato. Il più grande mercato è il Brasile, che importa tre volte che gli Stati Uniti dove i vini uruguaiani stanno crescendo.
Fonte: www.passionatefoodie.blogspot.fr
- Georgia, firmato l’accordo di libero scambio con la Ue
Con la firma dell’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e la Georgia, entrato in vigore, il 1 settembre, i prodotti georgiani, che soddisfano gli standard Unione Europea, non saranno più gravati da dazi per entrare nei Paesi membri.
L’accordo è stato accolto positivamente dai produttori vinicoli georgiani, per lo più imprese prevalentemente a conduzione familiare, che ora avranno maggiori possibilità di proporre in Europa i loro vini oltretutto a prezzi ridotti. “E ciò vorrà dire che saremo allo stesso livello di altri concorrenti”, ha dichiarato Irakli Cholobargia, responsabile marketing della Georgian Wine Association (www.gwa.ge).
La GWA calcola che gli importatori europei di vino georgiano solo l’anno scorso hanno dovuto pagare un totale di € 367.823,00 di dazi che ora saranno eliminati. Malkhaz Jakeli, che gestisce l’azienda Jakeli nella regione di Kakheti afferma che grazie all’accordo di libero scambio si aspetta di aumentare le esportazioni verso l’Unione Europei.
“Penso che sarà più facile lavorare per gli importatori nella Unione Europea (senza le tariffe)”, ha detto. Inoltre ha affermato che l’aumento delle vendite nell’Unione Europea porterà inevitabilmente ad aumentare la qualità del vino georgiano, perché i produttori di vino dovranno competere con i produttori di altri Paesi.
Per il settore vinicolo della Georgia, l’apertura del mercato europeo fungerà anche da polizza d’assicurazione contro gli eventuali problemi futuri del loro più grande mercato di esportazione, la Russia, che già nel 2006 aveva bloccato di colpo le importazioni.
Tra gli elementi di forza del vino georgiano, oltre 400 differenti varietà di uve autoctone; la fermentazione in grandi vasi di terracotta collocati sottoterra per tutto l’inverno denominati kvevri; il Paese in termini di volumi è il secondo più grande produttore di vino della ex Unione Sovietica, dopo la Moldova; 18 aree vinicole principali e tutte le principali tipologie di vino.
- Thailandia, vino a rischio carcere
Se verranno approvate le nuove leggi antialcoliche, i sommelier della città di Chiang Mai potrebbero rischiare sino a 6 mesi di prigione per un consiglio sul vino fornito dopo la mezzanotte. Proibita, dopo quell’ora, anche la pubblicità sotto forma di oggetti vari, dai posacenere agli occhiali, con marchi di alcolici. “Questa legge è stata proposta a causa della rapida crescita del consumo di alcol nel Paese” ha commentato l’Ufficiale di Polizia Taweesak Jintajiranan, interpellato dal giornale” Chiang Mai City News”.
I thailandesi hanno espresso sui social media la loro rabbia contro le norme originariamente contenute dall’Alcohol Control Act del 2008, ma sinora mai applicate in un paese così dipendente dal turismo come la Thailandia. Secondo il proprietario di un bar che ha voluto restare anonimo, “la legge non durerà, se mai la faranno rispettare. Dategli un paio di mesi e sarà necessario modificare la legge stupida”.
L’industria turistica del Paese, che accoglie oltre 20 milioni di visitatori esteri, vale sino a 60 miliardi di dollari l’anno. Joe Cummings, autore della guida Lonely Planet Thailandia, commentando la vicenda ha detto “non credo che vedremo un effetto immediato sul turismo perché la reputazione della Thailandia e della sua vivace vita notturna continua, qualunque sia la realtà”. I Thai sono tra i più intelligenti in Asia, quando si tratta di trovare scappatoie legali”.
Fonte: www.thedrinksbusiness.com
- Cile, edizione n. 4 del Concorso “Carmenère the World”
Il Concorso Internazionale “Carmenère del mondo” di scena in Cile dal prossimo 15-17 ottobre nel Centro de Eventos del Grand Casino di Monticello. Organizzato dall’Asociación Nacional de Ingenieros Agrónomos Enólogos de Chile (ANAIE) ha come obiettivo di promuovere la qualità dei vini cileni Carmenère e una vetrina per i vini di tutto il mondo ottenuti da questa varietà. I giurati, provenienti da Brasile, Cina, Uruguay, Argentina ed Europa, per la degustazione, seguiranno le norme stabilite dall’Oiv e l’Unione Internazionale degli Enologi.
In Cile, fino al novembre 1994, si pensava che questa varietà fosse ormai estinta da tempo mentre ormai da vent’anni è in netta ripresa. La riscoperta si deve all’ampelografo francese Jean-Michel Boursiquot, il quale alla fine dei suoi studi era arrivato alla conclusione che il Carmenere cileno era la vecchia varietà di Bordeaux.
Il Concorso premierà i migliori vini in purezza (Trofeo Mejor Carmenère Puro) e quelli in blend (Trofeo Mejor Mezcla Carmenère), con medaglie d’oro e d’argento.
“In Cile ci sono Carmenere di grande personalità e identità che portano il nome del Cile nel mondo con grande successo. Quindi è un onore essere in questo Concorso: si tratta di un vitigno che qui ha trovato un clima e condizioni ideali per dare vita a degli ottimi vini”, spiegano Carolina Arnello, Presidente del Concurso Carmenère al Mundo 2014, e Sergio Hormazábal, presidente dell’Asociación Nacional de Ingenieros Agrónomos Enólogos de Chile.
Fonte: www.carmenerealmundo.cl
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024