02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL CONSORZIO DEL BRUNELLO ALLA CARICA DEGLI EMULI CALIFORNIANI: IL “BRUNELLO DI SONOMA” PRODOTTO NEGLI USA E’ FRUTTO DELL’INVENTIVA DI UN RISTORATORE ITALIANO TRAPIANTATO OLTREOCEANO ASSIEME AL FAMOSO CLONE DEL SANGIOVESE

Italia
Il Sangiovese, il principe dei vitigni autoctoni

Il Consorzio del Brunello di Montalcino, per mezzo dei suoi avvocati, ha chiesto ad un produttore di vino californiano Lorenzo Petroni (ma originario di Lucca, ndr) di smettere di usare il nome “Brunello” per il vino prodotto dalla sua azienda vitivinicola, Poggio alla Pietra, poiché questo nome è protetto dalle leggi che tutelano le denominazioni dei vini italiani. Stefano Campatelli, direttore del Consorzio, precisa inoltre che “il marchio Brunello di Montalcino è un marchio che abbiamo avuto la cura di registrare negli Usa fin dal 1994 ed il nome Brunello è un soprannome consentito dall’Unione Europea solo per le uve di Sangiovese Grosso prodotte nel Comune di Montalcino”. Lorenzo Petroni, proprietario di Petroni Vineyards, si difende, in un articolo pubblicato anche su www.forbes.com la versione online di uno dei più prestigiosi magazine economici, affermando che “il nome Brunello si riferisce all’uva e non al luogo dove è prodotta. Il mio vino è chiaramente etichettato come proveniente da Sonoma, la località sede della mia cantina Poggio alla Pietra. La sua etichetta è stata approvata dall’Alcohol & Tobacco Tax and Trade Bureau” (l’organismo statunitense che supervisiona tutti i processi associati alla produzione ed all’etichettatura dei vini). Le leggi degli Stati Uniti permettono, infatti, sulle etichette l’uso del nome dell’uva, con cui il vino è prodotto. La maggior parte dei vini europei prendono il nome dai territori in cui sono prodotti, si pensi ad esempio ai grandi rossi francesi: Bordeaux, Borgogna e Champagne. I vini statunitensi, australiani e gli altri vini provenienti dalle grandi cantine internazionali prendono il nome, invece, dalle varietà di uva con cui sono prodotti; in Italia, purtroppo, l’usanza di utilizzare il nome del vitigno nella denominazione dei vini ha permesso, a volte, il proliferare di tutta una serie di confusioni e bagarre internazionali di cui questa californiana ne è un recente esempio. In effetti nessuna regolamentazione proibisce l’uso del termine Brunello per i vini prodotti negli Stati Uniti e almeno tre cantine americane producono vini che portano il medesimo nome. Le regole per la denominazione dei vini degli Stati Uniti differiscono da quelle europee ed i margini per una rivendicazione in questo senso paiono essere davvero esigui. Nel frattempo, però, l’avvocato che avrebbe dovuto sostenere la causa di Petroni sembra aver rinunciato all’incarico a causa di una differenza di vedute con il suo cliente. Il vino da uve Brunello prodotto alla cantina Poggio alla Pietra, come afferma sempre www.forbes.com, proviene da vitigni selezionati dalle più importanti tenute californiane. Le fonti originali per i cloni sono italiane, mentre i vivai californiani riforniscono i vigneti con barbatelle provenienti dal Foundation Plant Services (FPS) dell’Univerità della California, specializzata nella manutenzione di una libreria di varietà di uva certificata inclusi i cloni sangiovese grosso. Petroni conclude affermando : “noi e gli altri produttori che usano queste uve continueremo a seguire le leggi di etichettatura che governano i nostri vini e che sono conformi alle abitudini del nostro mercato”. Ma dal Consorzio del Brunello di Montalcino fanno sapere che, dopo le numerose richieste informali ed inesaudite fatte direttamente al produttore californiano, ora “si andrà fino in fondo a questa spiacevole vicenda per vie legali”. Poggio alla Pietra, fondata nel 1992 è la tenuta di Lorenzo e Maria Elena Petroni sul versante di Sonoma della catena montuosa di Mayacamas. Lorenzo Petroni e lo chef Bruno Orsi, gestiscono il famoso Ristorante North Beach di San Francisco che serve cucina toscana sin dal 1970. Il ristorante North Beach ha una carta dei vini premiata da “Wine Spectator”, con una selezione di oltre 400 vini provenienti da tutto il mondo, tra cui anche numerose etichette dell’originale Brunello di Montalcino.
Giovanni Paris

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli