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IL MIGLIOR GIOVANE TALENTO DELLA “VIGNA ITALIA” NEL 2013? È ROBERTO MATZEU, 33 ANNI, VITICOLTORE SARDO E VINCITORE DEL PREMIO “NEXTINWINE”, IDEATO DA SIMONIT & SIRCH PREPARATORI D’UVA. FOCUS: “LA SMART VITICULTURE” BY ATTILIO SCIENZA

Italia
Ecco il Next Wine 2013

Il miglior giovane talento della “Vigna Italia” nel 2013? È Roberto Matzeu, 33 anni, viticoltore sardo di Sant’Antioco, che “nel suo lavoro dimostra entusiasmo, iniziativa, attenzione alla tradizione capita nella sua reale efficacia, nel suo reale funzionamento e non in modo ideologico e rigido”. Così si legge nella motivazione del premio “NextInWine”, ideato da Simonit & Sirch Preparatori d’Uva e dalla Scuola Italiana di Potatura della Vite, in collaborazione con Bibenda e Associazione Italiana Sommelier (la consegna ieri, a Roma, nella serata “I love Italia” per la presentazione della guida by Bibenda, al Rome Cavalieri, per la grande regia di Franco Ricci).
“Un premio alla voglia di fare - si legge nel commento - e di sperimentare, attingendo con intelligenza al patrimonio di esperienze del passato, al quale hanno partecipato quest’anno con i loro interessanti progetti molti giovani decisi ad affermarsi nel mondo del vino con idee innovative, pur mantenendo saldo il legame con le proprie radici. Nella sua esperienza c’è tutto, la passione, la competenza acquisita e riconosciuta nel territorio in cui opera, il recupero di una forma di allevamento e ancor di più: il recupero della viticoltura fatta di piccolissimi appezzamenti gestita oggi da persone in età avanzata”, ha detto il professor Attilio Scienza facendo sintesi dell’opinione unanime della giuria, composta da Meritxell Falgueras, Francesco Gagliano, Gianluca Macchi, Fabio Mencarelli, Francois Murisier, Clementina Palese, Enrico Peterlunger, Federico Quaranta, e Diego Tomasi.
Una viticoltura che, come afferma Matzeu, è “patrimonio già esistente che può essere utilizzato a costo iniziale pari a zero ed è una prospettiva di futuro per quei giovani senza lavoro della mia terra”. “Un’affermazione che noi - commentano da NextInWine - sottoscriviamo in pieno e poniamo come esempio a tutti i giovani talenti della Vigna Italia”. Finalisti, con Matzeu, si sono piazzati il bresciano Enrico Togni dell’Azienda Agricola Togni-Rebaioli di Erbanno (Brescia) e il marchigiano Riccardo Baldi dell’Azienda La Staffa di Staffolo (Ancona).
Info: www.nextinwine.it

Focus - Attilio Scienza: i giovani e la “smart viticulture”
“Le ricerche di sociologia rurale e le statistiche demografiche hanno in questi anni descritto un’agricoltura italiana che si spopolava a ritmi drammatici, soprattutto quella della montagna e del Meridione, un esodo di giovani verso le città. Assistiamo ora ad un controesodo, al ritorno alla campagna e verso esperienze di produzioni agroalimentari molto originali ed innovative. Il fenomeno è accompagnato dal boom delle iscrizioni agli istituti tecnici agrari ed alla Facoltà d’Agraria, a tal punto da mettere in crisi in alcune sedi universitarie, l’organizzazione degli studi. Potremmo discutere a lungo sulle cause che hanno determinato questa inversione di tendenza nelle preferenze professionali dei nostri giovani,tra le quali certamente non sono estranee quelle legate alla crisi economica del nostro Paese ed alla mancanza di lavoro giovanile, ma sarebbe questa un’analisi superficiale e troppo ovvia.
Può contribuire alla spiegazione del fenomeno, l’analisi delle motivazioni che hanno spinto molti giovani a concorrere per il premio “Next in Wine 2013” bandito dalla Preparatori d’Uva - Simonit & Sirch. Scorrendo i brevi profili nei quali i candidati hanno raccontato la loro vita, emerge uno spaccato di gioventù dai contorni umani insoliti e dalle aspettative di lavoro che gli antropologi della società dei consumi molto raramente riscontrano nei giovani delle aree fortemente urbanizzate. Alcuni tratti del carattere sono comuni a tutti, quasi a tracciare un quadro identitario di quello che sarà il viticolture italiano del futuro. La passione per la vite e per la viticoltura che traspare dalla breve descrizione dei loro progetti, si manifesta attraverso il legame profondo per il territorio che li ospita e nel tipo di vino che intendono produrre, nel recupero e nella difesa dei vecchi vigneti, nella valorizzazione dei vitigni autoctoni.
C’è molto amore e rispetto per i viticoltori più anziani,spesso in difficoltà ed il desiderio di trasmettere le loro nuove esperienze per aiutarli. Spesso provengono da altre professioni o da altri percorsi formativi dai quali hanno avuto delusioni o scarsi stimoli per proseguire. Il loro ritorno alla terra non è però una fuga dalla realtà : non sono animati dall’ecologismo dei “figli dei fiori” degli anni ’60, ma dal desiderio di produrre uva e vino utilizzando gli strumenti che l’innovazione scientifica mette a loro disposizione ma senza che il profitto prenda il sopravvento sulla necessità di una gestione dei vigneti nel rispetto dell’ambiente e della materia prima. Non è certamente il guadagno il motore delle loro iniziative, ma piuttosto il bisogno di vivere in un mondo più semplice a contatto con la natura. Si avverte però in tutti il bisogno di avere indicazioni tecniche adeguate, spesso di difficile acquisizione, per affrontare le numerose difficoltà che si incontrano nel lavoro quotidiano nella vigna e nella commercializzazione del loro vino.
Questo aspetto pone l’accento sulle sostanziali differenze tra il viticoltore di qualche anno fa e quello attuale. Prevaleva infatti nel passato il lavoro manuale e l’uva era venduta ad altri per la vinificazione: si assisteva ad una separazione molto netta tra i segmenti della filiera vite-vino. La sfida si vince quindi solo se si evita la separazione tra le diverse fasi della produzione,trasformando il lavoro da manuale in intellettuale. La viticoltura si definisce quindi intelligente ed i giovani viticoltori non si limitano a produrre l’uva ma vogliono vinificarla e commercializzare il vino da loro prodotto,spesso con la collaborazione provvidenziale delle loro compagne di avventura. Ma per far si che il sogno di libertà e di bellezza diventi realtà, è necessario dare loro delle conoscenze tecniche ed una assistenza professionale molto efficiente, trasferendo i risultati della ricerca nella gestione dei vigneti, nella vinificazione e nel marketing. Questo deve essere l’impegno di tutti noi, per i settori che ci competono”.
Attilio Scienza

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