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Invertire una tendenza negativa del 2015 per le export di vino italiano in Germania, e crescere ancora nel Nord Europa: le mission dell’Italia a “ProWein” (Düsseldorf, 13-15 marzo), con il Belpaese che è il più rappresentato in fiera (oltre il 20%)

Italia
Messe Düsseldorf: i nuovi assetti in ProWein, di scena dal 13 al 15 marzo

Invertire una tendenza negativa del 2015 per le esportazioni di vino italiano in Germania, il più importante mercato per i produttori del Belpaese dopo gli Usa, e crescere ancora nel Nord Europa, che sempre più soddisfazioni regala alle cantine tricolore: ecco le mission dell’Italia a “ProWein”, a Düsseldorf, dal 13 al 15 marzo (www.prowein.com). Dove i produttori italiani, i più presenti in assoluto in fiera, lavoreranno per far tornare positivi gli indicatori di un partner storico, che nel 2015 (dati Unione Italiana Vini, tra gennaio e settembre sul 2014) ha visto diminuire il proprio import enoico complessivo (-7,2% in quantità, a 403.376 milioni di litri di vino imbottigliato, e del 5,1% in valore, a 1,15 miliardi di euro), con l’Italia, Paese leader in valore e volume, che ha fatto -5,3% in quantità (177.801 milioni di litri) e -2,9% in valore (479.247 milioni di euro).
Un dato negativo che, a differenza di come spesso accaduto, ha coinvolto anche le bollicine italiane, che hanno perso il 6,5% in quantità (12.2 milioni di litri) e il 5,7% in valore (45,2 milioni di euro), con una dinamica negativa che ha colpito anche le importazioni francesi (-8,4% in volume e -6,1% a valore), a favore della Spagna, che ha visto i suoi spumanti crescere del 17,7% in quantità (a 15,1 milioni di litri), diventata così il fornitore straniero n. 1 di spumanti sul mercato tedesco, e del 18,1% in valore (43,4 milioni di euro), anche grazie ad un prezzo decisamente più concorrenziale: 2,86 euro al litro, contro i 3,68 dell’Italia ed i 10,75 della Francia.
Insomma, di lavoro da fare ce n’è molto per recuperare terreno in un mercato consolidato come quello tedesco, dove le turbolenze economiche da cui non è indenne neanche la forte economia della Germania, e la concorrenza crescente dei produttori d’Europa e non solo, rischia di scalfire le certezze di un’Italia enoica, che sarà presente in massa, con tante aziende e Consorzi di Tutela (dal Brunello di Montalcino al Soave, dal Chianti al Chianti Classico, dal Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg al Prosecco Doc, da Piemonte Land of Perfection al Sagrantino di Montefalco, dal Consorzio della Valpolicella al Franciacorta, dai Vini d’Abruzzo ai Vini di Puglia, dall’Istituto Vite Vino della Regione Siciliana alla collettiva dell’Italian Trade Agency, dal TrentoDoc al Lugana Doc (i tedeschi sono i principali fans del bianco del Garda) fino all’Istituto Marchigiano Tutela Vini, per citarne alcuni) in una fiera, ProWein, sempre più importante anche per i mercati del Nord Europa, ma anche dell’Asia, con 6.000 espositori (da 57 Paesi) ed oltre 52.000 visitatori specializzati da tutto il mondo.
Un palcoscenico davvero internazionale, con produttori che arrivano da ogni latitudine: dai Paesi produttori più importanti, come Italia (che pesa per oltre il 20% degli espositori), Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Usa, Sudafrica, Cile, Argentina, Australia e così via, ma anche realtà “minori” in termini numerici, e meno conosciute per la produzione di vino, dalla Turchia a Israele, dalla Romania al Libano, dalla Russia alla Svizzera, dal Kosovo alla Slovenia, dalla Bulgaria al Giappone, per citarne alcuni. Tutti a raccontare le proprie peculiarità puntando su vitigni autoctoni, territori conosciuti o emergenti, ma comunque diversi, microclimi, e un intreccio tra arti, storia, cultura e paesaggi che, in qualche modo, il vino incontra in ogni angolo del mondo.
Una fiera, ProWein, spiccatamente commerciale, ma dove non mancherà l’analisi di tendenze e scenari di mercato, con tanti spazi dedicati, come la “Organic Lounge”, promossa da tre organizzazioni leader nella certificazione “bio” come Demeter, Bioland ed Ecovin, e convegni, come quelli promossi da WineIntelligence, su temi come “Global consumer trends and the wine category 2016” o “Future wine consumer in the Us market: what to expet in the next 10 years and beyond”, o quello sul “How to target millennials trough innovation” dell’International Wine & Spirits Researh (Iwsr), tutti in programma il 15 marzo, ma anche focus su mercati come Usa e Cina. E che, per crescere ancora nello scacchiere internazionale delle fiere enoiche, ha scelto un nuovo “brand manager” dedicato al settore, Marius Berlemann, nuovo “global head” della divisione Wine & Spirits di Messe Düsseldorf, che avrà come referente Michael Degen, executive director e membro della direzione della fiera tedesca, che ha guidato ProWein nelle ultime edizioni.

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