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L’import Usa ancora in difficoltà: i numeri dell’Iwfi sul primo semestre 2015 confermano l’involuzione del mercato, ma i vini italiani continuano comunque a far registrare un lieve aumento in quantità (+1,5%), ma va meglio la Francia (+11%)

Il mercato delle importazioni enoiche negli Stati Uniti conferma il suo stato di involuzione, come raccontano le cifre sul primo semestre 2015, pubblicati dall’Iwfi - Italian Wine & Food Institute (www.iwfinews.com), che mostrano la tendenza verso una generale contrazione, che ha preso forma già dai primi mesi dell’anno, guidata soprattutto dal calo degli sfusi.
L’Italia, in questo panorama, continua comunque a far registrare un lieve aumento in quantità (+1,5%) che, secondo il presidente Iwfi Lucio Caputo, è particolarmente significativo specie se paragonato alla riduzione complessiva delle importazioni vinicole americane (-3,8%) e a quelle dell’Australia (-5,8%), del Cile (-22,9%) e dell’Argentina (-3,6%) che, nell’ordine, seguono l’Italia fra i principali fornitori del mercato Usa. Queste riduzioni sono principalmente causate dalla contrazione nelle esportazioni dei vini sfusi provenienti da Australia (-16,4%), Cile (-32,1%) ed Argentina (-8,8%), in seguito alla diminuzione delle vendite di vini americani che utilizzavano tali importazioni. In controtendenza Francia e Portogallo che, nel primo semestre del 2015 rispetto al primo semestre del 2014, hanno fatto registrare un aumento in quantità rispettivamente del 11% e del 28%.
Continua, inoltre, nel primo semestre 2015, la contrazione in valore per quasi tutti i Paesi esportatori verso gli Usa che, secondo il presidente dell’Italian Wine & Food Institute, è essenzialmente dovuta, per i Paesi europei, al variato rapporto di cambio Euro-Dollaro, notevolmente migliorato nel 2015 sul 2014. Per i Paesi extra europei, invece, la contrazione in valore è principalmente conseguente alla notevole riduzione registratasi nel volume complessivo delle loro esportazioni verso gli Usa: in dettaglio, le importazioni statunitensi in valore si sono complessivamente ridotte del 3,4%, quelle dall’Italia del 6,1%, quelle dall’Australia del 2,3%, quelle dal Cile del 12,8%, quelle dall’Argentina del 7,7% e quelle dalla Francia del 0,5% che, nell’ordine, sono i principali paesi esportatori verso gli Usa.
Secondo gli ultimi dati Iwfi, l’Italia è passata da 1,25 milioni di ettolitri del primo semestre 2014, per un valore di 682,95 milioni di dollari, a 1,27 milioni di ettolitri, per un valore di 641,05 milioni di dollari, del primo semestre 2015. La quota di mercato dei vini importati dall’Italia è risultata pari al 27,9% in quantità e al 32,9% in valore, mentre quella dell’Australia è risultata rispettivamente del 16,6% in quantità e del 9,9% in valore. In dettaglio, le importazioni statunitensi, nel primo semestre dell’anno in corso, sono ammontate a 4,56 milioni di ettolitri, per un valore di 1,94 miliardi di dollari, contro i 4,74 milioni di ettolitri, per un valore di 2,015 miliardi di dollari, del corrispondente semestre dell’anno precedente.
Le importazioni dall’Australia, secondo paese fornitore del mercato Usa dopo l’Italia, sono risultate pari a 760.090 ettolitri, per un valore di 193,32 milioni di dollari, contro gli 807.180 ettolitri, per un valore di 197,86 milioni di dollari, del corrispondente periodo 2014. Le importazioni dal Cile, terzo paese fornitore del mercato Usa, sono passate dai 947.070 ettolitri, per un valore di 149,31 milioni di dollari del primo semestre del 2014, ai 730.660 ettolitri, per un valore di 130,20 milioni di dollari, del primo semestre 2014. Le importazioni dall’Argentina, quarto paese fornitore del mercato Usa, sono passate dai 578.960 ettolitri, per un valore di 150,10 milioni di dollari del primo semestre del 2014, a 558.070 ettolitri, per un valore di 138,55 milioni di dollari, del primo semestre 2015. Le importazioni dalla Francia, quinto paese fornitore del mercato Usa in volume e secondo in valore, sono passate da 436.250 ettolitri, per un valore di 430,32 milioni di dollari, del primo semestre del 2014, a 484.470 ettolitri, per un valore di 428,18 milioni di dollari, del primo semestre 2014.
Continua, invece, sempre secondo la nota dell’ Italian Wine & Food Institute, l’andamento espansionistico delle importazioni statunitensi di spumanti che, nel primo semestre 2015, hanno fatto registrare un aumento del 23% in quantità e del 12,9% in valore, rispetto al corrispondente periodo 2014: in questo positivo, contesto l’Italia ha fatto registrare un considerevole aumento del 35% in quantità e del 15% in valore con una quota di mercato del 57% in quantità del 31% in valore. Complessivamente, le esportazioni di spumanti italiani verso il mercato statunitense sono passate da 175.210 ettolitri, per un valore di 101,78 milioni di dollari del primo semestre del 2014, a 236.560 ettolitri, per un valore di 116,84 milioni di dollari del primo semestre 2015. Va sottolineato che l’Italia esporta, in volume, più del doppio della Francia che, a sua volta esporta, in valore circa il doppio dell’Italia, con un costo medio per litro di 4,93 dollari per gli spumanti italiani contro i 22,45 dollari per gli spumanti francesi.

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