L’industria del vino della Virginia sotto scacco per colpa del Byctiscus betulae, detto il “sigario della vite”, un insetto parassita che vive solo in Europa e che per la prima volta è comparso negli Usa. L’insetto è stato intercettato alla dogana e potrebbe, a detta del Virginia’s Daily Press, rappresentare una minaccia per la crescente industria del vino della Virginia che ha visto triplicarsi il numero di cantine negli ultimi dieci anni. A ben guardare l’allarme è decisamente esagerato, un po’ nello stile “catastrofista” della stampa americana, visto che, in realtà il “sigario della vite” non ha poi un effetto così devastante tra i vigneti. La curiosità, stando a “The Drink Business”, sarebbe nel vettore del parassita, ovvero un carico di piastrelle proveniente dall’Italia ...
Focus - Identikit del “sigario della vite”
Il “sigaraio della vite” (Byctiscus betulae) è un piccolo coleottero non più grande di 10 mm, il cui colore, scuro con riflessi metallici, può virare al verde o al blu. È un insetto che vive sulla vite ma anche su altri fruttiferi (melo, ciliegio) e su altre piante arboree (pioppo). Il “sigaraio della vite” sverna nel terreno allo stadio di adulto. Con la ripresa vegetativa, a primavera inoltrata, gli adulti si spostano sulla pianta, sulla quale (germogli e foglie) provocano delle leggere erosioni con l’apparato boccale. In seguito all’accoppiamento, la femmina depone le uova all’interno di foglie arrotolate strettamente le une attorno alle altre, tali da formare una particolare struttura simile ad un sigaro (da cui il nome dato comunemente all’insetto), preparato dal maschio. Le foglie così disposte, oltre ad offrire protezione alle uova, costituiscono alimento per le giovani larve che usciranno dalle uova stesse circa un paio di settimane dopo la deposizione. Durante l’estate i sigari cadono a terra. Nel frattempo le larve si saranno sviluppate in adulti che in autunno si avvieranno a svernare nascosti nel suolo a circa 20 cm di profondità. Questo insetto non crea particolari problemi alla viticoltura, in quanto non arreca danni alla produzione. La sua presenza può quindi essere tranquillamente trascurata. Nel caso comunque si voglia eliminarlo, è sufficiente asportare e distruggere i sigari, e di conseguenza le uova in essi contenute.
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