Qui, di seguito, WineNews ospita, ben volentieri, l'opinione del sindaco di Montalcino, Massimo Ferretti, che, nei giorni scorsi, ha inviato al Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, una lettera con la quale ha richiesto l’inserimento nella “Finanziaria 2002” di una normativa ad hoc - che non preveda nessun aggravio per il bilancio dello Stato - in favore dei piccoli comuni rurali, le cui casse ormai da tempo penano e raschiano il fondo del barile. L'iniziativa, maturata in seno alle “Città del Vino”, è sostenuta dai sindaci di Castelnuovo Berardenga (Siena), Montefalco (Perugia), Govone e Guarene (Cuneo). La proposta prende in esame tre aspetti:
- la possibilità di introdurre una sorta di contributo di soggiorno per i turisti da applicare al numero delle presenze nelle strutture ricettive;
- l’estensione dell’Ici agli immobili rurali (oggi esenti da questa tassa);
- la facoltà da parte dei sindaci di applicare l’addizionale Irpef o l’addizionale Irpeg.
… Montalcino, ed in gran parte del Senese, il volano del grande boom turistico è stato indubbiamente il vino, nel mio caso il Brunello. Quante volte ci siamo detti: cosa sarebbe oggi Montalcino o la Provincia di Siena senza il vino, senza le produzioni agricole di altissima qualità. Ma proviamo ad invertire la domanda: cosa sarebbe oggi il Brunello senza Montalcino, senza il territorio ? Vini di ottima qualità si producono certamente in molte parti del mondo ed alcuni sono forse anche migliori dei nostri, ma questi non hanno la fortuna di poter fruire di quel valore aggiunto di cui godono i nostri vini o comunque, più in generale, le nostre produzioni agricole di qualità. Questo valore aggiunto - determinato da una serie di variabili che vanno dal paesaggio ai panorami, dall’ambiente all’arte, dalla storia alla cultura, dalle tradizioni all’architettura dei nostri centri storici e all’enogastronomia - non è, buon per noi, attribuibile a produzioni agricole dell’Australia, della California e di tante altre parti del mondo. Tutte queste variabili messe insieme hanno quindi generato non solo un valore aggiunto per i nostri vini, ma hanno dato vita ad un fenomeno per noi giovane poco più di dieci anni che è il turismo, in particolare un turismo definibile di qualità. Il marketing territoriale è un tema relativamente recente per le città ed i territori italiani e nonostante ciò sicuramente decisivo e strategico. Una delle conseguenze del processo di globalizzazione è stato proprio per paradosso, il ritorno del territorio come fattore primario di sviluppo dell’economia improntata sulla qualità.
… il mercato del turismo cerca di evadere dai luoghi tradizionali tipo il mare o le classiche città d’arte (Firenze, Venezia, Roma …): questo segmento della domanda, che potremmo definire di qualità, ricerca sempre più qualcosa di nuovo, quel qualcosa che è appunto racchiuso nella miscela di variabili che dicevo prima: il paesaggio, la cultura, la gastronomia ... Ed è puntando su questo tipo di offerta almeno per quanto riguarda le nostre realtà senesi, che abbiamo potuto ottenere risultati insperati venti anni fa e comunque al di sopra di ogni più rosea aspettativa … ad esempio che a Montalcin, negli ultimi dieci anni, secondo uno studio del professor Fabio Taiti, presidente dell’istituto di ricerca socio- economica del Censis Servizi ed uno dei massimi esperti in materia, il flusso turistico è quadruplicato arrivando a toccare livelli inimmaginabili: negli ultimi dati (1999) 60.000 presenze nelle strutture ricettive e quasi 1.000.000 di visitatori sono approdati a Montalcino in quello stesso anno. Le strutture ricettive sono passate, in 9 anni, da 14 a 62 per un totale di circa 700 posti letto e circa 1400 posti a tavola con un incremento di quasi il 450%. Numerosi poderi più o meno abbandonati sono stati ristrutturati con vigneti e nuove cantine, le case coloniche e le ville restaurate, ristoranti, enoteche, alberghi ed agriturismo sono sorti, dietro la spinta del turismo enogastronomico, ambientale e culturale che sta producendo un indotto di circa 100 miliardi, senza contare il fatturato che ruota intorno al vino che si avvicina a 300 miliardi, in questo scenario dunque anche la disoccupazione che fino a venticinque anni fa aveva raggiunto livelli molto elevati, si è stabilizzata intorno al 2,8%.
Possiamo quindi dichiararci fortunati se siamo riusciti a mantenere il giusto equilibrio fra l’uomo e la natura, fra la logica del profitto e la salvaguardia della qualità. Si parla tanto oggi di sviluppo compatibile: credo che per le nostre aree rurali in cui viviamo, sia questo l’unico sviluppo possibile. Dobbiamo quindi batterci sempre più per far passare questa politica che oggi sembra trovare sempre più consensi ma sempre meno risorse. Programmare il turismo nelle aree rurali, e quindi far si che i privati investano, significa in primo luogo garantire i servizi e quindi la vita e quindi l’equilibrio ambientale. Dico queste cose perché i Comuni delle aree rurali, che devono fare i bilanci sanno già perfettamente a cosa andranno incontro, non ci sono risorse per garantire i servizi essenziali, si chiudono scuole, piccoli ospedali, uffici postali, si tagliano corse del trasporto pubblico locale ... Qualcuno si chiederà cosa centri tutto questo con il turismo. Eccome se c’entra, non può esistere turismo, non può esserci sviluppo dove non c’è presenza di servizi e quindi dell’uomo. … L’aver scommesso sull’ambiente, la cultura, le tradizioni, l’enogastronomia ha prodotto oggi una grande ricchezza: ma questi fattori, un tempo indicati come elementi di debolezza, sono stati la vera forza delle aree deboli. Attenzione però perché oggi il turista non ricerca più solo la qualità, il turista cerca nuove emozioni e quindi solo la tipicità e l’accoglienza che riceve in un luogo possono soddisfare questa esigenza.
In questa ottica, diventiamo tutti operatori turistici perché l’onere di un certo tipo di accoglienza non può gravare solo sull’albergatore o sul ristoratore ma deve reggersi anche sul cittadino comune. Ma come può il cittadino comune che non trae vantaggi diretti ed immediati dal fenomeno turismo trovarsi nella condizione psicologica favorevole all’accoglienza ? Come può il pensionato che deve pagare maggiori tasse, che non trova dove parcheggiare l’auto, che spende di più per comprarsi un abito, trovarsi in una condizione psicologica favorevole all’accoglienza ? Se non vogliamo dunque alla lunga pagare le conseguenze di tutto ciò occorre incrementare le risorse di bilancio dei comuni a prevalente attività turistica e rurale in modo da consentire un miglioramento dei servizi ed contemporaneamente un abbattimento delle tasse comunali per i residenti. L’ultima legge finanziaria contiene delle importanti novità riguardo alla finanza locale che segnano un’inversione di tendenza per ciò che concerne i trasferimenti dello Stato agli Enti Locali nel raffronto con gli ultimi decenni.
Lo sforzo prodotto di non perseguire l’ormai consolidata logica dei tagli se da un lato è apprezzabile, ma è insufficiente in un’ottica di federalismo fiscale, e soprattutto non dà una risposta adeguata alla risoluzione dei problemi che affliggono molti piccoli Comuni (inferiori a 10.000 abitanti) ed in particolare, appunto, quelli a prevalente attività rurale e turistica. In questi Comuni permane tuttora il disagio di riuscire a pareggiare i bilanci. La creatività e la fantasia degli Amministratori (vendita dei gioielli di famiglia, autovelox, parcheggi a pagamento, contratti per installazione di ripetitori per la telefonia mobile ...) se sono riuscite a sopperire alla carenza di fondi, siamo oggi costretti a costatare che si è ormai esaurita la loro efficacia ed è giusto quindi che cedano il passo ad entrate sicure e strutturali. Non è più sopportabile dover gestire la cosa pubblica con l’ausilio della sola fantasia.
Il disagio e la sofferenza di tante Amministrazioni Locali non sta solo nel vedersi portar via giorno dopo giorno pezzi di servizi importantissimi come uffici postali, scuole, ospedali, trasporti pubblici …, ma sta soprattutto nell’impossibilità di dare risposte adeguate ai propri cittadini sui servizi quotidiani come la manutenzione delle strade, dei giardini, dei cimiteri, i trasporti e le mense scolastiche … il tutto a causa di una carenza cronica di risorse strutturali in bilancio. Il barile delle uscite è stato ormai raschiato fino in fondo grazie anche all’istituzione di servizi associati come la raccolta e smaltimento dei rifiuti, il servizio idrico integrato, gli stipendi dei dipendenti ...
… un quadro più generale che induce ad una riflessione da parte di tutti:
- esistono realtà dove l’agricoltura ha raggiunto livelli di sviluppo e di redditività talmente elevati da non giustificare più alcun tipo di defiscalizzazione. L'Ici per le abitazioni,ad esempio, sta creando una sperequazione fra i cittadini, davvero imbarazzante, sino a raggiungere casi limite in cui pensionati con redditi molto bassi si trovano costretti a pagare questa tassa e produttori di vini pregiati, con redditi molto alti, ne sono esenti;
- mentre i crescenti flussi turistici nei nostri territori sono sicuramente frutto di sviluppo e di crescita economica generale, il Comune ne trae solo un aggravio consistente in termini di costi dei servizi (nettezza urbana, manutenzione strade rurali, necessità di nuovi parcheggi, maggior numero di personale per la vigilanza …) che sta assumendo proporzioni sempre più insostenibili.
… In virtù di questo e nell’ottica di una sempre maggiore autonomia impositiva da parte degli Istituzioni locali, si propone:
- dare la facoltà ai Sindaci di estendere l’applicazione dell’Ici anche alle abitazioni rurali;
- dare la facoltà ai Sindaci d'istituire una “tassa di soggiorno” aggiuntiva da applicare al numero delle presenze nelle strutture ricettive;
- dare la facoltà ai Sindaci di poter scegliere se applicare l’addizionale Irpef (già istituita) o l’addizionale Irpeg.
Nel primo caso, oltre a produrre un’entrata considerevole per i Comuni (che potrebbe consentire persino l’abbattimento dell’aliquota stessa ai minimi di legge) si otterrà anche una maggiore equità fiscale. Nel secondo caso, si avranno risorse nuove per i bilanci comunali senza andare ad un appesantimento della pressione fiscale sui cittadini (la “tassa di soggiorno” aggiuntiva verrà pagata dai turisti). Nel terzo caso, sarà il Sindaco a stabilire se appesantire la tassazione sulle famiglie, o viceversa sulle imprese, ammesso che questi intenda applicare l’addizionale. In ciascun caso non vi sarà alcun aggravio per il bilancio dello Stato …
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